Cattolicesimo 2.0

Okay: avevo pronto un pezzo sui Lupercali profittando di San Valentino, ma non vorrei scandalizzare la gente coi tutti questi post a carattere pornografico. Dunque, per andar sul sicuro, cambio argomento e passo a una delle cose più diserotizzanti in assoluto, seconde solo ai proverbiali pigiamini con gli orsetti e ai gambaletti femminili. (Che poi… lettori maschi: ma si può sapere cosa hanno di così orrendo, i gambaletti e i pigiamini? La mia è una domanda non del tutto disinteressata, calcolando che le uniche calze che porto sono per l’appunto gambaletti, e che in questo momento sto indossando una salopette con gli orsacchiotti, ehm).

Ad ogni modo: c’è qualcosa di ancor più diserotizzante del mio guardaroba: ed è…
[rullo di tamburi]
IL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE!!!

Lo è; nevvero?

******

Correva l’anno 2006, e la sottoscritta aveva irrevocabilmente deciso di trasferirsi a Pavia. Se dovessi descrivere il mio stato d’animo d’allora, non parlerei né di “impazienza”, né di “emozione”, né di “libertà”, o altre fesserie di questo genere. Per farvi capire come mi sentivo, userei piuttosto il termine “terrore assoluto”: perché quando hai il coraggio di fare il grande salto, perlopiù ti trovi bene e sei felice del risultato… ma quando sei lì lì per saltare, e devi prender la rincorsa, hai una paura folle di cadere e farti male.
Avevo il terrore di lasciare Torino, i miei amici, la mia famiglia, la mia vita… ma soprattutto, avevo il terrore di lasciare lui.
Il mio padre spirituale.

Il rapporto fra Lucyette e la confessione è iniziato in maniera tutt’altro che idilliaca: quand’era piccola, la sottoscritta si vergognava a raccontare i suoi peccati ad un estraneo; quand’era un po’ meno piccola, si poneva il problema inverso e avrebbe voluto essere seguita da un sacerdote che la conoscesse bene, con il quale confidarsi (e farsi consigliare) con un po’ pià di confidenza. A dimostrazione che le preghiere vengono sempre esaudite, a un certo punto Lucyette ha conosciuto il suo confessore preferito; che pian piano è diventato un amico, un padre, un confidente.
Dopo svariati anni di confessioni-chiacchierate con il suo sacerdote-amico-mèntore, Lucyette era francamente terrorizzata all’idea di dover ripartire da zero, a Pavia, con un perfetto sconosciuto. C’è gente che si trova più a suo agio a confessarsi con sacerdoti che non ti conoscono affatto, ma io non son fra questi: era da anni che non mi capitava più di confidarmi con un perfetto estraneo… e la sola idea, in quel momento, mi imbarazzava oltre misura.
Ma del resto: come fare?

La risposta mi era arrivata qualche tempo più tardi, sottoforma di un sorrisetto beffardo sul volto del mio amico Mario, mentre lui mi porgeva ridacchiando un foglio di giornale. Era un trafiletto del Corriere della Sera, che annunciava al mondo una fenomenale innovazione sacramentale approvata dalla Chiesa. Faceva proprio al caso mio: e l’apripista era proprio la diocesi di Pavia, guarda un po’ te che roba!
In soldoni: chiunque si fosse sentito a disagio nello svolgere una confessione “tradizionale”, a tu per tu con un perfetto sconosciuto, avrebbe potuto optare per una cosa più impersonale.
Sì, insomma. Confessioni via web.
Tu fai l’upload dei tuoi peccati e qualche sacerdote ti assolverà, telematicamente.

Accedere al servizio era molto facile, a detta del giornale:

è necessario prendere prima contatti diretti con i due sacerdoti, che forniranno l’indirizzo e-mail da utilizzare per le confessioni via web. Il servizio è attivo 24 ore su 24, visto che don Poma e padre Franco controllano le loro caselle di posta elettronica più volte al giorno.
Addio dunque alle formule di rito previste nei confessionali delle chiese, con tanto di «perdonatemi padre perché ho peccato». La formula sarà sostituita dal nome utente e dalla password. Dopodiché l’utente dovrà rispondere ad una serie di domande, tra cui quelle relative alle abitudini religiose e alla vita sociale (iscrizioni ad associazioni, capacità di dialogo con i non credenti o le altre religioni). Poi il via alla confessione vera e propria, per la quale si hanno a disposizione da 1000 a 3500 battute. Prima vanno indicati i peccati mortali, poi quelli veniali. Per chi non trovasse le parole, nel sito della parrocchia è disponibile anche un elenco delle colpe. Alla fine bisogna cliccare sulla scritta lampeggiante rossa «Amen», e aspettare che sullo schermo compaia il segno della confessione, con su indicato il giorno e l’ora fissati per passare in Chiesa a ritirare l’assoluzione.

