Il duro lavoro di noi bibliotecari

“E tu che lavoro fai?”.
“La bibliotecaria”.
“… ah”.
“Eh”.
“Sembra… ehm… appassionante”.

Quando incomincio a parlar del mio lavoro, tendenzialmente cala sulla conversazione un velo di gelido imbarazzo. La gente incomincia a guardarmi con gran compatimento: certo, per carità, esistono lavori più degradanti a questo mondo (chessò, forse il racket della prostituzione…), ma in ogni caso… Cioè… bibliotecaria
Povera fanciulla sventurata. Lavorare in biblioteca.
Polvere, libri, acari, silenzio…
A giudicare dai commenti della gente, sembra che il lavoro in biblioteca abbia decisamente conquistato i primi posti nella scala delle miserie umane.

Ora: io non vorrei dire, eh.
Però lo dico.

A parte che in biblioteca si fa step, sollevamento pesi, stretching: senza soluzione di continuità, senza riscaldamento, ininterrottamente per tutta la giornata – roba che in palestra te la scordi.
A parte che in biblioteca ti scopri (ti scoprono, purtroppo) a canticchiare ad alta voce Honey Honey degli ABBA quando sei su di giri perché hai finito di catalogare un grosso armadio (e capita frequentemente, d’esser su di giri, quando lavori in biblioteca. Soprattutto se l’armadio ha dodici palchetti, tutti contenenti opuscoletti di ventisei pagine l’uno…).
A parte che in biblioteca ci entri la mattina col tailleur tutta elegante, e ci esci di sera con le calze strappate e la camicetta bianca ch’è diventata nera (non so che idea si sian fatti di me i miei genitori, ma di certo non credono che io torni a casa in queste condizioni dopo una giornata in biblioteca).

A parte tutto questo, signori casi.
Non vorrei dire.
Ma lavorare in biblioteca è una cosa meravigliosamente splendida.
E soprattutto in questi giorni, credo ci sarebbe gente seriamente disposta a uccidere, per poter passare una mezza giornata a lavorare – anche gratis! – in una grossa biblioteca.

La gente normale, in questi giorni, boccheggia per il caldo.
Il popolo elett i bibliotecari, in questi giorni, vanno in giro col golfino.

In quei templi del piacer locali normalmente interdett chiusi al volg al pubblico, e cioè nelle sale di conservazione, la temperatura deve mantenersi a livelli standard in ogni singolo giorno dell’anno, per prevenire il più a lungo possibile il degrado della carta.

Da ciò si deduce che – soprattutto in questi giorni – chi fa un lavoro fico è oppresso dall’afa orrenda.
Chi fa il bibliotecario, invece, passa la giornata in una stanza ombrosa. Con condizioni ambientali riassumibili in: temperatura di 18 gradi Celsius, e tasso di umidità relativa pari al 55%.

È un duro lavoro (eheh!), ma qualcuno dovrà pur farlo…

27 risposte a "Il duro lavoro di noi bibliotecari"

  1. marinz

    A parte tutto quello che hai descritto, soprattutto sullo stato "pietoso" che assumono i tuoi vestiti alla fine della giornata, io se incontrassi una bibliotecaria mi ci perderei in chiacchiere per ore… per il resto credo che la gente pensi alla "bibliotecaria" come quella che sta dietro al bancone di una biblioteca per far rispettare il silenzio e per controllare il prestito dei libri :o)Un sorriso 🙂

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  2. Lucyette

    Marinz, hai dimenticato lo chignon e gli occhiali… ;-)(Lo chignon ce l'avevo per davvero, e lo adoravo – adesso ho tagliato i capelli e non riesco più a farmelo, però lo portavo per davvero, fino a un anno fa! E se solo potessi porterei anche gli occhiali, ma purtroppo ci vedo fin troppo bene, ahimè! Non vedo l'ora che mi cali la vista col passar degli anni… :-P)Chiara, ma in realtà la mia non è una biblioteca super, eh! Cioè, non è che lavori alla Nazionale… :-DE' una biblioteca piccina, in realtà, solo che è oggettivamente piena di libri molto antichi. Quindi, in effetti… forse forse, è super anche lei… 😉

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  3. Lucyette

    Marinz, hai dimenticato lo chignon e gli occhiali… ;-)(Lo chignon ce l'avevo per davvero, e lo adoravo – adesso ho tagliato i capelli e non riesco più a farmelo, però lo portavo per davvero, fino a un anno fa! E se solo potessi porterei anche gli occhiali, ma purtroppo ci vedo fin troppo bene, ahimè! Non vedo l'ora che mi cali la vista col passar degli anni… :-P)Chiara, ma in realtà la mia non è una biblioteca super, eh! Cioè, non è che lavori alla Nazionale… :-DE' una biblioteca piccina, in realtà, solo che è oggettivamente piena di libri molto antichi. Quindi, in effetti… forse forse, è super anche lei… 😉

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  4. Lucyette

    Beh, sì, quelle sono climatizzate come un qualunque ufficio, senza i criteri di temperatura e umidità delle sale di conservazione (purtroppo).Ma guarda che in biblioteca mica avresti il tempo di leggerli, eh, tutti quei libri! :-PSemmai dovresti dare un'occhiata attenta, ma il più possibile veloce, ai vari saggi, per capire dove catalogarli… ma la narrativa no, ahinoi! 😉

