Le riflessioni dell’Avvento

Qualche giorno fa, un ignoto internauta è arrivato al mio blog cercando qualcosa tipo fotografie posizione del missionario kamasutra. In tutta la mia vita, credo di non aver mai goduto tanto come in quel momento, quando ho realizzato che Google aveva spedito il pervertito sul mio blog, indirizzandolo verso una pagina in cui io parlavo effettivamente di un missionario…
… ovverosia, di San Gabriele de Lalemant, gesuita, orrendamente martirizzato nel 1649 dagli Indiani Irochesi.
Avrei pagato per vedere la faccia di quel tizio: giuro.

Fortunatamente, il mio blog viene letto anche da gente un popiù a modo. È stato vagamente commovente, tre giorni fa, scoprire che Google indirizzava al mio blog tutti quelli che digitavano la chiave di ricerca tanti auguri di buon compleanno, Gesù!”. Il mio quadernetto si è trasformato in una specie di enorme biglietto di auguri, e spero che il Festeggiato abbia gradito (anche se io non ho fatto proprio niente).

E poi…
E poi, beh, cè stato un sacco di gente che è arrivata qui per tutto il corso dellAvvento, cercando cose tipo una preghiera per ogni giorno dAvvento e cose simili.
Purtroppo non ho potuto esaudirli, all
’epoca: per ogni giorno d’Avvento, io pubblicavo una fesseria; non una preghiera.

Adesso, però, posso accontentare anche questa richiesta.
E, insomma, del resto me lavevate chiesto anche voi: a seguire, ecco a voi le riflessioni che ho postato per tutto il corso dellAvvento, di giorno in giorno, nella finestrella in altro. Cliccando sulla casellina, potete anche accedere direttamente al post del giorno.

 


 

28 novembre Come ogni evento della vita, anche la prima domenica di Avvento arriva allimprovviso, di notte, nel buio del tempo invernale, quando la terra sembra sterile e silenziosa. Per noi si spalanca la possibilità di intraprendere nuovamente un viaggio, di ritrovare la via che forse è stata smarrita, di rialzare la testa se laffanno dell’esistenza ha fiaccato lanimo. Un nuovo inizio, carico di attese e di speranze, per ritrovare la forza e riprendere la corsa: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno (seconda lettura).

Tratto da: Avvento – Natale 2010. Sussidio liturgico-pastorale, a cura dell’ULN della CEI

29 novembre Andiamo fino a Betlemme! Il viaggio è lungo, molto più lungo di quanto non lo sia stato per i pastori; è un viaggio faticoso, difficile, sembra quasi un salto nel buio. Ma questo viaggio che dobbiamo compiere all’indietro è l’unico viaggio che può farci andare avanti, sulla strada della felicità.
Mettiamoci dunque in cammino, senza paura. Il Natale di quest’anno ci farà trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa di vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico, lo stupore della vera libertà, la tenerezza della preghiera. Allora, finalmente, non solo il cielo dei nostri presepi, ma anche quello della nostra anima sarà libero di smog, privo di segni di morte, e illuminato di stelle.

(Tonino Bello)

30 novembre Silenzio. Attesa.
: non abbiamo spaventato Dio.
Nonostante le nostre guerre, le nostre urla, i nostri schiamazzi inutili, non abbiamo spaventato Dio. Nonostante gli sprechi, gli scandali e la tecnocrazia, non abbiamo spaventato Dio. Nonostante la fame, l’ignoranza, l’inadeguatezza della nostra povera umanità, non abbiamo spaventato Dio.
Silenzio. Attesa.
Ma se ne sei sicuro?
: nonostante l’uomo si sia abituato a tutto, perfino a se stesso, non abbiamo spaventato Dio. Ancora una volta si apre la notte del tempo, ancora una volta Lui non rinuncia a farsi piccolo, a spezzarsi per poterci accompagnare, di nuovo, su quei frantumati sentieri che abbiamo minato, su cui ci smarriamo; su quei sentieri che in salita, a fatica, percorriamo.
Silenzio. Attesa.

(Luca Peyron)

1° dicembre L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono… Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. E dalle sue attese l’uomo si riconosce: la nostra “statura” morale e spirituale si può misurare da ciò che attendiamo, da ciò in cui speriamo.
Ognuno di noi, dunque, specialmente in questo Tempo che ci prepara al Natale, può domandarsi: io, che cosa attendo? A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore?