Vivo a Pavia da un po’ di anni: le mie concittadine bevono la lavanda vaginale, le tabaccherie negano l’esistenza dei francobolli, la toponomastica locale oscilla tra “Borgo Ratto” e la  chiavica, e nemmeno i preti sono immuni da questo delirio collettivo. Se leggessi una notizia del genere, oggi, sul giornale locale, non me ne stupirei per niente. All’epoca, siccome non conoscevo ancora le stranezze di Pavia, me n’ero stupita eccome: ed ero stata egoisticamente dispiaciut cristianamente sollevata nello scoprire che, in effetti, trattavasi di bufala (smascherata dai blogger cattolici e mai smentita dai giornali, per la cronaca). In sostanza, i due sacerdoti pavesi avevano aperto un sito internet mediante il quale era possibile mandare e-mail ai religiosi. Una e-mail per sottoporre dubbi teologici, ricevere consigli, richiedere opinioni… insomma, quelle robe lì. L’Amen l’ampeggiante, la confessione online, la ricevuta di assoluzione, e le altre amenità del caso, erano una TOTALE invenzione dei dement giornalisti (che, come abbiamo già notato, preferiscono il titolone alla verità dei fatti).

Vi ho raccontato di questo episodio perché mi è prepotentemente tornato in mente qualche giorno fa, leggendo un gustoso articolo che mi è stato segnalato da Daniele (grazie!!).

Il titolone è per l’appunto di grande effetto (“Ti assolvo in nome di Apple”), e l’occhiello è meglio ancora: “è già disponibile su iTunes Confession: a Roman Catholic App, una nuova applicazione che consente a tutti i credenti cattolici di confessarsi tramite iPhone o iPad”.

Disgraziatamente per i geek, è una bufala anche questa: l’applicazione per iPhone, in realtà, vuole essere uno strumento preliminare alla confessione, a mo’ di esame di coscienza. Inserendo nell’iPhone alcuni dati personali, l’utente potrà accedere in tutta privacy ad un esame di coscienza personalizzato, calibrato su età e occupazioni (per la serie: un conto è un liceale, e un conto è un manager marito e padre). Per ognuno dei dieci comandamenti, verranno proposte all’utente delle domande terra-a-terra per aiutarlo nel suo esame di coscienza… dopodiché, fatto questo, l’utente spegnerà l’iPhone e andrà a confessare le sue colpe da un sacerdote in carne ed ossa, come s’è sempre fatto da duemila anni a questa parte. Da svariati secoli, questa app ha anche la sua versione cartacea: se andate in una qualsiasi libreria cattolica, trovate decine di sussidi per l’esame di coscienza…
… e insomma: non c’è niente di nuovo sotto il sole, (se non che i vari giornali son riusciti ancora una volta a portarsi a casa il titolone caldo, e quindi tutto bene).

[Aggiornamento dell’ultima ora: stavo per pubblicare questo post, quando ho visto che padre Lombardi, povera anima innocente, è stato costretto a precisare quello che io ho detto qui sopra: e cioè, che questa applicazione non è e non ha mai voluto essere un surrogato di sacramento, ma bensì un semplice strumento digitale per farsi l’esame di coscienza. Una confessione via iPhone non è ovviamente nemmeno pensabile.
Risultato? Risultato, il seguente articolo di Repubblica: CONFESSIONE ANCHE SULL’IPHONE. MA IL VATICANO: “NON E
VALIDA“. Oltretevere, le preoccupazioni tecnologiche sono ormai allordine del giorno […] (il pontefice ha invitato gli utenti a “non creare falsi profili”), e arrivano dei grattacapi anche dal mondo delle applicazioni per iPhone. Per la precisione, da una particolare app che nelle intenzioni servirebbe a confessarsi […]. Un approccio tecno-protestante che al Vaticano non è piaciuto neanche un po […]: il fedele non può confessare in nessun modo i suoi peccati alliPhone. […] Il tutto ha origine dalle parole di apertura verso la tecnologia pronunciate da Benedetto XVI, ma ora la Chiesa di Roma sembra voler fare qualche passo indietro. Quasi un micro-scisma dei giorni nostri, (!!!!, N.d.R.) tra sostenitori e detrattori del Dio dentro la macchina.
Ao
: ma ci state a prendere per i fondelli?]

