Stylish Blogger Award / 2

Bene: a questo punto, essendo diventata una stylish blogger, mi sento autorizzata ad accettare il premio di cui sopra (ehm. Vista l’impaginazione dei post, è sotto, in verità). Mi piacerebbe dire che le regole sono chiare, ma non è affatto vero: la versione di Chiara mi dice di raccontare sette cose di me; la versione ufficiale mi imponeva di nominare sette accessori trendy di cui non posso fare a meno.
Facciamo una via di mezzo?
Vi racconto sette cose di me che non sapevate, circa il mio rapporto con la moda?
Io ve le racconto: vedete voi se leggerle.

Scommetto che non lo sapevate / 1. Oh: se vi incuriosisce la moda cattolica, non dovete necessariamente andare oltreoceano, per ammirarla.
In Italia (ha svariate sedi, su tutta la penisola) esiste uno splendido movimento giovanile che si chiama Turris Eburnea, e che rivolge le sue iniziative soprattutto alle ragazze. Femmine.
Alla Turris Eburnea si parla di molte cose (amore, matrimonio, castità, famiglia, eccetera), ma si parla anche di… moda. Sissì, proprio di moda: la Turris Eburnea organizza sfilate di moda (con tanto di modelle, manichino, abiti lunghi, e così via), per usare la moda come mezzo di apostolato. Il messaggio, (sinteticamente), è: non c’è bisogno di scollature vertiginose e di mosse da Velina, per essere belle e affascinanti. (E, sottointeso: non c’è bisogno di omologarsi a tutti i costi, per essere felici).
Se la cosa vi incuriosisce (e spero che lo faccia, perché l’idea è splendida), vi rimando a questo articolo.

Ad ogni modo: la Turris Eburnea è stata fondata a Torino, a metà del Novecento.
Una quindicina di anni dopo, mia mamma e mio papà si sono conosciuti… e si sono innamorati.
A Torino, d’inverno, fa un freddo cane: quando hai un appuntamento con la tua ragazza e fuori ci sono meno dieci gradi, senti proprio l’esigenza di trovare attività piacevole da fare in luogo chiuso.
Mia mamma e mio papà trovavano molto piacevole (così pare) andare a vedere le sfilate di moda della Turris Eburnea. Così, per divertirsi.

Raccontare in giro questa cosa, equivale a dimostrare empiricamente le differenze sostanziali che ci sono fra i due sessi.
Le mie amiche femmine, appresa la notizia, sgranano gli occhioni: “oooohhh, non riesco a crederci!”. E poi boccheggiano, basite: “cioè, tuo papà accettava di passare i suoi pomeriggi a una sfilata di moda? Per tener compagnia a tua mamma? Un ragazzo che accetta di passare ore della sua vita a guardare dei vestiti? Ommioddio, ma tuo padre è un angelo: se ce l’avessi io, un ragazzo come lui!”.
Questa, è la reazione delle femmine. I maschi, invece, si danno di gomito e poi ridacchiano: “lo faceva solo per poter guardare le tette alle modelle”, tagliano corto: “tua mamma ne era consapevole, sì?”.
Uomini.

Scommetto che non lo sapevate / 2. A detta di Carlo Conti in una domanda de L’Eredità, è stato statisticamente provato che molte donne tendono incosciamente a tagliarsi radicalmente i capelli (ad esempio, passando da una pettinatura lunga ad un caschetto) quando si è in tempo di crisi economica.
Sarà o non sarà, ma io ho avuto i capelli lunghi per tutta la mia infanzia (e guai a chi li tocca!). Ho inspiegabilmente deciso di tagliarmeli a pochi mesi di distanza dal fallimento della Lehman Brothers… e tant’è.

Scommetto che non lo sapevate / 3. Un bel giorno (era il giugno 2005, e gli animi erano un po’ infiammati per la questione del referendum per le procreazione assistita, che non aveva raggiunto il quorum), me ne stavo bel bella alla fermata dell’autobus, aspettando che arrivasse il tram. Avevo una gonnellina blu scuro, sandaletti, una maglietta azzurra, e una catenella col crocifisso: me l’avevano regalata tempo prima per un compleanno, e quel giorno avevo deciso di indossarla giusto per rendere un pochino più “elegante” l’abito. Se al posto della croce ci fosse stato un gatto, non avrebbe fatto la benché minima differenza.
Sennonché, tipicamente la gente non ti insulta, se vedi che porti al collo il ciondolo di un gatto.
Se la gente vede che hai indosso un crocifisso, (e se si tratta di gente molto idiota, probabilmente appena uscita da un alcool-party), allora, incomincia ad insultarti. E così, in quell’afoso pomeriggio torinese del 2005, ho passato cinque brutti minuti in compagnia di due ragazzoni palesemente isterici, che mi hanno presa a male parole per il fatto di avermi vista con un crocifisso al collo.
Avevo diciassette anni ed ero, evidentemente, molto scema: invece di allarmarmi, mi son quasi inorgoglita. Era improbabile che mi avessero insultata perché erano stati infastiditi dal mio dubbio senso estetico: semmai, quel crocifisso aveva suggerito loro che io fossi una cristiana.
Mi è sembrata meravigliosa, questa cosa di poter annunciare al mondo (anche senza dire una parola!) la mia fede religiosa. Da quel giorno, sistematicamente, porto sempre una catenella con il crocifisso, al collo.
3bis. Da quel giorno son passati diversi anni, e anche i miei amici si son resi conto di questa piccola “mania”. Insomma, hanno capito l’antifona: se qualcuno vuole regalarmi qualcosa acquistato in gioielleria, sa già dove andare a parare – mi regala un ciondolo, con crocifisso.
A me fa piacere, eh! Siccome sono una donna, non sono una santa, mi diverto un sacco ad abbinare vestiti e collanine. Ma è un dato di fatto: dal 2005 ad oggi, ho accumulato una inquietante quantità di collanine sostanzialmente uguali. Alla mia morte, spero che i miei eredi prendano contatto con una qualche parrocchia a caso, e si organizzino per mettere in vendita a scopi benefici tutta questa massa di ciondoletti religiosi. Ne ricaverebbero un bel gruzzolo, se andiamo avanti di questo passo.

