Fermarono i cieli

La prima cosa che notò, fu il dormiente.
Lo scorse con la coda dell’occhio, mentre correva lungo il sentiero buio; e si arrestò all’improvviso, accorgendosi che il vecchio pastore giaceva perfettamente immobile, con gli occhi chiusi e la testa reclinata. Il petto era assolutamente immobile – non si sollevava col respiro – e ogni singolo muscolo sembrava fermo, paralizzato.
Giuseppe si bloccò sul posto, lanciando nervosamente un’occhiata al vecchio. Pensò a sua moglie, che stava partorendo sola (orrore!) (in una stalla!) (doveva trovare subito una levatrice!), e pensò a quel vecchio che forse era già morto, o stava morendo; forse avrebbe potuto essere salvato, se…
Il falegname si guardò attorno, scorse poco lontano le luci di una locanda: accelerò il passo, cominciò a correre, certo che lì avrebbe trovato assistenza per se stesso e per il vecchio…
E poi all’improvviso si fermò. Di nuovo.

Al di fuori della locanda, una donna che attingeva acqua al pozzo se ne stava completamente ferma. Immobile. In una posa innaturale, e certamente niente affatto comoda.
A pochi passi da lei, un falegname sedeva immobile al suo banco di lavoro con il martello sollevato in aria, e l’espressione concentrata di chi sta per dare un colpo al legno.
Oltre le finestre della locanda, un giovane si portava alle labbra una fetta di pane; la bocca era aperta, il collo proteso verso il cibo. E il ragazzo era perfettamente immobile.

Con il cuore che accelerava il battito per lo spavento e la paura, Giuseppe si guardò attorno. Sollevò lo sguardo verso la volta del cielo e la vide ferma, innaturalmente statica. Tornò a fissare la locanda, e scorse un gruppo di operai con le mani in un vaso di terracotta: ma quelli che masticavano, non masticavano; quelli che prendevano il cibo, non lo alzavano dal piatto; quello che lo portavano alle labbra, non lo portavano. E vide alla sua destra un gruppo di pecore che camminavano, ma che in realtà erano innaturalmente ferme; il pastore che le conduceva alzò il bastone per percuoterle, ma la sua mano restò in aria.
E fu come se il mondo avesse tremato – palpitato – per un attimo.

La notte di Betlemme si accese di splendore, mentre un raggio di luce per illuminare una zona che – ad occhio e croce, valutò Giuseppe – doveva essere vicinissima alla stalla in cui aveva lasciato sua moglie.
E poi, nel silenzio immobile di quella notte in cui persino i cieli sembravano essersi fermati, a Giuseppe parve di sentire il pianto di un neonato che si alzava verso le stelle.
E poi, in istante, tutte le cose attorno a lui ripresero il loro corso.

Non so se vi era mai capitato di sentire questa canzone, prima d’ora.
S’intitola Fermarono i cieli, ed è forse la mia preferita fra tutte le canzoni natalizie. L’ha scritta, a quanto pare, Sant’Alfonso Maria De Liguori; la versione che vi ho proposto è una registrazione del 1999 ad opera del coro “Le piccole voci” di Angelo Di Mario.
Ed è una canzone splendida, se permettete il mio giudizio.

Racconta un episodio molto insolito, se paragonato ai temi che siamo abituati ad ascoltare negli altri canti natalizi. Non ci sono bambinetti infreddoliti; non ci sono cori angelici; c’è la descrizione di una Notte Santa che è senz’altro più insolita rispetto a quella di Stille Nacht
…per la semplice ragione che in quella Notte Santa il mondo si ferma per un attimo, in attesa: come per incanto.

Non è il delirio di un cantautore folle: è un episodio tratto dal Protovangelo di Giacomo, un apocrifo datato alla metà del II secolo. Il buon San Giuseppe, rievocando nascita di Cristo, racconta in prima persona i suoi ricordi di quella notte magica: mentre lui correva per Betlemme, alla ricerca di una levatrice, l’universo si era fermato per un attimo – immobilizzato – nell’istante in cui Dio nasceva al mondo.
Un palpito universale di stupore e di raccoglimento, in quella notte che ha cambiato la Storia.
E poi, la vita che ricomincia a scorrere.