(Papa Benedetto XVI)

2 dicembre Gesù vuole venire in te. Prepara il tuo cuore a riceverlo degnamente in un luogo più adorno del presepio di Betlemme, riservandogli una gradita dimora. Sforzati di purificare quanto in te è profano e terreno.
L’uomo del mondo parla volentieri della terra e non sa parlare d’altro; ma l’uomo di Dio parla del cielo, ponendosi sopra tutte le cose.
Gesù viene a te, per farti partecipe della sua natura, e per renderti creatura celeste.

(San Giovanni Battista De La Salle)

3 dicembre Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale.

Per i tuoi nemici: perdono.
Per un tuo avversario: tolleranza.
Per un amico: il tuo cuore.
Per un tuo cliente: un buon servizio.
Per tutti quanti: carità.
Per i bambini: un buon esempio.
E per te stesso: rispetto.

(Oren Arnold)

4 dicembre Vieni di notte. Ma nel nostro cuore è sempre notte: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio. Noi non sappiamo più cosa dirci: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine. Ma ognuno di noi è sempre più solo: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni Figlio della pace. Noi ignoriamo cosa sia la pace: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci. Noi siamo sempre più schiavi: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci. Noi siamo sempre più tristi: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci. Noi siamo sempre più perduti: e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami. Nessuno è in comunione col fratello se prima non è con te, Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti; né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo. Vieni, Signore. Vieni sempre, Signore!

(David Maria Turoldo)

5 dicembre È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano, nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere, per donarlo agli altri.

(Madre Teresa di Calcutta… e un grazie a Daniele, che mi ha segnalato questa riflessione!)

6 dicembre Dio ha voluto per sé una madre. Questo fatto getta una luce fortissima sulla missione della donna e della madre. La maternità fa della donna un mistero che la avvicina al mistero stesso di Dio: come Dio, così la donna è culla della vita. Dio, passando in mezzo a noi, ha sottolineato questa verità forse perché la donna è da sempre tentata di realizzarsi rinnegando se stessa, è da sempre tentata di affermarsi modificando la sua vera grandezza e la sua sublime identità. In un documento pubblicato al termine di un congresso sulla condizione della donna nel mondo, organizzato recentemente dall’ONU, è apparsa questa incredibile affermazione: “La maternità è un ostacolo per l’emancipazione della donna”. No, non può essere così! La maternità fa della donna il cuore stesso dell’umanità; e quando gli uomini non vedono più la grandezza e la bellezza della maternità, ormai sono diventati incapaci di vedere ogni altro valore, e si sono incamminati per una strada che conduce a calpestare la vita umana in tutte le sue espressioni.

(Angelo Comastri)

7 dicembre → Maria accoglie i pastori: non si curva sul Figlio per trattenerlo per sé; Maria è consapevole che quel Figlio non le appartiene: è destinato agli altri, al mondo, a tutti. E Maria fa completamente sua la scelta di Dio: senza indugio, senza resistenza.
Maria vive per gli altri!
L’esistenza di Maria è donare agli altri!
Perché Maria è davvero vicina al Signore, e Dio – noi lo sappiamo – è Amore; cioè dono di Sé.

(Angelo Comastri)

8 dicembre → Davanti a Dio, il peccato dev’essere una cosa ben disgustosa e triste, se gli è stato insopportabile qualsiasi contatto – anche minimo, anche istantaneo – della Madre del suo Figlio con questa fiumana di sudiciume spirituale che, dagli albori della storia, inonda e funesta il genere umano.
Dio – notatelo bene! – non ha preservato Maria dalla povertà di Nazaret né dal disagio di Betlemme; non l’ha preservata dalla fatica, dall’umiliazione, dalla sofferenza; però l’ha preservata dal peccato!
Perché?
Perché agli occhi di Dio non c’è miseria più grande di questa, non c’è sventura paragonabile a questa.

