Pavia, 5 agosto. La Madonna della Stella e la miracolosa nevicata estiva

Faceva caldo, quel giorno. Un caldo atroce. Un caldo che ti si appiccicava ai vestiti, ti toglieva il fiato, ti privava delle forze: i mercanti di Pavia avevano la fronte imperlata di sudore, mentre caricavano sulle loro navi i pochi sacchi di merce che non erano riusciti a vendere.
Non che Pavia fosse una città fresca, per carità. L’afa, e le zanzare, e il caldo umido dei mesi estivi, erano qualcosa con cui tutti gli abitanti di Pavia avevano imparato a convivere; da sempre. Ma un caldo così opprimente, lo si trovava solo nell’orribile Venezia: chiunque fosse stato il pazzo che aveva pensato di costruire una città nel bel mezzo di un pantano, doveva senza dubbio aver problemi gravi.
“Chissà a Pavia che tempo fa”, si chiese un garzone a bassa voce, caricando un sacco sulla sua galea.
“Prima di pensare a Pavia”, commentò un mercante anziano, in tono lugubre, “pensa ai quindici giorni di viaggio che dovrai passare a remare sotto il sole. Quello sì che sarà uno spasso”.
(Al garzone venne una gran voglia di piangere, ma si ostinò a caricar la nave con ostentata noncuranza).
Un rematore gli passò la sua borraccia – era appena andato a riempirla al pozzo, per portare acqua ai suoi colleghi – e lui ne bevve avidamente; poco più in là, due mercanti controllavano il legno della nave, mentre i tre contabili erano impegnati in una partita a dadi.
Una scena di vita quotidiana, quella – la dura vita di un mercante viaggiatore. Fu proprio per questo motivo, che tutti i lavoratori presenti al porto si voltarono stupiti, quando qualcosa di inconsueto venne a interrompere il lavoro di ogni giorno. Il pianto di un bambino… sussurri carezzevoli… e poi la voce di una donna, intimidita, che chiedeva la loro attenzione. “Signori? Scusatemi… Posso interrompere le vostre occupazioni, per un solo istante?”.
Gli uomini si voltarono, sorpresi. Sulle prime, cedettero che fosse una donna di malaffare (chi è quella pazza che si avventura sui pontili di Venezia e va a disturbare una ciurma di marinai, se non una prostituta in cerca di clienti?), ma bastò loro uno sguardo per capire che quella ragazza doveva essere per forza… qualcos’altro.
Era ricca, innanzi tutto: ricca e nobile d’aspetto. Indossava una veste d’oro, lunga fino ai piedi, e sul suo mantello azzurro erano ricamate mille stelle luminose: la sua chioma era coperta da un bel velo, e il bambino biondo che teneva in braccio era avvolto in panni colorati. Non si capiva per quale ragione una donna del suo rango dovesse avventurarsi sola nei quartieri malfamati di Venezia, ma i mercanti di Pavia si sentirono in dovere di interrompere il lavoro e alzarsi in piedi, per accogliere al meglio quella nobile signora.
La signora sorrise, un po’ timidamente. “Scusate per l’interruzione, buona gente. Mi hanno detto…”. Esitò. “Mi hanno detto che siete mercanti di Pavia, di ritorno a casa. Non è vero?”.
I mercanti si guardarono, stupiti. Il più anziano annuì, e aggiunse in fretta, in tono speranzoso: “certamente, madonna. Possiamo fare qualcosa per voi, avete bisogno di una pelliccia o di stoffe colora…?”.
La signora scosse il capo, cullando delicatamente il bimbo. “No, in effetti”, disse a bassa voce. “Io vorrei… se possibile… un passaggio”.
“Un passaggio?”, ribatté incredulo il garzone, senza riuscire a trattenersi. “Sulle nostre navi?”.
Il mercante anziano gli lanciò un’occhiata di rimprovero, ma la donna non sembrava offesa. “Vengo da Betlemme, in Palestina. Ho bisogno di raggiungere Pavia al più presto, e mi domandavo se voleste essere così gentili…”.
I mercanti esitarono, a bocca aperta. Una nobildonna del suo rango, perdipiù proveniente dalla Terra Santa, che voleva imbarcarsi su una nave mercantile?
“Purtroppo non ho denaro da offrirvi”, mormorò la donna, con aria imbarazzata. “Ma posso… pregare per voi”, aggiunse speranzosa: “pregherò molto, per le vostre anime, se mi userete questa gentilezza”.
I mercanti tacquero, ancor più sconcertati. Non aveva denaro da offrire? Ma che, davvero?
Ci fu un lungo istante di silenzio, in cui il bimbo in braccio alla donna gorgogliò beato, rigirandosi nel sonno. E poi, un mercante cominciò a dir qualcosa circa una nave già a massimo carico, l’altro rincarò con gli spazi stretti, l’altro aggiunse che non era il caso che una donna sola viaggiasse in una nave piena di maschi affamati, “cioè, ovviamente lo dico per voi, madonna…”.
La ragazza abbassò lo sguardo, sospirando rassegnata. “Capisco”, disse a bassa voce (sembrava delusa, più che offesa). “Vi ringrazio comunque, siete stati molto gentili ad ascoltarmi, vi auguro un buon viaggio…”.
… e girò lentamente sui suoi tacchi, per andarsene, con il bambino che dormiva stretto alla sua mamma.

