La bellezza delle cose semplici

In qualcuno di voi, la lettura di questo post potrebbe forse scatenare una tristezza incontrollabile; non so.
La verità è che, fondamentalmente, nessuno della mia famiglia ha mai avuto questa gran passione il cibo. Siamo di stomaco piccolo, è questo punto: se arriva in casa nostra qualche piatto prelibato, naturalmente è festa grande; ma siamo soddisfatti anche con un piatto di pastasciutta al burro, e non ci ha mai sfiorati l’idea di festeggiare un certo evento con cenoni pantagruelici, o incursioni al ristorante.
Per il pranzo di Natale abbiamo cucinato agnolotti di particolare pregio, ma poi non abbiamo mangiato altro: stavamo bene così, semplicemente. Il cibo è una cosa nobile e bellissima, ma io sono di stomaco piccolo e mi vien la nausea con un nonnulla: una porzione mi basta e avanza; meglio ancora se non è eccessivamente ricca.

Tutto ciò per dire: il pranzo di Natale era buonissimo, eh! Monoportata, ma buonissimo.
La sera della Vigilia, invece, eravamo senza idee e demotivati: io avevo passato il pomeriggio a lavorare su una torta; i miei genitori erano appena tornati, stanchi, da una passeggiata in centro; alle undici di sera, bisognava uscire per la Veglia… e nessuno di noi tre aveva particolari desideri gastronomici.
Il piano A era quello di mettere a bollire la pasta e condirla con il sugo Knorr.
Il piano B – giusto per fare un po’ di festa – era quello di spedire mio padre in una pizzeria d’asporto, mentre le donne di casa si affaccendavano per preparare il tavolo col servizio di Natale.
Il piano B ci ispirava un sacco.

E così, il 24 di dicembre, ci siamo apprestati per questa Vigilia casalinga: la mia mamma, il mio papà, la figliola tornata a casa; la tovaglia di Natale, e la pizza croccantissima.
La pizza croccantissima, nello specifico, fu cucinata per noi dal simpatico Mohammed, pizzaiolo tunisino, musulmano al punto tale da aver notoriamente bandito la pizza prosciutto e funghi dal suo menù: non gli va di dover maneggiare la carne di porco; e grazie tante. Riportano le cronache che, a un certo punto, Mohammed alzò lo sguardo su mio padre, che stava aspettando le nostre pizze dall’altro capo del bancone. E squadrandolo in silenzio gli chiese – così, dal nulla – se noi fossimo cristiani.
“Ehm. Sì. Perché?”, ha chiesto mio padre, un poco incerto.
“Perché allora, domani è la vostra festa!!”, ha esclamato Mohammed, con un sorriso. E non c’è stato verso di farlo desistere, o di fargli cambiare idea: ha preteso a tutti i costi di aggiungere alle nostre pizze una tonda farinata. “Davvero, signore: è un regalo, da parte mia. Per augurarvi buona festa”.

Ci saranno verosimilmente delle cose più esaltanti, nella vita: non metto in dubbio.
Ma la nostra cena della Vigilia (noi tre soli, in tutta semplicità, e tre pizze calde nel cartone; canzoni di Natale che risuonano nell’aria, mentre gustiamo la farinata tonda di un pizzaiolo islamico che ha voluto augurare una buona festa a noi cristiani)… beh: la nostra cena della Vigilia mi è sembrata innaturalmente splendida.
C’è una dolcezza tutta particolare, nella bellezza delle cose semplici.

54 risposte a "La bellezza delle cose semplici"

  1. Andrea

    la semplicità non è mai tristezza però pensare di condire la pasta col sugo Knorr… brrrrrrrrrrrrrrr da buon Emiliano, di quelli che il ragù o è fatto come Dio comanda o niente, mi domando e dico: se sei abituata a condire con dei sughi pronti è normale che tu non abbia passione per il cibo, è normale che si abbia anche uno stomaco piccolo piccolo! la roba più l’é trésta più l’impinéss (la roba più è cattiva più riempie) di pasta condita col sugo Knorr ne basta mezza forchettata per dire basta ho mangiato troppo!

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    1. Lucyette

      Ma onestamente…
      Ogni tanto, se ci prende vaghezza, ci mettiamo a preparare in casa un serio ragù di carne, o condiamo la pasta con il sugo d’arrosto (tipico, in Piemonte), o prepariamo sughi di pomodoro con cipolla soffritta e così via dicendo…
      …buonissimi, eh: ma in tutta onestà, non troviamo affatto che i sughi pronti siano peggio 😛

      O meglio: dipende ovviamente dalle marche; anche a me è capitato di assaggiare sughi pronti che non mi son piaciuti e che non ho più comprato. Ma quelli della Knorr e della Star, per citare le mie marche preferite, ci sono sempre sembrati più che all’altezza, e hanno anche retto il confronto con i sughi del ristorante!
      E dire che io, soprattutto, sono abbastanza schifiltosa coi cibi, e se un piatto non mi piace faccio fatica a finirlo. Eppure i sughi pronti non mi hanno mai dato assolutamente alcun problema: boh!

