Il Calendario dell’Avvento

Nel settembre del lontano 1972, i miei genitori sono convolati a giuste nozze.

Nel dicembre dello stesso anno, approfittando del ponte per l’Immacolata, i novelli sposi sono andati in vacanza in Liechtenstein.

(Non più di due mesi fa, ho sentito un affermato professionista negare l’esistenza stessa del Liechtenstein: se fosse esistito uno Stato fra Austria e Svizzera, lui l’avrebbe saputo!

Eppure il Liechtenstein esiste per davvero, e i miei genitori ci sono andati in vacanza).Il Liechtenstein, a quanto pare, non solo esiste: è anche molto bello.

Nei primi giorni di dicembre, poi, è davvero spettacolare: non tanto perché l’8 sia l’Immacolata, quanto più perché il 6 è San Nicola. E la festa di San Nicola, in Liechtenstein, è una festa fra le più sentite.

I miei genitori, che si aspettavano una semplice visita a una città straniera, si sono trovati inaspettatamente coinvolti in un gorgo frenetico di festeggiamenti natalizi. Ghirlande in ogni dove; canzoni di Natale a tutti gli angoli; vetrine ricolme di casette in pan di zenzero… e poi San Nicola, che passeggiava in mezzo alla strada offrendo dolci ai bambini buoni (mentre il suo aiutante mostruoso, brandendo uno scopone, minacciava i bambini che facevano i capricci).

I miei genitori erano estasiati.

Dopo quel primo giorno in giro per il Liechtenstein, sono tornati in albergo e si sono guardati negli occhi. “Se avremo un bambino”, si sono ripromessi, “lo porteremo in Liechtenstein nei giorni di San Nicola. Assolutamente”.

Sia messo agli atti che la sottoscritta non ha mai visto il Liechtenstein in tutta la sua vita.

Probabilmente ha giocato in mio sfavore il mio terribile mal d’auto, che mi tormentava davvero quand’ero una bambina: stavo malissimo tutte le volte che dovevo andare a trovare mia nonna dall’altra parte di Torino, figuriamoci quanto mi sarei divertita a passare un week-end in Liechtenstein.

E la conseguenza è questa triste verita: lo ammetto, non sono mai stata in Liechtenstein.

Ma, come nel famoso proverbio su Maometto, i miei genitori hanno preso il toro per le corna: la piccola Lucia non può andare in Liechtenstein? E allora noi portiamo il Liechtenstein nella sua cameretta!

No, non mi hanno tappezzato la camera con cartoline dal Liechtenstein: hanno fatto molto di meglio. In un tipico esempio di globalizzazione ante literram, hanno recuperato tutte le tradizioni natalizie dei Paesi germanici… e le hanno portate a casa mia, nella piccola Torino.

Avete presente Stille Nacht, e Tannenbaum? Io le cantavo tutti i giorni: avevo un’audiocassetta di canzoncine natalizie in lingua.

Avete presente il candelabro dell’Avvento? Io ce l’avevo in casa, lo usavo ogni anno: ogni domenica d’Avvento s’accendeva una candela, e io recitavo una preghierina con mia mamma.

Avete presente la casetta di Hansel e Gretel, che è un dolce tipico di Natale? Noi la preparavamo, pazientemente, tutti gli anni – e se qualcuno qui dentro ha anche solo una vaga idea di quanto possa essere difficile preparare a mano una roba del genere, allora converrà con me sul fatto che che mia madre si merita una statua.

Naturalmente, in tutto ciò, trovava il suo posto anche il Calendario dell’Avvento.

Se adesso io vi dico “Calendario dell’Avvento”, voi fate spallucce e dite “embeh? Che c’è di strano?”.

In effetti, al giorno d’oggi, un calendario dell’Avvento te lo tirano dietro anche al supermercato: non c’è niente di strano nel comprarne uno per il proprio figlio, anzi, è una cosa assolutamente normale…

Ma quand’ero piccola, non era propriamente la stessa cosa.

Voi ve li ricordate, i calendari dell’Avvento, nella vostra infanzia?

Io no: non c’erano.

