Il rompicapo del week-end

Siccome siamo in epoca di esami, avevo pensato di mettervi alla prova. No, vabbeh: che scusa idiota.
Si avvicina l’estate e quindi voglio proporvi un gioco, tipo un buffo rompicapo. Oh che orrore, peggio ancora.
Son curiosa come una scimmia, e continuo a voler saggiare come viene insegnato il Medio Evo a scuola. Già più vero, ma insomma…

Okay, sarò sincera: il fatto è che sono oberata dallo studio. Non ho tempo per un post. Non riesco a scrivere.
E allora sono sinceramente incuriosita da quello che potreste scriver voi, in un buffo rompicapo per mettervi alla prova, e che mi consente di saggiare quanto e come è conosciuto il Medio Evo.
Facciamo così.
Facciamo una quaestio.

Se fossimo nel ‘300, e non nel 2010, i maturandi di quest’anno non starebbero facendo la Terza Prova, ma bensì una quaestio. Il magister presenterebbe loro una domanda, con due possibili risposte: o “sì”, o “no”. Tipo: la conoscenza intellettiva, deriva dalle realtà sensibili?
Sì, o no?
E perché sì?
E perché no?
Sai motivare la risposta?
Sai confutare le teorie contrarie alla tua tesi?
Ecco: se i maturandi di oggi fossero maturandi medievali, dovrebbero sostenerlo un po’ così, il loro esame.

E allora, una quaestio ve la faccio anch’io, che ho una gran voglia un bisogno disperato di farmi due risate.
Avete letto la mia storia sulla Consolata? Se non l’avete letta non importa, non vi siete persi niente, ma il punto focale della storia è questo: è la vita di un cieco di Briançon, che nel 1104 compie un viaggio, e (forse) si innamora.

Ed ecco la mia quaestio, gentilissimi lettori.
Ma un cieco medievale… poteva innamorarsi?

Non sono pazza: purtroppo, è una domanda seria. L’annosa questione ha angosciato decine di eruditi. Non dico che ne disputassero in Università, ma di sicuro ci discutevan nelle serate a corte.
Un cieco medievale… poteva innamorarsi?
Sì, o no?
E perché sì?
E perché no?

A questo punto, voglio farmi due risate, e vi invito seriamente a fornirmi una risposta motivata.
Sono ammesse risposte surreali, visto che la domanda in sé sembra un rompicapo carrolliano.
Non sono ammesse risposte che gettino illazioni sulla sanità mentale della sottoscritta (tipo “è ovvio che un cieco può innamorarsi: ma sei cretina?”).

Sì, insomma: sbizzarritevi, ché ho giusto voglia di rider sotto ai baffi.
Ovviamente la risposta non è così scontata, visto che c’è stato realmente un dibattito in materia.
Ovviamente non è importante indovinare la risposta, visto che lo scopo è appunto farmi fare due risate (in effetti fa molto “cavalier servente”, questa cosa…).
Ovviamente provvederò alla fine a fornirvi la risposta giusta, corretta e motivata…
… e ovviamente, i medievisti di professione la conoscono di già. E quindi che si astengano, per correttezza!

E a tutti gli altri…
… beh…
sbizzarritevi!

(E per chi se lo stesse domandando la risposta, è drammaticamente sì. All’Università, io studio queste cose. Già).

54 risposte a "Il rompicapo del week-end"

  1. Lucyette

    Su, su!Un po' d'inventiva! :-D(Oggi in università parlavo con una mia compagna di corso, che ogni tanto legge il mio blog, e concordavamo tutte e due che ci sarà da morir dal ridere, a vedere cosa tirate fuori :-P)

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  2. Lucyette

    Su, su!Un po' d'inventiva! :-D(Oggi in università parlavo con una mia compagna di corso, che ogni tanto legge il mio blog, e concordavamo tutte e due che ci sarà da morir dal ridere, a vedere cosa tirate fuori :-P)

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  3. marinz

    Per fortuna che il quisito è sulla seconda domanda.. sulla prima non c'avevo capito nulla.Vediamo un po':Un cieco poteva innamorarsi nel medioevo?Si, poteva farloPerchè si? Partiamo dal fatto che oggi un cieco si può innamorare quindi non vedo perchè non potesse farlo nel medio evo… però la vita era un po' differente soprattutto dipendeva anche dalla richezza in cui si viveva.Partiamo dalla concettura che uno fosse povero, cieco, vieva nel medio evo e quindi come poteva "conoscere" una persona? Ho messo il virgolettato sul conoscere per i numerevoli significati. Se riesciva ad incontrare una donna la questione dipendeva da lei… mi immagino lui poverino costretto a fare l'elemosina per sopravvivere… se però lei si accorgeva di lui, lui poteva provare una specie di sentimento di gratidudine che poteva essere paragonato una sorta di innamoramento, e magari si innamorava anche nel vero senso della parola: donare la vita per una persona. Quindi un povero in determinate circostanze poteva innamorarsi.Passiamo al secondo punto della teoria: un uomo di famiglia benestante. Ora si sa che nella maggior parte dei casati i matrimoni erano combinati e quindi già era difficile essere innamorati tra vedenti figuriamoci con un non vedente, però, immagino che i non vedenti, non fossero poi così ambiti e i matrimoni meno combinati e quindi poteva capitare che un uomo cieco di famiglia benestante conoscesse un anima pia di cui potessi innamorarsi per i modi e le parole che sentiva. Quindi anche qui in determinate circostanze un uomo cieco benestante poteva innamorarsi.Quindi in entrambi i casi sono arrivato alla deduzione che un cieco potesse innamorarsi in una forma di gratidudine o magari, conoscendo nel profondo quella persona, superare la gratidudine e provare amore.Quello che di certo non influiva era la "bellezza fisica" perchè non poteva influire sulle scelte. Magari al momento della "conoscenza fisica" poteva capire qualche "disguido" però sono fattori secondari.Per tirare le file della mia tesi potrei citare una frase di un personaggio che arrivò molti secoli dopo il medio evo: Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi … :o)Un sorriso 🙂

