La costante delle mie vacanze

La prima volta, ero piccolissima. Ero in vacanza nella mia casa al mare, e mi son svegliata a tarda notte per il tintinnio del lampadario. Son rimasta a contemplarlo, incantata, come se fosse una di quelle giostrine che si metton sulla culla. Era bello: che meraviglia!

La seconda volta, non mi sono accorta di un bel niente. Ero in vacanza nella mia casa al mare, (a dire il vero, ero in spiaggia a fare il bagno)… e ho continuato a fare il bagno, allegra e spensierata. Una nostra vicina di casa un poco isterica, però, è andata avanti per una settimana buona, ululando al mondo che saremmo morti tutti.

La terza volta, in vacanza nella mia casa al mare, ho sgranato gli occhi. “Ehi! C’è il terremoto!!”.
Mia mamma mi ha presa per pazza, continuando a farsi i fatti suoi.
“Mannò! Non senti?!”. Ero incredula, ho protestato: “c’è davvero il terremoto!”.
Mio papà ha alzato gli occhi al cielo, continuando a sbucciarsi un pomodoro. Mi ha testualmente dato della visionaria.
“Ma come fate a non sentirlo?! Sta tremando la casa, c’è un terremoto!”.
Mio papà mi ha detto di star zitta – voleva ascoltare il telegiornale – ed io gli ho messo il broncio.
L’indomani mattina, con mia gran soddisfazione, il quotidiano locale parlava di una scossa di terremoto che aveva fatto tremare il Ponente Ligure, causando anche qualche piccolo danno.
Tié.

La quarta volta, cioè giovedì sera, ero nuovamente nella mia casa al mare. Il getto della doccia si è improvvisamente fatto freddo, e lo specchio di fronte a me ha incominciato ad oscillare con intensità apprezzabile (4.7 Richter, oh!). Stavolta, per la prima volta, mi son quasi spaventata. Non era uno spavento sulle linee di “oddio la casa mi crolla addosso”, quanto più una preoccupazione sulle linee di “oddio: se la casa mi crolla addosso, i soccorritori mi troveranno nuda come un verme e insaponata, guarda un po’ che umiliazione”.
Mosso a compassione dal mio senso del pudore, il terremoto ha cortesemente deciso di arrestarsi.

A questo punto, potreste ragionevolmente pensare che io vada abitualmente in vacanza sulla faglia di Sant’Andrea; e invece no. Prima di postare, ho controllato su Wikipedia: il paesello delle mie vacanze è classificato come “zona a bassa sismicità”. È scritto nero su bianco, eh.

Fatte queste considerazioni, si delinea senz’altro la seguente soluzione.
Sono la figlia segreta del ragionier Fantozzi.

Fantozzi causava pioggia e brutto tempo non appena andava in vacanza.
Io, non appena vado in vacanza, causo terremoti.

C’ho dei poteri, veh!!!

14 risposte a "La costante delle mie vacanze"

  1. utente anonimo

    Mh…

    1) provi ad andare in vacanza in una zona ad alta sismicità per vedere se ottieni l'effetto contrario… e allora ti vorranno in tanti posti come prima cittadina.

    2) eviti accuratamente di andare in zone ad alta sismicità prima che causi la morte di migliaia di persone

    Come hai fatto a pensare qualcosa di così complesso durante una scossa? Durante un terremoto, se me ne accorgo, la mia testa si focalizza tutta nel pensare "aiuto, devo cercare riparo o è una scossa leggera?"

    Dimenticavo… vivo in una città alle pendici di un vulcano attivo… una guida americana degli anni '50 la definiva come la città dove la cosa più sorprendete è che sia ancora là…

    NightOwl87

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  2. Lucyette

    Sì, in effetti sarebbe interessante testare la mia influenza su una zona ad alta sismicità, ma avrei un po' paura di generare una strage…

    Circa il pensiero "complesso"… non so. Di terremoti, mi è già capitato di avvertirne alcuni (oltre a questi che ho descritto, mi è capitato qualche volta anche a Torino e a Pavia). Devo dire che non mi sono mai spaventata. Cioè, non m'è mai capitato di pensare seriamente al fatto di dover cercare un riparo.
    Forse dipende dal fatto che sono sempre state scosse ragionevolmente leggere… per uno che vive in una zona con una sismicità più elevata, immagino che sia tutta un'altra cosa.

    Però, sì… sotto la doccia, nuda come un verme, giovedì ho veramente avuto paura che gli eventuali soccorritori potessero ritrovarmi in quello stato pietoso. C'è il terremoto, e io mi preoccupo del fatto che uno sconosciuto possa vedermi nuda. Lo so, sono malata.

