[15] Me, nel presepe

Messa così, sembra che stia facendo la pubblicità al negozio di un mio amico; invece, la citazione è funzionale al resto del racconto. A Torino, esiste uno splendido negozietto che è totalmente incentrato sul Natale. Sia che tu ci vada in questi giorni, sia che tu ci entri in pieno agosto, il negozio è sempre quello: vende presepi, decorazioni per l’albero, e ghirlande natalizie. Immagino che “fuori stagione” tirino fuori un po’ di oggettistica non strettamente natalizia, ma, per il resto, la sostanza è quella: presepi in vendita e canti di Natale, 365 giorni l’anno.
Come potete facilmente immaginare, un negozio che si regge su questi presupposti deve necessariamente avere un bel po’ di varietà di merce. Quando vi dico che vende presepi 365 giorni l’anno, intendo dire che lì dentro avete buone probabilità di trovare qualcosa tipo cinquanta modelli diversi di stella cometa, o cose di questo genere; quindi, sì, mi ha un po’ stupita (ma in realtà, neanche troppo) la bella scenetta che sto per raccontarvi.

“Lucia! Guarda!”.
“Uh?”.
“Guarda questa statuetta!”.
“Embeh?”.
Sei tu!!”. Mia mamma, con entusiasmo, mi sbatte sotto al naso una statuetta del presepe: “guarda questa statuetta qui! È l’ultima rimasta nello scaffale! Ti assomiglia un sacco!”.
Lancio un’occhiata alla statuetta. “Beh, sì… In effetti, vagamente…”.
“Mannò”, insiste mia mamma: “ti assomiglia proprio un sacco! Se avessero dovuto ritrarti in una statuetta del presepe, avrebbero disegnato una statuetta così!”.
La prendo in mano e la contemplo, incerta. In effetti, a volerla vedere, c’è una certa somiglianza: la pelle chiara, lo sguardo stanco; i capelli castani e lisci, all’incirca con lo stesso taglio… “Beh, sì, in effetti mi assomiglia, un pochettino”, ammetto, sorridendo.

Con questi presupposti, non vi stupirà sapere che la statuetta del presepe è finita dritta dritta a casa mia, e adesso se ne sta buona buona in un angolino di Bethlemme, a guardare un po’ perplessa il trambusto tutt’intorno.
Mi fa piacere, quando passo davanti al presepio, buttare un occhio alla “mia” statuetta. Mi ci identifico: sembra un po’ me stessa.
Modesta, stanca, timorata: sguardo basso, capo coperto, è evidentemente uscita di casa per far qualcosa di importante (non sta passeggiando: più che altro, ha uno straccio in mano). Non fa niente di eclatante, non si espone: se proprio non la cerchi apposta, quasi quasi non la vedi. Non è lavandaia un po’ svestita, che lava i panni nel bel mezzo del presepe. Non è la pastorella circondata da un intero gregge, che si fa notare anche solo per quei batuffoli bianchi che le stanno tutt’intorno. Non è una commerciante del mercato, che urla per attirare i clienti, con le due mani ai lati della bocca.
Lei se ne sta lì. In un cantuccio. Buona buona.
La noti solamente se la conosci; altrimenti ti sfugge, si mescola nell’ombra. E probabilmente, le va benissimo così!

E allora vi lascio a un gioco, se avete voglia di provare.
Chiudete gli occhi, e lavorate di fantasia: voi cosa sareste, fra le statuette del presepe?
Il dormiente in un cantuccio, che si gusta un pisolino?
La zingara affascinante, che mette in mostra i suoi gioielli?
La mamma coi bambini, che porta i figli nella grotta?
E soprattutto: cosa stareste facendo, voi, nel bel mezzo di Bethlemme?

Su, sai! Mancano dieci giorni al Natale, e io vi lascio questa sfida: se non avete niente di meglio da fare, da qui all’Epifania… perché non vi inventate una storiella natalizia? Se foste stati a Bethlemme, in quella notte magica e divina… chi sareste stati? Cosa avreste fatto? Come l’avreste trascorsa, quella notte di Natale?

Beh… io l’ho già inventata, la storia per la mia statuetta: ed è stato divertente!
Se volete cimentarvi anche voi, anche solo con due righe in un commento, mi strapperete senz’altro un gran sorriso. Insomma: raccontatemi la vostra storia; fra qualche giorno, vi racconto anche la mia.

61 risposte a "[15] Me, nel presepe"

  1. fiordicactus

    Questo te lo rubo subito! Voglio vedere cosa scrivono da me!

    Bellissima quest'idea, ci fai tornare piccoli, come dovremmo essere davanti al Presepe . . . io la mia idea ce l'ho già, ma devo trovare la statuina per la foto! Siamo un po' indietro con i preparativi . . . infatti, del presepe si è trovat solo la capanna, le case, ma le statuine, missing! Per fortuna abbiamo ricomprato i re magi!

    Ciao, R

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  2. diggiu

    In effetti c'è la tua somiglianza in questa statuina!
    Anche io, come Fiore, non ho preparato nulla e devo sbrigarmi. Prima di fare presepe e Albero devo traslocare alcune cose per fare spazio nella mia minuscola casa. Appena terminato il tutto vi farò vedere il tutto. I personaggi sono tutti riposti in uno scatolone e non resta che mettersi al lavoro.

    Sto pensando come mettere giù il mio post sul personaggio in cui calarmi e mi linkerò al tuo post in modo da lasciare traccia.
    Buona giornata cara Lucyette.

    diggiu 

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  3. Lucyette

    Sììì, che bello!
    Siamo già arrivati a quota tre statuine (la mia, e le due che mi preannunciate voi)… di questo passo, se si unisce qualcun altro, riusciamo a mettere in piedi un piccolo presepe bloggheresco – virtuale!!