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  4. marinz

    Per fortuna che il quisito è sulla seconda domanda.. sulla prima non c'avevo capito nulla.Vediamo un po':Un cieco poteva innamorarsi nel medioevo?Si, poteva farloPerchè si? Partiamo dal fatto che oggi un cieco si può innamorare quindi non vedo perchè non potesse farlo nel medio evo… però la vita era un po' differente soprattutto dipendeva anche dalla richezza in cui si viveva.Partiamo dalla concettura che uno fosse povero, cieco, vieva nel medio evo e quindi come poteva "conoscere" una persona? Ho messo il virgolettato sul conoscere per i numerevoli significati. Se riesciva ad incontrare una donna la questione dipendeva da lei… mi immagino lui poverino costretto a fare l'elemosina per sopravvivere… se però lei si accorgeva di lui, lui poteva provare una specie di sentimento di gratidudine che poteva essere paragonato una sorta di innamoramento, e magari si innamorava anche nel vero senso della parola: donare la vita per una persona. Quindi un povero in determinate circostanze poteva innamorarsi.Passiamo al secondo punto della teoria: un uomo di famiglia benestante. Ora si sa che nella maggior parte dei casati i matrimoni erano combinati e quindi già era difficile essere innamorati tra vedenti figuriamoci con un non vedente, però, immagino che i non vedenti, non fossero poi così ambiti e i matrimoni meno combinati e quindi poteva capitare che un uomo cieco di famiglia benestante conoscesse un anima pia di cui potessi innamorarsi per i modi e le parole che sentiva. Quindi anche qui in determinate circostanze un uomo cieco benestante poteva innamorarsi.Quindi in entrambi i casi sono arrivato alla deduzione che un cieco potesse innamorarsi in una forma di gratidudine o magari, conoscendo nel profondo quella persona, superare la gratidudine e provare amore.Quello che di certo non influiva era la "bellezza fisica" perchè non poteva influire sulle scelte. Magari al momento della "conoscenza fisica" poteva capire qualche "disguido" però sono fattori secondari.Per tirare le file della mia tesi potrei citare una frase di un personaggio che arrivò molti secoli dopo il medio evo: Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi … :o)Un sorriso 🙂

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  5. Lucyette

    Oh… questo sì che vuol dire prendere sul serio i deliri di 'sta scema… Grazie mille veramente per l'attentissima disamina, mi son divertita sul serio a leggere, davvero (ovviamente aspetto ancora un po' per vedere se per caso si cimenta qualcun altro)!E per la cronaca… non credere che la prima domanda mi sia chiara: ma era un esempio tratto da San Tommaso, giusto per far capire cos'erano le quaestio serie… 😀

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  6. Lucyette

    Oh… questo sì che vuol dire prendere sul serio i deliri di 'sta scema… Grazie mille veramente per l'attentissima disamina, mi son divertita sul serio a leggere, davvero (ovviamente aspetto ancora un po' per vedere se per caso si cimenta qualcun altro)!E per la cronaca… non credere che la prima domanda mi sia chiara: ma era un esempio tratto da San Tommaso, giusto per far capire cos'erano le quaestio serie… 😀

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  7. utente anonimo

    La risposta è certamente sì…perchè?perchè l'amore è cieco per definizione! (si dice così, no?)per cui, e qui viene la parte che fa traballare la tesi, se uno è cieco, e gli diamo un segno meno, non per cattiveria, ma perchè è mancante di qualche cosa; e l'amore è cieco anche lui, altro segno meno, se si incontrano non possono che fare un bel più! (la matematica, si dice anche questo, non è un'opinione…).  così tralasciamo tutto ciò che riguarda i canoni di bellezza estetica, troppe variabili….Si può aggiungere che quando uno è privo di un senso, automaticamente affina gli altri, quindi si accorge di cose a cui i normodotati non fanno più caso, e questo aumenta l'intresse… del cieco! Il medioevo entra in questa prospettiva, in realtà trasversale nei secoli, per il fatto che era difficile caricarsi sulle spalle una famiglia in quelle condizione, oggi sarebbe diverso.A questo punto bisognerebbe vedere se questo amore, diciamo vero, sia poi corrisposto (per le innegabili difficoltà di cui sopra)… ma questo tu non l'hai chiesto, e io me ne guardo bene dal rispondere ;PDiego

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  8. utente anonimo

    La risposta è certamente sì…perchè?perchè l'amore è cieco per definizione! (si dice così, no?)per cui, e qui viene la parte che fa traballare la tesi, se uno è cieco, e gli diamo un segno meno, non per cattiveria, ma perchè è mancante di qualche cosa; e l'amore è cieco anche lui, altro segno meno, se si incontrano non possono che fare un bel più! (la matematica, si dice anche questo, non è un'opinione…).  così tralasciamo tutto ciò che riguarda i canoni di bellezza estetica, troppe variabili….Si può aggiungere che quando uno è privo di un senso, automaticamente affina gli altri, quindi si accorge di cose a cui i normodotati non fanno più caso, e questo aumenta l'intresse… del cieco! Il medioevo entra in questa prospettiva, in realtà trasversale nei secoli, per il fatto che era difficile caricarsi sulle spalle una famiglia in quelle condizione, oggi sarebbe diverso.A questo punto bisognerebbe vedere se questo amore, diciamo vero, sia poi corrisposto (per le innegabili difficoltà di cui sopra)… ma questo tu non l'hai chiesto, e io me ne guardo bene dal rispondere ;PDiego

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  9. Lucyette

    No, vabbeh, ma siete dei geniacci… Marinz che mi cita "l'essenziale è invisibile agli occhi", Diego che tira fuori i ragionamenti algebrici…… fossi il magister, vi avrei già promossi a pieni voti! :-DDAncora!Ancora!Ancora![saltella guardandosi attorno tutta speranzosa, perché non pensava neanche lontanamente di trovarsi di fronte a risposte simili :-D]

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  10. Lucyette

    Il fatto che Aerie conosca la risposta, mi riempie di festosa ammirazione :-DChe brava, Aerie! Hai vinto!Ehm.Che hai vinto?Ti direi che ti faccio un post a tema, ma te l'ho già fatto…Ho temporaneamente oscurato il commento rivelatore, così mi diverto a vedere qualcun altro che si scervella sull'algebra sanza alcun sospetto 😉E in compenso… mentre armeggiavo nello strumento di organizzazione commenti, ho notato che sul mio blog ci sono, attualmente 4986 commenti (beh, con questo diventeranno 4987).Oh wow: adesso devo assolutamente vedere chi sarà il cinquemillesimo, e preparargli/le un premio di ringraziamento! 😀

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  11. Lucyette

    Il fatto che Aerie conosca la risposta, mi riempie di festosa ammirazione :-DChe brava, Aerie! Hai vinto!Ehm.Che hai vinto?Ti direi che ti faccio un post a tema, ma te l'ho già fatto…Ho temporaneamente oscurato il commento rivelatore, così mi diverto a vedere qualcun altro che si scervella sull'algebra sanza alcun sospetto 😉E in compenso… mentre armeggiavo nello strumento di organizzazione commenti, ho notato che sul mio blog ci sono, attualmente 4986 commenti (beh, con questo diventeranno 4987).Oh wow: adesso devo assolutamente vedere chi sarà il cinquemillesimo, e preparargli/le un premio di ringraziamento! 😀