      (Bellissimo il proverbio: non lo conoscevo, ma è verissimo! :-D)

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    1. Lucyette

      E’ la pizza di Mohammed. Lui la fa croccante 😛
      Inizialmente mi sembrava strano, ma dopo un paio di volte ho cominciato ad apprezzarla! Occielo: preferisco la pizza “classica”, ma Mohammed ha il negozio vicinissimo a casa nostra ed è molto più comodo andare lì che in altre pizzerie d’asporto 🙂

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  2. Andrea

    Mi creda non per rendermi antipatico o scortese ma se non ha passione per il cibo, rimanendo nel si mangia per vivere non si vive per mangiare (anche se la seconda mi si addice di più) un motivo c’è!
    Vorrei capire cos’è la tonda infarinata.

    In quel di Torino, a poca distanza dalla Mole Antonelliana ho mangiato una carbonara al caffè (al posto del pepa abbondante caffè macinato per intenderci) veramente ottima; questo non c’entra niente col discorso in atto ma un piatto particolare come quello lo ricordo volentieri.

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    1. Lucyette

      Ma secondo me è anche solo questione di gusti personali…
      Per dire: la famiglia di mio padre (intesa come famiglia in cui mio padre è cresciuto prima di sposarsi) ha sempre avuto passione per il cibo, e preparava abitualmente manicaretti prelibati. I miei due zii, probabilmente “assuefatti” alla buona cucina, amano andare al ristorante e/o preparare cenoni in grande; mio padre no (ed è stato sollevato quando è andato a viver con mia mamma, che cucinava minori quantità di cibo e aveva uno stile più “riposante” – meno fritto, e meno cose strane).
      Anche mia mamma: sa cucinare benissimo (a suo tempo ha frequentato l’Istituto Tecnico Femminile, figuriamoci), e quando ci si mette ci riesce divinamente! Per dire: sa preparare degli ottimi tortellini fatti a mano; ma tutti quanti troviamo molto gustosi anche gli ottimi (ai nostri occhi) tortellini Rana; e quindi, chi glielo fa fare di faticar di più? 😀
      Secondo me è proprio una questione personale, di gusti: non è che non ci piaccia il cibo perché non siamo mai stati abituati a mangiar bene; io penso che non ci piaccia il cibo perché… non tutti i gusti sono alla menta. Poi se ci arriva in casa un cibo particolarmente buono naturalmente ci rendiamo conto della differenza, non è che abbiamo le papille gustative atrofizzate :-D, però la consideriamo un’eccezione e ci va benissimo così. Secondo me nel nostro caso è più una questione di gusti, che di ricette, perché le ricette non ci mancherebbero in teoria!

      La farinata… ehm… non l’hai mai mangiata? :-O E’ la farinata di ceci: è buonissima!!
      Una carbonara al caffè… wow! Da appassionata del caffè, adesso sono curiosissima: dev’esser buona!! Mai sentita: non è un piatto tipico, nel caso in cui fosse venuto il dubbio a qualcuno :-D, ma mi ispira molto!

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  3. rosenuovomondo

    A me invece mangiare piace proprio. Ci sono cose che mangio proprio perchè mangiarle mi fa stare bene. E mangiare cose un po’ particolari nei giorni di festa per me è un piacere. Un piacere prepararle e un piacere mangiarle. meglio ancora se in compagnia, meglio se tra qualche chiacchiera.
    Dopodichè penso anche che per voi non ci sia stato niente di più bello di una pizza in famiglia, scaldata dall’affetto e , si anche dal regalo inaspettato. Perchè siamo cristiani ed è la nostra festa!

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    1. Lucyette

      Sai cosa?
      A me fa piacere preparare piatti un po’ diversi dal solito: soprattutto sotto le feste, è un piacere che sento molto.
      Però mi godo molto di più tutto l’aspetto della preparazione (soprattutto perché sono bravina coi dolci, quindi è anche bello vedere come vengono dopo, anche solo da un punto di vista estetico), ma sono molto meno entusiasta rispetto all’idea di mangiare quello che ho cucinato.
      E’ paradossale, ma mi diverto a cucinare e non a mangiare, LOL 😛

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  4. Chiara

    La pasta col sugo Knorr non si può sentire…mi dispiace.
    Sono emiliana come Andrea del commento n.1 e come lui o ragù fatto in casa o niente!
    Piuttosto pasta al burro o aglio e olio.

    A me fa un po’ triste questo post, sappilo.
    Io che amo mangiare, e si vede :D, ma anche far da mangiare.

