Amore al primo sguardo

Un cieco medievale non poteva innamorarsi.
Come fa la gente a innamorarsi, senza guardar negli occhi la persona amata?
Non è una domanda retorica, eh: è una domanda seria. Come fa, materialmente, la gente a innamorarsi, se non può guardar negli occhi la persona amata?
Secondo gli eruditi medievali, non ce la faceva punto e basta. Gli occhi erano importantissimi, fondamentali, determinati per l’innamoramento. E se diamo uno sguardo agli innamoramenti più famosi di tutto il Medio Evo… gli occhi son sempre lì, lucidi e splendenti.

L’INNAMORAMENTO DI TRISTANO E ISOTTA

Giucavano a scacchi, […] ed iera grande caldo, e Tristano disse a Governale: «E’ mi fae grande sete». Allora andò Governale e Braguina per dare bere e presero li fiaschi del beveraggio amoroso, non conoscendogli che fossero cosie. Allora lavò Governale una coppa e Braguina mesceo cola coppa e Governale diede bere imprima a messer Tristano, […] e l’altra coppa si empieo e diedela a madonna Isotta. […] Adesso cambioe Tristano lo suo coraggio e non fue più in quello senno ch’egli era da prima, e madonna Isotta sì fece lo somigliante; e cominciano a pensare ed a guardare l’uno l’altro. Anzi che compiessero quello giuoco, sì si levarono ed andarosine ambodue disotto in una camera, e quivi incominciano quello giuoco insieme che in tutta loro vita lo giucarono volontieri.

Embeh, direte voi?
Okay. Andiamo avanti.

L’INNAMORAMENTO DI PAOLO E FRANCESCA

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura
, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

“E grazie al cavolo”, voi mi direte: “ci son due che si piacciono, e si guardano negli occhi. È abbastanza ovvia, come cosa”.
Tranquilli. Andiamo avanti.

L’AMORE DI BERNART DE VENTADORN

Più non ebbi dominio di me stesso,
più non m’appartenni da allora,
quando negli occhi suoi lasciò specchiarmi,
in quello specchio che tanto mi piace!

Leggete ancora.

LE PENE D’AMORE DI GUIDO CAVALCANTI

Voi che per li occhi mi passaste ’l core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l’angosciosa vita mia,
che sospirando la distrugge Amore.

Cominciate a notarlo? L’amore è una cosa che arriva al cuore dell’uomo attraverso gli occhi della donna: e non è una gentile metafora poetica per dire “uh cara, mi piace tantissimo il tuo sguardo”.
‘sti qua, purtroppo, erano seri. Sentite Dante:

L’INNAMORAMENTO PER DANTE ALIGHIERI

Bieltate appare in saggia donna poi,
che piace a gli occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;
e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d’Amore
.
E simil face in donna omo valente.

Ringraziamo Dante per il gentile accenno alla parità dei sessi, e proseguiam con Guinizzelli:

L’INNAMORAMENTO DI GUIDO GUINIZZELLI

Lo vostro bel saluto e ‘l gentil sguardo
che fate quando v’encontro, m’ancide
:
Amor m’assale e già non ha reguardo
S’elli face peccato over merzede […].
Per li occhi passa come fa lo trono,
che fer’ per la finestra de la torre
e ciò che dentro trova spezza e fende.

E peraltro, questa fissazione monomaniacale per gli occhi femminili era una cosa trasversale di tutto il Medio Evo. Ibn Sara di Santarem, un arabo andaluso del Millecento, scriveva poesie peraltro godibilissime (era un povero disgraziato che faceva una fatica dell’accidenti a conservarsi casto, ma non voleva assolutamente abbandonarsi alla lussuria per rispetto della donna). E a questo pover’uomo in balia dei sensi, non gliene importava niente delle gambe, del seno, della vita di una donna… cos’è che lo mandava seriamente in crisi? Gli occhi:

Io l’ho avuta come commensale, mentre l’amore odrita era là
come terzo e il vino faceva assalti al mio spirito
come la pupilla dei suoi occhi
.

E ripeto: non si tratta di una romantica metafora, per dire “uh che bello sguardo, uh che bel volto, uh come sei bella, uh come mi piaci”. Il fatto è che veramente l’amore nasceva dagli occhi di una donna:

L’AMORE DI DANTE PER BEATRICE

E quando ella fosse alquanto propinqua al salutare, uno spirito d’amore, distruggendo tutti gli altri spiriti sensitivi (= tutti gli altri sensi, N.d.R.) , pingea fuori li deboletti spiriti del viso (= della vista, N.d.R.) e diceva loro: «Andate a onorare la donna vostra»; ed elli si rimanea nel luogo loro (= prendeva il loro posto, N.d.R.)