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  12. utente anonimo

    Io sapevo che nel Medioevo i dotti discutevano di molte cose strane. Per esempio: la donna ha l'anima ? Pesa di più un pesce vivo o un pesce morto?  Mi sembra  che quest'ultimo problema si ponesse sempre in riferimento alla presenza o meno dell'anima anche nel pesce. Qualcuno, per risolvere la questione,  deve aver proposto ai saggi di pesare prima un pesce vivo e poi lo stesso pesce , morto.Non sapevo  che si fossero occupati anche dell'innamoramento delle persone non vedenti (notate il linguaggio politicamente corretto, frutto di anni di condizionamento in corsi di aggiornamento per l'integrazione scolastica ) . Mancandomi gli studi liceali di Aerie, devo buttarmi a indovinare. Secondo me  nel medioevo un cieco non poteva innamorarsi, per una serie di ragioni: – prima di tutto perché finora tutti (forse Aerie ha risposto diversamente , ma tu hai oscurato la risposta! ) hanno detto che lo poteva fare. Ci vuole pure una opinione diversa; – in secondo luogo erano troppo occupati a sopravvivere elemosinando sui gradini delle cattedrali , chiese , ospizi…. per avere tempo da perdere in futili imprese amorose;- nel caso appartenessero a famiglie benestanti, venivano accuditi e custoditi senza che ci fosse bisogno di trovare l'anima gemella;- vuoi vedere che nel Medioevo avevano una idea eugenetica ante litteram , per cui era bene che un cieco non si innamorasse e magari avesse dei figli e gli trasmettesse la cecità?Insomma nel Medioevo una qualsiasi menomazione era vista, senza falsi pudori, come una grande disgrazia  e non poteva portare nulla di buono, figurarsi potersi innamorare !  Quasimodo, ragazzi , ricordiamoci di Quasimodo!Non è che magari quei saggi medioevali ritenessero indispensabile la vista per l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo dell'intelletto , per cui i poveri non vedenti rimanevano poveri mentecatti per tutta la vita ? Ora ricordo di aver visto un film in cui un cieco riacquistava la vista , ma non riusciva ad utilizzare gli stimoli visivi perché il cervello non era abituato a rielaborarli e lui per riconoscere gli oggetti doveva chiudere gli occhi e toccarli. Lo stesso dicono accada a chi riacquista l'udito grazie a una operazione o a un apparecchio acustico . Lo so che non ho indovinato, ma mi sono divertita moltissimo. Quando ci proporrai la prossima quaestio ? Ornella

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  13. utente anonimo

    Io sapevo che nel Medioevo i dotti discutevano di molte cose strane. Per esempio: la donna ha l'anima ? Pesa di più un pesce vivo o un pesce morto?  Mi sembra  che quest'ultimo problema si ponesse sempre in riferimento alla presenza o meno dell'anima anche nel pesce. Qualcuno, per risolvere la questione,  deve aver proposto ai saggi di pesare prima un pesce vivo e poi lo stesso pesce , morto.Non sapevo  che si fossero occupati anche dell'innamoramento delle persone non vedenti (notate il linguaggio politicamente corretto, frutto di anni di condizionamento in corsi di aggiornamento per l'integrazione scolastica ) . Mancandomi gli studi liceali di Aerie, devo buttarmi a indovinare. Secondo me  nel medioevo un cieco non poteva innamorarsi, per una serie di ragioni: – prima di tutto perché finora tutti (forse Aerie ha risposto diversamente , ma tu hai oscurato la risposta! ) hanno detto che lo poteva fare. Ci vuole pure una opinione diversa; – in secondo luogo erano troppo occupati a sopravvivere elemosinando sui gradini delle cattedrali , chiese , ospizi…. per avere tempo da perdere in futili imprese amorose;- nel caso appartenessero a famiglie benestanti, venivano accuditi e custoditi senza che ci fosse bisogno di trovare l'anima gemella;- vuoi vedere che nel Medioevo avevano una idea eugenetica ante litteram , per cui era bene che un cieco non si innamorasse e magari avesse dei figli e gli trasmettesse la cecità?Insomma nel Medioevo una qualsiasi menomazione era vista, senza falsi pudori, come una grande disgrazia  e non poteva portare nulla di buono, figurarsi potersi innamorare !  Quasimodo, ragazzi , ricordiamoci di Quasimodo!Non è che magari quei saggi medioevali ritenessero indispensabile la vista per l'acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo dell'intelletto , per cui i poveri non vedenti rimanevano poveri mentecatti per tutta la vita ? Ora ricordo di aver visto un film in cui un cieco riacquistava la vista , ma non riusciva ad utilizzare gli stimoli visivi perché il cervello non era abituato a rielaborarli e lui per riconoscere gli oggetti doveva chiudere gli occhi e toccarli. Lo stesso dicono accada a chi riacquista l'udito grazie a una operazione o a un apparecchio acustico . Lo so che non ho indovinato, ma mi sono divertita moltissimo. Quando ci proporrai la prossima quaestio ? Ornella

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  14. Lucyette

    Aerie, però in effetti tu ti sei limitata a riportare la tesi dominante… senza confutare le teorie avversarie :-DMa sei stata bravissima lo stesso ;-)Marinz, Aerie aveva lasciato anche un altro commento, prima, che però andava dritto al nocciolo della questione… e allora l'ho oscurato temporaneamente, perché volevo divertirmi a vedere voi che vi scervellavate ancora un po' :-POrnella, ma mi sa che la prossima quaestio ve la propongo prestissimo, allora: io già temevo che nessuno si avventurasse in una risposta, e invece… :-DPerò, sai cosa? Da medievista, due piccolissime precisazioni su due cose che hai scritto (e che scrivono anche i giornali e i mass media e i libri eccetera, quindi è assolutamente ovvio che i non-specialisti continuino a crederci, mannaggia!).Uno: la storia delle disquisizioni medievali circa l'anima delle donne è una bufala colossale, nata a scopi propagandistici della Francia del Settecento. Lo so che è una rivelazione sconvolgente, anche perché 'sta notizia è riportata anche sui libri di scuola, ma purtroppo è vero! :-S(Teoricamente potrei anche approfondire ma poi diventa una discussione V.M. 18, perché tutti gli enunciati di parità fra i sessi nel Medio Evo tirano in ballo per l'appunto il sesso, proprio inteso come atto sessuale… l'avreste mai detto? :-D)Seconda cosa (questa è già più opinabile: è una idea mia – beh, mia e di altri). Tu scrivevi "nel Medioevo una qualsiasi menomazione era vista, senza falsi pudori, come una grande disgrazia e non poteva portare nulla di buono".Hm.Beh, in realtà io non sono così d'accordo: a un certo punto del Medio Evo, la malattia (e debolezza, e simili) incomincia a essere vista un po' come una condizione comune a tutti gli esseri umani, resi fragili e "malati" dal peccato originale. E anche a livello pratico, gli ammalati vanno trattati e riveriti allo stesso modo in cui si tratterebbe e riverirebbe Cristo (cfr. "ero ammalato, e mi avete visitato")… e del resto, Cristo stesso è malato, corpo sofferente e macilento e sanguinante e agonizzante eccetera. Secondo Le Goff, il malato è anche "l'immagine di Cristo che si riveste delle lordure del corpo e che si fa abietto tra gli abietti per salvare l'umanità […] è un reietto e insieme un eletto. Cristo peraltro è anche farmaco perché è stato usato per guarire la piaga del nostro peccato, e infine indica più specificamente al malato il valore della sofferenza e della tacita pazienza come farmaci spirituali; ma a tutti insegna sopportazione e carità e a tutti consegna, con la resurrezione, il pegno del riscatto anche della carne".E se pensi anche a tutta la dedizione con cui nel Medio Evo ci si dedica alla cura dei malati… :-)(Scusami, Ornella: adesso mi son riletta e mi sembro io stessa una odiosissima maestrina… è che in realtà queste cose normalmente non si sanno, ad esempio la storia dell'anima delle donne è una vera e propria leggenda metropolitana che continua a girare, e girare, e girare in ogni dove…… ho colto l'occasione per smentirla, giusto perché se 'ste cose non le dice una medievista, chi mai le potrà dire? 😉