    Se ti dico cosa ha fatto mia zia la sera della vigilia, stai male 3 giorni!

    ciau

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    1. Andrea

      …Io che amo mangiare… … ma anche far da mangiare…
      per noi Emiliani questo è scontato ma credo che lo sia in tutta Italia; chi non ha passione “per i fornelli” non si può dichiarare amante della buona cucina, potrà essere un ingordo ma mai un buongustaio!

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    2. Lucyette

      Non metto in dubbio (circa il fatto che starei male tre giorni) .__.
      A Santo Stefano sono andata a pranzo da mia zia, che, poveretta, ha fatto un pranzo di Natale abbastanza “moderato”: due piccoli antipasti più un vassoio di affettati; un primo, un secondo, e un dolce. Niente di eccessivo, insomma. E io ho saltato il secondo perché ero già piena.
      Benissimo: mi sono ripresa stamattina.
      Ieri ho passato tutta la giornata a letto, stando male (ma veramente!!). Ho mangiato un po’ più del solito, ho mangiato cibi un po’ più ricercati, e poi ho dovuto fare il viaggio in macchina per tornare a casa (soffro tantissimo il mal d’auto, soprattutto a stomaco pieno), e…
      Insomma: ci ho messo un giorno a digerire due antipasti, un piatto di agnolotti, e una fetta di panettone con crema al mascarpone. Vedi tu…

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      1. Andrea

        in poche parole sei “capottata” per una semplice colazione poco abbondante!
        I panettoni commerciali con creme varie mettono ko anche me, proprio non riesco a digerirli!
        Salumi? Vanno scelti con cura, da antipasto inutile mettere salami, pancette o coppe basta una fetta di prosciutto crudo (quello cotto solo per i moribondi) o mortadella a dadini ma io preferisco caramelle di bresaola con cuore di formaggi teneri, niente grissini o pane (ok Torino patria del grissino) che fanno bere più del necessario, anche olive e sottaceti in genere non vanno bene come antipasti sapore troppo pieno non permettono di apprezzare poi il resto; naturalmente questo vale per me!

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  5. Denise Cecilia S.

    Conosco bene questo tipo di felicità ^__^
    E… slurp! (La pizza mi fa sempre effetto. Se Satana mi vuole, deve tentarmi con quella. Ooops… forse non dovevo dirlo, questo!).

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    1. Lucyette

      Se Satana vuole me, deve tentarmi con la pizza O coi formaggi.
      Di fronte a una pizza con formaggi, temo che rischierei di diventare sua per sempre.
      Altro che ricchezza o potere: una pizza basta e avanza! 😛 😛

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      1. Anonimo

        In fuga da Milano verso le terre venete Renzo Tramaglino, giunto in prossimità di gorgonzola, “vide prendere una frasca da una casuccia solitaria, fuori di un paesello…Chiese un boccone; gli fu offerto un po’ di stracchino e del vino buono: accettò lo stracchino” (cap XVI autore e romanzo non credo ci sia bisogno di indicarlo)
        Buoniiiiiiiiiiiiiiii i formaggi, in Italia abbiamo una tradizione di formaggi unica al mondo!
        Quali sono i tuoi preferiti?

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      2. Lucyette

        Glom, più che altro è difficile trovare dei formaggi che non mi piacciano 😀
        Dunque, vediamo…
        Sostanzialmente mi piacciono praticamente tutti i formaggi, ma dovendo elencare i preferiti…
        Mi piacciono i formaggi dai sapori “forti”, quelli che magari non tutti apprezzano: taleggio, gorgonzola (meglio se accompagnata ad altro; da sola non mi entusiasma così tanto).
        Ma allo stesso modo mi piacciono anche i formaggi freschi: mozzarella, mozzarella di bufala, giuncata…
        Poi, beh, la fontina e la toma piemontese non possono mancare, per ragioni “affettive”; un formaggio buonissimo che mi fa davvero impazzire è la toma di capra. Molto molto buona: meno forte del latte di capra, ma con un sapore buonissimo.

        Invece, ecco, un formaggio che non mi piace è l’emmenthal. E anche il parmigiano, di per sè, non mi dice nulla: mi piace sulla pasta, ma non mi verrebbe in mente di mangiarmene una fetta da solo, insomma.
        Ma la realtà è che, per farmi contenta, basta servirmi un piatto di formaggi e basta: con me, si va sul sicuro 😛

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  7. Ilaria

    Eh, ti capisco, anche noi siamo di stomaco piccolo! A Natale oltre ai tortellini abbiamo mangiato anche il secondo (il cappone utilizzato per il brodo dei tortellini) e ci sembrava già chissà che! Comunque ti dirò che anch’io ho ricevuto auguri “per la mia festa” (in quanto cristiana) più da persone di religione musulmana, in proporzione, che non da autoctoni, il che da un lato mi fa molto felice, dall’altro mi fa capire quanto siano sempre più le persone per cui il Natale non è più una festa religiosa. Ti dico solo che varie persone mi hanno augurato “Buon solstizio d’inverno” o “Buona festa del sole” (?) o “Buon Natale, perché io festeggio il Natale perché comunque è una festa ma non credo”.