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  4. flalia

    Be', io, se posso usare un anacronismo, sarei con la bicicletta (o mezzo di trasporto analogo per l'epoca, se invece vogliamo un presepe realistico), ferma lì, un po' dietro ai pastori, che mi sporgo con aria curiosa/interessata per vedere cosa sta succedendo là davanti, e regolarmente mi trovo la testa di qualcuno davanti, che m'impedisce di vedere. Quindi sicuramente sarei una statuina dal collo storto e in punta di piedi… ma che non ha nessuna intenzione di schiodarsi da lì!

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  5. Cappellai0Matto

    Voglio partecipare anch'io, si!
    Si sa che quando ci stanno presepi in mezzo, non so resistere…
    In realtà, mi ero deciso ad aggiornare questa notte con un nuovo post, ma nulla mi vieta di posticiparlo di qualche giorno, no? u.u

    C'è solo un piccolo particolare, però… Nel mio presepe, la statuina che ho in mente non è presente, no.
    Vediamo se riesco a trovarla in giro per la rete, eh!
    Vale, no?

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  6. Cappellai0Matto

    Voglio partecipare anch'io, si!
    Si sa che quando ci stanno presepi in mezzo, non so resistere…
    In realtà, mi ero deciso ad aggiornare questa notte con un nuovo post, ma nulla mi vieta di posticiparlo di qualche giorno, no? u.u

    C'è solo un piccolo particolare, però… Nel mio presepe, la statuina che ho in mente non è presente, no.
    Vediamo se riesco a trovarla in giro per la rete, eh!
    Vale, no?

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  7. Daniel19

    Però non ho capito se la storia di tua mamma al negozio che ti dice che le assomigli ecc… è vera o è parte della storia della tua statuina 😛

    Va bene, mi associo alla richiesta del cappellaio, e così vengo anche io nel Presepe

    Daniele

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  8. Daniel19

    Però non ho capito se la storia di tua mamma al negozio che ti dice che le assomigli ecc… è vera o è parte della storia della tua statuina 😛

    Va bene, mi associo alla richiesta del cappellaio, e così vengo anche io nel Presepe

    Daniele

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  9. martayensid

    ci sto!!! E' una idea bellissima, anzi quasi quasi… la rilancerei anche  al gruppo adolescenti solo che …mannaggia ci manca il tempo!
    Facciamoche intanto ci penso anche io e vediamo che ne viene fuori. alle brutte ciriproviamo l'anno prossimo!!

    (Anche sotto quaresima però … ora che mi ci fai pensare… Ma queasta è un'altra storia )

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  10. martayensid

    ci sto!!! E' una idea bellissima, anzi quasi quasi… la rilancerei anche  al gruppo adolescenti solo che …mannaggia ci manca il tempo!
    Facciamoche intanto ci penso anche io e vediamo che ne viene fuori. alle brutte ciriproviamo l'anno prossimo!!

    (Anche sotto quaresima però … ora che mi ci fai pensare… Ma queasta è un'altra storia )

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  11. utente anonimo

    I miei presepi sono sempre stati molto essenziali: Sacra Famiglia con bue e asino, e i Magi… non mi intendo molto di altri personaggi a parte i pastori di vangelica memoria.
    Non volendo soffiare il posto in prima fila a loro che se lo meritano, io mi metterei alla finestrella, per guardare senza essere visto (o forse per non essere coinvolto?), come un garzone di bottega che per caso sta passano di lì per una qualsiasi commissione…
    Sì, ci sarà un garzone da qualche parte in un qualche presepio!

    Diego

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  12. utente anonimo

    Io invece, che ho un'alta opinione di me stessa, fare uno degli angeli che è andato dai pastori, e questi si sono precipitati a vedere Gesù…mollandomi le pecore XD
    No, beh, non è vero che mi assocerei ad un angelo, è solo che la trovo una scenetta buffa.
    In realtà mi vedrei come una ragazza insonne, che per caso butta l'occhio fuori dalla finestra, vede il trambusto, si mette una giacca sopra il pigiama e va a vedere che succede.

    Chiara

    PS: confesso, ero tentata di rispondere "la papera cugliuta!"

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  13. Lucyette

    Ma certo, potete farlo anche con statuine che non ci sono nel vostro presepe, ci mancherebbe!
    Potete anche non mettere la foto, eh, se è sol per quello 😉

    Flalia, ma che bellissima statuina ti sei scelta!

    Marinz, grazie mille per esserti… unito al nostro presepe virtuale! 😀

    Astrid, che bello! Sai che non ho mai visto un gatto nei presepi, ora che ci penso? Beh,che assurdità: ci saranno pure stati, dei gatti, a Bethlemme!

    Cappellaio Matto: una statuina che manca al tuo presepe? Ce n'è davvero qualcuna che ti manca? A parte il caganer, intendo?
    (Ti prego, non dirmi che ti identifichi col caganer! :-D)
    (Che poi… vabbeh, scusa: ovviamente ci sarà stata un sacco di gente che andava di corpo mentre Gesù veniva al mondo: mi sembra naturale u_u)

    Daniele, nonnò, la storia di mia mamma è verissima!
    In effetti, come confermava Diggiu, che mi conosce di persona, in effetti mi assomiglia un po'. Se dovessero fare una statuina del presepio ispirata a me, probabilmente sarebbe molto simile. L'unica differenza di rilievo è che la statuina ha la frangetta e io no: per il resto, in effetti c'è una certa, relativa, somiglianza 🙂

    Marta, ma che bello: sarei davvero contentissima, se la rilanciassi ai tuoi ragazzi! 😀
    Beh, magari adesso è effettivamente troppo tardi, ma te la puoi tenere buona per l'anno prossimo… così sei già a posto… 😉

    Diego, beh, nei presepi, in genere, c'è sempre il mercato… quindi, perché no? Senz'altro, c'è anche un garzone di bottega!
    Manderò la mia statuina a fare compere nel tuo negozio, allora 😉

    Chiara, non so se ridere di più per la papera cugliuta o per l'angelo a cui hanno mollato tutte le pecorelle, guarda 😀
    Beh, però in effetti è vero! Mica saranno andati ad ammassarsi davanti alla grotta trascinandosi dietro tutto il gregge… occielo, tu dici che le hanno seriamente sblognate all'angelo? Povero!! 😛
    Comunque… sono molto molto ammirata: conoscendomi, io credo che al tuo posto mi sarei rigirata nel letto cercando di riaddormentarmi, invece di andare a vedere cosa stava succedendo, sai?