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  15. Lucyette

    Aerie, però in effetti tu ti sei limitata a riportare la tesi dominante… senza confutare le teorie avversarie :-DMa sei stata bravissima lo stesso ;-)Marinz, Aerie aveva lasciato anche un altro commento, prima, che però andava dritto al nocciolo della questione… e allora l'ho oscurato temporaneamente, perché volevo divertirmi a vedere voi che vi scervellavate ancora un po' :-POrnella, ma mi sa che la prossima quaestio ve la propongo prestissimo, allora: io già temevo che nessuno si avventurasse in una risposta, e invece… :-DPerò, sai cosa? Da medievista, due piccolissime precisazioni su due cose che hai scritto (e che scrivono anche i giornali e i mass media e i libri eccetera, quindi è assolutamente ovvio che i non-specialisti continuino a crederci, mannaggia!).Uno: la storia delle disquisizioni medievali circa l'anima delle donne è una bufala colossale, nata a scopi propagandistici della Francia del Settecento. Lo so che è una rivelazione sconvolgente, anche perché 'sta notizia è riportata anche sui libri di scuola, ma purtroppo è vero! :-S(Teoricamente potrei anche approfondire ma poi diventa una discussione V.M. 18, perché tutti gli enunciati di parità fra i sessi nel Medio Evo tirano in ballo per l'appunto il sesso, proprio inteso come atto sessuale… l'avreste mai detto? :-D)Seconda cosa (questa è già più opinabile: è una idea mia – beh, mia e di altri). Tu scrivevi "nel Medioevo una qualsiasi menomazione era vista, senza falsi pudori, come una grande disgrazia e non poteva portare nulla di buono".Hm.Beh, in realtà io non sono così d'accordo: a un certo punto del Medio Evo, la malattia (e debolezza, e simili) incomincia a essere vista un po' come una condizione comune a tutti gli esseri umani, resi fragili e "malati" dal peccato originale. E anche a livello pratico, gli ammalati vanno trattati e riveriti allo stesso modo in cui si tratterebbe e riverirebbe Cristo (cfr. "ero ammalato, e mi avete visitato")… e del resto, Cristo stesso è malato, corpo sofferente e macilento e sanguinante e agonizzante eccetera. Secondo Le Goff, il malato è anche "l'immagine di Cristo che si riveste delle lordure del corpo e che si fa abietto tra gli abietti per salvare l'umanità […] è un reietto e insieme un eletto. Cristo peraltro è anche farmaco perché è stato usato per guarire la piaga del nostro peccato, e infine indica più specificamente al malato il valore della sofferenza e della tacita pazienza come farmaci spirituali; ma a tutti insegna sopportazione e carità e a tutti consegna, con la resurrezione, il pegno del riscatto anche della carne".E se pensi anche a tutta la dedizione con cui nel Medio Evo ci si dedica alla cura dei malati… :-)(Scusami, Ornella: adesso mi son riletta e mi sembro io stessa una odiosissima maestrina… è che in realtà queste cose normalmente non si sanno, ad esempio la storia dell'anima delle donne è una vera e propria leggenda metropolitana che continua a girare, e girare, e girare in ogni dove…… ho colto l'occasione per smentirla, giusto perché se 'ste cose non le dice una medievista, chi mai le potrà dire? 😉

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  16. utente anonimo

    Perbacco! Sono contenta che la storia dell'anima sia una bufala. Insomma lo studio serio del Medioevo è ricco di sorprese. Non sentirti troppo maestrina e continua ad illuminarci su questi e altri aspetti nascosti e sconosciuti. Attendo con ansia la soluzione, quando arriverà ?Ornella 

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  17. Lucyette

    L'avevo intitolato "il rompicapo del week-end", quindi mi sembra giusto aspettare che finisca il week-end 😛 Metti mai che qualcuno abbia ancora voglia di cimentarsi… :-PA proposito degli aspetti sconosciuti e nascosti del Medio Evo, in effetti ho una mezza idea di fare un altro quiz in cui vi elenco alcuni luoghi comuni sul Medio Evo, e poi vi chiedo di individuare quelli veri e quelli che invece sono bufale (beh, sarebbe divertentissimo! Per me :-D)E in compenso…No, scusate, io non riesco più a trattenermi: ero assolutamente certa che tutti quanti mi avreste mosso una osservazione banalissima circa un cieco che si innamora, e invece siamo arrivati al commento 16 senza che nessuno l'abbia ancora detto (forse perché è appunto troppo ovvia)…Okay, basta, intervengo io giusto per stimolar la discussione (un magister l'avrebbe fatto!) 😀 Gente! Siamo blogger! Siamo internauti! Proprio a noi non viene in mente questa cosa? C'è veramente bisogno di vedere una persona, per affezionarsi ad essa? (Ora: "innamorarsi" è una parola grossa, ma "restare affascinati e se son rose fioriranno"…).Pensiamo anche solo alla nostra esperienza di ogni giorno, senza andare a scavar nel Medio Evo. Adesso non prendetemi per pazza: ma dopo anni che conoscete su Internet una persona (perché leggete il suo blog / ci parlate su un forum / giocate assieme a un GdR, eccetera), non sentite una qualche forma di affetto nei suoi confronti? Cioè, non l'avete mai vista e non sapete che faccia abbia, ma non ci siete comunque un poco affezionati? Se veniste a sapere che io son morta nella notte, non vi dispiacerebbe almeno un pochettino?(Ehm. Non sono certa di volere una risposta sincera a questa domanda, in effetti ;-P)Ovvio che il paragone non regge perché questo non vuol dire innamorarsi, ma per dire… C'è veramente bisogno di vedere una persona, per instaurare con lei un qualche tipo di rapporto? E' proprio indispensabile?Ovviamente i ciechi medievali non avevano Internet (ma avevano comunque altri mezzi, per conoscer le gesta di una dama)…… e la domanda (attualizzata al 2010; ma in realtà girava esattamente così già nel 1100) (quant'eran moderni, i medievali…), è questa. C'è veramente bisogno di vedersi, per amare?Su, su!Nel Medio Evo, la gente chiacchierava attorno al fuoco interrogandosi proprio su questa cosa ;-)(N.B. Ovviamente questa non è la risposta: è solo uno stimolo che vi ho dato io, visto che nessuno l'aveva ancora tirato fuori… 🙂

