Il giorno del ringraziamento

A sorpresa, senza darci spiegazioni, ci raduna in cappella alle 7:50 del mattino. Aspetta che ci siamo tutti sistemati, e poi esordisce con le seguenti informazioni: “ieri pomeriggio si è verificato un importante evento che sarà di grandissimo aiuto al nostro centro. Adesso, per ringraziare coralmente il Signore di questa grazia che ci ha fatto, reciteremo tutti quanti un Te Deum di ringraziamento e lode”.

Silenzio.

Un paio di tizi annuiscono tranquilli, con l’aria pratica di chi pensa ‘uh, che bello, recitiamo il Te Deum: evvai, fantastico. Quando si incomincia?’.
Un nutrito gruppetto di signori si guarda attorno incuriosito, con l’aria di chi pensa ‘okay, recitiamo il Te Deum, va benissimo. Ma dove caspita li hanno messi, i foglietti con il testo?’.
Un gruppone ancor più nutrito incomincia a lanciarsi perplesse occhiate, con l’aria di chi pensa ‘che roba è, che dovremmo recitare?!’.

Il direttore sorride incoraggiante, e si fa il segno della croce.
Noialtri lo imitiamo, un po’ perplessi.
Egli è gaudente, e incomincia a declamare.
Te Deum laudamus: te Dominum confite…”.
“…”.
“Ehm, prego”, ci incoraggia il direttore. “Recitiamolo pure assieme: te Dominum confitemur, Te aete…”.
I due secchioni della comunità si uniscono alla preghiera, serissimi e compiti.
Tutto il resto della comunità fruga sotto ai banchi, alla ricerca dei foglietti.
Omnis terra veneratur… ma volete recitarla sì o no, ‘sta preghiera?!”.
Qualcuno incomincia a sfogliare istericamente il libro dei canti: si sa mai che ci abbiano incluso anche il Te Deum. Qualcuno cerca i foglietti giù per terra, qualcuno ipotizza una caccia al tesoro in cappella; qualcuno si schiarisce la gola, e balbetta, intimidito: “… è che non troviamo i foglietti…”.
“I foglietti?”, trasecola il direttore. “Quali foglietti?”.
“I foglietti col Te Deum”.
I foglietti col Te Deum?”.
“Sì, i foglietti con il testo!”.
Il direttore sembra caduto dalle nuvole. “Di cosa diamine state parlando? Vedete per caso dei foglietti con il testo del Te Deum?”.
Ehm. No, per l’appunto”.
“E allora! Lasciate perdere i foglietti inesistenti e ricominciamo tutti assieme: Te Deum laudamus, te Domi…”.
“…”.
E allora?!”.
“Direttore”, mormoriamo timidamente. “Noi non conosciamo il testo”.
Il direttore sembra incapace di credere a una simile assurdità: “cioè, volete farmi credere che non avete mai recitato il Te Deum?”.
“Certo che l’abbiamo recitato, ma ci hanno sempre distribuito un foglietto con il testo. È lungo ed è in Latino. Non lo sappiamo, a memoria”.
Oh”.
Se avessero comunicato al direttore che son sbarcati sul terrazzo dieci alieni da Plutone in gita turistica con la pro loco, egli non avrebbe potuto apparirci più sconvolto. “Ma veramente?”.
“Eh…”.
Il pover’uomo è affranto. “Quindi mi state dicendo che non possiamo recitare il Te Deum?”.
“Non in assenza di foglietti…”.
Oh”.
Sulle spalle del direttore grava il peso dell’umanità dolente.
“No, c’avete ragione, eh, sono stato scemo io a non pensarci… ma adesso, però, come facciamo?”.
Ci stringiamo nelle spalle, mesti e imbarazzati.
“Vabbeh, facciamo così”, si rianima il sant’uomo. “Al posto del Te Deum, gli diciamo tutti assieme: Grazie mille, Gesù! Di cuore!”.
Se qualcuno aveva lanciato vaghi segni di disagio alla prospettiva di mandare a memoria il Te Deum, c’è da dire che adesso tutta l’assemblea sembra unanimemente stralunata.
E a dire il vero, sembra stralunato soprattutto il direttore, che non capisce questa nostra titubanza: “ahò, ragazzi! Mica è scemo. Se non si può far diversamente, lo capisce anche così”.

E allora, io spero che lo capisca anche così: attraverso un post sul blog.
Anche perché… il Te Deum, a tutt’oggi, continuo a non conoscerlo.