Scommetto che non ci credete manco se ve lo dico / 4. Questo, però, lo sapevate già: ve ne avevo già parlato in un commento.
La rivelazione che invece vi coglierà di sorpresa, è la seguente: assieme al crocifisso, talvolta uso anche il burqa.
Già.

Casa mia, a Pavia, è piuttosto fredda già di suo (è all’ultimo piano). Ad aggravare la situazione, l’anno scorso ci si è messo il mio amministratore condominiale, che ha deciso di accendere i termosifoni in modo un po’ sconsiderato: li teneva spenti tutto il giorno, e li accendeva nel tardo pomeriggio. La cosa poteva anche andar bene agli altri undici condòmini, che passavano il giorno in ufficio; ma la sottoscritta, chiusa in casa a studiare, si congelava letteralmente.
A un certo punto, sentivo così freddo che ho cominciato a mettermi la sciarpa.
A un certo punto, sentivo così freddo che ho sentito il bisogno di mettermi un berretto.
A un certo punto, ho realizzato che stavo estremamente scomoda, imbozzolata in un berretto che mi cadeva, una sciarpa che si slacciava, e così via dicendo.
E poi, ho avuto l’illuminazione: potevo avvolgermi in testa una pashmina, in modo che coprisse contemporaneamente orecchie e collo!!
Ma neanche la pashmina stava ferma, e allora ho preso il toro per le corna: le donne musulmane riescono a mettersi in testa un velo che stia fermo, no? E allora!
E allora, sono andata sul sito di Al Jazeera (giuro), e ho trovato un sacco di gradevoli tutorial su come indossare il proprio hijab.
Ci sono svariati modi di fissarlo, e l’anno scorso li ho provati quasi tutti. Ormai sono un’esperta. Sarei perfettamente in grado di instradare alla moda islamica ogni blogger di passaggio.

Comunque, quest’anno il mio amministratore condominiale ha cominciato a riscaldare gli appartamenti in modo meno illogico, e quindi ho abbandonato il velo. Son quasi dispiaciuta: prendetemi per scema, ma mi stava bene

Scommetto che non lo sapevate / 5. Tuttavia, se dovessi cambiare religione in base all’abbigliamento da adottare, non diventerei affatto musulmana. Semmai, diventerei una felice donna amish.
Da quando, alla scuola media, ho incominciato a seguire il gradevolissimo telefilm The Road To Avon Lea, ho maturato una inquietante e duratura passione per gli abiti in stile ottocentesco.
Ne vado letteralmente matta – e non vi sto parlando dei sontuosi abiti principeschi in stile ‘Principessa Sissi’; vi sto parlando dei normali abiti da paesana, dimessi, ma carini.
Il mio ideale estetico, insomma, è incarnato da una donna amish.
E poi hanno il coraggio di definirmi una “Stylish blogger”…

Se dipendesse da me, mi vestirei quotidianamente in questo modo. Lo psichiatra che mi ha in cura dice che sono sostanzialmente innocua, se continuo a prendere ogni giorno quelle belle pilloline bianche…

Scommetto che non stenterete a crederci / 6. Mia zia si è appena ripresa da una crisi di panico di ingenti proporzioni, dopo aver avuto a che fare con quello sciagurato di suo fratello, nonché mio padre.
Tempo fa, avendo deciso di farmi un piccolo regalo, la poveretta aveva acquistato per me, in un negozio, un bel vestito nero. L’aveva affidato alle dolci mani di mio padre, affinché me lo consegnasse. E lui l’ha effettivamente fatto, pochi giorni fa, venendomi a trovare.
Tornato a casa di sua sorella, ha commentato distrattamente: “ah, Lucia ha provato il tuo golf, eh… dice che le piace; ti ringrazia”.
Mia zia è cascata dalle nuvole: “il mio golf? Quale golf?”.
“Il golf!”, ha ribattuto mio padre, prendendola per scema. “Il golf che le hai regalato, e che mi hai detto di portarle”.
“Ma Guido… era un vestito, quello; non un golf”, ha esitato, a bassa voce.
Mio padre ha uno scarso senso estetico, e non gli interessa alimentarlo (in questo momento, so disperatamente cercando di non pensare alle vere ragioni per cui passava interi pomeriggi della sua vita alle sfilate di moda con mia mamma. Ehm). “Bah… golf, vestito, quel che è!”, ha borbottato distrattamente. “A me, pareva un golf”.
Mia zia ha cominciato a inquietarsi: “ma… un golf di quelli che si aprono sul davanti? Di quelli chiusi all’altezza del seno con un unico spillone?”, ha mormorato, un po’ angosciata.
“Sì, sì, esatto”, ha fatto mio padre, distrattamente.
Mia zia è andata nel panico. Inizialmente, lei aveva effettivamente adocchiato uno splendido golf aperto sul davanti, che avrebbe voluto regalarmi. Era entrata nel negozio, e l’aveva anche preso in mano: poi aveva scoperto che si trattava di un capo firmato, e che costava uno sproposito. Scesa a più miti consigli, aveva deciso di optare per un altro capo, e aveva ripiegato su quel bel vestito nero.
Cioè: credeva di aver ripiegato su quel bel vestito nero (che costava 50 euro, invece di 200): ma adesso, mio padre sosteneva di avermi portato a casa uno splendido golf firmato, come quello d’alta moda…
Oddio.
Nella mente di mia zia, si affollano i pensieri più angosciosi: oddio ho comperato il vestito da 200 euro e non me ne sono resa conto. Oddio peggio ancora: a me risulta di aver speso solo 50 euro, quindi è stato il negoziante a mettermi nella busta l’abito sbagliato. Oddio ho rubato 150 euro a un negoziante. Oddio adesso se ne sarà già accorto, e mi avrà anche denunciata. Oddio finirò in galera. Oddio devo chiedere a Lucia di restituirmi il golf. Oddio non posso, poverina, le è piaciuto così tanto: devo andare dal negoziante e ripagargli la differenza. Aiuto, finirò in rovina.