Ci fu un altro istante di silenzio, in cui tutti i mercanti rimasero a guardarla, immobili. Il mercante anziano si morse un labbro, mentre la donna si allontanava: pensò a quella donna sola, giovanissima e con un figlio fra le braccia; pensò alle disgrazie che dovevano esserle successe, per costringere una donna del suo rango a chiedere un passaggio a degli umili mercanti. Forse una tragedia, un assassinio, un abbandono: e vide di fronte a sé il sorriso speranzoso di quella povera fanciulla, che cercava aiuto e si vedeva rifiutata…
Aspettate!”, le disse ad alta voce. La donna si voltò, lanciandogli un’occhiata.
Il mercante le sorrise, con aria conciliante. “Certo, dovrete accontentarvi… ma se davvero avete bisogno di raggiungere Pavia, potete imbarcarvi sulla mia galea”.
La ragazza ricambiò il sorriso, ed era raggiante. “Grazie!”, esultò: “grazie mille, per davvero! Vi ricorderò ogni giorno, buon uomo: sarete sempre nelle mie preghiere…”.
L’anziano strinse le spalle, come a dire che non era niente. “Ci mancherebbe…”.

Quella sera, la ragazza mangiò molto poco (“non voglio sprecare le vostre provviste: siete già stati così gentili ad ospitarmi…”), e poi si appartò nella stiva della nave, per allattare il suo bambino. Quando ritornò con gli altri marinai – era già sera, e Venezia era scomparsa, all’orizzonte – cominciò a chiacchierare con la ciurma, in tono amabile. Il mercante anziano era molto interessato alla vita in Terra Santa, e quindi la signora passò tutta la sera a descrivere i luoghi in cui era vissuta: i prati rigogliosi di Betlemme, e le strade immense della ricca Gerusalemme. Descrisse le casupole di Nazaret, e persino le piramidi d’Egitto: narrò le battaglie dei Crociati, e le vittorie dell’una e l’altra parte. Era già sera tarda, quando i marinai decisero di fermarsi, e la nave fu ancorata lungo il Po, in attesa del mattino. La donna si profuse in mille ringraziamenti: “siete stati gentilissimi, preziosissimi, davvero, Dio vi benedica…” (un rematore la guardò malissimo e borbottò che c’erano ancora altre due settimane di fatica, prima di raggiungere Pavia: voleva far quelle scene tutti i santi giorni? La ragazza gli sorrise, allegramente). E poi calò la notte, e i marinai si misero a dormire:
l’unico rumore erano i flutti del Po che s’infrangevano sul legno delle barche, e le zanzare che ronzavano in quella notte afosa…