Magari li vendevano in qualche negozio “specializzato”, in qualche grande cartolibreria del centro… ma, negli ambienti che frequentavo abitualmente da bambina, i calendari dell’Avvento non esistevano ancora. Tant’è vero che io li avevo, in casa, perché me li faceva mia madre: una volta ne aveva preparato uno con la stoffa; un’altra volta si era affaccendata con un abete di cartone; un’altra volta ancora ne aveva dipinto uno (che era venuto una piccola schifezza). Ma, quando io raccontavo del calendario dell’Avvento ai miei amici dell’asilo, quelli sgranavano gli occhi e mi prendevano per cretina: non avevano idea di cosa stessi parlando. A Torino, nei primi anni Novanta, i calendari dell’Avvento non esistevano ancora.

Poi, con il passar degli anni, i calendari dell’Avvento hanno cominciato a diffondersi anche in Italia. Oggi sono un oggetto abbastanza comune – credo che moltissime famiglie, ormai, li comprino – ma io li conoscevo fin da tempi non sospetti, proprio com’era successo anche per Halloween.

E, fin da tempi non sospetti, io sempre adorato questi calendari, che scandivano i giorni fino alla festa più amata da tutti i bimbi.

Ora.

Sul fatto che i bimbi continuino ad amare il Natale, io nutro fondate speranze (come minimo, apprezzeranno la carriolata di regali che ogni anno arriva a destinazione!).

Fra gli adulti, invece, la magia del Natale sembra un po’ svanita: da un lato, resistono gli appassionati; dall’altro lato, va di moda fare gli schifati (le feste coi parenti, e il sorriso di facciata, e il consumismo inutile, e cosa me ne faccio io che sono ateo  di una stupida festa cristiana diffusa in tutto il mondo…).

Spero che fra di voi non ce ne siano poi così tanti, di “nemici” del Natale – lo spero per voi, intendo: dicembre dev’essere un incubo continuo, per chi detesta i pini ed il presepe.

E lo spero un po’ anche per me, okay: lo ammetto. Rischierei di perdere lettori.

Essì, perché quest’anno voglio fare un esperimento: secondo voi ce la faccio, a trasformare il mio blog in un Calendario dell’Avvento?

Un post natalizio, o simil-natalizio, per ogni giorno d’Avvento, da qui al 25 di dicembre. Se ce la faccio senza stufarmi, (senza stufare), e senza finire a corto d’argomenti, merito ufficialmente il premio per La Blogger Più Scema Del Natale 2009.

Insomma: se detestate il Natale, ignoratemi pure fino a Santo Stefano: sono comprensiva, guardate che non m’offendo.

Se invece volete godere della disperazione di una poveraccia che si ripromette di scrivere venticinque post diversi sul medesimo argomento senza ripetersi, restate pure in ascolto e ridete di quest’idiota.

Anche perché – abituata ai Calendari vecchia maniera – io non aspetto mica il 1° dicembre, per incominciare.

Io – come nei Calendari tradizionali – incomincio da oggi, domenica 29: e auguro a tutti un buon Avvento, nel giorno in cui l’Avvento è incominciato.

 

15 risposte a "Il Calendario dell’Avvento"

  1. StellaSenna

    ora, io non sono propriamente un’amante del natale, anzi.
    del consumismo me ne frego, son proprio i MIEI di parenti che non riesco a sopportare (ti sei fidanzata? ahhhhhhh)…
    comunque, dato che quest anno il pranzo lo faremo a casa mia, solo io, papà, mamma e fratello (chiaramente cucina mia mamma, io faccio le tartine e metto la casa… vabbe, un po’ d’alcool per me e mio fratello – i miei sono astemi ) sto cercando di far pace col natale, per iniziare e dimostrare l’impegno ho comprato un albero… !
    che non si dica che non m’impegno!

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  2. Cappellai0Matto

    Da uno che rientra nella categoria dei fan sfegatati, che risposta potresti mai aspettarti?
    Vorrà dire che per 27 giorni commenterò e prenderò appunti!