E adesso?
Concludo il post così? Tanti saluti e ci si legge?
Mannò, sarebbe una noia infinita: e allora, per la gioia di tutti i lettori iPhone-muniti, ecco un utile elenco di preziose applicazioni di cui non si può affatto fare a meno. Essì, perché l’app Confession non è l’unico gadget a tema religioso: e dunque, ecco a voi un utile elenco delle applicazioni religiose più curiose ed invitanti. Insomma: quelle che la sottoscritta scaricherebbe con piacere se avesse un iPhone (ma per l’appunto non ce l’ha, quindi non chiedetemi di testarle).

Numero 1: Oh When the Saints…

In un blog semi-agiografico, non poteva mancare l’applicazione iSanti: la potete scaricare a questo indirizzo per il modico costo di $ 0.99, per essere sempre informati sul Santo del giorno.
Se vi state chiedendo “e che mi cambia? posso informarmi gratis sul blog di ‘sta cretina”, ho già pronta la risposta: l’applicazione che vi segnalo ha un notevole di più – e cioè, comunica automaticamente con la rubrica telefonica.
Analizzando i nomi dei vostri contatti, fa un controllo incrociato con il calendario dei Santi: siccome oggi è Santa Scolastica, vi ricorderà ad esempio di fare gli auguri di buon onomastico a tutte le vostre amiche che si chiamano Scolastica. Potete telefonare o semplicemente inviare un sms, e l’applicazione vi offre anche un formulario di auguri per chi non vuole scervellarsi.
Sembra utile, nevvero?


P.S. Come dite? Non c’è molta gente che abbia una “Scolastica” nella rubrica dell’iPhone? Oh, non è colpa mia: dando un’occhiata ai Santi del giorno, ho scoperto che le alternative erano Austreberta, Caralampo, Protadio, e financo Zotico.
Vedete un po’ voi…

Numero 2: Venti secoli di Storia

Da San Pietro a Benedetto XVI, ecco a voi una curiosa app che vi permette di farvi una cultura su tutti i Papi della Storia! L’applicazione prende le mosse da un sito Internet già esistente, che sembra ben curato: ma la bellezza di averlo sull’iPhone è la possibilità di fare ricerche interattive (ad esempio, giusto per presentarvi una schermata, studiare i Papi in ordine geografico a partire dal luogo di sepoltura).
Al modico costo di 79 cent, questa app farebbe la gioia della storica che è in me.

Numero 3: Per tutti i vacanzieri

Per una come me, non si pone il problema: vado in vacanza una volta all’anno se va bene, trasferendo la mia stanca carcassa dalla casa cittadina a quella ligure. Per chi, invece, è abituato a viaggiare in lungo in largo, trovare una chiesa cattolica nelle vicinanze, per assolvere al precetto della Messa domenicale, in effetti potrebbe essere un problema: ma ecco, viene in vostro soccorso questa utilissima applicazione (è geniale per davvero!), che usa la geolocalizzazione per segnalarvi la parrocchia più vicina. Con relativi orari di Messe, adorazioni eucaristiche, e anche confessioni.
Non ho capito bene se “copra” tutto il mondo, o solo gli U.S.A. – ad ogni buon conto, tenetela presente, quando quest’estate ve ne andrete in California!

Numero 4: A Question to God

A quanto pare il Padreterno ha l’iPhone, e lo usa per connettersi con il resto del mondo e chattare coi Suoi figli. O quantomeno, l’applicazione in questione lascia intendere proprio questo: l’utente può rivolgersi a Dio ponendogli una domanda, e Dio risponderà immantinente con un responso semplice e conciso.
Il responso consiste in un versetto biblico, quindi potreste obiettare che in realtà fa tutto l’applicazione, senza miracoli dal Cielo…
… ma non toglietemi l’illusione: mi piace troppo, l’immagine di Gesù che messaggia a destra e a manca!