Il primo a svegliarsi, la mattina dopo, fu il giovane garzone.
Si svegliò prestissimo, con i brividi di freddo; o, per meglio dire, aprì gli occhi. Si guardò attorno; aggrottò le sopracciglia… e poi si rigirò dall’altra parte, tirandosi addosso la coperta di cotone, certo di star sognando.
Restò immobile per cinque minuti, raggomitolato in posizione fetale; avvolto nella sua coperta, ad occhi chiusi, nel disperato tentativo di riprender sonno.
Però, mannaggia, faceva freddo per davvero, elaborò una piccola parte del suo cervello: aveva i brividi. Si sollevò allarmato, (‘oddio sono ammalato’), e quando riaprì gli occhi vide di nuovo la stessa scena del suo sogno…
Sgranò gli occhi, sconcertato. Li aperse e li richiuse, e poi, nel dubbio, provò anche a stropicciarseli: ma niente da fare, la scena restava lì. Di fronte a lui, maestoso e familiare, si ergeva l’inconfondibile Ponte Coperto di Pavia. Alla sua sinistra, le casette colorate dei pescatori avevan già le finestre spalancate: sulle rive del Ticino, era assiepata una folla di passanti sconcertati (il garzone fu certo di aver visto anche sua madre), che si guardava attorno, con aria un po’ smarrita.
Il che era un atteggiamento piuttosto comprensibile, a ben vedere, considerato che era il 5 agosto… e che Pavia era sepolta sotto un fitto manto di neve, candido e gelato.
Il garzone cominciò a allarmarsi (doveva essere impazzito: aveva le visioni!); ma accanto a lui si stiracchiò il contabile, e poi un rematore, e tutti quanti si mettevano a sedere, intirizziti e increduli, guardandosi attorno con sempre più sconcerto…

Furono minuti concitati, quelli successivi: un viaggio da Venezia a Pavia, risalendo il Po e poi tutto il Ticino, era una traversata che richiedeva come minimo dieci giorni di tragitto – del tutto impensabile, farlo in poche ore. E poi la nave era stata ancorata a pochi passi da Venezia: in quale modo era stato possibile arrivare a Pavia nell’arco di una notte? Per qual prodigio? Con quale incredibile magia?
Furono istanti di grande confusione, in cui nessuno pensò alla misteriosa passeggera che si era imbarcata sulla nave, il giorno prima.
Fu solo molto tempo dopo, superato lo sconcerto dei primi istanti, che qualcuno si ricordò della donna misteriosa: una strega, senza dubbio! Una fattucchiera buona, o forse uno spirito gentile, che aveva ricambiato l’ospitalità con questo incanto prodigioso…
“Dobbiamo trovarla!”, disse il contabile: “ci deve spiegazioni!”.
“E ci deve svelare il suo segreto!”, rincarò allegro il rematore: “deve spiegarci come ha fatto!”.
Il garzone, seduto su una cassa che aveva appena scaricato, indicò distrattamente la viuzza che portava nell’interno del paese. “È andata di là”, osservò come se fosse cosa ovvia.
I suoi colleghi lo guardarono, straniti. Lui si strinse nelle spalle, e indicò una scia di impronte che partiva dall’approdo della nave, e andava giù giù, verso la stradina che portava in Borgo. “È lei di sicuro”, disse in tono pratico: “sono impronte piccole, di piedi femminili, e a un certo punto ha messo giù il bambino”. Effettivamente la neve era solcata da tanti piccoli passetti di ragazza, accompagnati ai passi incerti di un infante che incomincia a camminare.
“Sarà andata a cercare asilo nell’hospitale in Borgo”, osservò il mercante anziano, in tono ragionevole. “Quello collegato alla chiesa di Santa Maria in Betlem, che è qui lungo la strada. Andiamo a cercarla!”, aggiunse allegramente: “era di certo una fata buona, che ha voluto compiere un prodigio…”.

Gli uomini partirono, seguendo le impronte che la fanciulla misteriosa aveva lasciato nella neve. Oltrepassarono le case dei pescatori, oltrepassarono le case dei mercanti; proseguirono avanti, lungo il corso della via, e finalmente videro le impronte arrestarsi sulla soglia della chiesa, imbiancata per la neve fresca.
“Come volevasi dimostrare”, commentò il mercante anziano. “Probabilmente è in chiesa, per pregare. Entriamo anche noi, così magari ci riscaldiamo pure”, aggiunse in tono pratico: “io sto congelando…”.

