Il culto del cargo

 

Allora.
Prima di pubblicare questo post, è necessaria una premessa doverosa, altrimenti qualcuno di voi può veramente domandarsi se la sottoscritta non abbia conseguito un master post-laurea in religioni comparate.
In realtà, questo post è nato in maniera molto più banale. Siccome mi sto facendo un sacco di risate a causa del vulcano dispettoso che sta paralizzando mezzo mondo, mi era venuto in mente di scrivere un post sui vulcani.
Ho cercato su Google “eruzioni vulcani nella Storia”, ma non ho trovato niente d’interessante.
Ho cercato su Google “curiosità vulcani”, ma non c’era niente di gradevole.
Ho cercato su Google “culti tradizioni vulcani”, e mi si son parate di fronte centinaia di pagine relative alle religioni, presenti o passate, che venerano, o veneravano, i vulcani.
‘Okay’, vi starete dicendo: ‘adesso, Lucyette attacca con un post sul dio Vulcano’.
Nossignori.
Io attacco con un post su Jon Frum.
Non lo sapevate che il divino Frum si nasconde in un vulcano, e di lì tornerà per salvare il suo popolo?
Beh, non mi stupisce, non lo sapevo neanch’ io: ma ho avuto un colpo di fortuna, e adesso posso raccontarvi la sua storia.
Che in effetti, ha dell’incredibile.

La piccolissima isola di Tanna, appartenente ad un arcipelago di isole vulcaniche, fa parte della Repubblica parlamentale di Vanuatu, situata nel Pacifico meridionale. Forse, la conoscete meglio con il nome di “Nuove Ebridi”, che era il termine coloniale usato per indicare l’arcipelago: Vanuatu ha ottenuto l’indipendenza solo nel 1980, dopo una lunga dominazione anglo-francese.
Ad ogni modo. La piccolissima isola di Tanna, lunga quaranta chilometri e larga diciannove, è la sorella jellata dell’isola di Lost: proprio come a Lost, un bel giorno gli indigeni di Tanna sollevano lo sguardo al cielo…
…e vedono un aeroplano che gli cade in testa, e va a sfracellarsi alle pendici di un vulcano.
Ohibò.
Panico e terrore, anche perché i Tannesi sono una popolazione indigena scarsamente civilizzata, a dispetto della colonizzazione (che, evidentemente, sul loro isolotto non ha mosso grandi passi). Intimoriti, spaventati, allibiti di fronte a quel segno del cielo, molto cautamente gli autoctoni si avvicinano a quel terribile mostro volante ch’è caduto in terra…
…e rimangono basiti, nel vedere che dal mostro volante sta uscendo un uomo.

Proprio così. Jon Frum.
Jon Frum, che era un pilota di aereo evidentemente un po’ incapace, cade sull’isola di Tanna, alle pendici del vulcano Yasur, e rimane miracolosamente illeso. Viene estratto dalle macerie grazie all’aiuto degli indigeni, e viene trattato da loro con grandissimo rispetto: una creatura capace di scendere dal cielo in tal maniera – si dicono i Tannesi – dev’essere senza dubbio un dio potente!

Jon Frum, che non è scemo, sta al gioco.
In attesa che qualcuno localizzi il suo aereo e vada a recuperarlo, Frum vive con gli indigeni di Tanna. Cede loro i suoi abiti, regala il carico dell’aereo, e insomma li riempie di doni e di conoscenze, in maniera del tutto incredibile e impensata. Altro che manna dal cielo, altro che rivelazioni profetiche! I Tannesi fanno tesoro di tutto quel ben di… dio, che è inaspettatamente piovuto sulle loro teste, e si convincono sempre di più di avere a che fare con una qualche divinità benevola.
Passa il tempo, il relitto dell’aereo è identificato, e Jon Frum viene finalmente recuperato e riportato in salvo. “Non vi preoccupate”, dice Frum ai Tannesi sconsolati, che non vogliono lasciarlo: “ritornerò, prima o poi. Ehm. Sissì. Prima o poi”.

Tutto ciò, accadeva nei floridi anni Trenta; passa un po’ di tempo, e arriva il ’41.
I Giapponesi invadono il Pacifico.
Quale emozione, per i Tannesi, scoprire che il dio Frum è tornato per davvero!
Certo, non è Jon Frum in persona: però ha mandato dei suoi seguaci, forse angeli del cielo… che in realtà, altri non sono che qualche centinaio di ignari soldati statunitensi. Spediti nel Pacifico per avversare la potenza giapponese, questi poveracci fondano una base nei pressi dell’isola di Tanna… e vengono trattati alla stregua di divini messaggeri, con tanto di feste, lodi e canti ad accogliere il loro arrivo.

