Oggi è il 13 marzo: prima domenica di Quaresima!
“Prima domenica di Quaresima” vuol dire che anche i miei vicini di casa ambrosiani si sono uniformati a tutto il resto della cattolicità, e hanno cominciato assieme a noi il cammino quaresimale.
Come ben sapete, infatti, gli ambrosiani non hanno il Mercoledì delle Ceneri. Incominciano la Quaresima con quattro giorni di ritardo, esattamente come si faceva in tutto il mondo fino al IV – V secolo. Poi, tutto il resto del mondo ha cominciato a calcolare la Quaresima in altro modo, mentre gli ambrosiani sono rimasti ancorati alle vecchie tradizioni. E questo “scarto” (ohibò!) sopravvive ancora oggi: mentre noi romani, mercoledì, digiunavamo come dei fessi, a Milano era pieno carnevale.
Le ragioni storiche di questo “scarto” sono quelle di cui sopra: gli ambrosiani non hanno mai abbandonato il vecchio calcolo dei giorni di Quaresima.
Ma sulla storia – si sa – fiorisce spesso la leggenda: e in questo caso vien tirato in ballo il vecchio sant’Ambrogio… in una storia che sarebbe perfetta per una nuova puntata di
Ma che sant’uomo!
ovverosia
Tutto quello che non volevate sapere sui Santi,
(anche se forse in questo caso si tratta di una curiosità più interessante),
… ma che comunque, in ogni caso, non avreste mai osato chiedere.
“Monsignore… ma veramente?”.
Sant’Ambrogio sollevò le sopracciglia. “Beh, certo. Perché no?”.
“Perché fra qualche giorno incomincia la Quaresima…”, mormorò a bassa voce il sacerdote, imbarazzato.
Sant’Ambrogio sollevò ulteriormente le sopracciglia. “E allora?”.
Il pretino tossicchiò, un po’ a disagio. “Beh, c’è da fare un certo numero di cose, voglio dire. La Messa delle Ceneri, il digiuno quaresimale, l’omelia alla popolazione… è proprio il caso, di mettersi in viaggio in questi giorni?”.
Sant’Ambrogio lo fissò come se fosse un pazzo. “Ma io voglio fare un viaggetto di qualche giorno, mica una crociera transoceanica! Per il Mercoledì delle Ceneri, sarò sicuramente a casa”.
Il giovane sacerdote si mordicchiò il labbro inferiore, imbarazzato. “Eccellenza, durante un viaggio può succedere di tutto. Strade sbarrate, ponti che crollano, cavalli che si azzoppano, imprevisti di ogni genere… insomma, io non so se è il caso. E se ci dovesse essere un contrattempo? E se doveste far ritardo?”.
Sant’Ambrogio dovette faticare per non scoppiare a ridere: “ma tu sei paranoico, figliolo mio, lasciatelo dire! Cosa diamine vuoi che succeda?”.
Il pretino aprì la bocca per parlare, ma il vescovo Ambrogio non gli diede il tempo: “voglio solamente fare un viaggetto di qualche giorno, un piccolo pellegrinaggio… una roba veloce, insomma. Parto a Carnevale, faccio una gita fuoriporta, e torno… mercoledì sarò senz’altro in duomo, e distribuirò le Ceneri a tutta la popolazione!”.
Il sacerdote si lasciò sfuggire un gemito: “monsignore, non siete mai stato molto fortunato quando si tratta di viaggiare… davvero, non è il caso. Non potreste trattenervi a Milano fino alla cerimonia delle Ceneri, e poi partire dopo? Rendetevi conto”, tentò un po’ debolmente: “se non ci siete voi a dare inizio alla Quaresima, la diocesi rischia… boh? Di non iniziare la Quaresima. Davvero: posticipate il vostro viaggio, è meglio”.
Sant’Ambrogio assottigliò lo sguardo e fissò il suo giovane collaboratore, molto intensamente.
Il giovane collaboratore deglutì in silenzio, e poi decise che era molto più prudente non contraddire oltre il vescovo.
Poraccio.
Era stato eletto vescovo a furor di popolo, mentre non era nemmanco battezzato. Aveva cercato disperatamente di scappare da quell’orda di pecorelle assatanate che lo volevano eleggere loro pastore, ma era stato catturato e costretto ad accettar la carica. Si era adattato a fare il vescovo come meglio poteva (e ci era riuscito benissimo, porcaccia la miseria!)… ma era pur sempre un pover’uomo, in fin dei conti. Con che coraggio, negargli una gita di piacere per il solo fatto che magari avrebbe potuto esserci un contrattempo?
“Vado subito a sellare il cavallo, monsignore”, mormorò il ragazzo frettolosamente.