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  18. Lucyette

    L'avevo intitolato "il rompicapo del week-end", quindi mi sembra giusto aspettare che finisca il week-end 😛 Metti mai che qualcuno abbia ancora voglia di cimentarsi… :-PA proposito degli aspetti sconosciuti e nascosti del Medio Evo, in effetti ho una mezza idea di fare un altro quiz in cui vi elenco alcuni luoghi comuni sul Medio Evo, e poi vi chiedo di individuare quelli veri e quelli che invece sono bufale (beh, sarebbe divertentissimo! Per me :-D)E in compenso…No, scusate, io non riesco più a trattenermi: ero assolutamente certa che tutti quanti mi avreste mosso una osservazione banalissima circa un cieco che si innamora, e invece siamo arrivati al commento 16 senza che nessuno l'abbia ancora detto (forse perché è appunto troppo ovvia)…Okay, basta, intervengo io giusto per stimolar la discussione (un magister l'avrebbe fatto!) 😀 Gente! Siamo blogger! Siamo internauti! Proprio a noi non viene in mente questa cosa? C'è veramente bisogno di vedere una persona, per affezionarsi ad essa? (Ora: "innamorarsi" è una parola grossa, ma "restare affascinati e se son rose fioriranno"…).Pensiamo anche solo alla nostra esperienza di ogni giorno, senza andare a scavar nel Medio Evo. Adesso non prendetemi per pazza: ma dopo anni che conoscete su Internet una persona (perché leggete il suo blog / ci parlate su un forum / giocate assieme a un GdR, eccetera), non sentite una qualche forma di affetto nei suoi confronti? Cioè, non l'avete mai vista e non sapete che faccia abbia, ma non ci siete comunque un poco affezionati? Se veniste a sapere che io son morta nella notte, non vi dispiacerebbe almeno un pochettino?(Ehm. Non sono certa di volere una risposta sincera a questa domanda, in effetti ;-P)Ovvio che il paragone non regge perché questo non vuol dire innamorarsi, ma per dire… C'è veramente bisogno di vedere una persona, per instaurare con lei un qualche tipo di rapporto? E' proprio indispensabile?Ovviamente i ciechi medievali non avevano Internet (ma avevano comunque altri mezzi, per conoscer le gesta di una dama)…… e la domanda (attualizzata al 2010; ma in realtà girava esattamente così già nel 1100) (quant'eran moderni, i medievali…), è questa. C'è veramente bisogno di vedersi, per amare?Su, su!Nel Medio Evo, la gente chiacchierava attorno al fuoco interrogandosi proprio su questa cosa ;-)(N.B. Ovviamente questa non è la risposta: è solo uno stimolo che vi ho dato io, visto che nessuno l'aveva ancora tirato fuori… 🙂

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  19. utente anonimo

    Se non ami il tuo prossimo che hai davanti agli occhi , come fai a dire di amare Dio che non vedi ?Non so chi ha risposto: " E' proprio perché lo vedo, il mio prossimo , che non riesco ad amarlo". Partendo da questo assunto, potremo dire che un cieco non solamente non verrebbe ostacolato, nell'innamorarsi, dalla sua cecità , ma addirittura si troverebbe agevolato .E io ricordo una ragazza bruttissima ( credetemi , lo era davvero), che ha sposato un non vedente. Bene , noi perfidamente abbiamo pensato: solo lui poteva….Disgraziatamente pare che in seguito il marito di questa fanciulla , grazie alla solita operazione miracolosa, abbia riacquistato la vista. Non so quali siano stati però gli effetti. Non so proprio cosa aggiungere, è verissimo che non serve vedere le persone per affezionarsi e diventare amici. Io da pochissimo giro dalle vostra parti e mi sono già affezionata a moltissimi di voi, e se chiudeste bottega ( non necessariamente per infausta dipartita : come si fanno gli scongiuri in internet? ) mi dispiacerebbe moltissimo . Perciò, vi prego , rimanete tutti qui . Ornella 

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  20. utente anonimo

    Se non ami il tuo prossimo che hai davanti agli occhi , come fai a dire di amare Dio che non vedi ?Non so chi ha risposto: " E' proprio perché lo vedo, il mio prossimo , che non riesco ad amarlo". Partendo da questo assunto, potremo dire che un cieco non solamente non verrebbe ostacolato, nell'innamorarsi, dalla sua cecità , ma addirittura si troverebbe agevolato .E io ricordo una ragazza bruttissima ( credetemi , lo era davvero), che ha sposato un non vedente. Bene , noi perfidamente abbiamo pensato: solo lui poteva….Disgraziatamente pare che in seguito il marito di questa fanciulla , grazie alla solita operazione miracolosa, abbia riacquistato la vista. Non so quali siano stati però gli effetti. Non so proprio cosa aggiungere, è verissimo che non serve vedere le persone per affezionarsi e diventare amici. Io da pochissimo giro dalle vostra parti e mi sono già affezionata a moltissimi di voi, e se chiudeste bottega ( non necessariamente per infausta dipartita : come si fanno gli scongiuri in internet? ) mi dispiacerebbe moltissimo . Perciò, vi prego , rimanete tutti qui . Ornella 

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  21. Lucyette

    Ooohh!!Adesso sì che abbiamo seriamente incominciato a discutere come gli eruditi medievali attorno al fuoco… :-DChi voglia ancora avanzar le sue proposte alla luce di queste nuove considerazioni, è ovviamente il benvenuto :-D(Devo esser un po' rincretinita: mi ci sto divertendo per davvero!)(P.S. Ti ringrazio, Ornella: allora cercherò di non morire ;-PTu ci scherzi, ma ogni tanto me lo son chiesta per davvero… se io muoio, chi vi avvisa? Uhm… devo trovare un'anima pia che si prenda l'incarico di lasciare un messaggio qui sul blog in caso di morte prematura…Uh?Come dite?Che così sembra di tirarsi jella?Ehm…)