La schiera angelica costruisce ponti, fortificazioni, strade ed ospedali. Periodicamente, il cielo viene solcato da aerei cargo che lasciano cadere sull’isola, a vantaggio dei suoi nuovi abitanti, casse di armi, munizioni, cibo in scatola, vestiti, e medicine portentose. I Tannesi sono stupefatti dalla misericordia divina: adottano le usanze militari dei marines, nella speranza che giungano anche per loro questi meravigliosi carichi di doni. Poi, grazie all’operosità di una specie di sacerdote locale, codificano una religione vera e propria: il fedele del dio Frum deve astenersi dallo spergiuro e dall’adulterio; deve pulire ogni giorno la sua capanna; deve evitare il più possibile gli abiti moderni e l’uso di biciclette; e non può, nella maniera più assoluta, collaborare in qualsiasi forma con l’amministrazione coloniale dell’isola. L’unica autorità riconosciuta è quella dell’esercito americano, inviato su Tanna per volontà del dio Frum in persona.

Ora. Gli abitanti di Tanna, giusto perché lo sappiate, non sono dei deficienti: semplicemente, hanno inconsapevolmente aderito a movimento religioso che gli antropologi definiscono “culto del cargo”. Wikipedia ci spiega che

i membri di un culto del cargo credono che i beni occidentali provenienti dall’industria siano stati creati dagli spiriti degli antenati […]. I cultisti non comprendono appieno il significato della produzione industriale e del commercio, ed hanno un limitato potere d’acquisto […]: questi culti sono una risposta alla confusione e all’insicurezza derivanti dal contatto con l’Occidente, e razionalizzano la situazione riferendosi a simboli magici e religiosi.

Ed effettivamente, per tutta la durata delle operazioni militari USA nelle Nuove Ebridi, i Tannesi vivono nella convinzione di star assistendo a una commovente manifestazione di generosità divina…
…che si interrompe bruscamente, ahimè, con la fine della guerra.

Le conseguenze di questo “abbandono”, che a prima vista potrebbero far ridere, in realtà a me fanno stringere il cuore: le basi militari vengono abbandonate, le infermerie degli ospedali da campo si svuotano di medicine, le piste d’atterraggio rimangono vuote e desolate…
…ma i Tannesi non si rassegnano: restano a sorvegliarle giorno e notte, nell’attesa fiduciosa che Jon Frum ritorni.

Gli esempi più famosi di comportamenti derivati da culto del cargo, spiega Wikipedia, sono le false piste di atterraggio, o le radio fatte di noci di cocco, che, secondo i membri del culto, potrebbero servire per attirare di nuovo altri aerei. I credenti inoltre inscenano finte trivellazioni e marce, dotandosi di martelli pneumatici e fucili costruiti con del legname, usando finte insegne militari e dipingendosi il corpo con la scritta USA per camuffarsi da soldati. […] Sfortunatamente, nessuna di queste pratiche ha mai portato al ritorno degli aeroplani semi-divini, pieni di tutti quei meravigliosi carichi che venivano paracadutati durante il conflitto. In compenso, [queste usanze] hanno finito per sradicare ogni altra pratica religiosa locale esistente prima della guerra.

Ma volete ridere un poco, per concludere?
In realtà, a Tanna, il mitico dio Jon Frum, o per meglio dire un suo messaggero, effettivamente, alla fin fine, ci è tornato.
Ci è tornato, nello specifico, nel 1974, quando Tanna – ve lo ricordo – non aveva ancora ottenuto l’indipendenza. Ci è tornato in compagnia di sua moglie, per fare un giro nelle isole che appartenevano al suo Regno… e ci è tornato in maniera del tutto inconsapevole, senza avere la più pallida idea di ciò che stava per scatenarsi.
Filippo d’Edimburgo, il marito della Regina Elisabetta, è atterrato a Vanuatu nel lontano 1974, per fare una gita di piacere nelle colonie: e ovviamente non poteva nemmeno lontanamente immaginare che quei matti dei Tannesi, poveretti, credessero di riconoscere in lui il leggendario fratello di Jon Frum, sceso su Tanna per ricordare agli abitanti la benignità divina (!).
Siete liberi di non crederci, ma a quanto pare è  proprio vero: al giorno d’oggi, a Tanna, esiste un culto del cargo che si chiama Movimento del Principe Filippo (!!), e che ritiene Filippo d’Edimburgo il divino figlio bianco di uno spirito delle montagne.