… e a quel punto, il povero innamorando era sostanzialmente già fregato.
Insomma: negli occhi della donna, albergava questo spiritello dell’amore. Bastava un nonnulla – un sorriso, due sguardi che s’incrociano, un incontro – perché lo spirito d’amore, invisibile ma potentissimo, abbandonasse gli occhi della donna per entrare negli occhi dell’uomo. E da lì, ci metteva un attimo per arrivare dritto al cuore, prendendo il posto di tutte le altre vecchie emozioni e diventando – vi dice niente? – un chiodo fisso.
E purtroppo, signori e signore, con gli spiritelli dell’amore non si scherza. A quel punto, non c’era più niente da fare per evitar l’inevitabile:

SOREDAMOR SI INNAMORA DI ALESSANDRO

Mai [Soredamor] si era curata dell’amore, né mai si era degnata di amare un uomo di cui avesse inteso parlare, quale ne fosse la bellezza, l’ardimento, la nobiltà e il lignaggio. […] E dunque Amore la farà presto soffrire e saprà ben vendicarsi dell’alterigia e della resistenza ch’ella gli ha sempre opposto. Ora esso ha mirato così dritto, che col suo dardo le ha ferito il cuore […]: è costretta a amare suo malgrado. A gran fatica si trattiene dal volgere gli occhi su Alessandro, e […] accusa i propri occhi di tradimento, e dice: “Occhi, mi avete tradita! Per causa vostra il cuore, che un tempo mi fu sì fedele, ora mi ha presa in odio. Tutto ciò che vedo mi dispiace. Mi dispiace? Al contrario, mi piace; e se vedo cosa che mi dà pena, devo forse pensare di non avere potere sui miei occhi? […]
Dovrei stimarmi ben poco se non potessi governarli a volgerli altrove! In tal modo potrò facilmente difendermi da Amore che mi vuole dominare. Occhio che non vede, cuore che non duole; e se non vedo quel valletto, non ne avrò alcuna pena”.

(Il famoso detto, “occhio non vede, cuore non duole”, deriva proprio da questa teoria medievale sull’innamoramento. Scommetto che non lo sapevate. Vero?).

In effetti, nel Medio Evo, di amore si parlava tanto. Si parlava spesso. Si parlava a lungo.
Noi adesso abbiamo le copie di Cioè che spiegano cm dr il prm bc a ql fign, ma non crediate che siano un’invenzione dei nostri giorni. Già nel 1185, alla corte di Maria de Champagne, Andrea Cappellano componeva il suo De Amore, lunghissimo trattato in tre volumi che analizza il fenomeno dell’innamoramento. Cappellano insegna l’arte dell’amore, ne codifica le teorie, spiega come si possa far innamorare una donna e come si possa conservare a lungo un vecchio amore… e la sua teoria di base, comunque, è sempre quella:

per quello che vede, nascie quella passione. Imperciò che quando altri veda alcuno che possa amare e che piaccia a llui, incontinente la comincia a volere un poco bene in suo cuore, poscia, quanto più ne pensa, più se aprende nel suo amore infino che vegno a più pieno pensiero, perché poscia comincia a pensare le sue fattezze e a distinguere le sue membre e a imaginare li suoi portamenti, e di cercare le secrete cose di suoi secreti membri, e di farne di ciascuno membro al suo volere.

E in conseguenza di ciò, appare piuttosto evidente che

lo cieco non pó amare, perciò che non può vedere ciò onde abia grande pensiero, però non può amare, sì come detto è. Ma questo è vero in volere amare, ma s’inanzi che fosse cieco l’avesse aquistato, puotelo ritenere.

Ovverosia: un cieco non può, ovviamente, innamorarsi; ma se era già innamorato prima di diventar cieco, può conservare il suo vecchio amore. Lo spiritello dell’amore è già lì che alberga nel suo corpo; e quindi…

ScudieroJons (e giustamente: che discussione sull’amor cortese sarebbe, senza uno scudiero?), obietta che in realtà ci si può innamorare senza veder l’amato: è il famoso amore di lontano.
Ornella ribatte che non è vero: che in quel caso non ci si innamora della persona, ma dell’idea che ci si è fatti su di essa…
… e accademicamente, a quanto pare, è proprio lei ad aver ragione.
Motteggia infatti Jacopo da Lentini:

Amor è un desio che ven da core
per abbondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima generan l’amore
e lo core li dà nutricamento.