Non c’è nemmeno bisogno di dire che mio padre è un pazzo, che non sa distinguere un golf da un abito. Né io né mia zia riusciamo a capacitarmi di come quell’idiot adorabile persona abbia potuto confondere il mio vestito con un golf aperto, ma a quanto pare c’è riuscito.

Ah: per la cronaca, qualche giorno fa ho chiesto a mio padre di descrivermi una seconda volta il regalo di mia zia.
Il dubbio resta (“ci è, o ci fa?”), ma la risposta è stata la seguente: “ah, sì, quel coso… era un lungo mantello, non è vero?”.
Sob.

Scommetto che qualcuno di voi riesce a indovinarlo. Forse. 7. Questo è un indovinello per i fedelissimi: se mi conoscete bene, o se leggete il mio blog con precisione maniacale, avete gli strumenti per risolverlo.
Qualche giorno fa, sono entrata in un negozio di vestiti. Ho vagato un po’ fra gli scaffali, e me ne sono uscita con uno splendido vestitino da neonato, taglia 1 (bambini da zero a tre mesi).
Ovviamente, non sono incinta. Non conoscono donne incinte, né donne che lo siano state recentemente, né coppie che abbiano adottato (o vogliano adottare) un neonatino.
E allora, che diamine me ne faccio di questo delizioso pagliaccetto?

Complimenti a chi indovina!


E a questo punto – non me ne vogliate – devo passare la catena ad altre vittime innocenti.
Naturalmente io ho fatto un post incentrato sulla moda, ma voi potete raccontarmi sette cose a caso, su tutto quello che vi pare!

E allora, passo la patata bollente a…

1) ClaudioLXXXI, che ha un blog stilosissimo da accademico intellettuale (e poi, un’altra volta era stato lui a incatenarmi!);
2) Suibne (se gli fa piacere), perché un vero parigino non può non esser anche molto styilish;
3) Cappellaio Matto, col suo stile disordinato e folle da vecchio (e qui mi mena) giocattolaio. Lo so che il suo blog non è un blog da meme… ma può sempre fare un post sui sette giocattoli che hanno dettato la moda degli scorsi decenni, non è vero?!
4) Melaecannella, che quanto a stilosità sta varcando le nuove frontiere dei reparti pre-maman! (Ehm, no: il vestitino di cui al punto 7 non è per lei);
5) NihilAlieno: il blog di una che, nel vestire, ha uno stile inconfondibile… (e che lamentava recentemente di non aver più idee per i post: beh, ecco qui uno spunto!);
6) Seavessi, se avesse tempo e voglia, perché ho appena letto il suo post sul diritto (delle mamme) di avere una bella messa in piega
ma anche no. E mi è piaciuto un sacco!
7) Flalia, con il suo stile vitale e pieno di energia… così, magari, ricomincia a scrivere!!

47 risposte a "Stylish Blogger Award / 2"

  1. Cappellai0Matto

    Ah!
    Come mi conosce lei, nessuno! u.u

    Nominare sette accessori trendy di cui non posso fare a meno.

    Mi si era drizzato il cilindro in testa, si!
    Ed ora? Che m'invento? Che ci metto? Ma devo proprio?
    Piena crisi!

    Ma poi, giunti alla fine del post, mentre un'espressione corrucciata e preoccupata rimaneva ben ferma sul mio volto, ecco la luce in fondo al tunnel…
    La stessa aguzzina mi aveva trovato la soluzione *.*

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  2. Cappellai0Matto

    Ah!
    Come mi conosce lei, nessuno! u.u

    Nominare sette accessori trendy di cui non posso fare a meno.

    Mi si era drizzato il cilindro in testa, si!
    Ed ora? Che m'invento? Che ci metto? Ma devo proprio?
    Piena crisi!

    Ma poi, giunti alla fine del post, mentre un'espressione corrucciata e preoccupata rimaneva ben ferma sul mio volto, ecco la luce in fondo al tunnel…
    La stessa aguzzina mi aveva trovato la soluzione *.*

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  3. utente anonimo

    Ti seguo spesso, ma non così su due piedi non mi viene in mente la soluzione all'indovinello del punto 7.
    Ma vorrei spezzare una lancia per tuo papà: a me sembra ovvio che a quelle sfilate lui avesse occhi solo per tua mamma. Sì sì, è così…

    Diego

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  4. utente anonimo

    Ti seguo spesso, ma non così su due piedi non mi viene in mente la soluzione all'indovinello del punto 7.
    Ma vorrei spezzare una lancia per tuo papà: a me sembra ovvio che a quelle sfilate lui avesse occhi solo per tua mamma. Sì sì, è così…

    Diego

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  5. utente anonimo

    "Avevo diciassette anni ed ero, evidentemente, molto scema: invece di allarmarmi, mi son quasi inorgoglita. Era improbabile che mi avessero insultata perché erano stati infastiditi dal mio dubbio senso estetico: semmai, quel crocifisso aveva suggerito loro che io fossi una cristiana.
    Mi è sembrata meravigliosa, questa cosa di poter annunciare al mondo (anche senza dire una parola!) la mia fede religiosa. Da quel giorno, sistematicamente, porto sempre una catenella con il crocifisso, al collo"
     
    Accadde anche a me, a un po’ meno di diciassette anni.
     