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  22. Lucyette

    Ooohh!!Adesso sì che abbiamo seriamente incominciato a discutere come gli eruditi medievali attorno al fuoco… :-DChi voglia ancora avanzar le sue proposte alla luce di queste nuove considerazioni, è ovviamente il benvenuto :-D(Devo esser un po' rincretinita: mi ci sto divertendo per davvero!)(P.S. Ti ringrazio, Ornella: allora cercherò di non morire ;-PTu ci scherzi, ma ogni tanto me lo son chiesta per davvero… se io muoio, chi vi avvisa? Uhm… devo trovare un'anima pia che si prenda l'incarico di lasciare un messaggio qui sul blog in caso di morte prematura…Uh?Come dite?Che così sembra di tirarsi jella?Ehm…)

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  23. utente anonimo

    Ma Jaufré Rudel si è innamorato della contessa di Tripoli o dell'idea che egli si era fatto della nobildonna sentendone cantare le lodi da altri ? Amore di terra lontana….Quante volte ci innamoriamo dell'Amore e non della persona che abbiamo davvero incontrato ? ( va bene così , Lucyette? Questa discussione sull'innamoramento ci porta lontano o sono uscita dal seminato ? ) Ciao, Ornella 

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  24. Lucyette

    Questa discussione sull'innamoramento mi sta divertendo tantissimo, e in effetti fa molto nobildonna medievale che lancia l'argomento di discussione e poi si diletta a vedere gli altri che dissertano 😀Seriamente, devo studiarmi altri argomenti simili da proporre!Peraltro avevo già letto il commento di scudieroJons e anche io volevo fargli la stessa osservazione, ma non potevo perché dovevo aspettare che prima commentasse qualcun altro, e questo perché…… perché il tuo, Ornella, è il cinquemillesimo commento sul mio blog, dal giorno della sua creazione ad oggi!! :-DWow. Forse dovrei darti un premio di ringraziamento?

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  25. Lucyette

    Questa discussione sull'innamoramento mi sta divertendo tantissimo, e in effetti fa molto nobildonna medievale che lancia l'argomento di discussione e poi si diletta a vedere gli altri che dissertano 😀Seriamente, devo studiarmi altri argomenti simili da proporre!Peraltro avevo già letto il commento di scudieroJons e anche io volevo fargli la stessa osservazione, ma non potevo perché dovevo aspettare che prima commentasse qualcun altro, e questo perché…… perché il tuo, Ornella, è il cinquemillesimo commento sul mio blog, dal giorno della sua creazione ad oggi!! :-DWow. Forse dovrei darti un premio di ringraziamento?

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  26. ClaudioLXXXI

    Ma siamo propri sicuri che un cieco potesse innamorarsi?Considerate  che in 2Sam 5,8 si legge "Davide proclamò in quel giorno: Quanto ai ciechi e agli zoppi, sono in odio a davide. Per questo dicono: Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa".Altresì in Mt 15:14 apprendiamo che quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due finiscono in un fosso. Perciò due innamorati ciechi non avrebbero avuto vita lunga.Insomma, se un cieco avesse letto quei passi delle scritture, avrebbe certo capito che non poteva innamorarsi.Meno allora che i ciechi nel medioevo non leggevano, così s'innamoravano lo stesso.

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  27. ClaudioLXXXI

    Ma siamo propri sicuri che un cieco potesse innamorarsi?Considerate  che in 2Sam 5,8 si legge "Davide proclamò in quel giorno: Quanto ai ciechi e agli zoppi, sono in odio a davide. Per questo dicono: Il cieco e lo zoppo non entreranno nella casa".Altresì in Mt 15:14 apprendiamo che quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due finiscono in un fosso. Perciò due innamorati ciechi non avrebbero avuto vita lunga.Insomma, se un cieco avesse letto quei passi delle scritture, avrebbe certo capito che non poteva innamorarsi.Meno allora che i ciechi nel medioevo non leggevano, così s'innamoravano lo stesso.

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  28. scudieroJons

    @ OrnellaCome sarebbe: Quante volte ci innamoriamo dell'Amore e non della persona che abbiamo davvero incontrato? Sempre! E' questo l'Amore.Ad ogni modo Rudel era un tecnico dell'amore, specializzato nel cantare l'amore da lontano, e se lui dice che era innamorato dobbiamo credergli. Ciao : )

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  29. utente anonimo

    Partiamo con un sillogismo:L'amore è ciecoDio è amoreI ciechi sono DioE' evidentemente errato, perchè esiste un solo essere perfettissimo e proprio perchè perfettissimo non è cieco.Ciò vuol dire che è sbagliata l'ipotesi iniziale, quindi l'amore non è cieco, e i cechi non possono immamorarsi.:P Ok fa schifo,Però mi piace molto quel discorso sui poveri e la Chiesa nel Medioevo,. E' vero che questo cambiamento di atteggiamento si ha da San Francesco in poi, oppure non è vero? (si si è una domanda, sono coraggioso vero? 😛 )Mi pare di ricordare una cosa strana, del tipo che il mondo degli esclusi, e la condizione di semplice, aveva condotto al proliferarsi di eresie, come quella dei valdesi che predicava un ideale di riforma della Chiesa e del mondo basato su un ideale di libertà. Ad un certo punto la grande intuizione di San Franceso: aiutare i più esclusi e reintegrarli nel popolo di Dio. Allo stesso tempo poichè sotto ogni eresia c'è la povertà, la battaglia alle eresie spesso era diventata una battaglia affinchè gli esclusi restino tale, perchè la loro reintegrazione implica la riduzione dei privilegi dei potenti.Quindi niente, dimmi tu 😛

     

    Daniele

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  30. utente anonimo

    Partiamo con un sillogismo:L'amore è ciecoDio è amoreI ciechi sono DioE' evidentemente errato, perchè esiste un solo essere perfettissimo e proprio perchè perfettissimo non è cieco.Ciò vuol dire che è sbagliata l'ipotesi iniziale, quindi l'amore non è cieco, e i cechi non possono immamorarsi.:P Ok fa schifo,Però mi piace molto quel discorso sui poveri e la Chiesa nel Medioevo,. E' vero che questo cambiamento di atteggiamento si ha da San Francesco in poi, oppure non è vero? (si si è una domanda, sono coraggioso vero? 😛 )Mi pare di ricordare una cosa strana, del tipo che il mondo degli esclusi, e la condizione di semplice, aveva condotto al proliferarsi di eresie, come quella dei valdesi che predicava un ideale di riforma della Chiesa e del mondo basato su un ideale di libertà. Ad un certo punto la grande intuizione di San Franceso: aiutare i più esclusi e reintegrarli nel popolo di Dio. Allo stesso tempo poichè sotto ogni eresia c'è la povertà, la battaglia alle eresie spesso era diventata una battaglia affinchè gli esclusi restino tale, perchè la loro reintegrazione implica la riduzione dei privilegi dei potenti.Quindi niente, dimmi tu 😛

