La bambola sul letto

‘Cenerentola’ è una bambola da collezione: quando è arrivata in casa mia, aveva un abitino firmato da non so più quale stilista. Hanno fatto qualcosa di simile anche per Barbie: ecco, Cenerentola era una bambola dalle sembianze adulte, vestita da uno stilista già famoso.
È arrivata a casa mia nella primavera del 1987. Calcolando che i miei genitori si sono sposati nel 1972, era ormai palesemente chiaro che la sottoscritta, avendo capito tutto della vita, non aveva la benché minima intenzione di venire al mondo. Mia mamma, ormai quarantenne, stava cominciando veramente a scoraggiarsi: ed ecco che, all’improvviso, il marito le piomba in casa regalandole una bambola.
Osserverete che ci va un bel po’ di faccia tosta, a regalare un giocattolo a una donna che non riesce ad aver figli: vabbeh che mio padre è strano, ma fino a quel punto…
“Mannò, guarda che è una cosa bella”, si era difeso l’incauto genitore, all’epoca. “Non lo sai? È tradizione. Una bambola porta figli: non l’hai mai sentito dire? Se regali una bambola a una donna sposata, presto lei avrà dei figli”.

Oh: questo succedeva nella primavera dell’87.
Nel marzo dell’88, la sottoscritta è venuta al mondo.

La cosa ancor più inquietante è che, visto il successo della prima donazione, mio padre decise di fare lo stesso regalo a una sua cara amica, che aveva sofferto per svariati aborti.
Dieci mesi più tardi, la signora dava alla luce un bel bambino.

Insomma: prima della fecondazione artificiale, provate con una bambola.
Ve lo assicuro: è roba forte.

***

Questo post nasce per soddisfare la richiesta di Fiordicactus, che si mostra inspiegabilmente riottosa alla prospettiva di andare avanti a discorrere per decine e decine di post circa le antiche usanze funebri e i cadaveri dei morti. Mi chiedeva di parlare di qualcosa di più allegro, e… beh, l’ho accontentata.
Quest’oggi parliamo della bambola sul letto.

Avete presente, no?
La bambola sul letto.
Si vede spesso, in alcune case: credo che sia più comune al Sud che al Nord, perché è una tradizione che ha origine in quelle zone.
Avete capito di cosa sto parlando, no?
Si tratta di quelle bambole di porcellana, con le fattezze di una damina ottocentesca, che vengono adagiate sul letto, fra i cuscini. Il vestito è molto ampio, composto da un bustino e da una gonna a ruota: quando la bambola è adagiata sul letto, il vestito si distende… e la resa, insomma, è di un certo impatto.

Voi sapete che io sono un’appassionata di bambole: queste bambole qui, però, non mi dicono un granché.
O meglio: mi piacciono, ma preferisco i bambolotti con l’aspetto dei neonati. Le bambole dalle fattezze adulte non mi attirano più di tanto. Mai giocato con Barbie in vita mia, giusto per capirci.

Eppure, ove mai dovessi sposarmi, la bambola sul letto sarebbe la primissima cosa che metterei in lista nozze. Perché non conoscevo la simbologia di questi oggetti fino a qualche mese fa: e, scoprendola, ne son rimasta affacinata.

Guardate la fotografia qui sopra.
La bambola raffigura una donna adulta: è giovane, elegante. Porta un vestito bianco, con nastrini azzurri a decorarlo… massì: è evidente! Si tratta di una sposa.

Ho preso la fotografia più esplicativa: in realtà, non è necessariamente detto che queste bambole debbano essere sposine. Possono indossare costumi tipici, vestiti colorati, e insomma qualsiasi abito che abbia una gonna sufficientemente larga: ma a me piaceva questa bambola, e quindi vi arrangiate.

Le bambole sul letto, ormai, sono andate fuori moda: portano istintivamente alla memoria quelle stanze piene di pizzi e trini, abitate da una vecchia prozia piena di rughe. Quadretti di gatti alle parenti, centrini sul comò, bambola sul letto, e lenzuola ricamate.
Pian piano, queste bambole sono scomparse: e assieme a loro, è caduto nell’oblio anche il loro significato. Che però è un significato splendido: e merita davvero di esser ricordato…

Le bambole sul letto, a quanto pare, originariamente erano prodotte a Napoli. A Napoli, a Nola, e San Giuseppe Vesuviano. Da lì, cominciavano il loro viaggio lungo tutto il Meridione: i venditori ambulanti le caricavano sui camion, si fermavano nei paesi in cui si stava tenendo una qualche fiera, e poi esponevano al pubblico la loro dolce mercanzia. Talvolta le mettevano in palio, organizzando una specie di lotteria: tanta era l’ansia di potersi aggiudicare quella bambola, che i paesani erano disposti a comprare anche più di un biglietto. Capitava che, in questo modo, le bambole fossero pagate ben più del loro prezzo originario.