    Traghettavo per il Lario, da Varenna a Menaggio.
    Seduta di fronte, una coppia di americani.
    Anzi: amerikani.
     
    Lui: “Look! He his a communist!”*
     
    Oh, sì, molto!
     
    “… e alcuni audaci in tasca L’UNITÀ …”
     
    Ah, non è la stessa cosa?
    Sarà!
     
    Postilla: L’Unità non la porto più in tasca.
    Però qualche volta indosso “un eskimo innocente”
     
    “paleografo”
     
    * non garantisco la fedeltà degli anglismi

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  6. utente anonimo

    "Avevo diciassette anni ed ero, evidentemente, molto scema: invece di allarmarmi, mi son quasi inorgoglita. Era improbabile che mi avessero insultata perché erano stati infastiditi dal mio dubbio senso estetico: semmai, quel crocifisso aveva suggerito loro che io fossi una cristiana.
    Mi è sembrata meravigliosa, questa cosa di poter annunciare al mondo (anche senza dire una parola!) la mia fede religiosa. Da quel giorno, sistematicamente, porto sempre una catenella con il crocifisso, al collo"
     
    Accadde anche a me, a un po’ meno di diciassette anni.
     
    Traghettavo per il Lario, da Varenna a Menaggio.
    Seduta di fronte, una coppia di americani.
    Anzi: amerikani.
     
    Lui: “Look! He his a communist!”*
     
    Oh, sì, molto!
     
    “… e alcuni audaci in tasca L’UNITÀ …”
     
    Ah, non è la stessa cosa?
    Sarà!
     
    Postilla: L’Unità non la porto più in tasca.
    Però qualche volta indosso “un eskimo innocente”
     
    “paleografo”
     
    * non garantisco la fedeltà degli anglismi

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  7. Lucyette

    Cappellaio, non sarei mai così sadica, suvvia 😉
    L'alternativa era di proporti un post su Barbie (tipo: elencare sette modelli di Barbie che hanno fatto la storia: Barbie presidente, Barbie col velo, eccetera). Più stylish di così… Ma poi ho avuto pietà di questo povero blogger maschio 😛
    (E soprattutto: a me, Barbie sta sul cavolo; molto più interessante, per tutti e due, il post che ti suggerivo prima! No? u_u)

    Chiara, come mai? 😛

    Suibhne: uh, con comodo! 🙂

    Diego, sorvolo sull'angosciante quesito di mio padre e invece mi concentro sull'indovinello del punto 7: vi ho anche dato un minuscolo indizio (molto laterale), nel post… ma mi rendo conto che sia difficile indovinare… 😀

    Paleografo: beh, a me hanno augurato di partorire un figlio ammalato e/o di prendermi una malattia, che sarà incurabile a causa della mancata sperimentazione sugli embrioni che io stessa avrò causato (erano ubriachi e/o drogati, suppongo). Ma a parte quello, non ci vedo tantissima differenza, in realtà 🙂
    Ma come mai l'eskimo è considerato un abbigliamento "da comunista"? Me lo son sempre chiesto: era la "divisa di ordinanza" di qualche gruppo politico, una volta?
    (Non è colpa mia: sono troppo piccola per sapere!)

    Anonimok, LOL, non avevo letto quest'altro studio… però, in effetti, le due cose si conciliano 😀

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  8. Lucyette

    Cappellaio, non sarei mai così sadica, suvvia 😉
    L'alternativa era di proporti un post su Barbie (tipo: elencare sette modelli di Barbie che hanno fatto la storia: Barbie presidente, Barbie col velo, eccetera). Più stylish di così… Ma poi ho avuto pietà di questo povero blogger maschio 😛
    (E soprattutto: a me, Barbie sta sul cavolo; molto più interessante, per tutti e due, il post che ti suggerivo prima! No? u_u)

    Chiara, come mai? 😛

    Suibhne: uh, con comodo! 🙂

    Diego, sorvolo sull'angosciante quesito di mio padre e invece mi concentro sull'indovinello del punto 7: vi ho anche dato un minuscolo indizio (molto laterale), nel post… ma mi rendo conto che sia difficile indovinare… 😀

    Paleografo: beh, a me hanno augurato di partorire un figlio ammalato e/o di prendermi una malattia, che sarà incurabile a causa della mancata sperimentazione sugli embrioni che io stessa avrò causato (erano ubriachi e/o drogati, suppongo). Ma a parte quello, non ci vedo tantissima differenza, in realtà 🙂
    Ma come mai l'eskimo è considerato un abbigliamento "da comunista"? Me lo son sempre chiesto: era la "divisa di ordinanza" di qualche gruppo politico, una volta?
    (Non è colpa mia: sono troppo piccola per sapere!)

    Anonimok, LOL, non avevo letto quest'altro studio… però, in effetti, le due cose si conciliano 😀

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  9. utente anonimo

    "Ma come mai l'eskimo è considerato un abbigliamento "da comunista"? "

    No: era "dettato solo da povertà"*

    Sì: c'erano "divise" anche allora.
    Se ti capiterà di vedere le trasmissioni di Lucarelli sugli anni di piombo troverai tutte le indicazioni sugli "in" e "out", a seconda della parte.