Ad ogni buon conto, vi segnalo questa applicazione per la genialità delle sue domande: perché, se voi poteste fare una domanda a Dio, probabilmente gli chiedereste qual è il senso del dolore, cosa c’è dopo la morte, cosa fare della vita…
… e l’applicazione fornisce anche le risposte a queste domande, eh.

Però, si occupa anche delle vere domande dell’umanità, quelle domande esistenziali che non ci fanno dormir la notte; quelle domande, insomma, che io porrei a Dio, se potessi stare alla Sua presenza…

… tipo: “MI SPIEGHI A COSA DIAMINE SERVONO LE ZANZARE?? Perché hai creato questi orrendi cosi? Eh? È per sadismo?!”.


(L’applicazione costa appena $ 0.99, ma io non posso usarla giacché non ho l’iPhone. Se qualcuno di voi ce l’ha, si scarica questa applicazione, e poi mi fa cortesemente sapere la risposta, io vi giuro che lo rimborso. Seriamente).

Numero 5: Non sarei Lucyette se non vi segnalassi…

… questa impedibile applicazione, che sembra fatta apposta per il mio blog: la mitica, l’inimitabile, la splendida… iSanGennaro!!
Ci sono Napoletani in circolazione? . E allora, non potete assolutamente perdervi questa meravigliosa app, dall’utilità evidente: ideata dal famoso dj napoletano Uè Cervone, questa applicazione permette a tutti i non-autoctoni di bearsi dello spettacolo più apprezzato da tutta Napoli – la liquefazione del sangue di San Gennaro, naturalmente.
Gratuitamente scaricabile da questo link, l’applicazione permette all’utente di scuotere virtualmente l’ampollina contenente il sangue. Inclinando e scuotendo l’iPhone, accompagnanti dalle litanie pre-registrate, potrete ottenere tre differenti risultati:

1) a forza di scuoterlo, l’iPhone si spacca;

2) l’iPhone si illumina emettendo esclamazioni di giubilo in dialetto napoletano: una scritta luminosa annuncia che… sì, il miracolo è avvenuto!!!

3) non succede un bel niente, e dopo un po’ di scuotimenti a vuoto San Gennaro da la resa: il sangue rimane solido; niente miracoli, stavolta. E in questo caso, dall’iPhone usciranno maledizioni in dialetto napoletano, accompagnate da esclamazioni e scongiuri di vario genere: San Gennaro ha negato a Napoli la sua amorosa protezione, e già si attendono calamità terribili.


Io lo trovo geniale.
Se esistesse un giochino in flash con le medesime funzioni, io vi assicuro che lo metterei sul blog.

20 risposte a "Cattolicesimo 2.0"

  1. fiordicactus

    Molto interessante questo post, ho letto di questa (la prima) applicazione per la confessione, e ho capito che è uguale al cartellone che c'è nell'area confessionali della mia chiesa, o ai foglietti che sono in altre chiese qua intorno (che poi, sono fotocopie, e una persona potrebbe prendere e studiarsele anche a casa, ma c'è un cartello che dice "non portate a casa questo sussidio, rimettetelo a posto!). Ma, come dici tu, un titolo dev'essere d'effetto, anche se non c'entra niente con il testo dell'articolo!

    A proposito di credenti in vacanza, qui nella Città sulla Costa, essendo sito turistico, la Diocesi stampa un simpatico libretto (che io, sentendomi sempre "in vacanza", prendo ogni anno) che poi distribuisce largheggiando tra chiese, alberghi e stabilimenti balneari; senza dimenticarsi l'Ufficio di Promozione Turistica . . . ci sono notizie su tutte le chiese della Diocesi, i musei, un po' di storia, un po' di arte e tutti gli orari, tutte le funzioni, ecc ecc! Calcolando che è una diocesi che va dal mare ai monti (Sibillini) che ha prodotto un Papa (questo non te lo dico . . . scoprilo tu ) di cose da vedere ce ne sono un sacco. Così la gente, se vuole, non si annoia in spiaggia nei giorni feriali!

    Quando sai qualcosa delle zanzare, passaparola, che anch'io sono curiosa!

