Laetare! (Confetti gialli)

Domenica Laetare. Domenica di mezza Quaresima.
Ormai ci siamo: e ormai – del resto – anche i sassi hanno capito che si tratta di una domenica speciale, in cui l’atmosfera penitenziale di questi cupi quaranta giorni viene improvvisamente stemperata da una nota di… colore.
Provate a andare a Messa domattina, e ditemi com’è vestito il prete. Se è un prete in gamba, vi sembrerà quasi quasi di essere a una festa di Carnevale.

Insomma: domenica di mezza Quaresima. Domenica Laetare. Era la domenica in cui, tradizionalmente, il digiuno si allentava: si segava in due la vecchiaccia che rappresentava la Quaresima; si gustavano (ma per un giorno solo!) i dolcetti che uscivano dalle interiora della bambolaccia dimezzata
… ed era un giorno di “festa”, insomma.
Occielo: sempre in Quaresima siamo, eh. Però era festa.
Anche perché la Quaresima è lunga, e in fin dei conti siamo solo a metà; e quanto tutti facevano Quaresima (più) seriamente, poteva anche venire un attimo di scoramento, dopo venti giorni di privazioni. E quindi via – oplà –  unla piccolissima sosta, per poi partire tutti quanti con lo sprint finale!

È per questa ragione che, oggi, spezzo anch’io la penitenza (vostra), interrompendo per un attimo il mio calendario quaresimale.
Sì, okay, lo so: la domenica di mezza Quaresima è domani; dovrei farlo tra qualche ora, e non di sabato.
Ma mica è colpa mia se cade proprio il 2 aprile, il mio anniversario imprescindibile che non può esser trascurato.

E quindi, concedetemi una dedica. E metto le mani avanti: stavolta, non si tratta di un incunabolo.

02/04/01 – 02/04/11


A te, che sei entrato nella mia vita senza avvisare; senza chiedere il permesso; senza la minima cautela.

A te, che mi hai sorpresa mentre ero sola e sanza alcun sospetto; non stavo leggendo un libro su Lancillotto, ahimé, ma stavo studiando il capitoletto sui sassi nel mio libro di Educazione Tecnica.
(Sassi. Tsk).

A te, che oggi sono diec’anni esatti. E da quel giorno, tu non mi hai mai – mai e poi mai – lasciata.

A te, che hai cambiato la mia vita, o quantomeno hai influenzato il mio stile e i miei hobby: non ti piacciono le scarpe da ginnastica, i tacchi alti, i pantaloni a sigaretta, il fatto che io balli… e io ubbidisco succube, naturalmente.

A te, di cui ricordo tutto. Le notti in bianco dei primi tempi; tu che sei con me ad ogni passo; la tua presenza costante in ogni singolo momento della giornata, giorno e notte, ventiquattr’ore su ventiquattro.

A te, che onestamente sei nei miei pensieri, giorno e notte, anche a diec’anni di distanza; e ove mai dovessi putacaso dimenticarmi di te per un istante solo, basta anche solo sfiorarti un attimo per farmi ricordare immantinente che non hai nessunissima intenzione di abbandonarmi.

A te… che se “un diamante è per sempre”, mi sa che tu sei meglio ancora. Un diamante, tanto quanto, puoi sperare che te lo rubino.

A te, che sei il protagonista di una relazione senza dubbio travagliata, perché non è che sian state tutte rose e fiori, e lo sai bene (a meno che non si voglia ragionare sull’allergia ai pollini e sulle spine delle rose; nel qual caso, possiamo anche riparlarne).

A te, che tutto sommato fai parte di me e della mia vita… e che, in fondo in fondo, sei un compagno d’avventure assolutamente tollerabile, calcolando che a distanza di dieci anni sono qui a dedicarti un post sul blog (l’avresti mai detto, vecchio mio)?

A te, buco nel mio piede, buon decimo anniversario.
Oggi sono ufficialmente dieci anni che stiamo assieme: e se diec’anni fa mi avessero detto che oggi sarei (saremmo) andati a mangiare fuori per festeggiare l’evento, mi sarei presa per cretina…
… ma invece, tant’è.
Buon decimo anniversario, Buco!

(Aehm.
Okay: il post non sarà quaresimale… ma il link a cui vi ho rimandati, invece, lo è decisamente!)

11 risposte a "Laetare! (Confetti gialli)"

  1. agapetos

    Nel film "amarcord" (se non l'hai visto te lo raccomando fortemente), e mio padre riminese conferma, per festeggiare la primavera si faceva un falò alla cui cima c'era un fantoccio detto "segavecchia". Che ci sia un legame?
    Ho letto il tuo vecchio post… sei stata imprecisa: quello di Gesù è un foro, non un buco!
    Gv

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  2. agapetos

    Nel film "amarcord" (se non l'hai visto te lo raccomando fortemente), e mio padre riminese conferma, per festeggiare la primavera si faceva un falò alla cui cima c'era un fantoccio detto "segavecchia". Che ci sia un legame?
    Ho letto il tuo vecchio post… sei stata imprecisa: quello di Gesù è un foro, non un buco!
    Gv

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  3. Lucyette

    Non vorrei sminuire il sacrificio di Cristo che si è addirittura fatto perforare i piedi, e in effetti è vero, il suo era decisamente un foro…
    … ma onestamente, credo che gli unici capaci di far attenzione a 'ste distinzioni siano proprio solo gli ingegneri :-DD

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  4. Lucyette

    Non vorrei sminuire il sacrificio di Cristo che si è addirittura fatto perforare i piedi, e in effetti è vero, il suo era decisamente un foro…
    … ma onestamente, credo che gli unici capaci di far attenzione a 'ste distinzioni siano proprio solo gli ingegneri :-DD

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  5. utente anonimo

    Io ti assicuro che non ho sentito nessuno fare la distinzione tra buco e foro manco in ingegneria, quindi tranquilla siamo normali anche noi 😛

    Beh, buon anniversario >_<

    Daniele

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  6. utente anonimo

    Io ti assicuro che non ho sentito nessuno fare la distinzione tra buco e foro manco in ingegneria, quindi tranquilla siamo normali anche noi 😛

    Beh, buon anniversario >_<

    Daniele

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