    Ai miei tempi (neppure fossi reduce di Russia) Il peggio era passato: ma la radellata poteva capitare ancora.
    Un poco più peso dell'augurio infausto.

    "p"

    *nota: sto citando Francesco Guccini, come le precedenti

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  10. utente anonimo

    "Ma come mai l'eskimo è considerato un abbigliamento "da comunista"? "

    No: era "dettato solo da povertà"*

    Sì: c'erano "divise" anche allora.
    Se ti capiterà di vedere le trasmissioni di Lucarelli sugli anni di piombo troverai tutte le indicazioni sugli "in" e "out", a seconda della parte.

    Ai miei tempi (neppure fossi reduce di Russia) Il peggio era passato: ma la radellata poteva capitare ancora.
    Un poco più peso dell'augurio infausto.

    "p"

    *nota: sto citando Francesco Guccini, come le precedenti

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  11. ClaudioLXXXI

    ROTFL.
    A questo punto, potresti pubblicare una foto di te col burqa ?
    (non devi neanche preoccuparti della privacy: tanto la faccia non si vede…)

    e già che ci siamo, per curiosità, ci dai il link al tutorial di Al Jazeera?

    e comunque, grazie per l'incatenamento!

    (ero ironico)

    "Mi piace"

  12. ClaudioLXXXI

    ROTFL.
    A questo punto, potresti pubblicare una foto di te col burqa ?
    (non devi neanche preoccuparti della privacy: tanto la faccia non si vede…)

    e già che ci siamo, per curiosità, ci dai il link al tutorial di Al Jazeera?

    e comunque, grazie per l'incatenamento!

    (ero ironico)

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  13. fiordicactus

    Sai Lucy, a quell'epoca (ebbene sì, io c'ero)  volevo un Eskimo, mi sembrava una cosa da grandi, una cosa moderna e non già per la sua connotazione politica (c'ero, ma ero ancora giovane e ingenua), ma le donne di casa (nonna e mamma) avevano altre idee, presero un cappotto di cammello, smesso di uno zio che era due volte me, e con l'aiuto di una zia, mi confezionarono un bellissimo (a sentir loro) Montgomery, con tanto di alamari di cuoio, con cappuccio foderato, caldo. Che io ho portato, odiandolo, per molti inverni! Ma da allora ho sempre questa nostalgia dell'Eskimo e delle scarpe Clark . . . insomma, una piccola contestatrice frustata!

    Ciao, R

    "Mi piace"

  14. fiordicactus

    Sai Lucy, a quell'epoca (ebbene sì, io c'ero)  volevo un Eskimo, mi sembrava una cosa da grandi, una cosa moderna e non già per la sua connotazione politica (c'ero, ma ero ancora giovane e ingenua), ma le donne di casa (nonna e mamma) avevano altre idee, presero un cappotto di cammello, smesso di uno zio che era due volte me, e con l'aiuto di una zia, mi confezionarono un bellissimo (a sentir loro) Montgomery, con tanto di alamari di cuoio, con cappuccio foderato, caldo. Che io ho portato, odiandolo, per molti inverni! Ma da allora ho sempre questa nostalgia dell'Eskimo e delle scarpe Clark . . . insomma, una piccola contestatrice frustata!

    Ciao, R

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  15. Lucyette

    Aerie, Daniele, Stella, BRAVISSIMI!! (Ma bravissima soprattutto Aerie, che ha indovinato per prima :-D).
    Sì, il vestito è per una delle mie bambole reborn: si tratta di quei bambolotti (diffusissimi in America, un po' meno in Italia) che assomigliano al 100% ai neonati veri (stesse dimensioni, stesso peso, dettagli curatissimi…). Sono bambole molto belle, anche dal punto di vista estetico, quindi mi diverto, ogni tanto, a cambiargli il vestitino. Solo che ovviamente non esistono vestiti da bambola fatti apposta per bambole-neonato (non avrebbe senso), quindi "devo" rifornirmi nei negozi di vestiti per bambini veri… ed ecco qui la spiegazione. Complimenti!
    Il bambolotto Gianluca (con tanto di vestitino nuovo!) vi saluta tutti con affetto:

    Il piccolo indizio ve l'avevo dato quando vi ho detto che passavo la catena a Claudio, perché a suo tempo era stato Claudio a passarmene un'altra: era stato proprio allora (al punto 6) che avevo parlato della mia passione per le bambole.

    Paleografo: oooohhh!
    Le trasmissioni di Lucarelli mi piacciono abbastanza, ogni tanto le guardo, ma le indicazioni stilistiche evidentemente me le ero perse 😉
    Beh, sì: ovviamente, la randellata è mille volte peggio delle "maledizioni" ai propri figli, non c'è nemmeno bisogno di precisarlo. Mi verrebbe da dire che forse negli anni di piombo ci si randellava allegramente da entrambe le parti… e infatti, gli idioti sono disseminati ovunque 😛

    Claudio, prego, ci mancherebbe: lo so che non vedevi l'ora di essere incatenato a un meme che parla di moda u__u

    Evvabbene, andiamo a rimetterci il velo…
    Il burqa, disgraziatamente, non ce l'ho, e in casa mia usavo il corrispettivo dell'hijab, che è il velo che copre capelli, orecchie e collo (ma che qui ovviamente non posso postare, perché si vede la faccia).
    Per ragioni di privacy… eccomi a voi Lucyette con il niqab!