La bambola veniva regalata. Sempre.
La destinataria era una ragazza fidanzata, che si stava per sposare.
Il mittente era il fidanzato, o – più generalmente – la madre del futuro sposo: in ogni caso, la bambola veniva comperata e poi collocata sul letto matrimoniale, con la faccia rivolta verso la porta. Quando i due sposi entravano in camera da letto dopo aver celebrato il matrimonio, la bambola era lì, come sorpresa per la sposa.

La bambola era la sposa. Questo è evidente.
La bambola rappresentava quella giovane donna che – con un vestito elegante, raffinatissimo, pieno di pizzi e trini – attraversava la porta della sua nuova casa e si accingeva a coricarsi nel suo letto. In cui la bambola (il suo alter ego) era per l’appunto già sdraiato.

La bambola era elegante. Rappresentava una donna adulta, con le labbra rosse, il volto truccato, le unghie ben curate. Ed era una bambola molto rifinita, anche al di sotto del suo abito: la cosa peraltro è apparentemente assurda, visto che il vestito era il suo punto di forza e nessuno si sarebbe mai sognato di toglierglielo. Ma tant’è. Al di sotto della gonna, la bambola aveva una raffinata sottoveste, mutande ricamate, e un corsetto vero e proprio.

Insomma: è molto evidente che la bambola simboleggiava la sposa, raggiante e splendida nel suo vestito a festa.
Un vestito che per l’appunto però va tolto, nella prima notte di matrimonio, lasciando lo spazio a una immacolata (virginale) biancheria.

La bambola è la sposa, dunque.
Ma la bambola è anche un oggetto ‘ambiguo’: è il giocattolo per eccellenza; è una creaturina che ha bisogno di essere rassettata, di essere spolverata; è qualcosa che rimanda, inevitabilmente, al mondo dell’infanzia…
Ed infatti, la bambola ha una duplice (anzi, triplice valenza).
Elegante nel suo vestito splendido, è la bambina che si è sposata e si è finalmente fatta adulta.
Avvolta nella sua gonna immensa, sembra quasi ricordare una donna incinta, con il ventre gonfio per il bimbo che vi cresce.
E presa come oggetto a sé, naturalmente, ricorda i giochi dei bambini.
Bambini che non tarderanno ad arrivare, secondo la tradizione: se una giovane sposa riceve in dono una bambola, allora molto presto riceverà anche un figlio a cui donarla.

O meglio.
Al bambino, in realtà, si possono donare un sacco di altri giochi: quello no, porca la miseria; è un regalo di nozze, ha un valore affettivo. Non si può rischiare che il piccino lo rovini.
La bambola sul letto, non appena arriva il bimbo, viene comprensibilmente tolta dal letto, e riposta in luogo sicuro. Inscatolata con ogni cura, passa alcuni anni in un armadio: e intanto il bambino cresce, impara a gattonare, distrugge tutto quello che gli capita fra le mani; e poi arriva il fratellino, e tutto il ciclo si ripete; e poi un altro figlio, e chissà quanti altri ancora. (Stiamo parlando di una tradizione antica, che risale all’epoca in cui c’erano famiglie numerose).
Tempo che il figlio minore abbia smesso di far danni, e magari è già arrivato il nipotino nato dal figlio più grande, che nel frattempo s’è sposato: e quindi, un altro bambinetto gattonante in casa; e quindi, la bambola sul letto rimane chiusa nell’armadio, a spiare silenziosamente tutto quello che succede.
Del resto, lei ha fatto quello che doveva.
Ha accompagnato la sposina nei primi mesi del suo matrimonio, aiutandola nel passaggio da ‘bambina’ a ‘donna e madre’. Le ha ricordato la sua infanzia, è stata il suo presente, le ha mostrato il suo futuro: e in fondo è giusto, che adesso sia chiusa in un armadio. Ha fatto quello che doveva fare. Ha svolto il suo ruolo. Ed è giusto che il suo alter ego adesso pensi ad altro, affaccendata com’è fra lavoro, marito, figli.

Solo molti anni più tardi, la bambola sul letto tornerà sul letto.
Ci tornerà quando tutti i bambini saranno cresciuti: quando tutti i figli saranno andati via di casa. O comunque, quando saranno diventati sufficientemente grandi e responsabili per non danneggiare più quel soprammobile.
La bambola sul letto ritornerà sul letto quando la proprietaria sarà diventata ormai anziana, e decorerà per l’appunto la sua camera come si addice a una vecchietta: centrini sul comò, quadretti alle pareti, lenzuola ricamate… e una bambola sul letto.

Quella stessa bambola che le era stata donata quando era ragazzina: quella bambola che l’ha vista passare da fidanzata a sposa, da sposa a moglie, da moglie a madre, da madre a nonna, da nonna a donna, che ormai può guardarsi indietro e ripercorrere mentalmente tutte le tappe più importanti della sua vita.

Che sono tutte quante racchiuse lì. Nella bambola sul letto.

40 risposte a "La bambola sul letto"

  1. utente anonimo

    ooooohhhhhhhhhhhhhhh.

    mi son commossa sai? Il simbolismo è molto bello.