    Vabbeh, forse c'entrano anche le raccomandazioni di mia nonna.
    Quando dovevo fare un viaggio in macchina, mia nonna si raccomandava sempre: "mi raccomando, indossa della biancheria in buono stato. Così, se hai un incidente e finisci al pronto soccorso e i paramedici ti devono spogliare, non ci fai brutta figura".
    Giuro

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  3. utente anonimo

    Bisogna vedere se hai pensato veramente quella roba o hai avuto la paura e poi subito dopo hai razionalizzato che tipo di paura fosse… poi perchè sto a scervellarmi su questo non lo so neanch'io… non sei l'unica malata in giro, temo…

    Capisco la raccomandazione di tua nonna sebbene sia un po' curiosa 🙂

    Io quando vado a fare la doccia penso sempre "se proprio devi fare un terremoto aspetta che mi asciugo i capellI" non tanto per lo stato pietoso, ma scappare di casa con la testa bagnata e praticamente nuda è molto poco simpatico d'inverno… e se mi crolla la casa addosso e non muoio schicciata dalla struttura capace che muoio per il freddo… not funny 🙂

    Se vai a farti un giro a Catania informami…ho degli amici agli INGV che potrebbero essere interessati all'effetto ;P

    NightOwl87

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  4. utente anonimo

    Lucia, anche mia MAMMA mi dice così 😛

    Bentornata, ti consiglio di non progettare un viaggio per la California in ogni caso 😛

    Daniele

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  5. poveromabello

    A parte il terremoto, questi giorni passati al mare hanno fruttato il meritato relax? Ogni volta che riesco a convincermi di prendere qualche giorno di vacanza (evento molto raro anche nel mio caso) succede qualche cosa che mi fa rimpiangere la decisione presa… saranno mica dei segnali per farci definitivamente desistere nel prendere ferie? 😛

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  6. Lucyette

    "A parte il terremoto, questi giorni passati al mare hanno fruttato il meritato relax?"

    Oooohhh, sììì… [sorriso ebete sul volto, sguardo perso nel vuoto, muscoli rilassati]… ho dormito tanto, ho letto tanto, mi sono riposata tanto, voglio ripartire subitoooo…

    Ago, Daniele, io credo che questa sia la rivisitazione moderna dell'uovo e della gallina. Cioè, com'è andata? Un comico ha sentito parlare le nostre mamme/nonne e si è segnato la raccomandazione perché sembrava perfetta per Zelig, oppure le nostre mamme/nonne hanno sentito la battuta su Zelig e l'hanno trovata, ahinoi, una raccomandazione ragionevole?
    Me lo son sempre chiesto.

    NightOwl, LOL… tutt'intorno infuria il terremoto, e noi stiamo lì a preoccuparci di essere a posto e ben vestite :-DD

    Beh, sai cosa? Io mi ricordo di aver avuto lo stesso pensiero (sul senso del pudore) mentre guardavo le riprese dei TG del terremoto in Abruzzo. C'erano queste telecamere che filmavano i terremotati nel momento in cui venivano estratti dalle macerie, e i tg trasmettevano di continuo le stesse immagini. Nello specifico io mi ricordo l'immagine di una ragazzina che veniva estratta dalle macerie, in lacrime, scarmigliata, poco vestita (aveva solo un pigiamino piuttosto succinto – shorts e canottierina – che perdipiù si era strappato). Era una immagine di forte impatto emotivo e quindi l'han fatta vedere cinquantamila volte in tutte le edizioni dei Tg, e io avevo pensato: ma che caspita! Al posto di questa ragazza, non avrei avuto voglia di essere sbattuta in televisione in quelle condizioni: scossa, piangente, pure poco vestita. Era stata ripresa a tradimento mentre i suoi soccorritori la estraevano dalle macerie, e chissà poi se i cameramen le avevano chiesto il permesso di poter mandare in onda quelle immagini. (Penso proprio di no).
    A me avrebbe dato un sacco di fastidio, esser sbattuta in prima pagina in quello stato emotivo (e, peraltro, anche così svestita. Vabbeh che i vestiti sono l'ultima cosa a cui pensi in quei momenti, ci mancherebbe altro, ma santo cielo, un minimo di buon senso da parte dei giornalisti!! Ma scusa! C'era proprio bisogno di far vedere quella ripresa lì? Non ne avevano altre?).
    Forse sono stata traumatizzata da quella ripresa, e, mentre ero sotto la doccia con la casa che tremava, la mia memoria è andata a quella poveretta… chissà 😛

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  7. utente anonimo

    Lucia, il bello è che lo diceva anche mia nonna, e entrambe non vedono Zelig 😛 Volendo quindi potremmo farci pagare il copyright che dici?