    Mi sta bene, non è vero? Copre tutto, non si vede niente… ti risolve un sacco di problemi 😛
    (Non oso immaginare cosa abbiano pensato di me i miei dirimpettai, vedendomi affacciare alla finestra conciata all'incirca in questo modo :-P)

    Scopro con orrore che Al Jazeera pare aver rimosso i tutorial di moda (NOOOOOOO!!!!), ma fortunatamente mi sono fatta una cultura in materia e conosco un sacco di altri siti molto affidabili.
    Qui c'è un tipo di nodo che usavo spesso; ma soprattutto avevo usato un sacco i meravigliosi tutorial su YouTube di questa ragazza. Qualche mese fa sono tornata sulla sua pagina così, per caso, e ho scoperto che aveva abbandonato l'Islam… per una folle frazione di secondo ci son quasi rimasta male, LOL (aveva dei veli tanto belli 😛 :-P).

    Comunque, a parte l'assurdità totale della mia situazione, il velo è comodissimo, d'inverno! (E anche nel deserto durante le tempeste di sabbia, a logica). Solo che se vado in parrocchia conciata così, ho idea che mi guardino un po' strana… 😉

    Fiordicactus, oppovera: una ribelle imprigionata del Montgomery! 😀

    Nihil… beh, almeno adesso c'è l'idea: è già qualcosa! 😀

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  16. Lucyette

    Aerie, Daniele, Stella, BRAVISSIMI!! (Ma bravissima soprattutto Aerie, che ha indovinato per prima :-D).
    Sì, il vestito è per una delle mie bambole reborn: si tratta di quei bambolotti (diffusissimi in America, un po' meno in Italia) che assomigliano al 100% ai neonati veri (stesse dimensioni, stesso peso, dettagli curatissimi…). Sono bambole molto belle, anche dal punto di vista estetico, quindi mi diverto, ogni tanto, a cambiargli il vestitino. Solo che ovviamente non esistono vestiti da bambola fatti apposta per bambole-neonato (non avrebbe senso), quindi "devo" rifornirmi nei negozi di vestiti per bambini veri… ed ecco qui la spiegazione. Complimenti!
    Il bambolotto Gianluca (con tanto di vestitino nuovo!) vi saluta tutti con affetto:

    Il piccolo indizio ve l'avevo dato quando vi ho detto che passavo la catena a Claudio, perché a suo tempo era stato Claudio a passarmene un'altra: era stato proprio allora (al punto 6) che avevo parlato della mia passione per le bambole.

    Paleografo: oooohhh!
    Le trasmissioni di Lucarelli mi piacciono abbastanza, ogni tanto le guardo, ma le indicazioni stilistiche evidentemente me le ero perse 😉
    Beh, sì: ovviamente, la randellata è mille volte peggio delle "maledizioni" ai propri figli, non c'è nemmeno bisogno di precisarlo. Mi verrebbe da dire che forse negli anni di piombo ci si randellava allegramente da entrambe le parti… e infatti, gli idioti sono disseminati ovunque 😛

    Claudio, prego, ci mancherebbe: lo so che non vedevi l'ora di essere incatenato a un meme che parla di moda u__u

    Evvabbene, andiamo a rimetterci il velo…
    Il burqa, disgraziatamente, non ce l'ho, e in casa mia usavo il corrispettivo dell'hijab, che è il velo che copre capelli, orecchie e collo (ma che qui ovviamente non posso postare, perché si vede la faccia).
    Per ragioni di privacy… eccomi a voi Lucyette con il niqab!

    Mi sta bene, non è vero? Copre tutto, non si vede niente… ti risolve un sacco di problemi 😛
    (Non oso immaginare cosa abbiano pensato di me i miei dirimpettai, vedendomi affacciare alla finestra conciata all'incirca in questo modo :-P)

    Scopro con orrore che Al Jazeera pare aver rimosso i tutorial di moda (NOOOOOOO!!!!), ma fortunatamente mi sono fatta una cultura in materia e conosco un sacco di altri siti molto affidabili.
    Qui c'è un tipo di nodo che usavo spesso; ma soprattutto avevo usato un sacco i meravigliosi tutorial su YouTube di questa ragazza. Qualche mese fa sono tornata sulla sua pagina così, per caso, e ho scoperto che aveva abbandonato l'Islam… per una folle frazione di secondo ci son quasi rimasta male, LOL (aveva dei veli tanto belli 😛 :-P).

    Comunque, a parte l'assurdità totale della mia situazione, il velo è comodissimo, d'inverno! (E anche nel deserto durante le tempeste di sabbia, a logica). Solo che se vado in parrocchia conciata così, ho idea che mi guardino un po' strana… 😉

    Fiordicactus, oppovera: una ribelle imprigionata del Montgomery! 😀

    Nihil… beh, almeno adesso c'è l'idea: è già qualcosa! 😀

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  17. Lucyette

    Cioè, vuoi dire che non sono da sola?
    Che non sono l'unica al mondo?
    Che al mondo c'è altra gente a cui piace come si vestono gli amish?
    Non posso crederci!
    Forse ho capito male.
    E' incredibile!
    VIVA LA MODA AMISH!!!

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  18. Lucyette

    Cioè, vuoi dire che non sono da sola?
    Che non sono l'unica al mondo?
    Che al mondo c'è altra gente a cui piace come si vestono gli amish?
    Non posso crederci!
    Forse ho capito male.
    E' incredibile!
    VIVA LA MODA AMISH!!!