E fin lì, siamo alla solita teoria dello spiritello e bla bla bla.

Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so ‘namoramento,
ma quell
amor che stringe con furore
da la vista de li occhi ha nascimento
:

Ogni tanto, qualcuno dice di essere innamorato di una donna che non ha mai visto: ma quello non è veramente amore. L’amore vero, quello che stringe con furore, ha origine solo dagli occhi:

che li occhi rappresentan a lo core
d’onni cosa veden bono e rio,
com’è formata naturalmente;

e lo cor, che zo è concepitore,
imagina, e li piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.

Insomma: comunque la vogliate mettere, la storia è questa. Meno male che la Madonna ha miracolato il nostro Jean; altrimenti, non avrebbe mai potuto innamorarsi di Lenora.
Il dado è tratto. Un cieco medievale non poteva innamorarsi.

Adesso l’Unione Ciechi arriva qua e mi insulta… ma ahimè, dura lex sed lex!
Un cieco medievale… non poteva innamorarsi.

12 risposte a "Amore al primo sguardo"

  1. marinz

    Praticamente parlando di internet confutavo la mia tesi del primo post… però avrei da obiettare che è uno stereotipo creato dagli scrittori dello stil novo… quindi non ci sono prove che questo non possa avvenire :PUn sorriso 🙂

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  2. Lucyette

    Marinz, aspetta fiduciosamente: in questi anni, pare che ci sia tutto questo fervore scientifico per cercare di capire le cause dell'innamoramento (e il testosterone, e le ossitocine, e bla bla bla)… secondo me, fra un po' salta fuori che gli spiritelli d'amore sono in realtà i ferormoni (aiuto, che terribile immagine spoetizzante son riuscita a tirare fuori, AAARGH!)Suibhne: a parte che non conoscevo la canzoneahahaha! Pure a Sanremo :-DQuando ero al ginnasio, era uscito (e l'avevamo usato come traccia per tutta la V ginnasio) un libro sulla poesia d'amore "da Dante a De Andrè" (mi ricordo che la mia professoressa impazziva per la fonetica del titolo). Dovresti scriverne una versione comprensiva della poesia francese, a questo punto 😛

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  3. utente anonimo

    Insomma , sono contenta di aver indovinato , ma senza argomenti validi non vale , vero ? Pensa che proprio in questi giorni sto aiutando mio nipote a prepararsi per i test d'ingresso all'università e stiamo ripetendo a grandi linee la letteratura italiana , e guarda caso, proprio lo Stil Novo e Dante.Male: per la voglia di scherzare non ho saputo utilizzare le conoscenze.Però un po' mi dispiace per 'sti poveri ciechi medioevali !OrnellaPS: complimenti a chi ha risposto correttamente !

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  4. utente anonimo

    Insomma , sono contenta di aver indovinato , ma senza argomenti validi non vale , vero ? Pensa che proprio in questi giorni sto aiutando mio nipote a prepararsi per i test d'ingresso all'università e stiamo ripetendo a grandi linee la letteratura italiana , e guarda caso, proprio lo Stil Novo e Dante.Male: per la voglia di scherzare non ho saputo utilizzare le conoscenze.Però un po' mi dispiace per 'sti poveri ciechi medioevali !OrnellaPS: complimenti a chi ha risposto correttamente !

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  5. utente anonimo

    Ah bene 😛 Sapevo che c'entrava qualcosa Cappellano (che ho saggiamente cercato su google ma senza risultato XD) ma sono sicuro che devo averla già sentita la storia degli occhi (però non lo ricordo no) :PLa mia piccina ha occhi oscuri, fondi e vasti,come te, Notte immensa, illuminati come te!I loro fuochi sono i pensieri d'Amore e di Fedeche brillano in fondo mischiati, voluttuosi o casti.(Gli occhi di Berta – Baudelaire)Pur, Amor, co’i begli occhi tu fatt’haiTal piagia dentro al moi innocente petto,Di cibo et di calor già tuo ricetto,Che rimedio non vè si tu nol’ dai.(Sonetto 1 – Louise Labè)Daniele

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  6. utente anonimo

    Ah bene 😛 Sapevo che c'entrava qualcosa Cappellano (che ho saggiamente cercato su google ma senza risultato XD) ma sono sicuro che devo averla già sentita la storia degli occhi (però non lo ricordo no) :PLa mia piccina ha occhi oscuri, fondi e vasti,come te, Notte immensa, illuminati come te!I loro fuochi sono i pensieri d'Amore e di Fedeche brillano in fondo mischiati, voluttuosi o casti.(Gli occhi di Berta – Baudelaire)Pur, Amor, co’i begli occhi tu fatt’haiTal piagia dentro al moi innocente petto,Di cibo et di calor già tuo ricetto,Che rimedio non vè si tu nol’ dai.(Sonetto 1 – Louise Labè)Daniele

