[Calendario dell’Avvento] Natale con Internet


E chi l’ha detto mai che il mio Calendario dell’Avvento dovesse riguardare solo il folklore natalizio italiano ed estero? Sono ammessi anche post personali a tema natalizio, no? (Sì. Lo decido io perché lo decido io).

Del resto, una delle poesie di Natale più famosa riguarda le fisime di Ungaretti che non ha voglia di andare in giro per la strada, quindi posso fare altrettanto anch’io. Signori e signori, ecco a voi le mie personali fisime.

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Il peggio è stato il giorno del mio compleanno. Veramente.
Tutto il giorno chiusa in Università, a studiare la cartografia medievale; alle sei del pomeriggio finalmente torno a casa, stanca sola ed affamata…
E oltre la soglia trovo ad aspettarmi… nessuno.

Beh, è anche ovvio: io sono a Pavia per studiare; i miei parenti sono a Torino… naturalmente non era pensabile che venissero in Lombardia apposta per festeggiarmi. È naturale.
Così, quella sera, “Tanti Auguri a Te” me la son cantata da sola, spegnendo con un soffio la fiammella di un fiammifero. È stato molto meno drammatico di quanto si possa immaginare, ma detta così immagino che suoni ai limiti del suicidio per disperazione.

In realtà non è un problema: io sto benissimo da sola, non soffro la solitudine. Sto molto meglio qui, nella mia casetta vuota, piuttosto che a Torino, dove ho persone che disturbano, rumori che distraggono, orari da rispettare, e gente fra i piedi nella maniera più generica. Io sono un’orsa, e sto benissimo da sola: però ci sono dei giorni, nel corso di tutto l’anno, in cui hai l’impressione che star da sola sia un poco innaturale.
Il giorno del compleanno è uno di quelli.
Il giorno dell’onomastico, onestamente, pure.

A Torino non si festeggia Santa Lucia, per quanti se lo stessero chiedendo.
Santa Lucia non porta i regali, non porta la festa, non porta un bel niente. Il 13 Dicembre, in Piemonte, è un giorno come tanti (a Bergamo, ad esempio, no: se chiedete a StellaSenna, Santa Lucia lei la festeggia eccome).
A Torino non si festeggia Santa Lucia; e grazie tante.
Io, però, sono l’eccezione.

Complice il fatto che Santa Lucia sia il mio onomastico, ho sempre vissuto questa festa come un anticipo del Natale. I regali sotto l’albero erano sempre tanti, per la sottoscritta, quindi non era un problema prenderle qualcuno e “anticiparlo” al 13 dicembre. Insomma: fin da quand’ero piccolissima, anche se ero al di fuori della sua area di competenza, Santa Lucia ha cominciato a passare da casa mia una volta all’anno.
Ed era festa, a Santa Lucia: era festa grande. Mangiavo una torta, spacchettavo i regalini, ricevevo tanti auguri… era una specie di compleanno, o di Natale anticipato.
E, per quanto rientri nel normale ordine delle cose, restare sola nel giorno di Santa Lucia mi ha sempre fatto un certo effetto.
Mi ha fatto effetto anche stamattina.

Apro gli occhi, mi rigiro sotto le lenzuola. Fa un freddo orrendo, il termometro segna diciotto gradi: la mia camera da letto è una stanza d’angolo – il soffitto e due pareti confinano con l’aria gelida – e di notte il riscaldamento s’abbassa lasciandomi lì a battere i denti. Tiro fuori un braccio da sotto la mia pila di coperte, e zittisco l’odiosissima sveglia: mi sono dimenticata di disattivarla la sera prima, e quindi m’ha svegliata alle otto e mezza di domenica. Avvengono fatti atroci, al mondo, che non sono in alcun modo razionalizzabili.

Provo a riaddormentarmi, ma poi mi viene sete e devo alzarmi per prendere un sorso d’acqua; il freddo mi sveglia definitivamente, e ormai posso anche dire addio a un lungo sonno fino a mezzogiorno. Sfoglio qualche pagina del libro che ho sul comodino, poi m’infilo nella vestaglia e vado a fare colazione: carico la macchinetta per l’espresso, e aspettando che si scaldi mangiucchio i biscotti svedesi di Santa Lucia, che ho preparato la sera prima e che non ho nemmeno ancora tolto dalla teglia nel forno.
Non sono male.

Bevo il mio caffè, e me ne torno alla mia camera.
Ai piedi del letto, graziosamente disposti ad arte, ci sono tutti i pacchetti che Santa Lucia mi ha portato nella notte. Sono tanti e variopinti: farebbero anche un gran bell’effetto, se non fosse che sono stata io stessa a collocarli lì la sera prima, e quindi mi son giocata l’effetto sopresa.
Mi siedo ai piedi del letto, spacchetto i miei regali. Sono belli, mia zia mi ha regalato un bambolotto ‘equo e solidale’ che arriva dall’Africa: lo prendo in braccio e gli spiego che è Santa Lucia, lui sembra attento. Se potesse, credo che mi farebbe gli auguri.