Entrarono in chiesa, e s’inchinarono all’altare. Ci volle qualche istante perché i loro occhi si abituassero alla penombra del locale, a malapena rischiarato da un paio di candele.
Si guardarono attorno, facendo scorrere lo sguardo sui banchi vuoti, ma non riuscirono a trovare la fanciulla: la chiesa era deserta; non un essere al suo interno.
Si scambiarono uno sguardo perplesso, e già facevano per allontanarsi. Fu solo il garzone, il più giovane di tutti, a soffermare per un attimo lo sguardo sull’altare, per recitare una preghiera silenziosa. E fu lì, a sorpresa, che la vide: la donna misteriosa era seduta al fianco dell’altare, nobilmente assisa su una specie di grosso trono… che sicuramente era proprietà del sacerdote, non certo di una donna sconosciuta! Per un lungo istante sconcertato, il garzone si domandò come osasse.
Poi le lanciò una seconda occhiata – una lunga occhiata sconcertata – e aggrottò le sopracciglia. C’era decisamente qualcosa che non andava, nel corpo della donna.
Si avvicinò di un passo, e poi di un altro ancora, per poter guardare meglio la figura: e più si avvicinava, più cresceva il suo stupore… perché la ragazza misteriosa, assisa in trono, era in realtà una splendida, pregiata, statua lignea!
Era lei: era lei senza alcun dubbio. Era identico il vestito, ed anche il velo, e così pure i lineamenti della donna. Era identico il bambino, che sedeva maestoso sul grembo della madre: il piccolo teneva in mano un libro aperto; l’altro braccio era sollevato, benedicente.
La donna aveva uno sguardo nobile, fisso avanti a sé, regale: eppure era la stessa timida ragazza incontrata il giorno prima, senza dubbio la stessa povera ragazza che aveva fatto il viaggio sulla barca dei mercanti…
Il garzone arretrò, spaventato, alla luce debole delle candele. Arretrò e poi cadde in ginocchio, giungendo le mani e sussurrando una preghiera: perché di fronte ai suoi occhi, abituati agli arredi di mille chiese sparse per il mondo, era perfettamente riconoscibile, una statua come quella.
Era senza dubbio una Madonna col Bambino.
Era senza dubbio stata una Madonna col Bambino – era stata la Madonna col Bambino! – a viaggiare assieme a lui, a fianco a fianco, da quel porto di Venezia, fino alla chiesetta borghigiana di Pavia. Era stata la Madonna, la Madonna di Betlemme, a scegliere come sua nuova casa la chiesetta che già le era stata intitolata: Santa Maria in Betlem, a Pavia.
Il garzone sentì gli occhi velarsi di lacrime, pieno di commossa e incredula sorpresa.

La statua della Madonna, miracolosamente giunta in Borgo da Venezia, è venerata ancor oggi, ogni 5 agosto, sulle rive del Ticino.

28 risposte a "Pavia, 5 agosto. La Madonna della Stella e la miracolosa nevicata estiva"

  1. altarf

    Spero di non offendere nessuno, specialmente il Topografo, ma ho gradito molto di più questa storia, che non la Top Twelve  dei bagni surreali!Thank you, Lucyette.Ornella 

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  2. altarf

    Spero di non offendere nessuno, specialmente il Topografo, ma ho gradito molto di più questa storia, che non la Top Twelve  dei bagni surreali!Thank you, Lucyette.Ornella 

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  3. altarf

    Ho apprezzato , ho apprezzato , pensando soprattutto al tempo impiegato per mettere insieme quelle 12 meraviglie! Forse dovrei andare  sul post precedente per dire che non so se mi ha sconvolto di più l'idea del doppio WC ad uso coppia ( ma santo cielo , anche fra coniugi , un po' di privacy, un minimo di mistero! Forse è per questo che non mi sono sposata, tutto , tutto tutto insieme, non lo sopporterei… ), oppure il bagnetto trasparente in mezzo alla strada.Quest'ultima finezza, in particolare , mi ricorda un sogno ricorrente di parecchi anni fa: cerco disperatamente un bagno , e poi , quando lo trovo , mi accorgo che ha le pareti di vetro ! Evidentemente avevo dei segreti. Ora non ne ho più , perché non faccio più quel sogno . Ne faccio altri !!Con tanta simpatia, Ornella 

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  4. altarf

    Ho apprezzato , ho apprezzato , pensando soprattutto al tempo impiegato per mettere insieme quelle 12 meraviglie! Forse dovrei andare  sul post precedente per dire che non so se mi ha sconvolto di più l'idea del doppio WC ad uso coppia ( ma santo cielo , anche fra coniugi , un po' di privacy, un minimo di mistero! Forse è per questo che non mi sono sposata, tutto , tutto tutto insieme, non lo sopporterei… ), oppure il bagnetto trasparente in mezzo alla strada.Quest'ultima finezza, in particolare , mi ricorda un sogno ricorrente di parecchi anni fa: cerco disperatamente un bagno , e poi , quando lo trovo , mi accorgo che ha le pareti di vetro ! Evidentemente avevo dei segreti. Ora non ne ho più , perché non faccio più quel sogno . Ne faccio altri !!Con tanta simpatia, Ornella 