    Però non ce la posso fare, a me queste bambole fanno film dell'orrore… e sono dei ciapapuvra terribili, ma questo è secondario, non sono contraria ai ciapapuvra per principio.
    Quasi quasi però mi inquietavano meno le calaveras…
    A casa mia il passaggio madre-figlia è scandito dal passaggio di un blocco granitico di pezze di lino (rigorosamente telerie graziano-mongrando-bi) -nota non lenzuola, pezze di lino in attesa di essere trasformate in lenzuola, cosa che però nessuno osa fare perché sembrerebbe lesa maestà.
    Quando una figlia si sposa si prende il mappne nell'armadio e si trasloca nell'armadio nuovo.
    Però io la tentazione di usarle ce l'ho… come farà l'Infanta senza mappone di tele del 1940?

    Seavessi

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  2. diggiu

    Non sapevo di questa tradizione anche se mi sono chiesta, quando vedevo in una camera la bambola sul letto, che cosa ci facesse.  Io sono diversamente giovane e desideravo tanto avere delle bambole come quella della foto, ma non c'erano possibilità economiche in casa e ricordo il mio bambolotto, piccolo,  di celluloide che vestivo e spogliavo di informi abitini  cuciti da me con gli avanzi di stoffa di una cugina sarta. Un anno mi fu regalata una bambolina ma la nonna mi ci faceva giocare ogni tanto perchè se no si sciupava. E' rimasta dentro la scatola di cartone fino ad averla regalata ad una bimba. Insomma non sono stata una bambolaia e mi sarebbe piaciuto. Mi affascinano quando le vedo, ma mi sale il ricordo di una infanzia che poteva essere più felice e distolgo lo sguardo, tirando innanzi!
    Ciao Lucyette e grazie dei tuoi lunghissimi interessanti post.  

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  3. fiordicactus

    Ce l'ho il ricordo di una di queste bambole . . . sul lettone di una signora al lago, doe andavamo d'estate, quello che non ho è il tempo di raccontare!

    Ma mi sono organizzata, e ho pronti gli appunti sulle tradizioni della Città sulla Costa per quanto riguarda matrimoni e bambini! Tzè!

    Ieri, dalle parti della casa della FigliaGrande sì è rotta una tubatura dell'acqua, importante e malgrado piova a catinelle dalle 4 di stamattina, questi poveretti dell'acquesdotto, sono, in gran numero, a spaccare la strada, controllare tubi ecc ecc . . . da ieri alle 19.00, ininterrottamente anche stanotte . . . disagi alla popolazione, in molti senz'acqua e senza preavviso . . . disagi alla nonna . . . tutti a casa e la FigliaGrande che mi controlla il tempo che sto qui!

    Ciao, R

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  4. Lucyette

    Seavessi, Chiara: quanto mi sembra strano (visto che sono una grande amante delle bambole) sentire persone a cui le bambole fanno paura…!
    Ma per curiosità: cos'è che trovate così inquietante, in una bambola?
    Chiara dice gli occhietti, okay: è una buona risposta. Quindi, è perché in qualche modo ti sembrano "vive", no?
    Ma… curiosità mia: questa "paura" per le bambole è settoriale (cioè, Cicciobello va bene e la bambola di porcellana no)? E, soprattutto, quando vi è venuta? Immagino che da piccole le adoraste, come tutte le bambine…
    Pura e semplice curiosità: c'è un sacco di gente che è impressionata dalle bambole, ma non riesco a immaginare cosa sia precisamente a spaventare 🙂

    Seavessi, è vero: per essere ciapapuer, lo sono… 😀
    (Nota per i non Piemontesi: il Piemontese, che è geniale, definisce "ciapapuer" un oggetto inutile che ingombra la casa senza svolgere nessuna funzione precisa; se non, al limite, quella di soprammobile. E' un termine leggermente dispregiativo. Indica alla perfezione l'unica funzione svolta da quella tipologia di oggetti: ciapa – puer, per l'appunto. "Prendi polvere". E' o non è un termine geniale? :-D)
    (Nota per Seavessi: ma lo sai che sto facendo un sacco di osservazioni filologiche interessantissime, comparando il mio Piemontese con il tuo? Tu dici puvra, io dico puer: un'altra volta avevi postato un'invocazione a Sant'Antonio che presentava delle influenze tipicamente monferrine… Ci vorrebbe un linguista per farci uno studio sopra, giuro! :-D)
    Interessante questa cosa delle pezze di lino: non conoscevo assolutamente questa tradizione! 🙂

    Diggiu, beh, oserei dire che non è mai troppo tardi per cominciare, se mai te ne venisse voglia 😉
    Mia mamma non aveva moltissime bambole, da piccola, eppure le amava un sacco. Fortunatamente per lei, ha avuto una figlia femmina, quindi ha potuto sfogare tutte le sue passioni infantili con la scusa di far regali alla bambina… ahimè: da questo punto di vista, tu sei stata "sfortunata" 😉

    Fior, mappoverini tutti quanti… mi spiace per i disagi :-S
    Beh: per quando potrai tornare operativa, aspetto assolutamente i tuoi racconti di matrimoni, bambini, e bambole sul letto 😀

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  5. utente anonimo

    Io avevo paura delle bambole di porcellana da piccolo, e in camera di mia sorella stava pieno (presumo fosse un modo per tenermi lontano da lì a questo punto!).