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    1. Lucyette

      Guarda: noi avevamo in forno anche il secondo (un arrosto di cinghiale), ma dopo il piatto di agnolotti ci siam guardati e abbiamo detto “ma perché sprecarlo mangiandolo adesso che non abbiamo più fame? Lasciamolo in caldo per stasera!”.
      E così abbiamo mangiato ancora un paio di fette del salame che avevamo tagliato a mo’ di antipasto; e questo è tutto 🙂

      Ti hanno augurato buon solstizio d’inverno?? O.o
      Credo che se augurassero a me una cosa del genere, scoppierei a ridere seduta stante!

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    2. Denise Cecilia S.

      Oddio… che qualcuno augurasse “buon solstizio d’inverno” era una cosa che avevo sentito, ma se te l’hanno detta varie persone comincio a preoccuparmi O.o

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      1. Ilaria

        Eeh, purtroppo… almeno 5 o 6 di questi auguri ne ho ricevuti, e in effetti non dico che ho proprio riso (per educazione) ma un sorriso m’è scappato!
        Dimenticavo: gli agnolotti… che nostalgia, li faceva sempre mia nonna per il pranzo di Natale; una di quelle tradizioni che si sono perse con lei. Ora che lo festeggiamo restando a Bologna tra noi, mangiamo giustamente i tortellini 🙂

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  8. AlphaT

    Ma sembra a me o con questo sugo pronto hai scatenato una torma di emiliani come mai su questo blog?
    Ora mi attiro maledizioni, ma ho mangiato cose preparate da un bravo cuoco professionale bolognese che aveva il vizio di riproporti ‘sta salsina tipo ragù che mi somigliava un pochino ad un sugo pronto che avevo mangiato.
    Invece il pesto “genovese” dei sughi pronti, quello sì che è una sorta di truffa, mamma mia, non sa neanche dove sta di casa il pesto.
    (Mi metto lo scolapasta in testa).

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    1. Lucyette

      [Si nasconde dietro al tizio con lo scolapasta in testa]
      ;-D

      Ehm, concordo sul sugo.
      Come anche sul pesto. Occielo: io non vado matta per il pesto in generale, ma quello “vero” è tutta un’altra cosa; il pesto in barattolo sta proprio su un altro pianeta, concordo O.o
      Ma vogliamo parlare del pesto in barattolo senz’aglio? Quello è un capolavoro a sè stante :-DD

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  9. Pepita80

    io sono di bocca mooooolto buona ed adoro mangiare…però la tua vigilia non mi fa per niente tristezza, anzi, sarebbe piaciuto anche a me passarla così 🙂
    alla fine chi se ne frega del cibo quando si ha il calore della famiglia???

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  10. Alix

    Io come mai non sono capitata in una famiglia semplice come la tua?? Son capitata in una famiglia dove mia suocera prepara 5 0 6 piettanze…passa due o tre giorni presso al fornelli ( e cosi per tutte le date importante del anno) e mi son pressa bei 19 kili in più en 10 anni di convenza famigliari da quando mi son sposata. Da me si mangia assai, ma si balla…assssssaaaaaiii perciò se ti magi un mailino intero lo sudi e butti via le calorie. Ancora oggi ho mangiatto a prazo un avanzo del natale…pasta al uovo fatta in da lei e conservata per benino in frigo custodita come un santo bamabino in fascia. Ti ho fatto visita su facebook ma no son se vedi i miei messaggi.

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  11. Francesca

    Non me ne parlare, io non ero a Napoli e quindi i pasti son stati ben poco natalizi (e in generale l’atmosfera, neanche la riunione di famiglia e lo scambio dei regali abbiamo fatto… ho guardato “il canto di natale” alla tv ma non è stata esattamente la stessa cosa. Però ho conosciuto un bel gatto, nero, lucido e pingue.. proprio fuori dalla chiesa <3)… c'è stata pure baruffa perché per il cenone bisognava pagar supplemento e io e my bro preferivamo il menu bambini – che era lo stesso della cena normale delle sette – ma non potevamo averlo a prezzo bambini…

    Buona la pizza croccante!
    Ma perché il tuo pizzaiolo ha bandito anche i funghi? 😦

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    1. Lucyette

      Nonnò: i funghi ce li ha, però non te li abbina al prosciutto 😛
      Mi pare che faccia una pizza formaggio e funghi che dev’essere anche buona: non l’ho mai mangiata, ma promette bene!