    Ciao, R

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  2. flalia

    Sì, anch'io ho il foglietto della mia Chiesa e non ho neanche il problema che mi finisca la batteria mentre lo leggo 😉 Non ci posso credere, i Napoletani son sempre avanti, la iSanGennaro mi fa troppo ridere, ma pensa uno che si mette a fare 'sta pensata creativa! In quanto all'app sui santi, dovresti procurarti un iphone solo per quello! 🙂

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  3. utente anonimo

    Davvero molto bello questo post, mi sono letto anche tutti i link…
    Purtroppo non ho nemmeno uno dei prodotti apple, e resterò a guardare da lontano, ma sorrido pensando che si dice sempre di un mondo sempre più secolarizzato, e poi sacralizzano l'innovazione tecnologia…
    il nostro è proprio un magico mondo!

    Diego

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  4. StellaSenna

    Allora… partiamo dal fatto che io ho l'iphone… e forse, se ci fosse la possibiliotà di confessarsi lo farei, dato che io sono una delle poche persone al mondo che non riesce a confessarsi…e non perchè non lo voglia ma per l'indisponibilità dei sacerdoti…ma tralasciamo…

    Magari san gennaro me la scarico… poi ti dico è…
    (ho detto magari!)
    mica per altro…mi sa che fa ridere :))

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  5. Lucyette

    Fiordicactus, mica male il libretto per turisti! E' una bella idea!
    Dove vado in vacanza io, non lo fanno (ma in effetti, non è un gran località turistica… cioè, d'estate si riempie di villeggianti, ma non è una di quelle località famose. Magari dipende da quello?)
    In compenso, mi piace un po' di meno il cartellino che dice di rimettere a posto il sussidio… sarebbe molto più utile averlo in casa per pensarci con calma! Beh che ce ne sono tantissimi anche su Internet, ma visto che in parrocchia hanno fatto la fatica di scriverlo per bene… 🙂
    P.S. Credo di aver trovato il Papa (forse)… Pio VIII?

    Flalia, l'app sui Santi è molto utile per la cosa dell'onomastico, ma per il resto non è così straordinaramente innovativa… io invece mi procurerei l'iPhone solo per poter usare l'app di San Gennaro, non scherzo :-DD
    (E anche per avere la risposta alla domanda sui ragnoni giganteschi. Sì. Berlic ci ha provato, a spiegarmi il senso profondo della loro esistenza, ma non è riuscito a convincermi del tutto).

    Diego: beh, sì… la tecnologia è uno strumento utilissimo per un sacco di cose… e anche per l'evangelizzazione, perché no? 😀

    Stella, mi verrebbe da dire che un un sacerdote che non si rende disponibile a confessare una persona, non ha capito un granché di quello che deve fare nella vita… ma comunque… :-S
    SIIII, ti prego, scarica San Gennaro e facci vedere un video, muoio dalla voglia di vederlo all'opera :-DDDD

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  6. fiordicactus

    Per il Papa, hai sbagliato, mi spiace . . . Eh! Eh! Eh! Ti consiglio una lettura più attenta del mio blog . . . Dai, riprova, sarai più fortunata!

    Credo, ma non vorrei essere tacciata di campanilismo regionale, che il libretto sia comparso con l'arrivo dl Vescovo milanese (con tanto di segretario bergamasco!)

    Io, per gli onomastici, mi affido al calendario del Frate Indovino!

    Ciao, R

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  7. Lucyette

    Aerie, a Napoli insultano San Gennaro per fargli compiere il miracolo???

    Non è una stranezza partenopea (cioè, sì, anche :-P), è più che altro una antichissima consuetudine medievale che pensavo fosse scomparsa praticamente ovunque, dopo il Concilio di Trento… non avevo idea che a Napoli si conservasse ancora e la trovo una informazione veramente affascinante, grazie mille per avermelo detto! 🙂
    Comunque… non so se ci sia anche l'opzione insulti; so solo che, quando il miracolo non ha luogo, l'iPhone incomincia a emettere scongiuri, urla, e… magari anche improperi, chi lo sa!
    Aspettiamo che Stella scarichi l'app e ci renda edotti… 😛 😛

    Fior, oh no, ho sbagliato!!
    Okay, adesso mi spulcerò ben bene il tuo blog alla ricerca di indizi 😉

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    1. Emilia

      Tranquilla, Lucyette: i napoletani non odiano così tanto il loro protettore!

      Per quanto ne so, alcune donne, dette popolarmente le “parenti di san Gennaro”, usano invocare il santo con canti specifici ed alcune espressioni che possono sembrare ingiuriose, ma in realtà denotano la preoccupazione che esse hanno per le sorti della città: se il miracolo non si verifica, infatti, secondo loro è come se il patrono l’avesse abbandonata (impossibile!).

