L’accusa del sangue, 4: viva ancor oggi (o, se non altro… fino all’altroieri)

Era il 4 luglio, a Kielce; e Henryck Błaszczyk, un bambino di nove anni, se ne usciva con una rivelazione sconvolgente.
Dichiarò di essere stato rapito da un gruppo di ebrei che avevano provato a crocifiggerlo e a dissanguarlo: era riuscito a fuggire per un puro colpo di fortuna.
Tutta la Polonia fu scossa da un’ondata di psicosi: il padre del bambino cominciò a girare per la città attirando i passanti con urla e grida, e incitando il figlio a raccontare la sua storia. Le donne incominciarono a invocar vendetta; due comari correvano in città al grido di “sentite! Sentite! Gli ebrei hanno ucciso dei bambini polacchi!”. Verso le otto del mattino, Henryck, incitato dal padre, ritenne di aver riconosciuto il suo rapitore: lo sventurato fu arrestato immediatamente dalle autorità locali, mentre la folla invocava il linciaggio.

La cosa sconvolgente è che la storia non si svolge – chessò – nel pieno Medioevo: i fatti sono avvenuti sessantacinque anni fa. Gli ebrei polacchi avevano appena tirato un sospiro di sollievo dopo la caduta del nazismo.
Ahimè, avevano sospirato troppo presto: la comunità ebraica di Kielce fu presa d’assalto da una folla inferocita, e un uomo di nome Berel Frydman fu trascinato fuori e linciato sul posto. Il dettaglio straziante è che Berel era tornato a Kielce da pochi mesi, dopo esser sopravvissuto ai lager.
Alla stazione ferroviaria, i passeggeri ebrei di un convoglio in transito furono aggrediti, scaraventati fuori dai vagoni e linciati dalla folla. Secondo la testimonianza di un viaggiatore, la scena fu agghiacciante: “la folla era in uno stato di completa isteria, e gridava che gli ebrei avevano ucciso dei bambini polacchi in cripte e che avevano preso il loro sangue per le matzzot”. Il pogrom di Kielce costò la vita a quarantadue ebrei; i feriti gravi furono oltre un centinaio. E tutto questo succedeva nel 1946: magari qualcuno di noi era già nato, all’epoca…

I polacchi di Kielce non erano dei pazzi: semplicemente, erano vittime di una propaganda martellante.
Siete liberi di non crederci, ma la storia degli omicidi rituali ebraici non si conclude nel Medioevo; e non scompare col Settecento illuminista. La credenza popolare era stata riportata in auge dai nazisti, che naturalmente avevano tutti gli interessi nel far dilagare in Germania una psicosi anti-ebraica.

La campagna aveva ufficialmente preso il via sul numero 11 del Der Stürmer, un settimanale nazista apertamente antisemita. Nel marzo 1934, in Germania, avreste potuto leggere in edicola affermazioni di questo genere:

ogni anno, a marzo, gli ebrei festeggiano una festa singolare. Sono i giorni del Purim[…] È [una festa] dedicata all’odio e all’omicidio. E al mangiare, al bere e a puttaneggiare. […] E quest’anno, come gli altri, cercheranno e troveranno un vero sacrificio umano. Perché sia detto questo: i non ebrei, che pensano che in questi giorni gli ebrei agiscano solo simbolicamente, sono inverosimilmente ingenui. Ci sono ebrei che massacrano ancora la loro vittima come fecero i loro antenati nella notte di Purim.