    Nel frattempo, non sono ancora riuscito a trovare per i negozi messinesi uno stampino per quelli che saranno i nuovi Omini di Panzenzero.
    Mi sa proprio che anche quest’anno la zia dovrà accontentarsi dei miei art attack di cartone da merendine! u.u

    P.S – E sappi che ti ho sempre invidiato per la storiella delle casette di marzapane!
    Le mie festività natalizie d’infanzia sono sempre state piuttosto mancanti (tradizioni presepistiche a parte) di tutto quel corredo sacro/profano che contribuisce a renderle sempre più magiche.
    Sarà per questo che ho  maturato presto un’insana cupidigia per il folclore festaiolo

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  3. utente anonimo

    "e feste coi parenti, e il sorriso di facciata, e il consumismo inutile, e cosa me ne faccio io che sono ateo  di una stupida festa cristiana diffusa in tutto il mondo"
    …Eccomi, presente!! Sono IO! Cercherò di leggerti anche in questa versione avventizia, ma non assicuro 😉
    Antaress

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  4. utente anonimo

    tutti gli anni lo sento un po’ meno il Natale.
    Anche se non mi dispiace.
    Mi piace fare l’albero e vederlo acceso..
    Non mi piace molto andare in giro e scervellarsi x trovare regali x i parenti..
    La cena..beh…quest’anno mi va bene, non è da noi!
    Però..ti leggerò!
    😉

    chiara

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  5. utente anonimo

    Come, mi stai dicendo che non si usava fino a pochi anni fa il calendario dell’Avvento? :S

    Come per Halloween ti assicuro che da me si usava già quand’ero piccolo, potevo tenere tra i 6 e gli 8 anni quando vidi i primi, me lo ricordo benissimo, ne avevo uno di stoffa a forma di albero di natale rosso e con dei bellissimi disegni, lo avevamo comprato in un negozio di piumoni e biancheria da casa. Forse oggi sono più comuni in effetti, però io li ricordo!

    Scusami eh, ora visto che la stessa cosa è successa con Halloween, devo supporre che le nuove mode passino prima per la rurale terra d’Abruzzo prima di arrivare nella moderna e mondana città di Torino? 😛 No cioè… non ci credo eh.

    Daniele

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  6. suibhne

    io anche avevo il calendario dell’avvento, ma pure quando ero superbambino, prima delle elementari… mi ricordo che mi portavo avanti di un paio di caselle mangiando i cioccolatini prima che arrivasse mia sorella…

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  7. Lucyette

    Stella, l’albero è un buon inizio! *_*
    Io mi offro di contribuire con una statuetta del presepe.
    Davvero, eh: se tu ti impegni a fare un presepe, io ti mando una statuetta u__u

    Cappellaio, sai cosa? Ora che ci penso, in effetti credo di non aver mai avuto sottomano uno stampino per gli Omini di Pandizenzero! ("Sottomano" include anche: vetrina di un negozio, volantini pubblicitario del supermercato, ecc.).
    Qualche giorno fa, al centro commerciale, vedevo formine per biscotti a forma di stella cometa, angelo, albero di Natale… ma gli Omini di Pandizenzero, effettivamente, latitano! 😐

    E… in effetti, da bambina io ho avuto dei Natali ben strani. Non ho mai creduto a Babbo Natale, e ho smesso prestissimo (cinque anni, credo) di credere a Gesù Bambino (in quanto portatore di regali, intendo :P) e alla Befana.
    Però avevo tutta questa serie di tradizioni e abitudini… che rendevano il Natale molto magico, nonostante tutto!
    (E la casetta di marzapane in effetti era bellissima *_*
    E’ da anni che cerco di convincere mia mamma a prepararla un’altra volta… ma, adesso che sono cresciuta, le sue risposte si assestano sulle linee di "ma hai idea di quanto sia difficile fare questa cosa maledetta? Manco morta! Te la prepari tu a casa tua, se ci tieni tanto!"… :-P)

    Antaress: ahahahahahah!
    In effetti pensavo (anche) a te e citavo a memoria un tuo post dell’anno scorso, che era stato molto esaustivo… a quanto pare, ho buona memoria

    chiara, anche io detesto lo stress natalizio per i regali…
    Infatti io sono previdente, e mi stresso a rate. Incomincio a comprare i regali di Natale all’incirca a marzo dell’anno precedente, ogni volta che vedo qualcosa che mi sembra adatto per la tal persona… e funziona! 😀
    Oh cielo, mi è anche capitato di comprare regali di Natale per gente che poi nel frattempo è morta, ma in linea di massima funziona, ecco :-S

    Daniele: per Halloween giuro che non mi so dare spiegazioni, ma in effetti, per quanto riguarda i calendari dell’Avvento, le date combaciano 🙂
    Io mi ricordo che hanno incominciato ad apparire quando io facevo le elementari, quindi più o meno sono gli stessi anni che dici tu… prima non me li ricordo assolutamente! O meglio: mi ricordo chiaramennte che a un certo punto hanno cominciato ad apparire, e io ho pensato "toh guarda: i calendari dell’Avvento, proprio come quelli che ho a casa".
    Però, quando andavo all’asilo, davvero non erano diffusi. I miei compagni non sapevano di cosa stessi parlando.