    Da me un ciapapuer potrebbe dirsi coccio, perchè la terracotta non ha grande valore e appena cade si frantuma in 3000 pezzi, rivelando il suo valore, cioè praticamente zero 😛

    Daniele

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  6. utente anonimo

    Io avevo paura delle bambole di porcellana da piccolo, e in camera di mia sorella stava pieno (presumo fosse un modo per tenermi lontano da lì a questo punto!).

    Da me un ciapapuer potrebbe dirsi coccio, perchè la terracotta non ha grande valore e appena cade si frantuma in 3000 pezzi, rivelando il suo valore, cioè praticamente zero 😛

    Daniele

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    1. Francesca

      Sarei fortemente interessata ad acquistarne una x mia madre ormai 80enne che da giovane la possedeva..
      Complimenti x l articolo..mi sono commossa xche ho rivisto mia madre nel racconto.
      Lancio un appello a chiunque lo volesse aiutare
      Grazie
      Francesca

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  7. nihilalieno

    Per il filologo: anch'io dico ciapa-puer.
    C'è anche un termine tipico per dire gli oggetti da dare alle pesche di beneficenza pur di liberarsene, e che poi drammaticamente ti capita di vincere alle pesche di beneficenza, ma ora non mi viene… anche quello è geniale.

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  8. nihilalieno

    Per il filologo: anch'io dico ciapa-puer.
    C'è anche un termine tipico per dire gli oggetti da dare alle pesche di beneficenza pur di liberarsene, e che poi drammaticamente ti capita di vincere alle pesche di beneficenza, ma ora non mi viene… anche quello è geniale.

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  9. shinykida

    Non so di preciso quando hanno cominciato a non piacermi.
    Ma a me non sono mai piaciuti molto neanche cicciobello e compagnia.
    Anche le tue amate bambole con fattezze di neonati non mi piacciono per niente.
    Le trovo inquietanti entrambe, da film dell'orrore.
    Mi sembrano cattive.
    Ecco.

    Per non parlare dell'essere un ricettacolo di polvere pazzesco.
    E io odio tutte quelel robine che stanno sui mobili a prender polvere.

    Chiara

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  10. shinykida

    Non so di preciso quando hanno cominciato a non piacermi.
    Ma a me non sono mai piaciuti molto neanche cicciobello e compagnia.
    Anche le tue amate bambole con fattezze di neonati non mi piacciono per niente.
    Le trovo inquietanti entrambe, da film dell'orrore.
    Mi sembrano cattive.
    Ecco.

    Per non parlare dell'essere un ricettacolo di polvere pazzesco.
    E io odio tutte quelel robine che stanno sui mobili a prender polvere.

    Chiara

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  11. Lucyette

    Ooooohhhh!!

    Stella, Chiara, Seavessi, ho scoperto qual è il vostro problema con le bambole. O meglio: non so se è proprio il vostro, ma comunque ho fatto una ricerca su Google e ho scoperto che esiste una vera e propria fobia delle bambole, detta pediofobia.

    Pare che sia molto comune tra i bambini piccoli, che ad esempio si spaventano spesso quando vedono i loro personaggi televisivi "a dimensioni reali" (tipo: se vai a Disneyland e ti ritrovi col pupazzo di Topolino, enorme, che ti saluta e pretende di abbracciarti). In misura minore, ci sono bambini che sono spaventati anche dalle bambole "della dimensione giusta": li intimorisce una espressione troppo realistica, o magari il fatto che la bambola pianga, o cose simili.
    Alcuni bambini si portano questa paura fino all'età adulta. In genere hanno paura di una bambola specifica (tipo la vecchia bambola di zia Caterina, per capirci), oppure di determinati tipi di bambole (generalmente: le bambole di porcellana, le bambole eccessivamente realistiche, le bambole che "piangono", "ridono" e fanno cose simili). Alcuni sostengono che da bambini erano convinti che le loro bambole prendessero vita mentre loro dormivano, e anche da adulti non riescono facilmente a mettere da parte questi vecchi timori. Per irrazionale che sia, una bambola sul comodino non se la metterebbero manco morti, insomma.
    Pare che la pediofobia, in alcuni casi, si presenti insieme alla coulrofobia, che è la paura dei pagliacci.
    Vi ci ritrovate?

    Che cosa buffa: anche io da bambina mi divertivo a immaginare che le mie bambole prendessero vita mentre io non c'ero, e anche adesso ogni tanto mi diverto a fantasticare della mia casa, vuota, con tutti i soprammobili che "vivono" la loro vita. Un po' come Toy Story, insomma.
    Ahò: ovviamente, non ci credo davvero, però mi piace fantasticarci sopra.
    Quindi per me era (è) una fantasia dolcissima (chissà cosa fanno le mie amate bamboline mentre io non ci sono), mentre invece mi rendo conto che per altri possa essere una fonte di inquietudine mica da poco.