    Fra qualche giorno vi racconto la storiella della mia statuetta: comunque vi preannuncio che davvero voglio radunare tutti i nostri personaggi in un unico presepe virtuale, a questo punto!
    😀

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  14. Lucyette

    Ma certo, potete farlo anche con statuine che non ci sono nel vostro presepe, ci mancherebbe!
    Potete anche non mettere la foto, eh, se è sol per quello 😉

    Flalia, ma che bellissima statuina ti sei scelta!

    Marinz, grazie mille per esserti… unito al nostro presepe virtuale! 😀

    Astrid, che bello! Sai che non ho mai visto un gatto nei presepi, ora che ci penso? Beh,che assurdità: ci saranno pure stati, dei gatti, a Bethlemme!

    Cappellaio Matto: una statuina che manca al tuo presepe? Ce n'è davvero qualcuna che ti manca? A parte il caganer, intendo?
    (Ti prego, non dirmi che ti identifichi col caganer! :-D)
    (Che poi… vabbeh, scusa: ovviamente ci sarà stata un sacco di gente che andava di corpo mentre Gesù veniva al mondo: mi sembra naturale u_u)

    Daniele, nonnò, la storia di mia mamma è verissima!
    In effetti, come confermava Diggiu, che mi conosce di persona, in effetti mi assomiglia un po'. Se dovessero fare una statuina del presepio ispirata a me, probabilmente sarebbe molto simile. L'unica differenza di rilievo è che la statuina ha la frangetta e io no: per il resto, in effetti c'è una certa, relativa, somiglianza 🙂

    Marta, ma che bello: sarei davvero contentissima, se la rilanciassi ai tuoi ragazzi! 😀
    Beh, magari adesso è effettivamente troppo tardi, ma te la puoi tenere buona per l'anno prossimo… così sei già a posto… 😉

    Diego, beh, nei presepi, in genere, c'è sempre il mercato… quindi, perché no? Senz'altro, c'è anche un garzone di bottega!
    Manderò la mia statuina a fare compere nel tuo negozio, allora 😉

    Chiara, non so se ridere di più per la papera cugliuta o per l'angelo a cui hanno mollato tutte le pecorelle, guarda 😀
    Beh, però in effetti è vero! Mica saranno andati ad ammassarsi davanti alla grotta trascinandosi dietro tutto il gregge… occielo, tu dici che le hanno seriamente sblognate all'angelo? Povero!! 😛
    Comunque… sono molto molto ammirata: conoscendomi, io credo che al tuo posto mi sarei rigirata nel letto cercando di riaddormentarmi, invece di andare a vedere cosa stava succedendo, sai?

    Fra qualche giorno vi racconto la storiella della mia statuetta: comunque vi preannuncio che davvero voglio radunare tutti i nostri personaggi in un unico presepe virtuale, a questo punto!
    😀

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  15. Lucyette

    Splinder, ogni tanto, fa come gli pare… si vede che si è già messo in ferie anticipate, visto il Natale imminente… 😛

    Il post di diggiu, per chi vuole, è questo qua. Grazie mille, adesso vado a leggerlo! :-DD
    Dopodomani posto anche il mio, è già pronto 😉

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  16. Lucyette

    Ecco qua anche la storia della mia statuetta.
    Comunque sono più o meno dello stesso partito di Diego: anche io una donna qualunque che sta passando di lì per caso, che subito dopo torna a farsi le sue faccende, e che, sotto sotto, non ha nessuna voglia di essere coinvolta.
    Ma in fin dei conti, a Bethlemme, ci sarà stato un bel po' di caos anche nei giorni successivi, no? 😉 Magari dipende solo dal fatto che non avevo incontrato nessun angelo per strada: ho solo bisogno di incrociare qualcuno, l'indomani mattina, che mi racconti tutto il caos che è successo quella notte… e magari, pure mi do una mossa 😛

    Spero

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  17. Lucyette

    Ecco qua anche la storia della mia statuetta.
    Comunque sono più o meno dello stesso partito di Diego: anche io una donna qualunque che sta passando di lì per caso, che subito dopo torna a farsi le sue faccende, e che, sotto sotto, non ha nessuna voglia di essere coinvolta.
    Ma in fin dei conti, a Bethlemme, ci sarà stato un bel po' di caos anche nei giorni successivi, no? 😉 Magari dipende solo dal fatto che non avevo incontrato nessun angelo per strada: ho solo bisogno di incrociare qualcuno, l'indomani mattina, che mi racconti tutto il caos che è successo quella notte… e magari, pure mi do una mossa 😛

    Spero

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  18. utente anonimo

    Esiste una statuetta scrivana? Perché, come in un famoso film di Totò, immagino che talvolta ci fosse bisogno di qualcuno che scrivesse missive per conto altrui, all'epoca. Ecco: mi propongo come statuina scrivana. Mi bastano un tavolino, una panchetta, pergamena e inchiostro. E, per favore: niente maschilismi, solo perché son donna.
    Ma il Benino resta la mia figurina preferita: lo adoro!
    BUON NATALE!