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  5. Lucyette

    Ornella: aaah, volevo ben dire!!Anche mia mamma sogna spessissimo di dover andare in bagno in un bagno che è trasparente (o meglio: lei sogna di dover andare in bagno in un bagno in cui la privacy è garantita dalle tendine, solo che le tendine coprono solo le gambe dal ginocchio in giù e lasciano scoperto tutto il resto). Io invece non ho mai fatto sogni "a tema", per fortuna!Cappellaio, guarda, dopo questo commento ti farei una statua: sono andata su Google a cercare notizie sulla Madonna del Tindari, e… sono finalmente riuscita a identificare uno dei santini che mi avevi mandato a suo tempo!!C'era questo santino con una Madonna senza nome, e io non riuscivo assolutamente a capire quale fosse, e probabilmente non l'avrei mai scoperto se non fosse stato per questo tuo commento… GRAZIE! :-D(Mi dirai: "perché diavolo non hai chiesto direttamente a me, per identificare la Madonna?". Ma perché son cretina, mi pare ovvio!)(Per chi si stesse domandando di cosa diavolo stia parlando: la sottoscritta colleziona santini, e il Cappellaio Matto è stato così gentile da mandarmene qualcuno delle sue parti)Comunque sì, in effetti è vero, a badar bene ci sono alcune somiglianze! (In fin dei conti, la tematica di fondo è sempre quella della "autoconsacrazione", come a dire che la chiesa X non è stata semplicemente eretta e consacrata da Tizio e Caio, ma ha ricevuto una sorta di "approvazione divina" in queste forme).(AAAAAAHHHHH, la Madonna del Tindari, finalmente posso darle un nome e andare a aggiornare la mia bella collezione!!)

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  6. Lucyette

    Ornella: aaah, volevo ben dire!!Anche mia mamma sogna spessissimo di dover andare in bagno in un bagno che è trasparente (o meglio: lei sogna di dover andare in bagno in un bagno in cui la privacy è garantita dalle tendine, solo che le tendine coprono solo le gambe dal ginocchio in giù e lasciano scoperto tutto il resto). Io invece non ho mai fatto sogni "a tema", per fortuna!Cappellaio, guarda, dopo questo commento ti farei una statua: sono andata su Google a cercare notizie sulla Madonna del Tindari, e… sono finalmente riuscita a identificare uno dei santini che mi avevi mandato a suo tempo!!C'era questo santino con una Madonna senza nome, e io non riuscivo assolutamente a capire quale fosse, e probabilmente non l'avrei mai scoperto se non fosse stato per questo tuo commento… GRAZIE! :-D(Mi dirai: "perché diavolo non hai chiesto direttamente a me, per identificare la Madonna?". Ma perché son cretina, mi pare ovvio!)(Per chi si stesse domandando di cosa diavolo stia parlando: la sottoscritta colleziona santini, e il Cappellaio Matto è stato così gentile da mandarmene qualcuno delle sue parti)Comunque sì, in effetti è vero, a badar bene ci sono alcune somiglianze! (In fin dei conti, la tematica di fondo è sempre quella della "autoconsacrazione", come a dire che la chiesa X non è stata semplicemente eretta e consacrata da Tizio e Caio, ma ha ricevuto una sorta di "approvazione divina" in queste forme).(AAAAAAHHHHH, la Madonna del Tindari, finalmente posso darle un nome e andare a aggiornare la mia bella collezione!!)

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  7. Cappellai0Matto

    Più che altro avrei dovuto pensarci io. Cioè, mandare un'immaginetta senza alcuna indicazione  non brilla certo di lungimiranza.Vabbè, tra prezzi lasciati liberi di brillare in tutto il loro splendore e dimenticanze varie, credo che ormai si sappia che son persona distratta u.uComunque… Il santuario della Madonna del Tindari è davvero un bel posto. Ti piacerebbe, si.Semmai dovessi passare da queste parti, una visita è quindi d'obbligo.

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  8. Cappellai0Matto

    Più che altro avrei dovuto pensarci io. Cioè, mandare un'immaginetta senza alcuna indicazione  non brilla certo di lungimiranza.Vabbè, tra prezzi lasciati liberi di brillare in tutto il loro splendore e dimenticanze varie, credo che ormai si sappia che son persona distratta u.uComunque… Il santuario della Madonna del Tindari è davvero un bel posto. Ti piacerebbe, si.Semmai dovessi passare da queste parti, una visita è quindi d'obbligo.