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  7. utente anonimo

    Mi spiace non aver partecipato alla tenzone, ma ero occupata con letterature più distanti.Curiosità inutile ma in tema: nel Giappone antico ci si innamorava di una donna molto raramente guardandola in viso: galeotti erano capelli (più erano neri e lunghi meglio era), la pelle candida dei polsi e…la bella calligrafia! Una donna dalla calligrafia raffinata non poteva che essere bellissima.Sui ciechi non ho mai letto nulla a dire il vero…Tornando a noi, ma i ciechi quindi ci credevano sul serio? Veniva loro ripetuto che non avrebbero mai potuto innamorarsi? 😦

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  8. utente anonimo

    Mi spiace non aver partecipato alla tenzone, ma ero occupata con letterature più distanti.Curiosità inutile ma in tema: nel Giappone antico ci si innamorava di una donna molto raramente guardandola in viso: galeotti erano capelli (più erano neri e lunghi meglio era), la pelle candida dei polsi e…la bella calligrafia! Una donna dalla calligrafia raffinata non poteva che essere bellissima.Sui ciechi non ho mai letto nulla a dire il vero…Tornando a noi, ma i ciechi quindi ci credevano sul serio? Veniva loro ripetuto che non avrebbero mai potuto innamorarsi? 😦

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  9. Lucyette

    Ornella, beh, forse forse direi che non era importante indovinare, quanto più dare un contributo alla discussione… e tu l'hai dato! :-DIn bocca al lupo a tuo nipote: mi raccomando, ricordagli degli spiritelli d'amore, eh! E' importantissimo! ;-DDaniele, in effetti mi è capitato rare volte di leggere una poesia d'amore che non tirasse in ballo gli occhi… :-)#6, il tuo commento mi ha aperto un mondo. Hai dato un senso ai miei cinque anni di scuola elementare, in cui le maestre puntavano tantissimo sulla calligrafia e infatti ci facevano fare settimanalmente prove di bella scrittura sotto dettatura veloce (una angoscia…!).Ma in effetti adesso io scrivo piuttosto bene (più che altro sono straordinariamente ordinata, anche nel prendere gli appunti), riesco a scrivere bene anche con pennino e calamaio…Probabilmente le mie maestre progettavano di farmi sposare con un Giapponese: non c'è altra spiegazione :-PComunque… beh, no: non credo che i ciechi ci credessero sul serio ;-)Penso che la maggior parte dei ciechi non fosse nemmeno al corrente di queste alte discussioni: forse c'era qualche cieco che viveva a corte, che poteva magari impensierirsi…… ma sai cosa?L'amore, nel Medio Evo, veniva visto dai letterati come una tale sofferenza, che forse forse sarebbe stato anche di sollievo, sapere di non potersi innamorare!

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  10. Lucyette

    Ornella, beh, forse forse direi che non era importante indovinare, quanto più dare un contributo alla discussione… e tu l'hai dato! :-DIn bocca al lupo a tuo nipote: mi raccomando, ricordagli degli spiritelli d'amore, eh! E' importantissimo! ;-DDaniele, in effetti mi è capitato rare volte di leggere una poesia d'amore che non tirasse in ballo gli occhi… :-)#6, il tuo commento mi ha aperto un mondo. Hai dato un senso ai miei cinque anni di scuola elementare, in cui le maestre puntavano tantissimo sulla calligrafia e infatti ci facevano fare settimanalmente prove di bella scrittura sotto dettatura veloce (una angoscia…!).Ma in effetti adesso io scrivo piuttosto bene (più che altro sono straordinariamente ordinata, anche nel prendere gli appunti), riesco a scrivere bene anche con pennino e calamaio…Probabilmente le mie maestre progettavano di farmi sposare con un Giapponese: non c'è altra spiegazione :-PComunque… beh, no: non credo che i ciechi ci credessero sul serio ;-)Penso che la maggior parte dei ciechi non fosse nemmeno al corrente di queste alte discussioni: forse c'era qualche cieco che viveva a corte, che poteva magari impensierirsi…… ma sai cosa?L'amore, nel Medio Evo, veniva visto dai letterati come una tale sofferenza, che forse forse sarebbe stato anche di sollievo, sapere di non potersi innamorare!

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