      LOL: capisco il tuo dramma per quanto riguarda il menù bambini nei ristoranti. Io che ho una vena molto infantile ogni tanto vorrei quei menù bambini che abbinano al piatto un giochino omaggio (tipo gli Happy Meal con i pupazzetti dei film Disney, per fare un esempio). Ma a volte NON ME LI DANNO perché non sono più una bambina: ma si può?!?
      D’accordo, sono vecchia, ma ho il quoziente intellettivo di un bimbetto di tre anni: IO VOGLIO IL GIOCHINO!!!!

      So’ drammi, eh 😛

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      1. Lucyette

        Sì, capisco benissimo anche questo dramma 😛
        Figurati: ogni tanto, mi capitava di partecipare a cene organizzate da un certo catering (grazie al cielo adesso l’hanno cambiato) che aveva come piatto forte la carne cruda all’albese.
        Dicasi “carne cruda all’albese” un piatto tipico della cucina piemontese, composto da una fetta. Di carne. Bella spessa. E cruda.
        Non “poco cotta”: proprio “cruda”. Ci mettono sopra un po’ d’aglio o qualche altra cosa, e sperano con ciò di aver reso mangiabile questo abominio.
        Non dico che faccia schifo in toto (è un piatto tipico, c’è un sacco di gente che ne va matta); ma a me fa proprio orrore: la sola idea di addentare un pezzo di carne completamente cruda mi fa venir la nausea.
        E c’era ‘sto dannato catering che a ogni santissima cena mi propinava questo piatto di carne cruda, e non c’era modo di sostituirlo con un’altra portata… ci fosse stato un menù bambini, con o senza giocattolo, l’avrei preso al volo :-S

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  12. vogliadichiacchiere

    Mi piace questo aneddoto sul pizzaiolo islamico che ti fa un regalo (inaspettato) per la “festa dei cristiani” . . . è uno di quelli che ha capito il vivere civile, o l’integrazione. 🙂
    Mi piace meno quello che dici sul mangiare, su come mangiate a casa tua . . . sono d’accordo con quelli che dicono che non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere . . . ma sono paranoica sul cibo preparate, colpa dei Tg!
    Mangiare pasta col burro o con l’olio, piace anche a me, ma se in certi giorni particolari posso mangiare una porzione (anche piccola) di lasagne o cannelloni o una polenta con brasato, sono più contenta! 🙂
    Poi, come si dice dalle tue parti: “A bzògna adattesse a le circostanse e mangé ‘d pan s’a-i é nen ëd pitanse” (bisogna adattarsi alle circostanze e mangiare pane se non ci sono pietanze) . . . perciò, se mi inviti e mi offri pasta in bianco, pur di stare in tua compagnia, la mangio e non mi lamento! :-)))

    Ciao, Fior

    Ps. Ma non mi mettere nel piatto il sugo pronto, e io terrò a mente che tu vuoi cucine semplici e porzioni piccole! 🙂

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    1. Lucyette

      Mah: che il cibo pronto sia scadente da un punto di vista sanitario, a me sembra proprio una paura indotta; anzi, io mi fido molto di più delle conserve di buona marca, rispetto alle conserve fatte a mano dalla Sciura Peppina del palazzo di fronte, che sarà brava quanto vuoi ma non è detto che sappia prendere tutte le precauzioni necessarie per evitare il botulino (a dirne una).
      Salvo casi eclatanti che giustamente finiscono al telegiornale perché sono un’eccezione, io credo che le normali ditte che producono alimenti abbiano standard sanitari MOLTO più elevati e rigidi rispetto a quelli che può (può) decidere di osservare la casalinga-media in casa. Certo: ci saranno più conservanti e più additivi chimici, d’accordo, e non so valutare fino a che punto possano far male; ma onestamente non penso che i cibi pronti siano preparati con poca attenzione alle norme sanitarie, anzi.
      Ovviamente mangiare cibo fatto in casa è più bello e dà più soddisfazione, questo è ovvio; ma non penso che i cibi del supermercato costituiscano questo gran pericolo per la salute pubblica 😛
      C’è qualche esperto del settore, in linea? 😀

      Comunque anche io sono contentissima quando arriva in tavola un piatto di lasagne o una buona pizza, eh! Il bello è proprio quello: succede così di rado che, quando succede, è veramente festa grande 😀

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      1. Denise Cecilia S.