Accusa del sangue nazisti

Poche settimane dopo, si aggiungevano i dettagli: non si capiva bene se a Purim o a Pesah, fatto sta che in uno di quei due momenti gli ebrei rapiscono bambini gentili, li torturano, li scannano, ne spillano il sangue, e infine lo mescolano nel pane azzimo per celebrare la loro messa. A un certo punto i nazisti tiravano in ballo anche i presunti “santi” bambini, dedicando loro un dossier lunghissimo:

Accusa del sangue nazisti santi

Le proteste internazionali furono tali e tante che Hitler fu costretto a ritirare dal commercio i numeri in questione (dopo essersi assicurato che gran parte delle copie fossero già state vendute…).
Motivazione ufficiale per il provvedimento preso dai Reich? I cristiani potrebbero sentirsi offesi: il parallelismo fra l’infanticidio e l’eucarestia cristiana era blasfemo e costituiva un insulto alle convinzioni religiose degli ariani. Ed effettivamente, devo dire che i cristiani non gradirono: l’arcivescovo di Canterbury, tanto per dirne una, sporse protesta ufficiale alle autorità naziste. Il settimanale antisemita, in tutta risposta, accusò il prelato di essere in combutta con le lobbies ebraiche:

questo prete rimbambito, in virtù della sua protesta, ha unito le sue forze a una compagnia che lo deve esporre alla vergogna e al disprezzo […]. L’arcivescovo di Canterbury si è unito al denaro, alla menzognera stampa mondiale, […] agli assassini di massa giudeobolscevichi. […] Scegliendo questa parte, l’Arcivescovo di Canterbury […] ha commesso il crimine di tradire la Cristianità. Il crimine di tradire l’umanità non-ebrea.

A pochi mesi di distanza, l’accusa di omicidio rituale superava anche la Manica grazie ai torchi del The Fascist, organo ufficiale della Imperial Fascist League britannica. Il segretario, Arnold Leese, definiva “un fatto accertato che l’omicidio rituale sia praticato dagli ebrei e che vi siano molti casi registrati”: era una campagna stampa parallela a quella dei nazisti, che però includeva una variante di rilievo. Secondo i fascisti inglesi gli ebrei non agivano per motivazioni religiose quanto più per una questione di inferiorità razziale, che li rendeva dei minorati mentali, violenti e pericolosi. “È alla Razza, piuttosto che al Talmud o alla Cabala, che bisogna guardare, prima che si possa comprendere l’impulso all’omicidio rituale e l’amore [degli ebrei] per la tortura”.

E se torniamo in Germania, ci ritroviamo di fronte a ricostruzioni di stampo biologico ancora più bislacche: voi lo sapete, signore, cosa succede al vostro corpo quando voi avete un rapporto sessuale? Ebbene: sappiate che, a detta dei nazisti, il seme maschile, nel corpo della donna, “viene parzialmente o completamente assorbito dalla femmina e conseguentemente entra nella sua circolazione sanguigna”; dunque, un singolo rapporto fra una donna ariana e un uomo ebreo “è sufficiente ad avvelenare il suo sangue per sempre: […] ella non potrà più generare bambini ariani, anche sposandosi con un ariano. […] I loro bambini saranno […] persone ripugnanti, dal carattere incostante e tendenza alle malattie” (!).
E dunque?
E dunque, “ora sappiamo la ragione per cui l’ebreo usa ogni artificio per violentare le ragazze tedesche molto giovani; ora sappiamo perché il dottore ebreo stupra le sue pazienti mentre sono anestetizzate”. Come dicevo prima, a una psicosi demodé se ne sostituisce facilmente un’altra. Lo stupratore pedofilo tendenzialmente funziona abbastanza bene, ai nostri giorni… e quindi, la propaganda sa adattarsi.

La campagna diffamatoria dei nazisti procurò svariate vittime, e il danno ahimé era fatto: il suicidio di Hitler non basta a porre fine a quest’ondata di follia, che proseguirà ancora, anni dopo la sua morte.
Pensate solo ai fatti di Kielce con cui ho aperto il post: mentre a Norimberga si stava ancora celebrando il processo, decine di ebrei sopravvissuti alla Shoah venivano massacrati dalla folla, spinta peraltro dalla bugia di un bambinetto. “L’accusa di omicidio rituale non risale a ieri”, osservava in quei giorni un cronista del Jewish Chronicle: “è sempre servita, in passato, a provocare pogrom. Ma a quei tempi i pogromisti si prendevano la briga di presentare come prova il corpo di un fanciullo cristiano morto. Gli antisemiti polacchi hanno imparato, grazie ad Hitler, che una simile prova non è più necessaria. Una buona menzogna è sufficiente a produrre lo stesso effetto”.
Potere della propaganda, sostenuta dai recentissimi mass media.