Son passati trent’anni, ma il culto è ancora vivo e vitale: tant’è vero che, nel 2007, l’emittente Channel 4 ha curato un documentario sugli appartenenti a questo buffo Movimento. I cinque esponenti di spicco di questo culto hanno avuto la possibilità di visitare l’Inghilterra, e addirittura di poter incontrare, nel divino splendore di Buckingham Palace, il loro amatissimo dio Filippo.

Gli chiesero accoratamente quando avrebbe fatto ritorno sull’isola, come predetto dalle loro profezie.
Filippo d’Edimburgo, nella più nera disperazione, cercò disperatamente di temporeggiare. E poi, in tono molto ieratico, mormorò qualcosa circa il fatto che i tempi non erano ancora maturi per un suo ritorno.

Gli abitanti di Tanna, con tre fotografie del Principe Filippo

 

18 risposte a "Il culto del cargo"

  1. Lucyette

    Ragazzi… mi rendo perfettamente conto che sembra un pesce d'aprile fuori periodo, ma a quanto pare è tutto vero… O__oPeraltro, i "culti del cargo" hanno origini storiche molto antiche. Si diffondono soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma meccanismi psicologici simili si erano già verificati molto, molto tempo fa, se ci pensate…Il sito Nonsoloufo non sarà il massimo della scientificità, ma offre una carrellata storica che quadra, per quel che mi ricordo:I culti cargo sorgono nel momento in cui una data cultura, tecnologicamente avanzata, entra in contatto con un'altra più arretrata: è la stessa strana esperienza a suo tempo vissuta da Cristoforo Colombo, il quale, approdato su una delle isole delle Bahamas, racconta sul libro di bordo l'incontro del suo equipaggio con gli indigeni del posto: "Ci accolsero riverendoci come se fossimo stati dèi discesi dal cielo".Analogamente a Colombo, anche Sir Francis Drake venne scambiato per un'entità soprannaturale dai nativi indiani stanziati nella zona dell'attuale San Francisco: "Cercammo di spiegare loro che non eravamo degli dei – ricorda lo scrivano di bordo – ma inutilmente".Il capitano James Cook, sbarcato a Tahiti, fu creduto il dio Rongo, ritornato fra gli uomini dopo aver a suo tempo, secondo la leggenda, abbandonato l'isola a bordo di una nave simile ad una nuvola.Il capitano francese Jean Ribault fece erigere in Florida, nel 1565, una colonna con l'emblema del proprio Stato; qualche anno più tardi la colonna divenne il centro dei culti religiosi degli indigeni del posto, che l'adornavano con ghirlande e vi ponevano davanti doni sacrificali.Tali culti persistono anche nel nostro secolo. Negli anni Venti il naturalista James Hurley constatò che non solo a lui, ma anche al proprio idrovolante, gli indigeni della Nuova Guinea, erano soliti ogni sera sacrificare un suino: essi credevano l'aeroplano una entità divina.Quando nel 1943 altri uomini bianchi penetrarono per la prima volta nell'altopiano orientale della Nuova Guinea, videro che gli indigeni maneggiavano lunghe aste di bambù, provviste di fili dati da fibre vegetali e sormontate da pseudo microfoni di legno: più tardi essi appresero che i nativi altro non volevano che imitare il comportamento dei soldati americani, osservati presso una vicina base aerea e dai cui "grandi uccelli metallici" essi attendevano doni.Da questa speranza riposta nei doni, cioè nelle merci (inglese "cargo"), deriva la denominazione di tali culti religiosi.

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  2. suibhne

    se fossimo agli albori del primo secolo dell'era volgare, qualcuno avrebbe potuto scrivere di un buffo culto che prendeva per dio addirittura il figlio di un falegname della Galilea! e che disegnava pesci e adorava croci! e che aspettavano che dopo la morte sarebbe ritornato a giudicare i vivi e morti e il suo regno non avrà fine!certo, se agli albori del primo secolo dell'era volgare ci fosse stato internet 😉

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  3. Ester05

    Ciò che più mi colpisce è la sfiga dei Tannesi: tra tutte le persone che avrebbero potuto venerare si sono beccati Filippo d'Edimburgo? Solo Vittorio Emanuele di Savoia è peggio di lui! Povero popolo…