(Angelo Comastri)

9 dicembre → Poiché Maria non è stata sfiorata da nessuna ombra di peccato, Maria è la creatura più libera che sia mai apparsa sulla faccia della terra. Dio, infatti, dà libertà: quando si è uniti a Dio, si capisce il vero valore delle cose e il vero valore delle persone e si è immunizzati dalla tentazione di prostrarsi davanti agli idoli effimeri e vuoti.
Molti oggi sono schiavi delle mode più assurde, della pubblicità più ignobile, degli oroscopi più irrazionali, dei maghi più ingannevoli e degli idoli dello sport e dello spettacolo, che spesso vengono chiamati stars, cioè stelle… offendendo le stelle! E questo vuoto spirituale, questo vuoto di Dio, spinge gli uomini di oggi verso l’autodistruzione della droga e verso il sesso svuotato di ogni briciola d’amore, e quindi ridotto a volgare schiavitù di istinti non più umani. Questa è un’epoca di schiavitù!
Maria Immacolata, tu sei un capolavoro di libertà! Maria Immacolata, aiutaci a ritrovare la nostra libertà.

(Angelo Comastri)

10 dicembre → Osserviamo l’angelo che si manifesta a Maria e le dice: “gioisci, perché tu sei piena di grazia”, cioè sei piena di vera bellezza!
In che cosa consiste la bellezza di Maria? Consiste nel candore della sua anima, nella purezza dei suoi sentimenti, nel suo cuore libero da ogni egoismo… e pertanto capace di amare veramente. Questa è la vera bellezza! A questo punto dobbiamo smantellare un inganno oggi diffusissimo, che è questo: la purezza viene spesso derisa e letteralmente combattuta, perché è ritenuta un impedimento all’amore. Non è vero: questa è una terribile menzogna! È la purezza che ci rende capaci di amare! Perché ci rende capaci di donarci agli altri. Oggi c’è crisi d’amore perché c’è crisi di purezza.
Vergine immacolata, donna dal cuore puro, madre del vero Amore: prega per noi, aiutaci a ritrovare la purezza, per ritrovare l’amore di cui il mondo ha drammaticamente bisogno.

(Angelo Comastri)

11 dicembre → Gli ebrei aspettavano Cristo proprio in quegli anni. Ed è constatazione già sorprendente. Ma sorprende ancor più scoprire che proprio in quel tempo anche gli altri popoli erano in attesa. Abbiamo testimonianze indiscutibili e precise su questa aspettativa universale di «Qualcuno» che doveva venire dalla Giudea.
Tacito, Historiae: I più erano persuasi trovarsi nelle antiche scritture dei sacerdoti che, verso questo tempo, l’Oriente sarebbe salito in potenza. E che dalla Giudea sarebbero venuti i dominatori del mondo.
Svetonio, Vita di Vespasiano:
Cresceva per tutto l’Oriente l’antica e costante opinione che fosse scritto nel destino del mondo che dalla Giudea sarebbero venuti, in quel tempo, i dominatori del mondo.
È da precisare che né Tacito né Svetonio ebbero coscienza di ciò che avrebbe rappresentato per la storia la predicazione cristiana. Il trionfo del «Re venuto dalla Giudea» era ancora di là da venire. Non riportarono dunque quelle voci di attesa constatando un fatto già evidente.

(Vittorio Messori)

12 dicembre → Cè dunque come il polarizzarsi dell’attenzione, il vertice di unattesa, improbabile per le consuete categorie storiche, proprio attorno agli anni in cui Gesù appare.
Il popolo d’Israele considera la fine dell’indipendenza politica e medita su Giacobbe che afferma che il Cristo tanto atteso verrà poco prima che “lo scettro sia tolto da Giuda”. Gli esseni lanciano dal deserto il loro appello a raggiungerli, per attendere nella penitenza e nella preghiera Colui che deve venire. Nelle pianure della Mesopotamia, astronomia e astrologia si uniscono per stabilire che un Messia verrà dalla Giudea a dominare il mondo. Nei quartieri popolari dell’Impero Romano c’è fermento: anche tra i pagani l’attesa è viva. Lo scorrere delle vicende umane ha come un attimo di sospensione e pare raccogliersi nella trepidazione dell’attesa. Mentre brilla sulla Palestina la stella, Augusto dà al mondo uno dei pochissimi periodi di pace della storia. Le porte del tempio di Giano, patrono degli eserciti, sono chiuse: è la «pax romana».