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  12. Lucyette

    Ooooohhhh!!

    Stella, Chiara, Seavessi, ho scoperto qual è il vostro problema con le bambole. O meglio: non so se è proprio il vostro, ma comunque ho fatto una ricerca su Google e ho scoperto che esiste una vera e propria fobia delle bambole, detta pediofobia.

    Pare che sia molto comune tra i bambini piccoli, che ad esempio si spaventano spesso quando vedono i loro personaggi televisivi "a dimensioni reali" (tipo: se vai a Disneyland e ti ritrovi col pupazzo di Topolino, enorme, che ti saluta e pretende di abbracciarti). In misura minore, ci sono bambini che sono spaventati anche dalle bambole "della dimensione giusta": li intimorisce una espressione troppo realistica, o magari il fatto che la bambola pianga, o cose simili.
    Alcuni bambini si portano questa paura fino all'età adulta. In genere hanno paura di una bambola specifica (tipo la vecchia bambola di zia Caterina, per capirci), oppure di determinati tipi di bambole (generalmente: le bambole di porcellana, le bambole eccessivamente realistiche, le bambole che "piangono", "ridono" e fanno cose simili). Alcuni sostengono che da bambini erano convinti che le loro bambole prendessero vita mentre loro dormivano, e anche da adulti non riescono facilmente a mettere da parte questi vecchi timori. Per irrazionale che sia, una bambola sul comodino non se la metterebbero manco morti, insomma.
    Pare che la pediofobia, in alcuni casi, si presenti insieme alla coulrofobia, che è la paura dei pagliacci.
    Vi ci ritrovate?

    Che cosa buffa: anche io da bambina mi divertivo a immaginare che le mie bambole prendessero vita mentre io non c'ero, e anche adesso ogni tanto mi diverto a fantasticare della mia casa, vuota, con tutti i soprammobili che "vivono" la loro vita. Un po' come Toy Story, insomma.
    Ahò: ovviamente, non ci credo davvero, però mi piace fantasticarci sopra.
    Quindi per me era (è) una fantasia dolcissima (chissà cosa fanno le mie amate bamboline mentre io non ci sono), mentre invece mi rendo conto che per altri possa essere una fonte di inquietudine mica da poco.

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  13. fiordicactus

    Ci sono anche film e telefilm horror su bambole  assassine . . .
    E i racconti delle nonne sui giocattoli che si animano di notte e se tu non dormi, chissà cosa succede . . .

    Ciao, R
              

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  14. utente anonimo

    Lucy, sei meglio di Google Earth!!! 😀

    in effetti io vivo in un paesucolo fra vercelli e  il monferrato 😉

    Dunque, io  ho paura E dei pagliacci E delle bambole con gli occhi mobili. Solo l'dea di tenerne in camera da latto mi fa venire male, ma non ho traumi tipo disneyland alle spalle… anzi per quel che ricordo non amavo moltissimo le bambole neanche da piccola – o comunque, amavo quelle di pezza.
    A me fa proprio paura l'idea che mi guardino – e qui viene fuoi la pazza psicotica che è in me.
    I pagliacci non so, forse perché il trucco sul viso impedisce di vedere l'espressione, o forse ho solo letto IT troppe volte.
    Le bambole piangenti – variamente rumoreggianti non mi spaventano, ma le odio profondamente perché l'Infanta ne ha un sacco, e io sono un'amante del silenzio, del tipo che rompe le balle alla famiglia ululando abbasa lo stereo spegni la tele che non sento i passerotti in giardino.

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  15. utente anonimo

    Lucy, sei meglio di Google Earth!!! 😀

    in effetti io vivo in un paesucolo fra vercelli e  il monferrato 😉

    Dunque, io  ho paura E dei pagliacci E delle bambole con gli occhi mobili. Solo l'dea di tenerne in camera da latto mi fa venire male, ma non ho traumi tipo disneyland alle spalle… anzi per quel che ricordo non amavo moltissimo le bambole neanche da piccola – o comunque, amavo quelle di pezza.
    A me fa proprio paura l'idea che mi guardino – e qui viene fuoi la pazza psicotica che è in me.
    I pagliacci non so, forse perché il trucco sul viso impedisce di vedere l'espressione, o forse ho solo letto IT troppe volte.
    Le bambole piangenti – variamente rumoreggianti non mi spaventano, ma le odio profondamente perché l'Infanta ne ha un sacco, e io sono un'amante del silenzio, del tipo che rompe le balle alla famiglia ululando abbasa lo stereo spegni la tele che non sento i passerotti in giardino.

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  16. StellaSenna

    mmm non lo so se ho quella fobia, non sono mai stata un'amante delle bambole…cioè, non è che ero una di quelle bambine che sta ore ed ore con le bambole, ma da piccola ero un maschiaccio e preferivo la bicicletta io 🙂
    Non so se mi facevan paura però!!