    Per quanto riguarda le riprese dei telegiornali sul terremoto in Abruzzo, è vero, io ricordo che spesso facevano vedere un uomo in mutande piccolissime che veniva estratto dalle macerie :S Sai che vergogna finire in tv in… mutande. Ricordo comunque molte scene simili, sai che imbarazzo 😛 Quella notte io ancora oggi me la sogno qualche volta >_<

    Daniele

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  8. utente anonimo

    Per Ago & C. (e naturalmente per Lucy)

    Penso che Covatta, come tanti prima e dopo di lui – a mia fallibilissima memoria, intorno alla fine degli anni '60 fu proprio questa "novità" a provocare il successo di Cochi e Renato – attinga buona parte della forza della sua comicità proprio dal quotidiano, dai modi di dire e di pensare che magari, a distanza di anni, fanno sorridere.
    Resta da chiedersi (scusate, so che siete tutti giovani ed ovviamente la pensate come i giovani, è normale anzi sarebbe terrificante il contrario) se il "ridicolo" ed il decisamente esagerato del modo di pensare della generazione delle nostre mamme/nonne sia più o meno "sensato" rispetto all'atteggiamento diametralmente opposto che oggi va per la maggiore.
    Provo a spiegarmi meglio:
    Mia nonna, e mia madre dopo di lei, hanno sempre superato in raccomandazioni persino le vostre, il che è spiegabilissimo perchè ci passa una generazione (credo che mia madre abbia più o meno l'età delle vostre nonne). Sarebbe a dire che la raccomandazione riguardava TUTTE LE VOLTE CHE USCIVO DI CASA, non fosse che per andare dal panettiere. Ovviamente la stessa cosa la applicavano a loro stesse; inappuntabilità e decenza perchè …. "metti che poi magari ti senti male per la strada …" Tiè e aritiè, ma non era un fattore superstizioso, era la manifestazione, per quei tempi normalissima, di un qualcosa di cui oggi si è perso quasi interamente il significato, salvo conservarne solo quelli negativi, e che si chiama "pudore". Una delle poche parole che sono diventate i nuovi tabù, "in questo regno dove tutto è permesso" come direbbe Max Pezzali
    Capisco quindi il pensiero di Lucia, io avrei avuto lo stesso. Chiamatelo imprinting, background, o come meglio credete.
    Non mi permetterei mai di sostenere che – se estremizzato – sia un atteggiamento educativamente corretto. Ma trovo alquanto misero, sotto tutti i punti di vista, l'atteggiamento opposto.
    Quello, per intenderci, di coloro che pur di avere i loro cinque minuti di notorietà in TV, sul Web, su Youtube o canali similari ammesso che si utilizzino ancora (credo che oggi vadano per la maggiore "roba" tipo Facebook e/o Twitter, mia competenza in materia = zero assoluto) arrivano addirittura a inscenare situazioni più o meno drammatiche nelle quali si fanno riprendere in abbigliamento più o meno discinto, simulando un atteggiamento più o meno consenziente.  L'ipocrisia di tante "brave ragazze" che prima si fanno riprendere "artisticamente" dal fidanzato di turno e poi dichiarano piangenti al TG che il ragazzotto di turno ha volutamente "violato la loro privacy" inviando il tutto sul Web. Ed a questo punto interviene quasi sempre l'esperto di psicologia (il più delle volte è una donna, il che mi manda in bestia perchè fornisce molto materiale a chi ha ancora nei confronti delle donne un atteggiamento discriminatorio) a compatire la povera vittima ed a proclamarne i sacrosanti diritti, legali e morali, a denunciarne gli "irreversibili danni psicologici" che deriveranno dall'episodio increscioso che ha distrutto la psiche del povero agnellino innocante.
    Adesso divento volutamente provocatoria, chiedo scusa a Lucy se vado OT, anzi la autorizzo fin d'ora a cancellare il mio commento se lo riterrà opportuno. Lungi da me l'intenzione di alimentare l'operato dei troll, sopratttutto sul blog di un'amica: mi piacerebbe tanto capire perchè l'opinione pubblica trova logico, giustificato, innovativo, all'avanguardia l'atteggiamento di una scuola superiore pubblica che installa al suo interno un distributore di preservativi (Torino, liceo Keplero, anno scolastico 2010-11), e poi la stessa opinione pubblica si scandalizza ed invoca l'intervento dell'autorità giudiziaria nel momento in cui una diciassettenne decide liberamente di fare sesso con chi le pare e piace, senza essere stata nè violentata nè forzata nè ricattata.
    Abbiate pazienza, è colpa dell'età, ma davvero non mi riesce di far combaciare le due cose.
    Sissi 2002

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