        Beh, insomma.
        In realtà tu il punto della questione l’hai toccato: un conto è parlare di igiene (e allora sì, possiamo tranquillamente dire che di norma i prodotti industriali osservano degli standard adeguati, e sono preferibili ad una conserva fatta in casa – se non si sa come viene confezionata, intendo). Un altro conto è parlare di qualità alimentare, di valore nutrizionale, di peso di molti cibi pronti (dalle salse ai dessert, dai succhi di frutta ai primi surgelati) sulla salute.
        Non è che facciano male in senso drastico: ma è come accontentarsi di mettersi sotto le chiappe uno scatolone vuoto, invece di una vera sedia o uno sgabello.
        E questo senza nulla di personale verso i cibi pronti, che utilizzo anch’io.

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      2. Lucyette

        Sì, da quel punto di vista posso immaginare che non siano un granché; però secondo me la paura installata dai TG è proprio una paura igienica da leggenda metropolitana, tipo “oddio, c’è il dito mozzato di un operaio dentro al mio barattolo di sugo pronto” 😀
        Dal punto di vista nutritivo, senz’altro saranno molto meno validi rispetto a un cibo fresco (il caseificio sotto casa mia ha un inquietante slogan che recita: la mozzarella ha 24 virtù, e ne perde una all’ora :-S). Però io (correggimi se sbaglio) me li sono sempre immaginati come cibi che più che altro fanno meno bene degli altri; non so se facciano anche male.

        Una curiosità. Mia mamma ha una lievissimissima forma di diabete (una cosa molto trascurabile), e qualche tempo fa era andata in un centro di diabetologia per ascoltare un nutrizionista che dava qualche consiglio pratico sull’alimentazione. E questo tipo aveva consigliato ai presenti di prediligere, in certi casi, i cibi pre-confezionati, dicendo che in questo modo era più facile controllare i valori nutrizionali di un certo alimento (visto che nei cibi in scatola c’è scritto per legge). A quanto pare, da questo punto di vista è preferibile il cibo pre-incartato con la tabella nutritiva sulla scatola, rispetto al dramma della vecchietta che dal nulla deve improvvisamente cominciare a contare glucidi, protidi, chilocalorie e così via dicendo, magari cercando di fare il calcolo per capire quante fette può mangiare del suo complesso piatto tipico a più ingredienti che è abituata a preparare artigianalmente in casa.
        Non c’entra niente con il discorso “igiene”, ma mi ero stupita un sacco nello scoprire che all’ospedale ti consigliano di mangiare cibo in scatola :-PP

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      3. Denise Cecilia S.

        Sì, capisco XD
        Anche se, francamente, rido fino ad un certo punto.
        Perché, di nuovo, un conto è sentire uno dei tanti TG-immondezzai che raccontano fole paragonabili giusto ai coccodrilli nelle fogne di New York, e poi se c’è una pandemia ne approfittano per farla apparire come l’apocalisse (ricordo bene, con l’aviaria in giro, la faccia che faceva la gente quando sconsigliavo caldamente il vaccino).
        Un altro paio di maniche (o di mezze maniche al pesto, per rimanere in tema) è sapere (perché te lo racconta chi ci lavora, e chi ci lavora è una perdona di cui ti fidi); che negli omogeneizzati di carne ci finiscono gli scarti delle carni, nella fattispecie ossa tritate, e che nella melassa in cui si immerge la mostarda di una delle più note marche, fino ad un attimo prima del confezionamento, ci sguazzavano moscerini morti.
        Non so se mi spiego.

        A proposito del consiglio del nutrizionista a tua mamma: l’ho sentito anch’io, e pur non essendo esperta lo sottoscriverei. E’ proprio questione di praticità e sensatezza, anche se non significa che preparare la torta in casa sia scorretto… anche se più a spanne, la quantità di carboidrati coinvolti la si può tranquillamente calcolare.
        E poi c’è la controprova ex-post, cioè la misurazione della glicemia, che può correggere il tiro. Tanto non è una questione di millesimi, ed anche le oscillazioni ci stanno: l’esperienza vale quanto una tabella informativa 🙂

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      4. Lucyette

        Un altro paio di maniche (o di mezze maniche al pesto, per rimanere in tema) è sapere (perché te lo racconta chi ci lavora, e chi ci lavora è una perdona di cui ti fidi); che negli omogeneizzati di carne ci finiscono gli scarti delle carni, nella fattispecie ossa tritate, e che nella melassa in cui si immerge la mostarda di una delle più note marche, fino ad un attimo prima del confezionamento, ci sguazzavano moscerini morti

        Eh, ma che schifo! :-S
        Posso ancora ancora capire le ossa tritate (non che mi stia bene, ma è una notizia che non mi sconvolge eccessivamente), ma i moscerini morti…
        Ma spero che sia un’eccezione vergognosa, io spero che le ditte (almeno quelle buone e serie) abbiano degli standard di qualità e vengano anche sottoposte a controlli…
        (Ché poi, anche lì. I moscerini morti fan giustamente schifo, ma qualche tempo fa son stata ospite di una casalinga perfetta che ci ha servito la pasta fresca fatta in casa con le sue manine, e io ho trovato nei miei maltagliati un suo capello, che evidentemente le era caduto nell’impasto ed era stato cotto assieme alla farina. Quindi, di nuovo, non è che i cibi fatti in casa siano poi necessariamente meglio).