      -Emilia-

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  8. StellaSenna

    Io volevo accontentarti…davvero è..però l'app pesa oltre i 20Mb, indi non si può scaricare da app store del telefono, a meno che non si usi una rete wireless.

    Io sono sprovvista di rete wireless.
    Potrei attaccarlo al cavetto, pensarai tu, ma io a casa ho la chiavetta tim… 20 Mb non li scarico mica.

    Rimarremo col dubbio.

    Però se vuoi ti scrivo i commenti di chi l'ha scaricata

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  9. utente anonimo

    Wow, ho visto il servizio del TG1 sull'applicazione confessioni…
    adesso devi rispondere tu: ei così avanti che anticipi il telegiornale oppure è il Tg che ti chiama o consulta il blog per le sue notizie?

    Diego

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  10. Daniel19

    Ma che bel post XD
    In effetti era molto strano che addirittura, come ho letto credo su un altro articolo (quello che ti ho segnalato era il meno scandalistico se vogliamo), la chiesa americana approvasse la confessione tramite l'Iphone O_O

    Delle altre applicazioni, ma chi non ha una Scolastica nella rubrica?
    Eppoi, ci sono molte persone che nella rubrica del cellulare ci nascondono codici, pass numeriche, magari con nomi assurdi tipo Scolastica 😛

    Sono tutte interessanti le applicazioni proposte ma quella su San Gennaro è… WOWW 😛

    Daniele

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  11. Lucyette

    Stella… oh
    Che tristezza, non potremo mai liquefare il sangue, BUAAAAHHH!!!

    Fior, appena ho un attimo ci penso meglio, allora ;-P

    anonimok, peggio!! Vengo dal piè dei monti: cosa si può pretendere da una come me? 😉

    Diego, vorrei dire che certamente, sono io che anticipo i tg ()… ma calcolando che una volta il mio blog è stato palesemente fonte di ispirazione per gli autori di X Factor (non c'è altra spiegazione, sennò: non è statisticamente probabile una tripletta simile 😛 :-P)… sto cominciando a credere di avere un qualche ammiratore segreto in Rai 😀
    (Oh… scherzo, eh!)

    Daniele, grazie ancora per avermi ispirato il post 😉
    Guarda, ormai abbiamo letto che la Chiesa americana approva la confessione via iPhone, che la Chiesa di Roma ha rimproverato i vescovi americani, che si è aperto un micro-scisma… io non commento nemmeno più, altrimenti rischierei di diventar volgare .__.

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  12. Nacochan

    La confessione? Sono, ehm… anni che non mi confesso proprio perché di parlare delel cose mie con uno sconosciuto (manco conosciuto, come il prete della mia parrocchia; anzi, ancora PEGGIO con lui!) neeanche se mi pagassero, però, cioè, la confessione telematica, come idea, fa schifo pure a me. Meno male che era una bufala!
    (sono certa che dopo questa confessione Lucia mi caccerà dal suo blog XD).
    Sto scrivendo una tesi sull'editoria multimediale e sono un po' a corto di idee su cosa mettere nel capitolo degli e-book.
    Che dici, ci metto 'ste applicazioni?
    No, ok. Sto scherzando.

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  13. Lucyette

    Guarda, ti capisco benissimo: per me era lo stesso, prima di conoscere questo mitico confessore che è riuscito immediatamente a mettermi a mio agio. Ma prima, davvero, confessarsi era un incubo: lo facevo il meno possibile, accampavo scuse, una volta ho anche fatto passare più di un anno fra una confessione e l'altra. Un'altra volta, ero così agitata che mi sono confessata col confessionale: cioè, sono andata a inginocchiarmi al confessionale, ho raccontato tutti i miei peccati alla grata, la grata è rimasta sdegnosamente zitta e si è rifiutata di assolvermi, e io ho avuto una mezza crisi di panico. Solo dopo mi sono resa conto che il confessionale era vuoto O_o (Ci tengo a specificare che avrò avuto otto anni o giù di lì :-P)
    Credo che l'importante sia riuscire a "sbloccarsi": poi, dopo un po', diventa una cosa più normale.
    In questi casi, penso sia veramente importante incontrare un sacerdote bravo, che sappia metterti a tuo agio: io sono stata fortunatissima a incontrarlo a scuola, ma per gli altri… boh… passaparola?

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