Gli auguri me li fa qualcun altro via sms, mentre io approfitto della mattinata vuota per stirare i vestiti che si sono asciugati nella notte. Non sarà il massimo, come festa, ma tutto sommato non è male: ho i biscotti nel forno, ho un piatto di lasagne da far cuocere per pranzo, e torno a Torino a metà della settimana prossima. Potrebbe andare decisamente peggio: l’unica cosa di cui sento la mancanza è la mia mamma, che stamattina non m’ha svegliata al grido di “buon onomastico!”.

Passano le ore, intanto guardo la televisione; quando ho finito di stirare, vado a accendere il computer. Scarico le e-mail (anzi, non scarico niente perché non m’ha scritto nessuno), leggo le notizie da Google, controllo il blog, e poi accendo Skype, come tutti i giorni.
Trovandomi di fronte a una delirante finestrella di chat piena di emoticons disposte a casaccio, che mi sono state inviate niente popò di meno che… da mia mamma.

Strizzo gli occhi e sospiro: chissà cos’ha combinato adesso quella povera donna.
Mia mamma, dopo lunghi mesi di apprendistato, è faticosamente riuscita ad acquisire le competenze informatiche necessarie a: accendere il computer, connettersi a Internet, aprire Skype, telefonarmi a costo zero, chiudere Skype, e spegnere il computer. Chissà cosa diavolo stava provando a fare con quelle emoticons.
La chiamo.

“Mamma? Scusa. Cos’è ‘sta roba?”.
Auguri!”.
“Sì, grazie, sei gentilissima… ma le emoticons?”.
“Cosa?”.
“Le faccine gialle”.
“Ah!”.
“Eh”.
Sono gli auguri!”.
“Le emoticons, sono gli auguri?”.
Sì! Le emoticons! Siccome non sono lì a Pavia, ti mando gli auguri con Skype!”.
“…?”.
“La prima faccina sei tu che dormi, e poi ti svegli nel tuo letto. Poi ci sono io che vengo a darti un bacio. E ti metto un fiore sul comodino per festeggiarti. E ti regalo un orsacchiotto”.
“…”.
“Poi c’è la pizza, che dovrebbe essere la torta che ti preparo sempre, però fra le faccine non c’è una torta e quindi ho pensato che ti va bene anche la pizza” (N.d.R. fra le emoticons di Skype c’è una bellissima torta: è mia mamma ch’è cecata).
“E poi c’è la stella, per dire che a Santa Lucia il Natale è sulla via, e poi c’è la faccina che fa la festa e tira i coriandoli, perché oggi è la tua festa”.
“…”.
“E l’ultima faccina sei tu che sei contenta e batti le mani, ti piace? Sei contenta?”.

La distanza, con Internet, è un concetto alquanto relativo.

20 risposte a "[Calendario dell’Avvento] Natale con Internet"

  1. StellaSenna

    Per prima cosa ti faccio tanti auguri di Buon Onomastico!

    E aggiungo che a Bergamo, Santa Lucia, è molto sentita.
    Ieri sera, ad esempio, l’ho vista.
    Non scherzo: stavo andando ad una cena e ho attraversato un paesello, c’era Santa Lucia che sfilava per il centro. Succede in tanti paeselli, in provincia.

    E da piccoli a Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia, bisognava andare a letto presto, che Santa Lucia mica ti può trovar sveglia, che in quel caso ti acceca (cosa si inventano, per mandare i bimbi a letto presto), chiaramente non prima di aver lasciato latte, biscotti e un po’ di fieno vicino alla finestra. La mattina ti svegli e hai i tuoi bei pacchetti da scartare, la tradizione prevede dolciumi soprattutto (mia mamma ancora adesso a santa lucia mi regala i dolcetti – oggi sono andata a pranzo, mi ha fatto anche la pasta con le canocchie e i canolicchi, ma mi sa che non centra con il 13 dicembre :P), se hai fatto il bravo, chiaro, altrimenti ti ritrovi il carbone (una volta io l’ho trovato, e sono state lacrime).
    Insomma, i bambini bergamaschi è lei che aspettano, mica Gesù Bambino. (si, vabbè, si aspetta anche Gesù Bambino – credo che a casa mia non sia mai entrato Babbo Natale – ma di piu Santa Lucia)

    Il centro di Bergamo si riempie di bancarelle, insomma, è una bella festa :))

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  2. Lucyette

    Grazie per gli auguri! :-*
    Prima o poi dovrò organizzarmi per andare a Bergamo (o in un’altra città in cui si festeggia Santa Lucia – mi si dice che anche a Cremona è popolarissima) attorno al 13 dicembre… diamine, voglio pure godermela un poco, la "mia" festa! 😉

    Ma, ecco, una curiosità che ho sempre avuto: nei posti dove a portare i regali è qualcun altro (tipo Santa Lucia o San Nicola), a Natale i regali arrivano lo stesso? Cioè, c’è la doppia dose di regali, Santa Lucia + Gesù Bambino, o il Natale passa un po’ in secondo piano?
    No, perché se i bambini ricevono doppi regali il 13 e il 25, questa è una tremenda ingiustizia nei confronti di quei derelitti che ricevono regali solo a Natale! Qui bisogna fare una protesta!