D’accordo, è un Vangelo apocrifo: si tratta chiaramente di una leggenda, a cui non va prestata alcuna fede. Ma è una leggenda senz’altro suggestiva, che sa affascinare, con l’immagine di questa Betlemme che si immobilizza per un attimo, in un instante di stupore.
In alcuni libri (di dubbia attendibilità) trovate spesso questa teoria: il significato profondo del presepio sarebbe (anche) quello di ricordare visivamente quest’attimo di stasi. In effetti, se aveste osservato Betlemme dall’alto durante questo momento “di magia”, avreste visto qualcosa di molto simile a una serie di statuette immobili.

Chiaramente, le cose non stanno proprio così: il presepio è nato per ragioni molto più profonde, che prima o poi vedrò anche di raccontarvi meglio.
Però, questa leggenda natalizia mi piace veramente un sacco.
Mi piace veramente un sacco, osservare il mio presepio già finito ascoltando le note di Fermarono i cieli in sottofondo: è come immaginare di star guardando da spettatore esterno il momento preciso e esatto in cui Dio ha vagito per la prima volta nelle braccia della mamma.
E dici poco!

Il presepio non è nato per queste ragioni, e non ha certo lo scopo principale di illustrare qualche versetto di un Vangelo apocrifo.
Però è bellissimo da retta a questa tradizione, e immaginare di star guardando il mondo proprio nel momento in cui il mondo cambiava; per sempre.

***

E a proposito di tradizioni belle: me ne torna in mente una che è vecchia solo di un anno, ma che è stata oggettivamente splendida.
Vi ricordate il nostro “presepio virtuale” dell’anno scorso?
Vi avevo chiesto di raccontarmi in quale statuetta del presepio riuscivate a identificarvi meglio: ne era venuto fuori un piccolo tesoro di osservazioni e contributi, che aveva dato origine a un “presepio di blogger” a dir poco commovente.
Insomma: a me era piaciuto un sacco; e a quanto pare, anche a voi.

Quest’anno, se vi va, rinnovo il mio invito: se avete voglia di raccontarmi, in un post o nei commenti, in quale statuetta del presepio vi identificate meglio… ne farò tesoro! Non è detto che quelli che hanno già partecipato l’anno scorso siano automaticamente “esclusi” dal gioco: a parte il fatto che ho i vecchi post tutti salvati nell’archivio, può anche darsi che, rispetto all’anno scorso, vi sentiate più vicini ad un’altra statuetta.
E poi… quest’anno sarà ancora più divertente, dai.
Perché da domani incomincio seriamente a raccontarvi messaggi e tradizioni di ogni singola statuetta… sarà anche divertente, scoprire qual è il vero significato del vostro “personaggio”!
O no?

18 risposte a "Fermarono i cieli"

  1. marinz

    L’anno scorso ero un vecchio con il bastone e il cane… quest’anno? Non lo so ancora, ci penso e scriverò un post o un commento al riguardo. :o)

    Complimenti, invece, per questo post di inizio avvento “romano” e calendario dell’Avvento… mi è piaciuto molto la “leggenda” ripresa dal vangelo apocrifo di Giacomo

    un sorriso 🙂

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    1. Lucyette

      I Vangeli apocrifi hanno un sacco di leggende che… ovviamente non vanno prese sul serio, ma che sono bellissime e affascinanti, di per sè! 🙂

      Sì, anch’io devo pensare bene alla statuetta che “mi” rappresenta nel presepe. Quest’anno non mi identificherei più così bene con la (storia della) statuetta che avevo scelto l’anno scorso… guarda un po’ 🙂

      Beh, abbiamo ancora tantissimo tempo per pensarci, ovviamente: un intero Avvento! 😉