    … il che rende ancora più strano quello che dice Suibhne °_°
    Ma davvero, tu li avevi da piccolo?
    Ma erano una cosa comune? Perché magari anche a Torino c’era qualche grande cartoleria del centro che li teneva, ma giuro che nel nostro quartiere un po’ periferico non si vedevano proprio… :-S

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  8. utente anonimo

    Mmm non so quanto possa aiutarti nella tua quête d’informazioni, ma…hai letto per caso quell’articolo di Repubblica in cui recensiscono brevemente un libro in uscita (purtroppo piuttosto costoso, intorno ai 70 euro,  epiuttosto lungo, son circa duemila pagine), a cura di Agamben e ehm non ricordo chi altri? Mettono a confronto i testi sacri di Islam, Cristianesimo ed Ebraismo riguardanti gli angeli..
    Secondo me, potrebbe essere interessante, per quanto non sia un’esperta e magari le conosclusioni siano campate per aria. Non so dirti, purtroppo. Ma forse la tua biblioteca ha qualche possibilità in più di ottenerne una copia, e tu potresti pian piano darci una tua opinione..

    Spero di non averti sovvracaricata di lavoro… =P

    Bacioni

    Meli

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  9. StellaSenna

    calma…calma…
    per quest anno l’albero è già un passo avanti, ora, io capisco tutto, ma non sono ancora sicura di aver fatto pace col Natale è…
    Teniamoci la statuetta per l’anno prossimo…ok?

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  10. utente anonimo

    Io ho un bellissimo presepe in uno scatolone, lo facciamo ma non tutti gli anni, mia madre si stufa a vederlo prendere polvere, anche dell’albero si stufa ma quello non manca mai. Veramente abbiamo anche un altro presepe, sta lì nella cristalliera tutto l’anno, non ha chissà quanti pezzi eh però è una famosa ceramica americana…

    A Natale noi respiriamo molto il clima festoso, anche evitando di fare regali, si 😛 Tra amici ci abbiamo provato diversi anni, ma avendo basse disponibilità economiche (non lavoriamo ancora nessuno) e poca fantasia, finiva che ci si regalava cavolate tipo candele, incensi, saponi… abbiamo lasciato perdere, stiamo molto meglio. In famiglia nemmeno ci facciamo regali, ce li facciamo durante l’anno quando ci serve qualcosa, poi magari un piccolo pensiero esce fuori ma niente di che.

    Aborriamo i dolci comprati, eccetto torroni e torroncini, al limite si fa il panettone ripieno, per il resto ci pensa mamma 😛 ti avviso, l’anno scorso ci sono rimasto malissimo perchè non mi ha fatto il Parrozzo! Se vuoi vedi cos’è…

    Belle le tradizioni tedesche però!

    Daniele

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  11. utente anonimo

    Ecco un’altra che adora il Natale !!
    Tra parentesi, avrei una mezza idea di fare la casetta di pandizenzero quest anno, l’ho vista su un sito ed è bellisima (non come quelle un po’ tristi che vendono all’ikea…)

    Ottima idea i post-calendario dell’Avvento

    Aerie

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  12. AstridPurple

    Hem… io non detesto il Natale… lo sai.
    Più che altro, in questo periodo, riaffiorano quei desideri che non realizzerò mai e che mi fanno male e solo per questo non vedo l’ora che le Feste passino.
    Il Natale è bello quando c’è un bambino da stupire in casa con addobbi, luci, magia.

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  13. Cappellai0Matto

    Beh, Lucy, allora siamo più o meno nella stessa barca. Personalmente non ricordo nemmeno di aver mai creduto a chicchesia, vuoi Santa Claus o la Befana, nè a tre nè a sei anni.
    E questo perchè semplicemente non ho mai avuto riscotro dai miei.
    Insomma… "E’ Natale! Andiamo a comprare il regalo di Babbo Natale", oppure "E’ il giorno dei Morti, cosa vuoi messo sotto il cuscino?".

    Uhm, non che abbia avuto Natali tristi, s’intende! Questo mai!
    Solo che a mancare era tutta la cornice.
    Probabilmente oggi esagero per questo. Ghghg

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