        A proposito delle paure alimentari irrazionali, io ho un bellissimo libro che parla proprio delle paure alimentari nella Storia, evidenziando come sia una paura che ha accompagnato l’uomo fin quasi da sempre. Ad esempio, ricostruiva la storia della leggenda metropolitana dell’operaio che perde il dito nel barattolo di conserva: era interessante! Magari quando torno a casa (il libro è a Pavia e io sono a Torino, adesso) ci faccio un post 😀

        Per quanto riguarda il nutrizionista: guarda, mia mamma è appassionata di alimentazione (proprio inteso come studio di proteine, carboidrati, ecc) e aveva studiato un pochino di queste cose anche alle superiori; però, credo che il nutrizionista pensasse più che altro alla classica vecchietta a cui viene diagnosticata in tarda età una qualche forma di diabete, e che deve improvvisamente impazzire a fare il calcolo delle calorie e così via dicendo. Per i cibi “composti”, molto più facile e sicuro (nel senso di: a prova d’errore) affidarsi a una tabella riassuntiva 😛
        Peraltro mia mamma (e, suppongo, anche le persone che erano con lei in quel contesto) soffre di un diabete leggerissimo, per cui prende una pastiglia al giorno e va a fare di tanto in tanto (ma tipo due-tre volte all’anno) una serie di esami in day hospital per vedere se i valori sono sempre in regola: quindi lei ad esempio non si è mai misurata la glicemia in casa. Immagino che, in questi casi, non succeda una catastrofe se anche sbagli a contare le calorie di qualche piatto; ma come consiglio generale, avevan dato questo 🙂

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  13. Daniele

    Le cose semplici sono sempre le migliori, è proprio vero ^^

    Obiettivamente a Torino sarà facile trovare un Mohammed qualsiasi che ti fa la pizza anche il 24 o anche il 25 Dicembre.. Se scendi in un paese di provincia, tuttavia, ti assicuro che è molto più difficile trovare lo stesso servizio 😛

    Lasciami dire che è un po’strana l’idea di mangiare la pizza la Vigilia di Natale 😛 Capisco che non siete mangioni (beati voi, almeno per la linea…) però è un po’strano comunque 😛

    I prodotti italiani (o meglio, prodotti sul SUOLO italiano) sono molto controllati in genere, purtroppo è che alle volte i principi base sono sbagliati… mi spiego, se tu mangi un wurstel pensi di mangiare carne, in realtà sono scarti di altre lavorazioni 😛 Bevi succo di frutta? Spesso sono frutti di minor qualità con aggiunta di coloranti e altre schifezze per dare sapore. Bisogna stare attenti… a tante cose… per esempio ai conservanti e coloranti che utilizzano, e ad alcune cose specifiche tipo dolcificanti vari e glutammato monosodico, che è assolutamente da evitare perchè potenzialmente dannoso (nel dubbio io eviterei). Bisogna stare attenti al sale che mettono, in genere sono sempre prodotti salatissimi che poi fanno male al cuore e alla pressione. Infine bisogna stare attenti se c’è zucchero, lo mettono dappertutto persino nel ketchup ormai, mica fa tanto bene specie se… sei diabetico!

    I diabetici… non so quale medico ha visto tua mamma ma direi che dovrebbe cambiarlo 😛 A mio padre hanno sempre consigliato verdure di stagione in quantità, poco sale e carboidrati con più moderazione, e sconsigliano sempre le robette pronte, perchè è risaputo che c’è troppo sale,o anche zucchero come dicevo 😛

    Io ti giuro che mia mamma piuttosto che scaldare il ragù knorr si flagellerebbe 100 volte, quindi pensa te o.o sempre tutto fatto in casa (pure la pizza, il pane certe volte)

    (Che poi pensavo… la carne il 24 dicembre???)

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    1. Lucyette

      Nonnonò, prego, mettiamo i puntini sulle I: il ragù di carne l’avete tirato in ballo voi, io ho parlato di un generico sugo Knorr che nello specifico sarebbe stato il sugo pomodoro e acciughe 😀
      E anche la pizza, giustamente, è stata una pizza rigorosamente di magro, prego ;-))