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  19. utente anonimo

    Esiste una statuetta scrivana? Perché, come in un famoso film di Totò, immagino che talvolta ci fosse bisogno di qualcuno che scrivesse missive per conto altrui, all'epoca. Ecco: mi propongo come statuina scrivana. Mi bastano un tavolino, una panchetta, pergamena e inchiostro. E, per favore: niente maschilismi, solo perché son donna.
    Ma il Benino resta la mia figurina preferita: lo adoro!
    BUON NATALE!

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  20. Lucyette

    LOL… in effetti stavo per risponderti "Buon Natale a te, ma chi sei?" :-DD
    Occielo… secondo me le altre statuette ti guarderanno strano, a vedere una scrivana donna a Bethlemme nello 0 d.C… ma perché no?!
    Poi all'epoca avevi anche un sacco da fare: c'era da registrare tutti i nomi della gente accorsa per il censimento…
    Vado subito a preparare un angolino per il tuo tavolino e la tua seggiola da scrivana 😉
    BUON NATALE!!

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  21. Lucyette

    LOL… in effetti stavo per risponderti "Buon Natale a te, ma chi sei?" :-DD
    Occielo… secondo me le altre statuette ti guarderanno strano, a vedere una scrivana donna a Bethlemme nello 0 d.C… ma perché no?!
    Poi all'epoca avevi anche un sacco da fare: c'era da registrare tutti i nomi della gente accorsa per il censimento…
    Vado subito a preparare un angolino per il tuo tavolino e la tua seggiola da scrivana 😉
    BUON NATALE!!

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  22. utente anonimo

    Grazie! Grazie! Che bello, son contenta! E' vero che c'era il censimento, ma per i romani non vorrei lavorare, se da umile scrivana posso permettermi di avanzare richieste. Preferirei scrivere per la gente del popolo. E se mi ripagano in polli e pane, va benissimo. Miseria, mi ci sto identificando troppo in questo giochino…
    Ri Buon Natale!
    Ester

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  23. utente anonimo

    Grazie! Grazie! Che bello, son contenta! E' vero che c'era il censimento, ma per i romani non vorrei lavorare, se da umile scrivana posso permettermi di avanzare richieste. Preferirei scrivere per la gente del popolo. E se mi ripagano in polli e pane, va benissimo. Miseria, mi ci sto identificando troppo in questo giochino…
    Ri Buon Natale!
    Ester

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  24. Lucyette

    Ahahahahaha! D'accordo, allora niente Romani… era solo per te, eh: magari ti pagavano meglio 😛

    Beh, ma se ti identifichi così tanto, descrivi il tuo alter-ego presepistico in un post di due righe, se hai voglia… così poi lo linko assieme a tutti gli altri! 😀

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  25. utente anonimo

    Allora… Naturalmente sono seduta a un tavolino spartano e sono concentrata a scrivere. Ho le mani sporche di inchiostro ed è un po' macchiato anche il mantello con cappuccio che mi ricopre per proteggermi dal freddo (facciamolo color senape, il mantello, e le vesti di stoffa grezza marroncina) . Lavorando per il popolo e non con i romani (lo stipendio romano non mi interessa, no no!) è meglio che mantenga un basso profilo, perciò me ne sto un po' indietro, lontana dalla strada, magari sotto una roccia che mi ripari un poco dal gelo. Sul mio tavolino accanto alle pergamene c'è una gattina tigrata che dorme acciambellata su se stessa. Mi piacerebbe essere amica di infanzia del Benino. Posso?

    Un forte abbraccio natalizio!

    Ester

    "Mi piace"

  26. utente anonimo

    Allora… Naturalmente sono seduta a un tavolino spartano e sono concentrata a scrivere. Ho le mani sporche di inchiostro ed è un po' macchiato anche il mantello con cappuccio che mi ricopre per proteggermi dal freddo (facciamolo color senape, il mantello, e le vesti di stoffa grezza marroncina) . Lavorando per il popolo e non con i romani (lo stipendio romano non mi interessa, no no!) è meglio che mantenga un basso profilo, perciò me ne sto un po' indietro, lontana dalla strada, magari sotto una roccia che mi ripari un poco dal gelo. Sul mio tavolino accanto alle pergamene c'è una gattina tigrata che dorme acciambellata su se stessa. Mi piacerebbe essere amica di infanzia del Benino. Posso?

    Un forte abbraccio natalizio!

    Ester

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  27. Lucyette

    Puoi fare tutto quello che vuoi, dopo una descrizione così bella! 😀
    Grazie mille!!

    Vado subito a cercare un posticino per il tuo banchetto 😉
    Grazie, e ancora tanti tanti auguri di buon Natale!

    "Mi piace"

  28. Lucyette

    Puoi fare tutto quello che vuoi, dopo una descrizione così bella! 😀
    Grazie mille!!

    Vado subito a cercare un posticino per il tuo banchetto 😉
    Grazie, e ancora tanti tanti auguri di buon Natale!