(Vittorio Messori)

13 dicembre → Il Vangelo rileva in San Giuseppe la sottomissione riverente alla volontà di Dio. Per obbedienza, rimane accanto a Maria, reagendo con fede al dubbio angoscioso suscitato dalla sua incipiente maternità. Per obbedienza, sopporta il disagio della fuga in Egitto e del ritorno da quella terra quando Dio glielo ordina. San Giuseppe ricerca nella vita la volontà di Dio, più che la propria volontà: per questo, il Vangelo lo chiama “uomo giusto” (Mt. 1, 19). Anche tu devi essere “giusto”, imitando San Giuseppe.

(San Giovanni Battista De La Salle)

14 dicembre → Per il clima che lo contraddistingue, il Natale è una festa universale. Anche chi non si professa credente, infatti, può percepire in questa annuale ricorrenza cristiana qualcosa di straordinario e di trascendente, qualcosa di intimo che parla al cuore. È la festa che canta il dono della vita.
Sotto la spinta di un consumismo edonista, purtroppo, il Natale rischia di perdere il suo significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni! In verità, però, le difficoltà, le incertezze e la stessa crisi economica che in questi mesi stanno vivendo tantissime famiglie, e che tocca l’intera l’umanità, possono essere uno stimolo a riscoprire il calore della semplicità, dell’amicizia e della solidarietà, valori tipici del Natale. Spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche, il Natale può diventare così un’occasione per accogliere, come regalo personale, il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo

(Papa Benedetto XVI)

15 dicembre → Quando giunge il tempo natalizio mi piace contemplare le immagini di Gesù Bambino. Quelle figure che rappresentano il Signore nel suo annientamento mi ricordano che Dio ci chiama, che lOnnipotente ha voluto presentarsi a noi indifeso e come bisognoso degli uomini. Dalla culla di Betlemme Gesù dice a me e a te che ha bisogno di noi; ci sollecita a una vita cristiana senza compromessi: a una vita di donazione, di lavoro, di gioia.

(San Josemaria Escrivá)

16 dicembre → Fu un istante meraviglioso, quello in cui Maria conversò con Gabriele. L’umile figlia della povertà e l’angelo si intrattennero in un colloquio mirabile. La Vergine pura e l’angelo luminoso tennero un dialogo che riportò pace tra il cielo e la terra. Una fra tutte le donne di quaggiù concluse col principe delle schiere angeliche un accordo sulla riconciliazione di tutto il mondo. La grande causa originatasi sotto l’albero giunse a conclusione e fu completamente risolta, tanto che ne sorse la pace. Invece del serpente, ora Gabriele parlò per primo; e invece di Eva, gli prestò ascolto Maria. Al posto del menzognero, che con il suo inganno aveva recato la morte, si presentò il veritiero, per portare, col suo annunzio, la vita.

(Giacomo di Batna)

17 dicembre → Vi capita mai, cari Fratelli, di accogliere Gesù nel vostro cuore, che, forse, è peggio ancora di una stalla, sporco e corrotto perché ingombro dalle altre creature che gli preferite?
Se considerate Gesù come il vostro Salvatore e Redentore, perché non lo accogliete con lonore dovuto? Non sarebbe più bello che, dopo averlo accolto, rimaneste a fargli compagnia, considerandolo come Dio, adorando la sua santa presenza, e anche come uomo, meditando sulle sue sofferenze e sulla sua Passione?

(San Giovanni Battista De La Salle)

18 dicembre → Come appaiono incapaci di intaccare il cinismo dell’uomo d’oggi, tanti auguri e sermoni natalizi. Il ricordo di quel bambino in fasce in una mangiatoia sembra permanere solo come un astratto «simbolo» dei valori universali di pace e fratellanza. Sembra impossibile perfino immaginare che quella Presenza misteriosa eppure così umana possa rendersi incontrabile dagli uomini d’oggi provocando il medesimo impatto umano di allora: lo stesso stupore dei pastori, lo stesso muoversi e mettersi in cammino, la stessa intelligente adorazione dei re magi. Realmente, dico; non come in una fiaba troppo bella per essere vera.