Le conseguenze?
Le conseguenze lasciano sgomenti, come scriveva il New York Times: “chiunque abbia visitato la città di Kielce dopo il pogrom ha cercato invano un’espressione di rimorso o di vergogna sui volti. Ad eccezione dei manifesti ufficiali che facevano appelli per un ritorno alla calma, non si è trovato nessuno che condannasse il massacro”. (A onor del vero, il vescovo locale aveva diffuso un messaggio radio per esortare i cristiani a non dar credito alle accuse, N.d.R. Non è servito a molto). “Una folla di almeno 5000 persone”, proseguiva il New York Times, “ha preso parte al pogrom che è durato più di cinque ore, anche dopo l’intervento dell’esercito”. Léon Leneman, corrispondente in Polonia per il giornale Haboker di Tel-Aviv, confessò ai suoi lettori di essere rimasto sconvolto nel constatare che gli assassini erano

dei buoni polacchi medi. Musicisti o barbieri, panettieri o muratori, soldati semplici o sergenti, polacchi come ne incontro ad ogni passo […]. Che i lettori mi perdonino di non aver voluto trovarmi faccia a faccia con questi polacchi medi, le cui mani sono macchiate del sangue degli ebrei. Un uomo come me, cui i nazisti hanno assassinato moglie, figlio, fratelli e sorelle […], si ritrae, di fronte a una sensazione del genere.

Nell’immagine di apertura: le donne di Kielce piangono la morte dei loro cari, uccisi durante il pogrom.

***

PER APPROFONDIRE, ALTRI POST SULLO STESSO TEMA:
. Uno, in cui si racconta la vicenda di William di Norwich, a partire dalla quale prese origine la credenza circa gli omicidi rituali ebraici;
. Due, in cui si dà conto delle reazioni della Chiesa, e fors’anche dei meccanismi psicologici che agivano nel popolino;
. Tre, in cui si analizza la vicenda di “San” Simonino, a Trento.

7 risposte a "L’accusa del sangue, 4: viva ancor oggi (o, se non altro… fino all’altroieri)"

  1. filippociak

    Ecco! Ho appena finito di leggere tutta la serie… Bellissima! Davvero interessante! Conoscevo il tema del "sacrificio del sangue" (non certo così minuziosamente) ma non avevo mai sentito di questi terribili recentissimi episodi polacchi. Che brivido…

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  2. fiordicactus

    Certo che i bambini (ragazzi) sono pericolosi . . . ricordiamoci che a Salem tutto partì dalla gelosia di alcune adolescenti!

    Mio fratello, una volta per giustificare il ritardo con cui era tornato da scuola, si è inventato di aver trovato sulla strada di casa un castello incantanto con tanto di Principessa e drago, fossato e cavalieri . . . aveva 7 anni (sì, qualche anno fa i ragazzini facevano casa/ scuola e ritorno da soli) . . . certo se avesse detto che qualche ebreo lo aveva preso per crocefiggerlo, sarebbe stato creduto nello stesso modo . . .non c'erano ancora così tante notizie su pedofili torturatori e assassini. (e nemmeno comunità di ebrei in zona) 

    Da quello che so, non molti tra i polacchi, durante la persecuzione nazista, furono caritatevoli con gli ebrei, pochi furono quelli che si diedero da are per salvare qualche compatriota di questa religione.

    Ciao, R

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  3. fiordicactus

    Certo che i bambini (ragazzi) sono pericolosi . . . ricordiamoci che a Salem tutto partì dalla gelosia di alcune adolescenti!