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  29. utente anonimo

    eccomi! questa è la storia che la mia mente malata è riuscita a concepire… 

    “Ci mancava solo il censimento, non c’è abbastanza caos tra qui e Gerusalemme!”. Pensava così Amos, mentre sedeva in penombra per non farsi vedere, e senza sbottare, ma solo per non farsi nemmeno sentire. Avrebbe voluto essere a mille miglia di distanza, con un altra vita, altre persone, altra fortuna.
    Gestiva in comproprietà una bottega, ma la sua quota era minoritaria, ed aveva funzione più di garzone che di socio. A lui spettavano i compiti più ingrati di andare dai clienti più difficili, mentre il socio anziano e quello giovane si erano ritagliati ambiti migliori della gestione.
    Tra i compiti ingrati c’era quello di servire il sacerdote del Tempio, Levi. Perché un sacerdote doveva chiamarsi per forza Levi? Che fantasia! Lui invece era Amos, e avrebbe voluto davvero pensare solo a quattro pecore da pascolare come il profeta, invece un mezzo gregge lo avrebbe dovuto portare dalla stalla di Tobia al tempio per i sacrifici, e ogni volta sorbirsi i commenti a distanza dei due. A fasi alterne uno lo imbroglia sul prezzo, e l’altro sulla qualità, e sono convinti di essere loro i furbi, mentre uno per l’altro è sempre un fesso.
    Amos era d’accordo con entrambi. Due fessi.
    “Il vecchio dovrebbe preparare gli animali, vado a vederli prima di portarli in città” dice alzandosi e andandosene senza aspettare realmente una risposta.
    “Shalom Tobia, sono venuto a vedere…”
    “Shalom a te Amos, ho già radunato quello che serve, anzi, anche qualche pecorella in più, prevedo che Levi ne avrà bisogno per la grande richiesta”.
    “Non c’è che dire, il censimento ha portato anche altro mercato, e i sacrifici hanno avuto un incremento notevole” dice tanto per fare due parole al vecchio Tobia. “Ma non è da te fare favori al sacerdote”.
    “In effetti non lo faccio certo per lui, è che in qualche modo ho dovuto prestare la stalla, e ho creato un posto togliendola agli agnelli più piccoli e belli. Ma mi rifaccio sul vecchio prete aumentando il prezzo stavolta”
    “Che c’è? grandi lavori di ampliamento?” dice con celato sarcasmo.
    “No, solo un’altra vittima del censimento, una giovane coppia sprovveduta di appoggi in paese è giunta poche ore fa, la donna aspetta il bambino, ed ormai ci sono. Mia figlia ha allertato alcune donne, e qualcuno si mosso, dai un’occhiata se ti va, è un agnellino piccolo piccolo, ma non è ancora pronto per il tempio, non è roba per te, ma ormai sei di famiglia in questa gabbia di matti”
    È già tardi, e l’indomani dovrà tornare a prendere le pecore, ma Amos decide che può fare il giro della casa e andare alla stalla. Non gli toglierà il sonno.
    Alcuni pastori si affacciano alla porta, “Certo, un agnellino non può che aver dei pastori per compagnia, chissà se diventerà pastore a sua volta? Oppure agnello?”, con questi pensieri spia prima dalla finestra, i vetri sono sporchi, la luce all’interno fioca, ma la scena è chiara: una donna sembra mostrare a quell’improbabile pubblico un fagottino che si agita placido. “Devo entrare, devo vedere chi è stato capace di alleggerire Tobia della sua stalla, e Levi dei suoi soldi”. Superando la sensazione strana di passare tra i pastori nomadi e i loro cani, Amos si porta all’interno. Non c’è molto posto, un bue e un asino, inservibili per i sacrifici occupano un angolo, quello più tiepido. Il padre del bambino nell’affanno è sudato come se avesse partorito lui, ma sorride, come sorride la sua giovane signora e nuova mamma seguendo il suo sguardo che si posa su Amos. Vorrebbe quasi nascondersi, lui, il garzone, non ha portato niente, non un pezzo di pane, non un bicchiere d’acqua… “Posso… fare qualcosa?” mormora mentre i pastori farneticano di angeli che li hanno invitati a quella strana celebrazione, lui gli angeli non li ha mai visti nemmeno al tempio, non sa come e cosa siano, ma tant’è, quello che vede deve somigliargli molto…
    Se ne va Amos. Guarda un po’ indietro e un po’ per terra. Non si accorge di una stella che gli illumina la strada, di solito lui, la sera, non esce…
    “Ci mancava solo il censimento, non c’è abbastanza caos tra qui e Gerusalemme!”. Pensava così Amos, mentre sedeva in penombra per non farsi vedere, e senza sbottare, ma solo per non farsi nemmeno sentire. Avrebbe voluto essere a mille miglia di distanza, con un altra vita, altre persone, altra fortuna.
    Gestiva in comproprietà una bottega, ma la sua quota era minoritaria, ed aveva funzione più di garzone che di socio. A lui spettavano i compiti più ingrati di andare dai clienti più difficili, mentre il socio anziano e quello giovane si erano ritagliati ambiti migliori della gestione.
    Tra i compiti ingrati c’era quello di servire il sacerdote del Tempio, Levi. Perché un sacerdote doveva chiamarsi per forza Levi? Che fantasia! Lui invece era Amos, e avrebbe voluto davvero pensare solo a quattro pecore da pascolare come il profeta, invece un mezzo gregge lo avrebbe dovuto portare dalla stalla di Tobia al tempio per i sacrifici, e ogni volta sorbirsi i commenti a distanza dei due. A fasi alterne uno lo imbroglia sul prezzo, e l’altro sulla qualità, e sono convinti di essere loro i furbi, mentre uno per l’altro è sempre un fesso.
    Amos era d’accordo con entrambi. Due fessi.
    “Il vecchio dovrebbe preparare gli animali, vado a vederli prima di portarli in città” dice alzandosi e andandosene senza aspettare realmente una risposta.
    “Shalom Tobia, sono venuto a vedere…”
    “Shalom a te Amos, ho già radunato quello che serve, anzi, anche qualche pecorella in più, prevedo che Levi ne avrà bisogno per la grande richiesta”.
    “Non c’è che dire, il censimento ha portato anche altro mercato, e i sacrifici hanno avuto un incremento notevole” dice tanto per fare due parole al vecchio Tobia. “Ma non è da te fare favori al sacerdote”.
    “In effetti non lo faccio certo per lui, è che in qualche modo ho dovuto prestare la stalla, e ho creato un posto togliendola agli agnelli più piccoli e belli. Ma mi rifaccio sul vecchio prete aumentando il prezzo stavolta”
    “Che c’è? grandi lavori di ampliamento?” dice con celato sarcasmo.
    “No, solo un’altra vittima del censimento, una giovane coppia sprovveduta di appoggi in paese è giunta poche ore fa, la donna aspetta il bambino, ed ormai ci sono. Mia figlia ha allertato alcune donne, e qualcuno si mosso, dai un’occhiata se ti va, è un agnellino piccolo piccolo, ma non è ancora pronto per il tempio, non è roba per te, ma ormai sei di famiglia in questa gabbia di matti”
    È già tardi, e l’indomani dovrà tornare a prendere le pecore, ma Amos decide che può fare il giro della casa e andare alla stalla. Non gli toglierà il sonno.
    Alcuni pastori si affacciano alla porta, “Certo, un agnellino non può che aver dei pastori per compagnia, chissà se diventerà pastore a sua volta? Oppure agnello?”, con questi pensieri spia prima dalla finestra, i vetri sono sporchi, la luce all’interno fioca, ma la scena è chiara: una donna sembra mostrare a quell’improbabile pubblico un fagottino che si agita placido. “Devo entrare, devo vedere chi è stato capace di alleggerire Tobia della sua stalla, e Levi dei suoi soldi”. Superando la sensazione strana di passare tra i pastori nomadi e i loro cani, Amos si porta all’interno. Non c’è molto posto, un bue e un asino, inservibili per i sacrifici occupano un angolo, quello più tiepido. Il padre del bambino nell’affanno è sudato come se avesse partorito lui, ma sorride, come sorride la sua giovane signora e nuova mamma seguendo il suo sguardo che si posa su Amos. Vorrebbe quasi nascondersi, lui, il garzone, non ha portato niente, non un pezzo di pane, non un bicchiere d’acqua… “Posso… fare qualcosa?” mormora mentre i pastori farneticano di angeli che li hanno invitati a quella strana celebrazione, lui gli angeli non li ha mai visti nemmeno al tempio, non sa come e cosa siano, ma tant’è, quello che vede deve somigliargli molto…
    Se ne va Amos. Guarda un po’ indietro e un po’ per terra. Non si accorge di una stella che gli illumina la strada, di solito lui, la sera, non esce…“Ci mancava solo il censimento, non c’è abbastanza caos tra qui e Gerusalemme!”. Pensava così Amos, mentre sedeva in penombra per non farsi vedere, e senza sbottare, ma solo per non farsi nemmeno sentire. Avrebbe voluto essere a mille miglia di distanza, con un altra vita, altre persone, altra fortuna.
    Gestiva in comproprietà una bottega, ma la sua quota era minoritaria, ed aveva funzione più di garzone che di socio. A lui spettavano i compiti più ingrati di andare dai clienti più difficili, mentre il socio anziano e quello giovane si erano ritagliati ambiti migliori della gestione.