(Da: Il Sabato)

19 dicembre → “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria”.
Popolo di Dio! Non temere di prendere, insieme con Giuseppe di Nazaret, Maria. Non temere di prendere Gesù Cristo, il suo Figlio, in tutta la tua vita.
Non temere di prenderlo, in una fede simile alla fede di Giuseppe.
Non temere di prenderlo sotto i tetti delle tue casi – così come Giuseppe ha accolto Gesù sotto il tetto della casa nazaretana.
Non temere di prendere Cristo nel tuo lavoro quotidiano.
Non temere di prenderlo nel tuo “mondo”.
Allora questo “mondo” sarà veramente “umano”.
Infatti, soltanto il Dio-Uomo può fare il nostro “mondo umano” pienamente “umano”.

(Papa Giovanni Paolo II)

20 dicembre → La Sacra Scrittura parla poco di Giuseppe, falegname di Nazaret. Non registra neanche una parola che abbia pronunciato. E tuttavia, anche senza parole, egli dimostra la profondità della sua fede, non perché pronuncia parole proprie ma soprattutto perché ascolta le parole del Dio vivente.
Ascolta in silenzio. E il suo cuore persevera incessantemente nella prontezza ad accettare la Verità racchiusa nella parola del Dio vivente. Per accoglierla, e compierla con amore.
E noi, sappiamo ascoltare la Parola di Dio? Sappiamo assorbirla con la profondità del nostro “io” umano? Apriamo dinanzi a questo verbo la nostra coscienza?
Oppure – al contrario – ci fermiamo solo alla superficie? Non le dischiudiamo un più profondo accesso all’anima?

(Papa Giovanni Paolo II)

21 dicembre → Quando un bambino si perde, va a finire dove non è di casa.
Sì, a Natale Dio si è perduto – non solo come un bambino, ma da bambino – là dove non era di casa. Non è rimasto nella chiusa beatitudine del suo cielo o dentro lo spazio della nostra devozione, ma si è perduto per i piccoli e i poveri, per coloro che sono malati e in lutto, per i peccatori, per coloro che noi riteniamo lontani da Dio, di cui pensiamo che non abbiano niente a che fare con lui.
Dio si è perduto come un bambino, solo che non si è trattato di un errore, ma dell’azione più divina che Dio potesse fare.

(Klaus Hemmerle)

22 dicembre → Chi avrebbe osato negare l’ospitalità nella propria casa, a Betlemme, se avesse riconosciuto in Maria la Madre del Salvatore? Ma nessuno si preoccupò di darle ospitalità, considerandone l’umile condizione.
Da quanto tempo Gesù e Maria bussano alla porta del tuo cuore? Perché non li hai ancora accolti?

(San Giovanni Battista De La Salle)

23 dicembre → In Beth-lehem Giuseppe avrà avuto senza dubbio conoscenti o anche parenti a cui domandare ospitalità; sia pure che il villaggio era gremito, ma un angoletto per due persone così semplici e dimesse si poteva sempre trovare. Ma naturalmente, in circostanze di quel genere, diventavano simili a caravanserragli anche le case private, che consistevano di solito in un unico stanzone a pianterreno: tutto vi era in comune, tutto si faceva in pubblico, non cera riserbo o segretezza di sorta.
La stalla su cui misero gli occhi i due coniugi sarà stata forse occupata parzialmente da bestie, sarà stata tetra e sudicia di letame, ma era alquanto discosta dal villaggio e quindi solitaria e tranquilla; ciò bastava alla futura madre. In conclusione, povertà e purità furono le cause storiche per cui Gesù nacque in una grotta da bestie: la povertà del suo padre legale, che non aveva denaro per affittarsi fra tanti concorrenti una stanza appartata; la purità della sua madre naturale, che volle circondare il suo parto di riverente riserbo.

(Giuseppe Ricciotti)

24 dicembre → Viviamo le ultime ore che ci separano dal Natale preparandoci spiritualmente ad accogliere il Bambino Gesù. Nel cuore della notte Egli verrà per noi. È suo desiderio però anche venire in noi, ad abitare cioè nel cuore di ognuno di noi. Perché ciò avvenga, è indispensabile che siamo disponibili e ci apprestiamo a riceverlo, pronti a fargli spazio dentro di noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre città.
Che la sua nascita non ci colga impegnati a festeggiare il Natale, dimenticando che il protagonista della festa è proprio Lui!

(Papa Benedetto XVI)

 

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