    Adesso mi inquietano, specie quelle della tua foto…

    Con i pagliacci non ho problemi particolari…salvo quello di IT, che non sono mai riuscita a vedere il film, quindi….:))

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  17. StellaSenna

    mmm non lo so se ho quella fobia, non sono mai stata un'amante delle bambole…cioè, non è che ero una di quelle bambine che sta ore ed ore con le bambole, ma da piccola ero un maschiaccio e preferivo la bicicletta io 🙂
    Non so se mi facevan paura però!!

    Adesso mi inquietano, specie quelle della tua foto…

    Con i pagliacci non ho problemi particolari…salvo quello di IT, che non sono mai riuscita a vedere il film, quindi….:))

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  18. utente anonimo

    Cara Lucyette sono arrivata da qualche giorno sul tuo blog e mi è piaciuto moltissimo…oggi ho deciso di risponderti perchè io ho una bambola di porcellana molto simile a quella della tua foto, però non è stata ragalata come "portatrice di figli" ma solo come giocattolo! Infatti è stata incollata più volte povera! 

    Posso parlarti però un'altra tradizione simile che dalla mie parti (Cosenza) ancora si segue…il bambino sul letto! Mi spiego, il più piccolo della famiglia viene poggiato sul letto della futura sposa  mentre si prepara e in seguito su quello matrimoniale, come se fosse il futuro bambino insomma…io l'ho fatto per tanti anni perchè sono stata l'unica nipote dalla parte di mia madre per cinque anni (quindi ero richiestissima dai parenti!) mentre dal lato paterno sono la quarta, ma ero l'unica con gli occhi e i capelli chiari: quindi con il vestitino bianco da damigella sembravo proprio una bambolina…facevo arredamento oltre a portare fortuna capito?

    Comunque il bambino veniva scelto in base al sesso desiderato…in pratica "masculi portanu masculi, fimmine portanu fimmine" tradotto: maschi portano maschi, femmine portano femmine!

    Un bacio Fetta

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  19. fiordicactus

    @ Fetta,
    all'epoca mia, circa 30 anni fa, qui sulla Costa del Centro Italia, si usava il nipote piccolo in un altro modo, te lo davano in braccio al pranzo di nozze, e come dici tu, se era maschio avresti fatto maschio come primo figlio, se era femmina, femmina . . . io ho preso in braccio (foto a testimonianza) un nipotino maschio, ma la FigliaGrande, è una femmina!

    E tu??? Dopo di te tutte cuginette femmine???

    Ciao, R

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  20. fiordicactus

    @ Fetta,
    all'epoca mia, circa 30 anni fa, qui sulla Costa del Centro Italia, si usava il nipote piccolo in un altro modo, te lo davano in braccio al pranzo di nozze, e come dici tu, se era maschio avresti fatto maschio come primo figlio, se era femmina, femmina . . . io ho preso in braccio (foto a testimonianza) un nipotino maschio, ma la FigliaGrande, è una femmina!

    E tu??? Dopo di te tutte cuginette femmine???

    Ciao, R

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  21. utente anonimo

    Non ho portato femmine…per niente!
    Siamo tredici nipoti, fra poco quattrordici (ma non si conosce ancora il sesso!) e di questi solo quattro femmine…sono circondata da maschi!Evidentemente funziono male…
    Fetta

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  22. utente anonimo

    Non ho portato femmine…per niente!
    Siamo tredici nipoti, fra poco quattrordici (ma non si conosce ancora il sesso!) e di questi solo quattro femmine…sono circondata da maschi!Evidentemente funziono male…
    Fetta

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  23. Lucyette

    Aiuto. Sono rimasta irrimediabilmente indietro coi commenti.
    Proviamo a venirne a capo…

    Angolo del Filologo:

    Daniele (commento #6): coccio? Oh! Non l'avevo mai sentito, in questa accezione! Grazie per la notizia: sto facendo delle scoperte linguistiche niente male, grazie al mio blog 😀

    Nihil (commento #8), non mi stupisce che anche tu dica ciapa-puer: anche tu sei di zona torinese, no? 🙂
    Il termine per designare i ciapa-pure molesti (:-P) è assolutamente geniale, non sapevo che esistesse! Ho chiesto anche a mia mamma (che conosce il Piemontese meglio di me), ma neanche lei lo conosceva. A questo punto sono curiosissima: se ti venisse in mente, per piacere, fammelo sapere 😀

    Seavessi (commento #13), ci avrei scommesso, sulla provenienza monferrina! Quando avevi postato la litania per Sant'Antonio, avevi scritto uno stranissimo "Sant'Antoni benedì, fame trovè col ch' a lai perdì". A Torino, recitiamo "Sant'Antoni pien 'd virtù, fame trovè col ch a lai perdù". Per un esame di Filologia Romanza, ricordavo di aver studiato che è proprio il Monferrato ad essere un'area linguistica particolare, in cui molte u vengono sostituite dalla lettera i… e in effetti noi Torinesi abbiamo perdù, alla francese, mentre il Monferrino vuole la i... 🙂

    Angolo delle bambole:

    Fiordicactus (commento #7), grazie mille per il video e per le immagini!!
    Per chi non potesse vedere il video su FB, segnalo io che la seconda bambola (quella coi capelli neri) è una bambola particolarissima: in realtà è una borsetta (nella gonna puoi mettere gli oggetti). Non ne avevo mai viste, prima… grazie mille per avermi fatto fare questa scoperta: io sono un'appassionata di bambole, e potrei andare avanti a parlarne per ore!