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  30. Lucyette

    Lo ricopio qua in questo commento, per favorire la lettura! Questa è la storia di Diego… e grazie mille!!!

    __________________________________________

    “Ci mancava solo il censimento, non c’è abbastanza caos tra qui e Gerusalemme!”. Pensava così Amos, mentre sedeva in penombra per non farsi vedere, e senza sbottare, ma solo per non farsi nemmeno sentire. Avrebbe voluto essere a mille miglia di distanza, con un altra vita, altre persone, altra fortuna.
    Gestiva in comproprietà una bottega, ma la sua quota era minoritaria, ed aveva funzione più di garzone che di socio. A lui spettavano i compiti più ingrati di andare dai clienti più difficili, mentre il socio anziano e quello giovane si erano ritagliati ambiti migliori della gestione.
    Tra i compiti ingrati c’era quello di servire il sacerdote del Tempio, Levi. Perché un sacerdote doveva chiamarsi per forza Levi? Che fantasia! Lui invece era Amos, e avrebbe voluto davvero pensare solo a quattro pecore da pascolare come il profeta, invece un mezzo gregge lo avrebbe dovuto portare dalla stalla di Tobia al tempio per i sacrifici, e ogni volta sorbirsi i commenti a distanza dei due. A fasi alterne uno lo imbroglia sul prezzo, e l’altro sulla qualità, e sono convinti di essere loro i furbi, mentre uno per l’altro è sempre un fesso.
    Amos era d’accordo con entrambi. Due fessi.
    “Il vecchio dovrebbe preparare gli animali, vado a vederli prima di portarli in città” dice alzandosi e andandosene senza aspettare realmente una risposta.
    “Shalom Tobia, sono venuto a vedere…”
    “Shalom a te Amos, ho già radunato quello che serve, anzi, anche qualche pecorella in più, prevedo che Levi ne avrà bisogno per la grande richiesta”.
    “Non c’è che dire, il censimento ha portato anche altro mercato, e i sacrifici hanno avuto un incremento notevole” dice tanto per fare due parole al vecchio Tobia. “Ma non è da te fare favori al sacerdote”.
    “In effetti non lo faccio certo per lui, è che in qualche modo ho dovuto prestare la stalla, e ho creato un posto togliendola agli agnelli più piccoli e belli. Ma mi rifaccio sul vecchio prete aumentando il prezzo stavolta”
    “Che c’è? grandi lavori di ampliamento?” dice con celato sarcasmo.
    “No, solo un’altra vittima del censimento, una giovane coppia sprovveduta di appoggi in paese è giunta poche ore fa, la donna aspetta il bambino, ed ormai ci sono. Mia figlia ha allertato alcune donne, e qualcuno si mosso, dai un’occhiata se ti va, è un agnellino piccolo piccolo, ma non è ancora pronto per il tempio, non è roba per te, ma ormai sei di famiglia in questa gabbia di matti”
    È già tardi, e l’indomani dovrà tornare a prendere le pecore, ma Amos decide che può fare il giro della casa e andare alla stalla. Non gli toglierà il sonno.
    Alcuni pastori si affacciano alla porta, “Certo, un agnellino non può che aver dei pastori per compagnia, chissà se diventerà pastore a sua volta? Oppure agnello?”, con questi pensieri spia prima dalla finestra, i vetri sono sporchi, la luce all’interno fioca, ma la scena è chiara: una donna sembra mostrare a quell’improbabile pubblico un fagottino che si agita placido. “Devo entrare, devo vedere chi è stato capace di alleggerire Tobia della sua stalla, e Levi dei suoi soldi”. Superando la sensazione strana di passare tra i pastori nomadi e i loro cani, Amos si porta all’interno. Non c’è molto posto, un bue e un asino, inservibili per i sacrifici occupano un angolo, quello più tiepido. Il padre del bambino nell’affanno è sudato come se avesse partorito lui, ma sorride, come sorride la sua giovane signora e nuova mamma seguendo il suo sguardo che si posa su Amos. Vorrebbe quasi nascondersi, lui, il garzone, non ha portato niente, non un pezzo di pane, non un bicchiere d’acqua… “Posso… fare qualcosa?” mormora mentre i pastori farneticano di angeli che li hanno invitati a quella strana celebrazione, lui gli angeli non li ha mai visti nemmeno al tempio, non sa come e cosa siano, ma tant’è, quello che vede deve somigliargli molto…
    Se ne va Amos. Guarda un po’ indietro e un po’ per terra. Non si accorge di una stella che gli illumina la strada, di solito lui, la sera, non esce…