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  4. Lucyette

    Stella, secondo me ti converebbe andare proprio a Tanna!Dici che ti manda Filippo d'Edimburgo… ;-PEster: mia mamma, che è cattivissima, vorrebbe proporre alla Regina Elisabetta questa strategia. Lascia il trono direttamente a William, e spedisce Carlo a Tanna a farsi venerare come dio (o figlio di dio) dai Tannesi. Dice che, secondo lei, in patria Carlo non otterrebbe mai tanto consenso… :-DAstrid: vero? Su Google ogni tanto si fanno delle scoperte imperdibili! 😀

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  5. Lucyette

    Stella, secondo me ti converebbe andare proprio a Tanna!Dici che ti manda Filippo d'Edimburgo… ;-PEster: mia mamma, che è cattivissima, vorrebbe proporre alla Regina Elisabetta questa strategia. Lascia il trono direttamente a William, e spedisce Carlo a Tanna a farsi venerare come dio (o figlio di dio) dai Tannesi. Dice che, secondo lei, in patria Carlo non otterrebbe mai tanto consenso… :-DAstrid: vero? Su Google ogni tanto si fanno delle scoperte imperdibili! 😀

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  6. flalia

    Oh, una volta tanto posso dire: lo so! 😉 Ho studiato i culti del cargo in antropologia e mi sono rimasti impressi proprio per il contrasto tra l'"ingenuità" di una popolazione che non conosce la modernità (si vede che ho studiato antropologia, eh? Non riesco a dire: "primitiva" per un eccesso di politically correct) e codifica come "magico" o "divino" l'incontro con la tecnologia, cioè riduce quest'ultima al proprio codice magico anziché il contrario. Mi aveva colpito questa cosa, ma non ricordo a quale popolazione si riferisse e al momento non ho sottomano il libro: questa popolazione aveva elaborato spontaneamente (cioè prima di conoscere gli aerei) un mito in base al quale un giorno sarebbe arrivato una sorta di "messia" dal cielo, che avrebbe portato prosperità e felicità: immaginiamo l'emozione che avranno provato quando davvero questo dio è arrivato dal cielo (tramite aereo) esattamente come la loro profezia sosteneva! :-)Comunque, oltre a esprimere anch'io la mia estrema simpatia per questo vulcano dal nome impronunciabile (definito al tg "un vulcano di quart'ordine", io penso che Andersen ci avrebbe scritto una bella fiaba), dico che "friggo" per i risultati del sindoquiz; tra l'altro, nonostante il tema del suddetto quiz, tu sei stata diabolica! Ho provato a cercare con google qualche risposta dell'ultima domanda ed è praticamente impossibile!!!;-)

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  7. Lucyette

    Stella, magari è anche un bel posto per una vacanza… :-DFlalia, ma che bello: antropologia è una materia che mi ha sempre interessata e che purtroppo non sono riuscita ad inserire nel mio piano di studi (nonostante teoricamente ci fosse, fra gli insegnamenti a scelta). Dev'essere proprio interessante, studiare certe cose: mi incuriosisce davvero!E va beh: magari, in un'altra vita… ;-PQuanto ai risultati del Sindoquiz… muahahahahahaha! Vero? Sono stata cattivissima ;-PMa del resto, anche con gli altri due quiz che ho fatto, non scherzavo, credo… :-PSu, su! Ancora un po' di ore, e poi riceverete le Risposte!;-P

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  8. Lucyette

    Stella, magari è anche un bel posto per una vacanza… :-DFlalia, ma che bello: antropologia è una materia che mi ha sempre interessata e che purtroppo non sono riuscita ad inserire nel mio piano di studi (nonostante teoricamente ci fosse, fra gli insegnamenti a scelta). Dev'essere proprio interessante, studiare certe cose: mi incuriosisce davvero!E va beh: magari, in un'altra vita… ;-PQuanto ai risultati del Sindoquiz… muahahahahahaha! Vero? Sono stata cattivissima ;-PMa del resto, anche con gli altri due quiz che ho fatto, non scherzavo, credo… :-PSu, su! Ancora un po' di ore, e poi riceverete le Risposte!;-P

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  9. utente anonimo

    Sembra incredibile XDNon ne sapevo niente, però… direi che sono d'accordo con tua mamma Lucia :PCerto che potevano scegliere qualcuno un attimo migliore… in ogni caso, mi sembra molto interessante come branca del sapere l'antropologia.Daniele

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  10. utente anonimo

    Sembra incredibile XDNon ne sapevo niente, però… direi che sono d'accordo con tua mamma Lucia :PCerto che potevano scegliere qualcuno un attimo migliore… in ogni caso, mi sembra molto interessante come branca del sapere l'antropologia.Daniele

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