    Mio fratello, una volta per giustificare il ritardo con cui era tornato da scuola, si è inventato di aver trovato sulla strada di casa un castello incantanto con tanto di Principessa e drago, fossato e cavalieri . . . aveva 7 anni (sì, qualche anno fa i ragazzini facevano casa/ scuola e ritorno da soli) . . . certo se avesse detto che qualche ebreo lo aveva preso per crocefiggerlo, sarebbe stato creduto nello stesso modo . . .non c'erano ancora così tante notizie su pedofili torturatori e assassini. (e nemmeno comunità di ebrei in zona) 

    Da quello che so, non molti tra i polacchi, durante la persecuzione nazista, furono caritatevoli con gli ebrei, pochi furono quelli che si diedero da are per salvare qualche compatriota di questa religione.

    Ciao, R

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  4. Lucyette

    Filippo: certo che, come diceva un mio professore di Storia del Cristianesimo, agli occhi dello storico è davvero un enigma, cercare di capire come mai la gente ebraica sia stata così perseguitata lungo tutto il corso della storia… fino ancora ai giorni nostri…

    Fiordicactus, ma pensa anche solo alla storia dell'asilo di Rignano Flaminio… io non ho seguito molto la vicenda, ma a un certo punto non era emerso che i bambini erano stati influenzati dalle domande pressanti dei genitori? Potrei sbagliare, ma mi sembra che a un certo punto alcuni degli accusati fossero anche stati assolti (ma ripeto: non sono sicura, mi sembra solo di ricordare).
    Il problema è che i bambini hanno una fantasia sfrenata, e talvolta non si rendono nemmeno conto di star danneggiando gli altri con le loro bugie… somma questo alle tante brutte storie dei tg che ovviamente influenzano gli adulti, e temo che anche ai nostri giorni sia abbastanza facile montare un caso drammatico praticamente sul nulla…
    Ma del resto come fai? Magari invece il bimbo non si sta inventando niente…

    Per i Polacchi e gli ebrei… sai che non ne ho proprio idea? Non avevo mai sentito questo fatto, non so proprio!

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  5. Lucyette

    Filippo: certo che, come diceva un mio professore di Storia del Cristianesimo, agli occhi dello storico è davvero un enigma, cercare di capire come mai la gente ebraica sia stata così perseguitata lungo tutto il corso della storia… fino ancora ai giorni nostri…

    Fiordicactus, ma pensa anche solo alla storia dell'asilo di Rignano Flaminio… io non ho seguito molto la vicenda, ma a un certo punto non era emerso che i bambini erano stati influenzati dalle domande pressanti dei genitori? Potrei sbagliare, ma mi sembra che a un certo punto alcuni degli accusati fossero anche stati assolti (ma ripeto: non sono sicura, mi sembra solo di ricordare).
    Il problema è che i bambini hanno una fantasia sfrenata, e talvolta non si rendono nemmeno conto di star danneggiando gli altri con le loro bugie… somma questo alle tante brutte storie dei tg che ovviamente influenzano gli adulti, e temo che anche ai nostri giorni sia abbastanza facile montare un caso drammatico praticamente sul nulla…
    Ma del resto come fai? Magari invece il bimbo non si sta inventando niente…

    Per i Polacchi e gli ebrei… sai che non ne ho proprio idea? Non avevo mai sentito questo fatto, non so proprio!

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  6. utente anonimo

    Sicuramente il bimbo aveva molta fantasia, oppure aveva confuso la realtà con un sogno che aveva fatto (può succedere) Ovviamente agli adulti non è passato per la testa di controllare se aveva dei segni di torture sul corpo…

    Il "bello" è che i nazisti accusavano gli ebrei di cose che facevano loro…
    Spero proprio che quella sia una pagina della storia che è ormai alle nostre spalle.

    Aerie

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  7. utente anonimo

    Sicuramente il bimbo aveva molta fantasia, oppure aveva confuso la realtà con un sogno che aveva fatto (può succedere) Ovviamente agli adulti non è passato per la testa di controllare se aveva dei segni di torture sul corpo…

    Il "bello" è che i nazisti accusavano gli ebrei di cose che facevano loro…
    Spero proprio che quella sia una pagina della storia che è ormai alle nostre spalle.

    Aerie

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