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  31. Lucyette

    Lo ricopio qua in questo commento, per favorire la lettura! Questa è la storia di Diego… e grazie mille!!!

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    “Ci mancava solo il censimento, non c’è abbastanza caos tra qui e Gerusalemme!”. Pensava così Amos, mentre sedeva in penombra per non farsi vedere, e senza sbottare, ma solo per non farsi nemmeno sentire. Avrebbe voluto essere a mille miglia di distanza, con un altra vita, altre persone, altra fortuna.
    Gestiva in comproprietà una bottega, ma la sua quota era minoritaria, ed aveva funzione più di garzone che di socio. A lui spettavano i compiti più ingrati di andare dai clienti più difficili, mentre il socio anziano e quello giovane si erano ritagliati ambiti migliori della gestione.
    Tra i compiti ingrati c’era quello di servire il sacerdote del Tempio, Levi. Perché un sacerdote doveva chiamarsi per forza Levi? Che fantasia! Lui invece era Amos, e avrebbe voluto davvero pensare solo a quattro pecore da pascolare come il profeta, invece un mezzo gregge lo avrebbe dovuto portare dalla stalla di Tobia al tempio per i sacrifici, e ogni volta sorbirsi i commenti a distanza dei due. A fasi alterne uno lo imbroglia sul prezzo, e l’altro sulla qualità, e sono convinti di essere loro i furbi, mentre uno per l’altro è sempre un fesso.
    Amos era d’accordo con entrambi. Due fessi.
    “Il vecchio dovrebbe preparare gli animali, vado a vederli prima di portarli in città” dice alzandosi e andandosene senza aspettare realmente una risposta.
    “Shalom Tobia, sono venuto a vedere…”
    “Shalom a te Amos, ho già radunato quello che serve, anzi, anche qualche pecorella in più, prevedo che Levi ne avrà bisogno per la grande richiesta”.
    “Non c’è che dire, il censimento ha portato anche altro mercato, e i sacrifici hanno avuto un incremento notevole” dice tanto per fare due parole al vecchio Tobia. “Ma non è da te fare favori al sacerdote”.
    “In effetti non lo faccio certo per lui, è che in qualche modo ho dovuto prestare la stalla, e ho creato un posto togliendola agli agnelli più piccoli e belli. Ma mi rifaccio sul vecchio prete aumentando il prezzo stavolta”
    “Che c’è? grandi lavori di ampliamento?” dice con celato sarcasmo.
    “No, solo un’altra vittima del censimento, una giovane coppia sprovveduta di appoggi in paese è giunta poche ore fa, la donna aspetta il bambino, ed ormai ci sono. Mia figlia ha allertato alcune donne, e qualcuno si mosso, dai un’occhiata se ti va, è un agnellino piccolo piccolo, ma non è ancora pronto per il tempio, non è roba per te, ma ormai sei di famiglia in questa gabbia di matti”
    È già tardi, e l’indomani dovrà tornare a prendere le pecore, ma Amos decide che può fare il giro della casa e andare alla stalla. Non gli toglierà il sonno.
    Alcuni pastori si affacciano alla porta, “Certo, un agnellino non può che aver dei pastori per compagnia, chissà se diventerà pastore a sua volta? Oppure agnello?”, con questi pensieri spia prima dalla finestra, i vetri sono sporchi, la luce all’interno fioca, ma la scena è chiara: una donna sembra mostrare a quell’improbabile pubblico un fagottino che si agita placido. “Devo entrare, devo vedere chi è stato capace di alleggerire Tobia della sua stalla, e Levi dei suoi soldi”. Superando la sensazione strana di passare tra i pastori nomadi e i loro cani, Amos si porta all’interno. Non c’è molto posto, un bue e un asino, inservibili per i sacrifici occupano un angolo, quello più tiepido. Il padre del bambino nell’affanno è sudato come se avesse partorito lui, ma sorride, come sorride la sua giovane signora e nuova mamma seguendo il suo sguardo che si posa su Amos. Vorrebbe quasi nascondersi, lui, il garzone, non ha portato niente, non un pezzo di pane, non un bicchiere d’acqua… “Posso… fare qualcosa?” mormora mentre i pastori farneticano di angeli che li hanno invitati a quella strana celebrazione, lui gli angeli non li ha mai visti nemmeno al tempio, non sa come e cosa siano, ma tant’è, quello che vede deve somigliargli molto…
    Se ne va Amos. Guarda un po’ indietro e un po’ per terra. Non si accorge di una stella che gli illumina la strada, di solito lui, la sera, non esce…

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  32. profemate

    Non avevo letto questo post ma è da quando ho preparato il mio presepe che io penso a benino, il pastore addormentato, quello che se la dorme alla grande e non si accorge di niente. e sai cosa mi colpisce? che non importa. Perché il Salvatore è nato anche per lui.