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  2. Cappellaio Matto

    Canzone stupenda, non c’è che dire.
    Bellissima in questa versione da orchestra con coro: http://www.youtube.com/watch?v=DETHKUPb6rQ

    Da “Fermarono i cieli” dovrebbe derivare anche la celebre filastrocca natalizia più comunemente conosciuta come “Maria Lavava” (O almeno così mi pare di ricordare).
    Spesso viene anche questa trasformata in canto per cori durante le festività natalizie e, ad esser sinceri, mi ha sempre trasmesso qualcosa di “particolare” (difficile da spiegare, eh). Creda un’atmosfera diversa nel sentirla cantare. Ricordo però ciò che provavo quando la ascoltavo da bambino… Mi sembrava esserci qualcosa di “sbagliato” nel testo, addirittura.
    C’era il Bambinello che piangeva perchè soffriva e Maria che, di fatto, lo sgridava. Insomma, gli diceva di “star zitto”!
    Essendo di natura popolare, naturalmente, la filastrocca è alquanto poco poco sacrale, sì. E descrive la Sacra Famiglia ben lontana da comete, adorazioni di pastori e canti di angeli. Un po’ come “Fermarono i Cieli”, in pratica. Del resto lil canto di De Liguori ne è la matrice.

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    1. Lucyette

      Mi sembrava esserci qualcosa di “sbagliato” nel testo, addirittura.
      C’era il Bambinello che piangeva perchè soffriva e Maria che, di fatto, lo sgridava. Insomma, gli diceva di “star zitto”!

      Sarà solidarietà femminile, ma questo quadretto mi rende improvvisamente Maria molto più vicina… :-PP

      Sai che non conoscono questa canzone? Devo andarmela a cercare su YouTube!!

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  3. rosenuovomondo

    A parte il bellissimo post che ho letto con il sorriso sulle labbra e la canzone ancora più bella che indichi, mi piace tantissimo la tua iniziativa e poi, sai, io fin da bimba mi sono sempre identificata nella signora delle oche…. chissà perchè… quella signora malvestita con un sacco di oche intorno e in mano il canestro con il loro cibo..

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    1. Lucyette

      Ma sai che la signore delle oche mi manca? Non ce l’ho, nel mio presepio! :-O

      Uhm: forse però c’è nel presepio in legno che avevano preso i miei genitori quando si sono sposati: dovrei controllare. Ho in mente questa signora vestita di verde, ma non mi ricordo se ha in mano un’oca o un’anfora (LOL… si assomigliano proprio, eh? :-P)

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    1. Lucyette

      :-*

      Il vecchio con la lanterna in mano! Che bella figura!
      E’ una delle mie preferite, assieme agli sposi vecchietti che passano la sera accanto al fuoco: mi piacciono un sacco i vecchi, nel presepio!

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  4. Ilaria

    Io… non è che sia in preda a una botta di disistima, però, sul serio… io quest’anno mi sento come il cagnolino che ho modellato col das tanti anni fa e dipinto di marrone (e che è tuttora parte del presepe in casa dei miei). In mezzo a tutte quelle pecore con pastori dormienti, pastori disorientati (il pastore con la mano sugli occhi per vedere lontano), pastori concentrati su Gesù, mi sembrava ci mancasse un cagnolino, così l’ho fatto. E non so, sarà perché ci ho messo del tempo e della fatica e non è neanche venuto su benissimo, però dignitoso nella sua caninitudine, io quest’anno mi identifico in lui! 🙂

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    1. Lucyette

      Altro che disistima: con te, arriviamo a tre blogger che si sono identificate con un cane (contando anche MartaYensid e NihilAlieno l’anno scorso)! Si vede che è un personaggio che attira… 😀

      Ma che bella storia, il cagnolino fatto a mano. Io ho una manualità che rasenta lo zero assoluto, quindi non mi son mai nemmeno azzardata a far cose di questo genere (a parte una bambola di pezza che avevo preparato assieme a mia mamma)… però dev’essere proprio una bella soddisfazione, potersi affezionare ad oggettini creati con le tue stesse mani!

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