    Angolo dei bambolo-fobici:

    Seavessi, Stella (commento 13-14): ah, ma quindi non ne andavate matte nemmeno quand'eravate piccole!
    Oh!
    Beh, così in effetti è molto meno sorprendente 🙂
    Seavessi, in effetti c'è una logica: nel senso, ti piacevano le bambole di pezza che però sono molto chiaramente finte (tutt'altro che realistiche, insomma). Probabilmente ti danno fastidio le bambole che sembrano "vive" (e che ti guardano, per l'appunto).
    A questo punto, devo ricordarmi di non invitarvi mai a casa mia: con tutte le bambole che ho, scappereste via terrorizzate 😀

    Fior (commento #12): beh, credo che i film horror siano una conseguenza; cioè, essendoci questa "paura", la si sfrutta e ci si fa sopra un film 🙂
    Ecco: i racconti sui giocattoli animati che di notte ti fanno i dispetti se tu non dormi, io non li ho mai sentiti. Mia mamma mi leggeva alcune fiabe di Andersen in cui i giocattoli prendevano vita a mezzanotte, ma era un'atmosfera dolcissima… io mi divertivo a immaginarli vivi mentre io dormivo; non avevo nessuna paura 🙂

    Angolo del Folklore

    Fetta (commento #15): innanzi tutto, BENVENUTA!!!

    Ma che bella tradizione, quella che mi racconti: anche questa, non la conoscevo affatto! Sto scoprendo un sacco di cose nuove, ma che meraviglia 🙂
    Beh, in effetti è una tradizione che ha un suo perché. Peccato che non funzioni la cosa della determinazione dei sessi, perché se no sarebbe stata perfetta 😉

    P.S. Brr… una bambola di porcellana regalata come giocattolo? Povera: in effetti, andava incontro a rottura annunciata 😛

    Fiordicactus (commento #15)… tsk! Manco delle vecchie tradizioni ci si può più fidare, ormai…

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  24. Lucyette

    Aiuto. Sono rimasta irrimediabilmente indietro coi commenti.
    Proviamo a venirne a capo…

    Angolo del Filologo:

    Daniele (commento #6): coccio? Oh! Non l'avevo mai sentito, in questa accezione! Grazie per la notizia: sto facendo delle scoperte linguistiche niente male, grazie al mio blog 😀

    Nihil (commento #8), non mi stupisce che anche tu dica ciapa-puer: anche tu sei di zona torinese, no? 🙂
    Il termine per designare i ciapa-pure molesti (:-P) è assolutamente geniale, non sapevo che esistesse! Ho chiesto anche a mia mamma (che conosce il Piemontese meglio di me), ma neanche lei lo conosceva. A questo punto sono curiosissima: se ti venisse in mente, per piacere, fammelo sapere 😀

    Seavessi (commento #13), ci avrei scommesso, sulla provenienza monferrina! Quando avevi postato la litania per Sant'Antonio, avevi scritto uno stranissimo "Sant'Antoni benedì, fame trovè col ch' a lai perdì". A Torino, recitiamo "Sant'Antoni pien 'd virtù, fame trovè col ch a lai perdù". Per un esame di Filologia Romanza, ricordavo di aver studiato che è proprio il Monferrato ad essere un'area linguistica particolare, in cui molte u vengono sostituite dalla lettera i… e in effetti noi Torinesi abbiamo perdù, alla francese, mentre il Monferrino vuole la i... 🙂

    Angolo delle bambole:

    Fiordicactus (commento #7), grazie mille per il video e per le immagini!!
    Per chi non potesse vedere il video su FB, segnalo io che la seconda bambola (quella coi capelli neri) è una bambola particolarissima: in realtà è una borsetta (nella gonna puoi mettere gli oggetti). Non ne avevo mai viste, prima… grazie mille per avermi fatto fare questa scoperta: io sono un'appassionata di bambole, e potrei andare avanti a parlarne per ore!

    Angolo dei bambolo-fobici:

    Seavessi, Stella (commento 13-14): ah, ma quindi non ne andavate matte nemmeno quand'eravate piccole!
    Oh!
    Beh, così in effetti è molto meno sorprendente 🙂
    Seavessi, in effetti c'è una logica: nel senso, ti piacevano le bambole di pezza che però sono molto chiaramente finte (tutt'altro che realistiche, insomma). Probabilmente ti danno fastidio le bambole che sembrano "vive" (e che ti guardano, per l'appunto).
    A questo punto, devo ricordarmi di non invitarvi mai a casa mia: con tutte le bambole che ho, scappereste via terrorizzate 😀

    Fior (commento #12): beh, credo che i film horror siano una conseguenza; cioè, essendoci questa "paura", la si sfrutta e ci si fa sopra un film 🙂
    Ecco: i racconti sui giocattoli animati che di notte ti fanno i dispetti se tu non dormi, io non li ho mai sentiti. Mia mamma mi leggeva alcune fiabe di Andersen in cui i giocattoli prendevano vita a mezzanotte, ma era un'atmosfera dolcissima… io mi divertivo a immaginarli vivi mentre io dormivo; non avevo nessuna paura 🙂

    Angolo del Folklore

    Fetta (commento #15): innanzi tutto, BENVENUTA!!!