    PS mi sto affezionando a San Giuda, quello che ha vissuto l'adolescenza con Gesù, che lo conosce da sempre, che gli sta sempre vicino ma senza rumore… e per di più gli capita anche di avere lo stesso nome del traditore! Che poi sia il santo delle cause perse, quelle più disperate, senza via d'uscita me lo fa sentire vicino… troppo famoso per le tue storie dei santi?

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  33. profemate

    Non avevo letto questo post ma è da quando ho preparato il mio presepe che io penso a benino, il pastore addormentato, quello che se la dorme alla grande e non si accorge di niente. e sai cosa mi colpisce? che non importa. Perché il Salvatore è nato anche per lui.

    PS mi sto affezionando a San Giuda, quello che ha vissuto l'adolescenza con Gesù, che lo conosce da sempre, che gli sta sempre vicino ma senza rumore… e per di più gli capita anche di avere lo stesso nome del traditore! Che poi sia il santo delle cause perse, quelle più disperate, senza via d'uscita me lo fa sentire vicino… troppo famoso per le tue storie dei santi?

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  34. Lucyette

    Beh, sei fortunatissima: manco a farlo apposta, avevo citato il dormiente in quanto amico della scrivana… basta un link al tuo commento, et voila, ci sei anche tu nel mio presepe! 😀

    LOL, grazie per il suggerimento agiografico: sono andata a curiosare sulla vita di questo Santo, e ho scoperto cose che voi umani… 😉
    Okay, ho trovato un argomento per il prossimo "Ma che sant'uomo!": grazie! 😀

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  35. Lucyette

    Beh, sei fortunatissima: manco a farlo apposta, avevo citato il dormiente in quanto amico della scrivana… basta un link al tuo commento, et voila, ci sei anche tu nel mio presepe! 😀

    LOL, grazie per il suggerimento agiografico: sono andata a curiosare sulla vita di questo Santo, e ho scoperto cose che voi umani… 😉
    Okay, ho trovato un argomento per il prossimo "Ma che sant'uomo!": grazie! 😀

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  36. Lucyette

    Ehm, avrei trovato un posticino per San Giuda il 16 febbraio, se hai pazienza
    Mi sono recentemente sentita dare della pazza scatenata, ma ho una graziosa agendina per il 2011 sul quale ho pianificato i vari post da pubblicare durante l'anno: il primo spazio libero che avrei trovato è il 16 febbraio, per l'appunto.
    Sì, ehm.
    Sono molto organizzata.
    Ho già pianificato il post per il 31 dicembre dell'anno prossimo, nonché i calendari dell'avvento per i prossimi quattro anni (benché quello del 2013 mi stia dando dei problemi).

    Perché mi guardate così?
    Io sto bene!!
    Non sono pazza: è il modo migliore per scrivere con molta calma senza mai stressarsi, partendo con anticipo!!!
    Perché quei signori col camice bianco mi stanno infilando questo golfino con le maniche legate dietro la schiena? Io mi sento in forma!!
    AIUTO!

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  37. ClaudioLXXXI

    !!!

    Allora, anche io per certi aspetti sono un maniaco dell'organizzazione, specie per quanto riguarda i fogli excel, ma questa cosa del piano quinquennale (!) è allucinante. E allora se ti viene un'idea nuova, o c'è un imprevisto, ti slitta tutto il piano? La pianificazione deve essere flessibile per lasciare spazio all'improvvisazione. E poi come si dice, "ogni giorno ha la sua pena".

    Chiudetele bene le maniche dietro la schiena!

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  38. ClaudioLXXXI

    !!!

    Allora, anche io per certi aspetti sono un maniaco dell'organizzazione, specie per quanto riguarda i fogli excel, ma questa cosa del piano quinquennale (!) è allucinante. E allora se ti viene un'idea nuova, o c'è un imprevisto, ti slitta tutto il piano? La pianificazione deve essere flessibile per lasciare spazio all'improvvisazione. E poi come si dice, "ogni giorno ha la sua pena".

    Chiudetele bene le maniche dietro la schiena!

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  39. Lucyette

    Ma certo, se mi viene una idea nuova prendo il primo post disponibile e sacrificabile (perché magari ho già programmato un "ma che sant'uomo!" nel giorno del Santo, e quindi non posso spostarlo a casaccio), e insomma prendo il primo post disponibile e sacrificabile e lo sacrifico per lasciare spazio all'improvvisazione, in maniera tale da poter riutilizzare il post sacrificato alla prima occasione di bisogno.
    Col calendario dell'Avvento di quest'anno ho fatto così un sacco di volte, e infatti i post programmati e non utilizzati sono andati a costituire il nucleo del calendario dell'Avvento 2014. Sì.

    Mi sembra logico, a voi non sembra logico?

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  40. Lucyette

    Ma certo, se mi viene una idea nuova prendo il primo post disponibile e sacrificabile (perché magari ho già programmato un "ma che sant'uomo!" nel giorno del Santo, e quindi non posso spostarlo a casaccio), e insomma prendo il primo post disponibile e sacrificabile e lo sacrifico per lasciare spazio all'improvvisazione, in maniera tale da poter riutilizzare il post sacrificato alla prima occasione di bisogno.
    Col calendario dell'Avvento di quest'anno ho fatto così un sacco di volte, e infatti i post programmati e non utilizzati sono andati a costituire il nucleo del calendario dell'Avvento 2014. Sì.

    Mi sembra logico, a voi non sembra logico?

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