Come ben sa chiunque conosca le leggi di Murphy, le probabilità che un contrattempo ti faccia ritardare sono direttamente proporzionali alla tua urgenza di arrivare in perfetto orario. Siccome Sant’Ambrogio era l’unica persona in tutta Milano autorizzata a dare via alla Quaresima, ovviamente Sant’Ambrogio si trovò di fronte a imprevisti di ogni tipo. Prima, una bufera senza pari; poi, una ruota del carro che si rompe; poi, una strada bloccata da una frana; poi, il cavallo che si azzoppa… insomma: era già mercoledì, e Sant’Ambrogio si trovava a anni luce da Milano.
Era già l’alba di giovedì, e Sant’Ambrogio era ancora lontanissimo.
Il venerdì era già arrivato, e Sant’Ambrogio incominciava a intravvedere di lontano le mura cittadine.
Tornò a Milano che era già sabato inoltrato, e fu accolto da risa, lazzi, scherza, maschere, ghiottonerie, e festeggiamenti di ogni genere. Senza il vescovo pronto a fare da promemoria, nessuno si era preso il disturbo di annunciare l’inizio della Quaresima: e i Milanesi (mica scemi, loro), avevano tranquillamente continuato a festeggiare il Carnevale. Chiamali “cretini”…
“Eccellenza, è terribile!”, mormorò il giovane assistente di Sant’Ambrogio, tormentandosi le mani. “Tutto il resto della cristianità ha già cominciato a digiunare da quattro giorni, e a Milano invece si sta ancora festeggiando il Carnevale…”. Sgranò gli occhi e rabbrividì, orripilato: “mio Dio, è una cosa atroce! È peccato grave, è uno scandalo senza pari, verremo scomunicati tutti, bruceremo all’Inferno, tutto il resto del mondo si befferà di noi e riderà delle nostre sciagu…”.
Sant’Ambrogio alzò gli occhi al cielo, e commentò amorevolmente “te l’ho già detto, sì?, che sei davvero paranoico? Va tutto bene, è tutto sotto controllo, dov’è il problema? Questa gente è solo molto felice, ehm, per il mio ritorno: non è mica detto che stian facendo Carneval…”. Si interruppe di botto perché un ragazzino lo aveva ricoperto di coriandoli e una tizia seminuda e in maschera gli aveva ficcato in bocca una bugia ripiena… ma Sant’Ambrogio, da vero leader, fu molto bravo a riprendere il controllo. Da vero manager milanese, affrontò il problema con intraprendenza meneghina: si sfregò le mani e annunciò pacatamente “okay, d’accordo: la popolazione ha prolungato il Carnevale fino ad oggi. Buon per loro: si divertano. Domani mattina, a Messa, darò ufficialmente il via alla Quaresima. È vero”, ammise, “siamo un po’ in ritardo… ma che vuoi che sia? Meglio tardi che mai, non trovi?”.
Il pretino sgranò gli occhi, orripilato: “eminenza, non funzionerà mai… è un’eresia, è un atto di insubordinazione, non si può assolutamente fare, questo stratagemma non ha futuro…”.
Ma il pretino si sbagliava, evidentemente.
Sant’Ambrogio, a quanto pare, aveva la vista lunga: son trascorsi ormai svariati secoli… ma il lunghissimo Carnevale ambrosiano, ancor oggi, continua a esistere.
Sant’Ambrogio, anche stavolta, ha avuto l’ultima parola.
ago86
Dì la verità: questo post te l'ho fatto venire in mente io con il mio commento precedente. 😉
P.s. Ti ho mandato una mail, mi sono dimenticato di firmarla con il mio nickname di splinder.
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utente anonimo
Non è giusto però… 😉
cosa ha in mano nll'immaginetta? sembra vagamente un panettone… ma fa molto poco quaresima…
Diego
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Lucyette
Ago, scuuusami: ho visto la tua e-mail ma non ti ho ancora risposto perché sono stata impegnatissimissimaa in questi ultimi due-tre giorni, porta pazienza! Entro stasera ti rispondo di sicuro 🙂
Diego, concordo con te: non è affatto giusto! 😉
Quella dell'immaginetta credo sia un'arnia. Quando Sant'Ambrogio era bambino, e dormiva in un cestino in mezzo ai campi, si era ritrovato ricordato da uno sciame di api che gli ronzavano intorno ed entravano e uscivano dalla sua bocca spalancata, senza fargli male. Il padre, che aveva assistito alla scena, aveva capito in quel momento che suo figlio sarebbe stato destinato a qualcosa di grande. (Lo stesso episodio viene raccontato anche per quanto riguarda Santa Rita da Cascia).
Da allora, Sant'Ambrogio è diventato il patrono degli apicoltori 🙂
LOL, in effetti assomiglia a un panettone… voi lo sapete che, in Romania, il dolce tipico pasquale è una cosa in tutto e per tutto identica al nostro panettone natalizio?! Me l'ha raccontato la signora rumena che ci ha aiutati con mia nonna quando stava male: un panettone, con tanto di uvetta e canditi!
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