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  9. Lucyette

    Lol… speravo che non te ne fossi mai accorto, dei prezzi lasciati a brillare in tutto il loro bellissimo splendore… :-DMa insomma! Qual è il problema?!Per vie traverse, la Madonna del Tindari è comunque riuscita a farsi riconoscere… e adesso ha anche un post a tema! :-DGrazie ancora!(Uhm… fra Consolata, Tindari, e Madonna della Stella, ultimamente questo blog ha avuto una svolta mariana mica da poco, eh? :-P)

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  10. Lucyette

    Lol… speravo che non te ne fossi mai accorto, dei prezzi lasciati a brillare in tutto il loro bellissimo splendore… :-DMa insomma! Qual è il problema?!Per vie traverse, la Madonna del Tindari è comunque riuscita a farsi riconoscere… e adesso ha anche un post a tema! :-DGrazie ancora!(Uhm… fra Consolata, Tindari, e Madonna della Stella, ultimamente questo blog ha avuto una svolta mariana mica da poco, eh? :-P)

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  11. diggiu

    Bellissimo il tuo post. Il cinque di Agosto, secondo i veggenti di Medjugorje è il compleanno della Madonna e in questo giorno si celebra anche la dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma il cui perimetro fu segnato da una nevicata a Roma nello stesso giorno. In Sicilia sono andata a Visitare il Santuario della Madonna della Neve a Santa Lucia del Mela dove viene venerata ricordando l'episodio della nevicata di Roma, una dolcissima immagine che ho fotografato per riguardarmela ogni tanto e che ti allego: perché in tema con questo giorno.
    mentre <a href="http://www.flickr.com/photos/diggiu/sets/72157618641152950/" target=_blank>qui</a> trovi alcune foto fatte al Santuario di Tindari, un posto davvero bello da visitare insieme alle rovine dell'antica Tyndaris come ti ha  ricordato il cappellaiomatto.

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  12. diggiu

    Bellissimo il tuo post. Il cinque di Agosto, secondo i veggenti di Medjugorje è il compleanno della Madonna e in questo giorno si celebra anche la dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma il cui perimetro fu segnato da una nevicata a Roma nello stesso giorno. In Sicilia sono andata a Visitare il Santuario della Madonna della Neve a Santa Lucia del Mela dove viene venerata ricordando l'episodio della nevicata di Roma, una dolcissima immagine che ho fotografato per riguardarmela ogni tanto e che ti allego: perché in tema con questo giorno.
    mentre <a href="http://www.flickr.com/photos/diggiu/sets/72157618641152950/" target=_blank>qui</a> trovi alcune foto fatte al Santuario di Tindari, un posto davvero bello da visitare insieme alle rovine dell'antica Tyndaris come ti ha  ricordato il cappellaiomatto.

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  13. Lucyette

    Uh, è oggi il compleanno della Madonna?! (A detta dei veggenti, okay).
    Non so perché, ma io mi ricordavo il 6 agosto, ero proprio convinta…

    Pora donna. E' da duemila anni che fa nevicare a destra e a manca il 5 agosto (il 5 agosto è proprio la data in cui sono ricordate tante "Madonne della Neve" come quelle che hai citato)… dici che era un modo per festeggiare assieme a noi? 😛

    Scherzi a parte… è davvero bella quella statua della Madonna! Grazie per avermela postata: è proprio bella, dolce e raffinata… 🙂
    E grazie anche per le foto di Tindari!! Sembra un bel posto, caspita!

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  14. diggiu

    C'è un'altra ricorrenza che mi è sfuggita. Oggi si celebra la Mamma Morena, madonna di Copacabana in Bolivia. Uno dei santuari più frequentati dell'America latina. La Mamma Morena è anche chiamata la Madonna del velo  azzurro che la copre dalla testa ai piedi.

    Quando ci rivedremo ti racconterò perché conosco questa festa, legata ad un fatto prodigioso e triste nel contempo.

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  15. diggiu

    C'è un'altra ricorrenza che mi è sfuggita. Oggi si celebra la Mamma Morena, madonna di Copacabana in Bolivia. Uno dei santuari più frequentati dell'America latina. La Mamma Morena è anche chiamata la Madonna del velo  azzurro che la copre dalla testa ai piedi.

    Quando ci rivedremo ti racconterò perché conosco questa festa, legata ad un fatto prodigioso e triste nel contempo.

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  16. Pingback: Tryphina e re Artù. Ovverosia: quando l’agiografia incontra il fantasy – Una penna spuntata

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