    Ma che bella tradizione, quella che mi racconti: anche questa, non la conoscevo affatto! Sto scoprendo un sacco di cose nuove, ma che meraviglia 🙂
    Beh, in effetti è una tradizione che ha un suo perché. Peccato che non funzioni la cosa della determinazione dei sessi, perché se no sarebbe stata perfetta 😉

    P.S. Brr… una bambola di porcellana regalata come giocattolo? Povera: in effetti, andava incontro a rottura annunciata 😛

    Fiordicactus (commento #15)… tsk! Manco delle vecchie tradizioni ci si può più fidare, ormai…

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  25. shinykida

    Meno male non sono l'unica!
    E sono in buona compagnia, con la Stella e Seavessi.
    Io amavo la Barbie, ma non ho mai avuto una gran passione per le restanti bambole.
    Non ricordo veramente se ho avuto o no altre bambole.
    E non ho una particolare avversione verso i clown.
    A parte quello di IT..per ovvie ragioni: anch'io non sono mai riuscita a vedere il film/telefilm. Ma non riesco neanche a leggere il libro perchè non sopporto King.
    Perciò, ricapitolando, non credo di avere quella roba lì che dici tu.

    Sono le bambole che sono cattive e basta!

    Chiara

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  26. shinykida

    Meno male non sono l'unica!
    E sono in buona compagnia, con la Stella e Seavessi.
    Io amavo la Barbie, ma non ho mai avuto una gran passione per le restanti bambole.
    Non ricordo veramente se ho avuto o no altre bambole.
    E non ho una particolare avversione verso i clown.
    A parte quello di IT..per ovvie ragioni: anch'io non sono mai riuscita a vedere il film/telefilm. Ma non riesco neanche a leggere il libro perchè non sopporto King.
    Perciò, ricapitolando, non credo di avere quella roba lì che dici tu.

    Sono le bambole che sono cattive e basta!

    Chiara

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  27. fiordicactus

    Lucy, io il post l'ho fatto. E ho messo anche il link a questo tuo . . . ma non è ancora comparso  . . . se tu lo vedi, cancella questo . . . altrimenti, segui le tracce e vieni a leggere (e commentare).

    L'invito è esteso anche ai tuoi lettori, sia a quelli a cui le bambole non piacciono, sia aquelli che amano le bambole!  

    Ciao, R

    Ps. . .  scusa, le tracce . . . http://fiordicactus.splinder.com/post/24238085/la-bambola-sul-polso

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  28. martayensid

    p.s. accipicchia quanto scrivi! (te lo ha detto mai nessuno?)
    trovo strafichissimi i tuoi post ma faccio una fatica boia a tenere il passo… devo trovare una soluzione,…. muble muble

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  29. martayensid

    p.s. accipicchia quanto scrivi! (te lo ha detto mai nessuno?)
    trovo strafichissimi i tuoi post ma faccio una fatica boia a tenere il passo… devo trovare una soluzione,…. muble muble

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  30. Mirtillo14

    Ciao, piacere di conoscerti.
    Arrivo qui dal blog di Fioredicactus dove ho letto della bambole che si usava una volta mettere sul letto.
    Io mi ricordo di queste bambole bellissime con vestiti di pizzi e, per un certo tempo, anch'io ho tenuto la bambola più bella che avevo sul letto. Poi l'ho tolta per non doverla sempre spostare.
    Quello che non sapevo è il significato, il fatto che regalare una bambola fosse un pò un augurio di generare presto un figlio.
    Molto bello il tuo post.
    Ciao

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  31. Nacochan

    A me non sono mai piaciute, soprattutto quando ero piccola, ma è vero, qui ne vedo davvero tante e in molte stanze da letto delle persone anziane, ecco che spuntano. Spesso non più sul letto, ma, comunque, ci sono.
    Non sapevo la loro storia, sinceramente – anche perché, ripeto, non mi interessano minimamente – però adoro sempre scoprire nuove tradizioni! *_*

    PS: alla fine, l'ultimo periodo ha commosso anche me!

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  32. Nacochan

    A me non sono mai piaciute, soprattutto quando ero piccola, ma è vero, qui ne vedo davvero tante e in molte stanze da letto delle persone anziane, ecco che spuntano. Spesso non più sul letto, ma, comunque, ci sono.
    Non sapevo la loro storia, sinceramente – anche perché, ripeto, non mi interessano minimamente – però adoro sempre scoprire nuove tradizioni! *_*

    PS: alla fine, l'ultimo periodo ha commosso anche me!

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