     

    Daniele

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  31. utente anonimo

    "Contessa, che è mai la vita ?E' l'ombra d'un sogno fuggente,la favola breve è finita,il vero immortale è l'amor.( Carducci, Rime e ritmi ) E subito dopo , infatti, il  povero Jaufré Rudel, fra le braccia della contessa Melisenda finalmente raggiunta, felicemente esala l'ultimo respiro.Adoro il romanticismo. Bellissimo, a sedici anni. A venti , trenta , quaranta, credimi , ci vuole qualcosa di più concreto.Con molta simpatia, caro scudieroJons, innamorarsi dell'Amore non porta sempre bene .Ornella 

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  32. utente anonimo

    "Contessa, che è mai la vita ?E' l'ombra d'un sogno fuggente,la favola breve è finita,il vero immortale è l'amor.( Carducci, Rime e ritmi ) E subito dopo , infatti, il  povero Jaufré Rudel, fra le braccia della contessa Melisenda finalmente raggiunta, felicemente esala l'ultimo respiro.Adoro il romanticismo. Bellissimo, a sedici anni. A venti , trenta , quaranta, credimi , ci vuole qualcosa di più concreto.Con molta simpatia, caro scudieroJons, innamorarsi dell'Amore non porta sempre bene .Ornella 

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  33. marinz

    Nella mia risposta mi ero posto in un ottica medioevale quindi scartando un approcio più contemporaneo.Credo che paragonando la "cecità" alla "conoscenza tecnologica" si entri in questioni di maggior impatto rispetto al quesito. La questione che uno si possa affezionare a chi sta dall'altra parte di uno schermo, per quello che ci scrive o pubblica, è molto delicata, dato che questo può sicuramente succedere ma a volte la "deformazione" della propria realtà può influire su questi sentimenti. Uno nascosto dietro uno schermo può inventarsi di essere qualsiasi altra persona, deformare la propria vita per compiare l'altro, sembrare una persona totalmente diversa da quello che in realtà è mentre nel medioevo una persona cieca comunque udiva la voce, con le sue inclinazioni, di chi aveva davanti, poteva sentire la sua presenza anche se non la vedeva, percipiva con chi si intratteneva. Questa nella tecnologia non c'è.Ci sarebbe quindi da approfondire una questione su quanto la tecnologia aiuti, credo molto, ma come questa venga sfruttata da qualcuno per sembrare ciò che non è. Ma si andrebbe anche qui in una discussione molto profonda che andrebbe analizzata sotto diversi aspetti.Rimango quindi della mia prima tesi: l'essenziale è invisibile agli occhi!!!  :o)Un sorriso 🙂

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  34. Lucyette

    Scusatemi, sono di corsa e non ho tempo di rispondere ai commenti, torno dopo… ma intanto, diamo a Cesare quel ch'è di Cesare: ecco qua la risposta di Aerie, che avevo cancellato per farvi dibattere ancora un pochettino!:-)

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  35. Lucyette

    Scusatemi, sono di corsa e non ho tempo di rispondere ai commenti, torno dopo… ma intanto, diamo a Cesare quel ch'è di Cesare: ecco qua la risposta di Aerie, che avevo cancellato per farvi dibattere ancora un pochettino!:-)

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  36. utente anonimo

    Tipo: la conoscenza intellettiva, deriva dalle realtà sensibili?Sì, o no?E perché sì?E perché no?Sai motivare la risposta?Orpo… Per Platone si, ma la realtà percepita è sia soggettiva che offuscata dal nostro essere intrinseco. (Vedi il mito della grotta). Di che conoscenza starà parlando il tizio? Non certo della profondità di un pozzo, immagino si parli di Dio o del numero di angeli che si annidano sulla capocchia di uno spillo. I mussulmani avevano studi analoghi. Da una parte alcuni Imam si chiedevano se un vero mussulmano potesse mangiare la carne dell'uccello Roc. Nella stanza di fianco altri studiosi si chiedevano se esistesse il Roc. 🙂 Quindi ammettiamo che io voglia conscere Dio, potrò mai usare i miei sensi per esaminarlo? No. Solo l'intelletto (a questo proposito cito One of Us di Joan Osborne e rifatta da Finardi che parla esattamente del contrario, o Se io fossi un Angelo di Lucio Dalla), almeno finchè sono sulla Terra e vivo (poi da morto è un'altro paio di maniche, come disse il sarto al polipo). E a questo punto effettuiamo una dicotomia (come diceva Robert M. Pirsig nel suo Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta che ha molto sulla spiritualità e sulla posizione del Budda in un carburatore). Antichità: la conoscenza intellettiva deriva da Osservazione e speculazione Tempi moderni: la conoscenza intellettiva deriva da Osservazione e speculazione Quindi Non è cambiato nulla 😛 Ma mi serve la dicotomia per passare dall'aspetto religioso filosofico (so che Kant avrebbe qualcosa da dire, ma ci ho tentato a leggerlo, non lo capisco!) a quello scientifico Si dice (leggi Stephen Hawking Dal Big Bang ai buchi neri) che in futuro si arriverà a conoscere sempre di più grazie a studi, tecnologia e mezzi; e visto che lui è credente anche a conoscere Dio (a quanto mi dissero in un libro scritto successivamente, ma che non ho letto, Hawking smentisce la sua stessa teoria, ma nel frattempo fregò la moglie ad un suo amico medico… notevole per un malato di SLA). In realtà oggi con la meccanica quantistica e il principio di indeterminazione di Heiseberg (mi secca cercare, sto citando un pò tutto a memoria, sono al lavoro) se conosci la posizione di una particella non ne conosci la velocità e il contrario (e addirittura W. Heisenberg diceva che la sua misurazione influiva sulla particella).  Dicevo… oggi si arriva a comprendere meglio che alcune cose NON si possono conoscere, solo avvicinarsi tantissimo (es. teoria unificata o teoria del tutto di Einstein). E una volta scoperte danno l'inizio ad una serie potenzialmente infinita di altre cose da scoprire. E veniamo alla matematica pura, anni fa lessi un libro sul terzo teorema di Fermat (vado a cercare la citazione originaria su Wiki… troppo bella!) Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina" (per chi come te parla correntemente in latino per l'esattezza scrisse "Cubum autem in duos cubos, aut quadratoquadratorum in duos quadratoquadratos, et generaliter nullam in infinitum ultra quadratum potestatem in duos euisdem nominis fas est dividere cuius rei demonstrationem mirabilem sane detexi. Hanc marginis exiguitas non caperet"). Ecco, Fermat nel 1637 disse che per una determinata equazione non ci sono soluzioni intere positive. Evito di raccontarti il libro che è bello e avvincente per un matematico e non (L'ultimo teorema di Fermat) soprattutto dove parla di quanti in 400 anni cercarono la soluzione trovata solo nel 1995.. Fermat probabilmente NON aveva la soluzione del suo teorema ma non di meno esisteva tale soluzione e per cercarla e trovarla ci misero tanto tempo. Bene, ora la tua domanda la conoscenza intellettiva, deriva dalle realtà sensibili? Nel contesto matematico è assurda, in quanto spesso sono speculazioni, intuizioni e alle volte si parla di serendipità, ma è difficile toccare alcuni aspetti della matematica… ma non di meno sarebbe interessante se Sant'Agostino avesse scritto nel suo "La fede nelle cose non visibili" … "a parte tutte le altre considerazioni fatte fin'ora su profezie e indizi, su preannunciare cose da parte dei profeti etc. etc…  io possiedo anche una "demonstrationem mirabilem sane detexi. Hanc marginis exiguitas non caperet" E lì immaginati per quanti secoli la gente avrebbe cercato tale dimostrazione inoppugnabile 🙂 Rendendo di fatto la tua domanda assurda anche per un credente che avrebbe saputo che esiste tale dimostrazione, ma non di meno fino alla sua scoperta ci avrebbe creduto per fede (come nell'esistenza del terzo teorema di Fermat). Topografo