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  19. Lucyette

    Ups… grazie mille, ho corretto! E' da due giorni che guardo questo post, e non me n'ero mai resa conto… :-S

    Sissì, nella foto sono io: in realtà gli occhi non sono niente di che, ma ovviamente il velo li fa risaltare tantissimo… Figurati che l'anno scorso, mentre vagavo alla delirante ricerca di informazioni su come fissarmi in testa il velo islamico, mi ero addirittura imbattuta in un tutorial su YouTube che lanciava strali verso tutte quelle donne che si mettono il niqab apposta per far risaltare gli occhi (che vengno pesantemente truccati per l'occasione).
    Mi chiedo dove vivano queste donne (nei Paesi dove è obbligatorio il niqab, non credo proprio che ci sia questa massa di donne che esce di casa con il trucco pesante!)… ma comunque, questo tizio aveva sentito l'esigenza di condannare tale abitudine 😛

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  20. Lucyette

    Ups… grazie mille, ho corretto! E' da due giorni che guardo questo post, e non me n'ero mai resa conto… :-S

    Sissì, nella foto sono io: in realtà gli occhi non sono niente di che, ma ovviamente il velo li fa risaltare tantissimo… Figurati che l'anno scorso, mentre vagavo alla delirante ricerca di informazioni su come fissarmi in testa il velo islamico, mi ero addirittura imbattuta in un tutorial su YouTube che lanciava strali verso tutte quelle donne che si mettono il niqab apposta per far risaltare gli occhi (che vengno pesantemente truccati per l'occasione).
    Mi chiedo dove vivano queste donne (nei Paesi dove è obbligatorio il niqab, non credo proprio che ci sia questa massa di donne che esce di casa con il trucco pesante!)… ma comunque, questo tizio aveva sentito l'esigenza di condannare tale abitudine 😛

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  21. shinykida

    Ammetto che avevo pensato anch'io all'avvoltoio per la tutina.
    Ma dopo aver visto la bambola reborn…mi fai ancora più paura!
    O_o Sarà che non mi piacciono molto le bambole, ma quella è inquietante!

    Chiara

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  22. shinykida

    Ammetto che avevo pensato anch'io all'avvoltoio per la tutina.
    Ma dopo aver visto la bambola reborn…mi fai ancora più paura!
    O_o Sarà che non mi piacciono molto le bambole, ma quella è inquietante!

    Chiara

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  23. utente anonimo

    Gianluca è bellissimo 😛 Beh anche i tuoi occhi però sembri proprio islamica XD per davvero!

    Invece sono riandato a vedere il link su wikipedia inglese per le bambole reborn O_O quelle mi fanno paura. Gianluca è molto più tenero

    Se a mia mamma dici che è fallita la Lehman Brothers è fallita capace che ti chiede che faranno ora i fratelli Lehman ma non sa manco che è per il resto la Lehman Brothers 😛 Quando c'è crisi c'è crisi e basta, e la gente si comporta di conseguenza

    Daniele

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  24. utente anonimo

    Gianluca è bellissimo 😛 Beh anche i tuoi occhi però sembri proprio islamica XD per davvero!

    Invece sono riandato a vedere il link su wikipedia inglese per le bambole reborn O_O quelle mi fanno paura. Gianluca è molto più tenero

    Se a mia mamma dici che è fallita la Lehman Brothers è fallita capace che ti chiede che faranno ora i fratelli Lehman ma non sa manco che è per il resto la Lehman Brothers 😛 Quando c'è crisi c'è crisi e basta, e la gente si comporta di conseguenza

    Daniele

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  25. flalia

    Ah ah, ho il tuo stesso problema di freddo, visto che lavoro spesso a casa (anch'io ultimo piano) e le ho provate tutte, cappucci, sciarpa avvoltolata tra collo, testa e naso, ma alll'hijab non ci avevo proprio pensato! Comunque stai benissimo col niqab! Faccio parte anch'io dell'Amish fan club. Le bambole reborn mi fanno paura, le trovo inquietanti, ma io sono notoriamente una fifona. Quante ne hai?
    Grazie per l'incatenamento… fra un po' tornerò a scrivere e lo farò, anche se in questi tempi di magra non è che abbia molto da dire sul vestiario, sono ai minimi storici!

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  26. flalia

    Ah ah, ho il tuo stesso problema di freddo, visto che lavoro spesso a casa (anch'io ultimo piano) e le ho provate tutte, cappucci, sciarpa avvoltolata tra collo, testa e naso, ma alll'hijab non ci avevo proprio pensato! Comunque stai benissimo col niqab! Faccio parte anch'io dell'Amish fan club. Le bambole reborn mi fanno paura, le trovo inquietanti, ma io sono notoriamente una fifona. Quante ne hai?
    Grazie per l'incatenamento… fra un po' tornerò a scrivere e lo farò, anche se in questi tempi di magra non è che abbia molto da dire sul vestiario, sono ai minimi storici!