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  5. Lucyette

    Beh, sì, quelle sono climatizzate come un qualunque ufficio, senza i criteri di temperatura e umidità delle sale di conservazione (purtroppo).Ma guarda che in biblioteca mica avresti il tempo di leggerli, eh, tutti quei libri! :-PSemmai dovresti dare un'occhiata attenta, ma il più possibile veloce, ai vari saggi, per capire dove catalogarli… ma la narrativa no, ahinoi! 😉

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  6. flalia

    Mi sarebbe piaciuto molto fare la bibliotecaria, invece, e non solo per questioni di temperatura ;-)Visto che si parla di occhiali, ti lascio un omaggino da Riccione… nella chiesa di Gesù Redentore è appesa questa immagine e, ormai condizionata da questo blog, non ho potuto esimermi dal fotografarla (col prete che mi guardava sospettoso, anche perché proprio stamattina dei giovinastri hanno rubato un crocefisso e non per adorarlo!):

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  7. flalia

    Mi sarebbe piaciuto molto fare la bibliotecaria, invece, e non solo per questioni di temperatura ;-)Visto che si parla di occhiali, ti lascio un omaggino da Riccione… nella chiesa di Gesù Redentore è appesa questa immagine e, ormai condizionata da questo blog, non ho potuto esimermi dal fotografarla (col prete che mi guardava sospettoso, anche perché proprio stamattina dei giovinastri hanno rubato un crocefisso e non per adorarlo!):

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  8. suibhne

    sì, ma i bibliotecari sanno essere cattivi e violenti, lo sai. E poi se uno arriva dai trentasei gradi di parigi ed entra nei 12 della bnf rischia la vita. Quindi siete cattivi, accettalo e confessa che il tuo pride bibliotecario è soddisfazione di crudeltà! 😉

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  9. suibhne

    sì, ma i bibliotecari sanno essere cattivi e violenti, lo sai. E poi se uno arriva dai trentasei gradi di parigi ed entra nei 12 della bnf rischia la vita. Quindi siete cattivi, accettalo e confessa che il tuo pride bibliotecario è soddisfazione di crudeltà! 😉

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  10. gpuntosolitario

    non sai quanto ti invidi… la biblioteca è il mio sogno mai realizzato di bambina… ma c'è ancora tempo per farlo… e poi HONEY HONEY….  passione comune!!!! quando hai voglia di parlare del meraviglioso lavoro che fai sappi che hai appena trovato un'attenta ascoltatrice,anche se virtuale!

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  11. Nacochan

    Quoto e sottoscrivo tutto! XDProprio oggi stavo parlando con un'amica del fatto che non serve la palestra, per noi che saliamo e scendiamo scale per riporre libri e riviste… XD

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  12. Lucyette

    Flalia, ma grazie: che pensiero gentilissimo!! :-DGrazie davvero, ho veramente apprezzato l'omaggio ;-)Suibhne, quello è vero: lo sbalzo di temperatura può essere letale. Quando vado a lavorare in biblioteca d'estate, mi porto sempre un golfino di cotone a manica lunga da mettere sopra il vestito appena entro – se no rischio veramente di prendermi una bronchite, a forza di sbalzi di temperatura.La cosa veramente delirante, in tutto ciò, è che la mia biblioteca è una biblioteca ecclesiastica – e quindi (GIURO) so come minimo di due persone che erano convinte che io fossi COSTRETTA a coprirmi quando entravo in quei locali. Cioè, pensavano che quei preti bigotti e sessuofobi mi costringessero a andare in giro col golf in pieno agosto con trenta gradi all'ombra, perché non potevano sopportare la vista di una donna con le maniche corte :-DDD(Però in effetti c'hanno anche ragione… cioè… vedono una che in pieno luglio va in giro col golf fintanto che è al lavoro, e poi si precipita a toglierselo non appena esce in strada, per poi rimetterselo non appena ritorna a lavorare… ROTFL!)Daniele, lo so u_uDarthy: ma grazie mille! Anche da parte del mio orgoglio bibliotecario… ;-)gpuntosolitario, grazie anche a te (e ovviamente, a entrambe, benvenute!). Dovrò assolutamente darmi alla scrittura di post bibliotecari, allora… ;-)Aerie: ecco, anche la libreria è una cosa che non mi dispiacerebbe affatto ;-)Mi spiace veramente tanto che non ci siano biblioteche valide vicino a casa tua: in effetti, una biblioteca che funziona veramente bene, è qualcosa di veramente utile!Nacochan: ma sai che io, a volte, torno a casa a pezzi, dopo una giornata in biblioteca? Cioè, forse sai che io ho un problema a una caviglia (per dire, avevo l'esenzione da educazione fisica, al liceo)… e non avevo minimamente tenuto in conto che lavorare in biblioteca potesse essere così fisicamente faticoso! :-SA volte, veramente, torno a casa e devo prendermi un antidolorifico… (!!!)

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  13. Nacochan

    Sì, mi ricordavo del tuo problema. Io ho avuto un problema al pede per qualche giorno e ià allora salire e scendere mi dava un sacco di problemi 😐 Non oso immaginare cosa devi passare!

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  14. utente anonimo

    Io sono atratta del tuo lavoro. Uno perché mi piace essere inmersa dei mondo dei libri (leggo fino a ridurmi in allegia). Due, perché mi piace immaginare chi stà dietro di un libro, cioè chi legge che cosa?…Puoi fantasticare sulle persone come personaggi propri da romanzzare! Tre, stare in silenzio può essere molto produttivo, dgeenra molte idee che possono allegrati, inventarti, passare il tempo, creare amicizia…insomma, è bello…e poi vai alavare i tuoi vestiti!! Saluti da Catania

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