    Grazie per questo racconto delle tradizioni bergamasche: a me interessano tantissimo queste cose!
    Adesso voglio un resoconto simile anche da parte del Cappellaio Matto, e/o di qualsiasi altra persona che festeggi Santa Lucia a casa sua. Io ho già dato il buon esempio col mio post u__u

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  3. StellaSenna

    A Crema, Cremona e Parma sono certa che festeggino Santa Lucia.
    Ma io ti consiglio Bergamo, un po’ per sano patriottismo e un po’ perchè sono certa che a te Bergamo alta piacerebbe tantissimo 🙂

    Allora, da noi qualche regalo arriva anche a Natale 🙂
    Però penso che la somma dei regali sia la stessa che nel resto d’Italia i bimbi ricevono solo a Natale, insomma, piuttosto che solo in un giorno i regali si ricevono in due volte, claro no?

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  4. Cappellai0Matto

    Uhm… Uhm…
    Beh, qui da me, abbiamo tre chiese. La principale, il santuario della Madonna delle Grazie (con leggenda annessa) e, per l’appunto, la chiesetta di Santa Lucia.

    Quest’ultima è  inglobata tra le case, e posta proprio all’inizio della stradina che conduce al mio complesso.
    La notte, prima di andar a letto, i bambini si lavano gli occhi con acqua profumata (di rose, preferibilmente) e poi si va a letto, aspettando l’arrivo della santa che porta doni ai bimbi buoni.
    In realtà non c’è l’usanza di lasciare qualche dono in cambio… Non vorrei dunque che abbia preso il mio fieno come affronto, che ne so u.u

    La mattina, presso questa chiesetta, si regalano pani di granoturco ai fedeli. Prima di essere brutalmente addentati li si passa sugli occhi.

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  5. Cappellai0Matto

    Uhm… Uhm…
    Beh, qui da me, abbiamo tre chiese. La principale, il santuario della Madonna delle Grazie (con leggenda annessa) e, per l’appunto, la chiesetta di Santa Lucia.

    Quest’ultima è  inglobata tra le case, e posta proprio all’inizio della stradina che conduce al mio complesso.
    La notte, prima di andar a letto, i bambini si lavano gli occhi con acqua profumata (di rose, preferibilmente) e poi si va a letto, aspettando l’arrivo della santa che porta doni ai bimbi buoni.
    In realtà non c’è l’usanza di lasciare qualche dono in cambio… Non vorrei dunque che abbia preso il mio fieno come affronto, che ne so u.u

    La mattina, presso questa chiesetta, si regalano pani di granoturco ai fedeli. Prima di essere brutalmente addentati li si passa sugli occhi.

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  6. Lucyette

    Aerie, grazie! (con un ritardo di qualche giorno… mi ero dimenticata di rispondere )
    Gnam… festeggiare Santa Lucia mangiando gli arancini, in effetti, mi sembra decisamente una buona tradizione…

    Claudio, grazie mille!

    Daniele, se non ci fosse bisognerebbe inventarla u__u

    Cappellaio Matto, il granturco è per il miracolo in occasione della carestia, immagino?
    La chiesetta di Santa Lucia in effetti l’avevo già vista – ne avevano parlato forse al telegiornale in occasione della frana, mi ricordo che l’avevo notata perché era intitolata proprio alla mia omonima.

    Comunque: secondo me sì, Santa Lucia s’è arrabbiata per il tuo fieno – avrà pensato che le stessi dando l’elemosina!!

    E soprattutto: ma sono arance, quelle due robe rotonde in mezzo alla strada?

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  7. Lucyette

    Aerie, grazie! (con un ritardo di qualche giorno… mi ero dimenticata di rispondere )
    Gnam… festeggiare Santa Lucia mangiando gli arancini, in effetti, mi sembra decisamente una buona tradizione…

    Claudio, grazie mille!

    Daniele, se non ci fosse bisognerebbe inventarla u__u

    Cappellaio Matto, il granturco è per il miracolo in occasione della carestia, immagino?
    La chiesetta di Santa Lucia in effetti l’avevo già vista – ne avevano parlato forse al telegiornale in occasione della frana, mi ricordo che l’avevo notata perché era intitolata proprio alla mia omonima.

    Comunque: secondo me sì, Santa Lucia s’è arrabbiata per il tuo fieno – avrà pensato che le stessi dando l’elemosina!!

    E soprattutto: ma sono arance, quelle due robe rotonde in mezzo alla strada?

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