10 risposte a "Il giorno del ringraziamento"

  1. Lucyette

    E comunque, per la cronaca, il testo del Te Deum, (in traduzione), è questo:

    Noi ti lodiamo, Dio,
    ti proclamiamo Signore.
    O eterno Padre,
    tutta la terra ti adora.

    A te cantano gli angeli
    e tutte le potenze dei cieli:
    Santo, Santo, Santo
    il Signore Dio dell'universo.

    I cieli e la terra
    sono pieni della tua gloria.
    Ti acclama il coro degli apostoli
    e la candida schiera dei martiri;

    le voci dei profeti si uniscono nella lode;
    la santa Chiesa proclama la tua gloria,
    adora il tuo unico Figlio
    e lo Spirito Santo Paraclito.

    O Cristo, re della gloria,
    eterno Figlio del Padre,
    tu nascesti dalla Vergine Madre
    per la salvezza dell'uomo.

    Vincitore della morte,
    hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
    Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
    Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

    Soccorri i tuoi figli, Signore,
    che hai redento col tuo Sangue prezioso.
    Accoglici nella tua gloria
    nell'assemblea dei santi.

    Adesso possiamo andare a recitarlo!

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  2. fiordicactus

    Ma in latino e, magari, cantato in gregoriano ha un altro "sapore" . . .comunque, sono d'accordo col direttore . . . se sa anche quanti capelli abbiamo intesta, figurati se non capisce un "grazie" di cuore!

    Ciao, R

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  3. utente anonimo

    Ma tu sai tutto Lucia, come fai a non sapere il Te Deum Laudamus in latino?

    Io fino a qualche anno fa ignoravo l'esistenza di un inno chiamato Te Deum, poi quando morì Giovanni Paolo II mi ricordo che lo recitarono, e insomma ho capito che esisteva sta cosa 😛 ghh

    Daniele

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  4. Lucyette

    Fiordicactus: eh, ma su un blog non potevo cantarlo in gregoriano… 😉

    Daniele, noi in parrocchia lo recitiamo sempre il 1° gennaio (che oltre ad essere il primo dell'anno è anche la solennità di Maria Santissima Madre di Dio), come ringraziamento per l'anno appena trascorso.
    Però ci distribuiscono i fogliettini con il testo, appunto… 😛

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  5. diggiu

    Ciao Lucyette, nella mia Parrocchia invece, si prega dopo i  vespri dell'ultimo giorno dell'anno. E' per me un momento importantissimo a cui mi ha iniziato la nonna Anna. Non si finisce mai di ringraziare Dio per ciò che ci dona!
    Un abbraccione
    diggiu

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  6. marinz

    Il Te Deum è cantato il 31 di dicembre dopo la messa vespertina in segno di ringraziamento dell'anno che sta finendo… almeno qui a Milano 😛

    Sinceramente non mi ha mai entusiasmato ma trovo questo post molto "esilarante", senza essere blasfemo, soprattutto in due punti:

    1. La sintesi e le semplici parole per ringraziare che secondo me valgono molto di più di parole "latine senza senso" (per chi non conosce il latino) recitate a memoria

    2. La comitiva da Plutone organizzata dalla ProLoco… sono morto quando l'ho letto :o)

    Un sorriso 🙂

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  7. Lucyette

    Uhm. Solo dopo i vespri, dite? Ora che ci penso, il 1° gennaio anche io vado spessissimo alla Messa prefestiva; però mi pare di ricordare che lo recitino anche il 1° gennaio proprio, almeno qui da noi.
    Beh: come dice giustamente diggiu, è sempre il momento giusto per ringraziare 😉

    Marinz, sono contenta che ti sia piaciuto: gli alieni in gita con la pro loco avevano fatto ridere anche me, mentre lo scrivevo 😀
    Beh, perché mai non dovrebbero avere una pro loco, su Plutone, scusa? u__u

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  8. marinz

    Non mettevo in dubbio di certo l'esistenza della PLP (Pro Loco Plutoniana) era il concetto in se… cmq se chiedi a uno di Milano cos'è una "pro loco" non lo sa … è un concetto di "paese" più che di grande metropoli 😛

    Un sorriso ;(

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  9. Layla24

    Un paio di tizi annuiscono tranquilli, con l’aria pratica di chi pensa  ‘uh, che bello, recitiamo il Te Deum: evvai, fantastico. Quando si incomincia?’

    la voglio avere anch'io quell'aria lì 😀

    @marinz, non ci avevo mai fatto caso 🙂 ma la mia anima cittadina conferma: solo vivere in un paesello durante le ferie, mi ha introdotta al concetto di proloco… 

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