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  27. utente anonimo

    negli anni di piombo ci si randellava allegramente da entrambe le parti… 

    anche dopo

    e infatti, gli idioti sono disseminati ovunque

    visto che mi hai dato nome "paleografo", non dico battezzato per ovvi motivi, lascioti anche l'onere di collocarmi tra i sapiens o gli insipiens

    (ovviamente, non ti darò mai soddisfazione circa la fondatezza o meno della ipotesi)

    "p"

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  28. utente anonimo

    negli anni di piombo ci si randellava allegramente da entrambe le parti… 

    anche dopo

    e infatti, gli idioti sono disseminati ovunque

    visto che mi hai dato nome "paleografo", non dico battezzato per ovvi motivi, lascioti anche l'onere di collocarmi tra i sapiens o gli insipiens

    (ovviamente, non ti darò mai soddisfazione circa la fondatezza o meno della ipotesi)

    "p"

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  29. Lucyette

    Chiara, LOL, ma come avrei fatto a mettere la tutina all'avvoltoio?! 😀
    Cioè, con tutta la buona volontà del mondo, ma dove gliela infilo?
    Per le bambole… uh: ma questa, in realtà, è molto carina! Se vuoi vedere bambole reborn veramente inquietanti, cercale su Google Immagini e curiosa un po' in giro… 😉

    Daniele, Gianluca ringrazia per i complimenti 😛
    Sì: come dicevo sopra a Chiara, in effetti ci sono alcune bambole reborn che sono effettivamente un po' inquietanti. Bellissime, curatissime, pezzi d'arte, e quel che vuoi, ma io preferisco comprare queste qua, che sono un più "soft".
    Nello specifico: non mi piacciono quelle che dormono, perché sono così realistiche che sembrano un neonatino morto (quelle ad occhi aperte… beh, hanno chiaramente occhi da bambola :-P)
    Quelli eccessivamente dettagliati (tipo pelle arrossata, capelli iper-realistici, ecc), sono senz'altro bellissimi, ma posso effettivamente capire che facciano un po' di impressione.
    Pare che questo fenomeno (aver "paura" delle bambole troppo realistiche) sia spiegabile con la teoria dell'Uncanny Valley. Tanto più un oggetto (bambola, robot…) riproduce fedelmente il corpo umano, tanto più gli uomini sono portati a empatizzare con l'oggetto. Ma a un certo punto, se l'oggetto diventa VERAMENTE troppo realistico, ecco che scatta qualcosa e parte un senso di repulsione. La teoria dell'Uncanny Valley è molto usata dai produttori di robot, appunto, che la usano per capire qual è il limite oltre il quale non possono spingersi.
    🙂

    Flalia, scherzi a parte io ti consiglio davvero l'hjiab, a questo punto: se impari a fissarlo bene, è comodissimo; sta fermo, non si slaccia, e tiene molto più caldo di sciarpa e berretto (il calore si conserva tutto quanto lì sotto). Se hai in casa una pashmina di lana, abbastanza leggera da poterla avvolgere in testa ma abbastanza pesante da tenerti caldo, è veramente la perfezione.
    Se ti serve una mano, chiedi 😛
    Di bambole reborn, ne ho tre (non ho uno spirito da collezionista, in effetti). In realtà volevo fermarmi a due, ma poi il terzo è arrivato così, a sorpresa… ;-D

    Paleografo, ehm, in effetti sì, ti ho arbitrariamente definito "paleografo"… ho fatto tutto io, è vero 😀
    E comunque… beh, mi sembrava ovvio che non stavo catalogando te fra gli idioti 😉 Cioè, non mi dai l'impressione di essere un guerrafondaio picchiatore filoterroristico, insomma 😉

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  30. Lucyette

    Chiara, LOL, ma come avrei fatto a mettere la tutina all'avvoltoio?! 😀
    Cioè, con tutta la buona volontà del mondo, ma dove gliela infilo?
    Per le bambole… uh: ma questa, in realtà, è molto carina! Se vuoi vedere bambole reborn veramente inquietanti, cercale su Google Immagini e curiosa un po' in giro… 😉

    Daniele, Gianluca ringrazia per i complimenti 😛
    Sì: come dicevo sopra a Chiara, in effetti ci sono alcune bambole reborn che sono effettivamente un po' inquietanti. Bellissime, curatissime, pezzi d'arte, e quel che vuoi, ma io preferisco comprare queste qua, che sono un più "soft".
    Nello specifico: non mi piacciono quelle che dormono, perché sono così realistiche che sembrano un neonatino morto (quelle ad occhi aperte… beh, hanno chiaramente occhi da bambola :-P)
    Quelli eccessivamente dettagliati (tipo pelle arrossata, capelli iper-realistici, ecc), sono senz'altro bellissimi, ma posso effettivamente capire che facciano un po' di impressione.
    Pare che questo fenomeno (aver "paura" delle bambole troppo realistiche) sia spiegabile con la teoria dell'Uncanny Valley. Tanto più un oggetto (bambola, robot…) riproduce fedelmente il corpo umano, tanto più gli uomini sono portati a empatizzare con l'oggetto. Ma a un certo punto, se l'oggetto diventa VERAMENTE troppo realistico, ecco che scatta qualcosa e parte un senso di repulsione. La teoria dell'Uncanny Valley è molto usata dai produttori di robot, appunto, che la usano per capire qual è il limite oltre il quale non possono spingersi.
    🙂

    Flalia, scherzi a parte io ti consiglio davvero l'hjiab, a questo punto: se impari a fissarlo bene, è comodissimo; sta fermo, non si slaccia, e tiene molto più caldo di sciarpa e berretto (il calore si conserva tutto quanto lì sotto). Se hai in casa una pashmina di lana, abbastanza leggera da poterla avvolgere in testa ma abbastanza pesante da tenerti caldo, è veramente la perfezione.
    Se ti serve una mano, chiedi 😛
    Di bambole reborn, ne ho tre (non ho uno spirito da collezionista, in effetti). In realtà volevo fermarmi a due, ma poi il terzo è arrivato così, a sorpresa… ;-D

    Paleografo, ehm, in effetti sì, ti ho arbitrariamente definito "paleografo"… ho fatto tutto io, è vero 😀
    E comunque… beh, mi sembrava ovvio che non stavo catalogando te fra gli idioti 😉 Cioè, non mi dai l'impressione di essere un guerrafondaio picchiatore filoterroristico, insomma 😉

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