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  37. utente anonimo

    Tipo: la conoscenza intellettiva, deriva dalle realtà sensibili?Sì, o no?E perché sì?E perché no?Sai motivare la risposta?Orpo… Per Platone si, ma la realtà percepita è sia soggettiva che offuscata dal nostro essere intrinseco. (Vedi il mito della grotta). Di che conoscenza starà parlando il tizio? Non certo della profondità di un pozzo, immagino si parli di Dio o del numero di angeli che si annidano sulla capocchia di uno spillo. I mussulmani avevano studi analoghi. Da una parte alcuni Imam si chiedevano se un vero mussulmano potesse mangiare la carne dell'uccello Roc. Nella stanza di fianco altri studiosi si chiedevano se esistesse il Roc. 🙂 Quindi ammettiamo che io voglia conscere Dio, potrò mai usare i miei sensi per esaminarlo? No. Solo l'intelletto (a questo proposito cito One of Us di Joan Osborne e rifatta da Finardi che parla esattamente del contrario, o Se io fossi un Angelo di Lucio Dalla), almeno finchè sono sulla Terra e vivo (poi da morto è un'altro paio di maniche, come disse il sarto al polipo). E a questo punto effettuiamo una dicotomia (come diceva Robert M. Pirsig nel suo Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta che ha molto sulla spiritualità e sulla posizione del Budda in un carburatore). Antichità: la conoscenza intellettiva deriva da Osservazione e speculazione Tempi moderni: la conoscenza intellettiva deriva da Osservazione e speculazione Quindi Non è cambiato nulla 😛 Ma mi serve la dicotomia per passare dall'aspetto religioso filosofico (so che Kant avrebbe qualcosa da dire, ma ci ho tentato a leggerlo, non lo capisco!) a quello scientifico Si dice (leggi Stephen Hawking Dal Big Bang ai buchi neri) che in futuro si arriverà a conoscere sempre di più grazie a studi, tecnologia e mezzi; e visto che lui è credente anche a conoscere Dio (a quanto mi dissero in un libro scritto successivamente, ma che non ho letto, Hawking smentisce la sua stessa teoria, ma nel frattempo fregò la moglie ad un suo amico medico… notevole per un malato di SLA). In realtà oggi con la meccanica quantistica e il principio di indeterminazione di Heiseberg (mi secca cercare, sto citando un pò tutto a memoria, sono al lavoro) se conosci la posizione di una particella non ne conosci la velocità e il contrario (e addirittura W. Heisenberg diceva che la sua misurazione influiva sulla particella).  Dicevo… oggi si arriva a comprendere meglio che alcune cose NON si possono conoscere, solo avvicinarsi tantissimo (es. teoria unificata o teoria del tutto di Einstein). E una volta scoperte danno l'inizio ad una serie potenzialmente infinita di altre cose da scoprire. E veniamo alla matematica pura, anni fa lessi un libro sul terzo teorema di Fermat (vado a cercare la citazione originaria su Wiki… troppo bella!) Dispongo di una meravigliosa dimostrazione di questo teorema, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina" (per chi come te parla correntemente in latino per l'esattezza scrisse "Cubum autem in duos cubos, aut quadratoquadratorum in duos quadratoquadratos, et generaliter nullam in infinitum ultra quadratum potestatem in duos euisdem nominis fas est dividere cuius rei demonstrationem mirabilem sane detexi. Hanc marginis exiguitas non caperet"). Ecco, Fermat nel 1637 disse che per una determinata equazione non ci sono soluzioni intere positive. Evito di raccontarti il libro che è bello e avvincente per un matematico e non (L'ultimo teorema di Fermat) soprattutto dove parla di quanti in 400 anni cercarono la soluzione trovata solo nel 1995.. Fermat probabilmente NON aveva la soluzione del suo teorema ma non di meno esisteva tale soluzione e per cercarla e trovarla ci misero tanto tempo. Bene, ora la tua domanda la conoscenza intellettiva, deriva dalle realtà sensibili? Nel contesto matematico è assurda, in quanto spesso sono speculazioni, intuizioni e alle volte si parla di serendipità, ma è difficile toccare alcuni aspetti della matematica… ma non di meno sarebbe interessante se Sant'Agostino avesse scritto nel suo "La fede nelle cose non visibili" … "a parte tutte le altre considerazioni fatte fin'ora su profezie e indizi, su preannunciare cose da parte dei profeti etc. etc…  io possiedo anche una "demonstrationem mirabilem sane detexi. Hanc marginis exiguitas non caperet" E lì immaginati per quanti secoli la gente avrebbe cercato tale dimostrazione inoppugnabile 🙂 Rendendo di fatto la tua domanda assurda anche per un credente che avrebbe saputo che esiste tale dimostrazione, ma non di meno fino alla sua scoperta ci avrebbe creduto per fede (come nell'esistenza del terzo teorema di Fermat). Topografo

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