      Per la dieta suggerita dal nutrizionista: no, beh, non è che abbia suggerito come terapia quella di andare a svernare dal McDonald’s 😛 Ovviamente tutti quanti si erano sentiti consigliare le cose ovvie: tanta verdura, occhio ai carboidrati, state attenti alla frutta più zuccherina, e bla bla bla. Ci mancherebbe altro 🙂
      Però il suggerimento era una cosa sulle linee di: se proprio è il vostro compleanno e vi vien voglia di festeggiare con una crostata, non sarò io ad impedirvelo; però a questo punto non fatevi problemi a comprare una crostata della Mulino Bianco, così avete più facilità a calcolare nell’immediato quante calorie ci sono in ogni fetta.
      Per dire.
      Oppure, proprio parlando di sughi pronti, avevano suggerito di prediligere quelli (in moderate quantità, ovviamente) rispetto a quelli fatti in casa, “perché non sappiamo come cucinate voi e può darsi che i vostri sughi siano unti e grassi; se non siete certe di cucinare un sugo magro adatto alle vostre esigenze, sappiate che quelli dei vasetti hanno valori perlopiù accettabili”.
      Non è che avessero consigliato di abolire i cibi freschi in toto; ci mancherebbe – però avevano detto che, in alcuni casi, i cibi pronti non sono il Male Incarnato e anzi possono essere un aiuto (soprattutto per le vecchiette che non hanno idea di cosa sia un cibo proteico e non hanno voglia di scoprirlo a settant’anni).

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      1. Daniele

        Chissà come mai ci siamo immaginati un bel ragù. Fame post-natalizia? Dieta imminente che ci fa vedere le visioni? Mistero 😛

        Comunque benissimo, io personalmente mi batto sempre per queste cose che riguardano il troppo sale, il troppo olio, il glutammato, perchè ultimamente vedo che pure gli anziani (che uno si pensa… mangeranno tutte cose fatte in casa e sanissime) esagerano con queste cose, col dado da cucina, i risotti pronti (=glutammato + riso + scarti di verdure e co.), le bistecchine impanate (= olio + pane, tanto pane, così pesa di più la confezione e paghi di più… ah si c’è anche un po’di carne). Con qualche attenzione, e la giusta moderazione, niente fa male.

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  14. Denise Cecilia S.

    (Carina la piega che ha preso questo post, eh 🙂
    Allora.
    Gli esempi che ti ho portato risalgono ormai a qualche decennio fa, ed è poco ma sicuro che nel frattempo i sistemi di produzione siano migliorati.
    Torno a ribadire, però, che questo non basta a garantire l’igiene degli alimenti, che come osserva giustamente Daniele dipende anche e soprattutto dai principi che stanno alla base della lavorazione.
    Ti faccio un altro esempio, banale ma istruttivo; che purtroppo vedo fa quasi ridacchiare molti studenti in medicina ed affini: sei alla mensa universitaria, e mentre attendi il turno guardi più o meno distrattamente l’addetta che maneggia panini a raffica. Indossa guanti e cuffia, il che ti fa sentire sicura riguardo a quel che stai per ordinare ed ingollare, giusto? Peccato che all’addetta, dalla cuffia, sfuggano un paio di lunghe e biondissime ciocche di capelli. E, peggio, che quegli stessi guanti che indossa tocchino non solo immacolate (si presume, si spera) piadine e fette di prosciutti, ma anche decine di scontrini. Embè?, dirai tu. Bene… sappi che quegli scontrini li ha toccati, prima, la cassiera, che ha palpeggiato banconote su banconote e monete su monete, uno dei più grassi ricettacoli di schifezze. E tu, che nel tragitto tra l’aula e la mensa hai fatto di ogni, pensando che tanto le mani te le saresti lavate prima di mangiare, no? Ecco, auguri. Gustati la piadina…
    … questo per dire come, per quanto gli standard siano ottimi, tra protocolli e realtà c’è spesso una bella distanza. Analogo discorso potremmo fare per i controlli: che non sono inutili, ci mancherebbe (e chi me lo farebbe fare di studiare per, sennò?), ma di per sè non significano che tutto sia, in ogni momento, a norma. Certamente il controllo, fra le altre cose, crea l’abitudine a lavorare meglio (a prescindere dalla motivazione, dalla spinta, più o meno interessata dell’azienda).

    I prodotti italiani (o meglio, prodotti sul SUOLO italiano) sono molto controllati in genere, purtroppo è che alle volte i principi base sono sbagliati… mi spiego, se tu mangi un wurstel pensi di mangiare carne, in realtà sono scarti di altre lavorazioni 😛 Bevi succo di frutta? Spesso sono frutti di minor qualità con aggiunta di coloranti e altre schifezze per dare sapore. Bisogna stare attenti… a tante cose… per esempio ai conservanti e coloranti che utilizzano, e ad alcune cose specifiche tipo dolcificanti vari e glutammato monosodico, che è assolutamente da evitare perchè potenzialmente dannoso (nel dubbio io eviterei). Bisogna stare attenti al sale che mettono, in genere sono sempre prodotti salatissimi che poi fanno male al cuore e alla pressione. Infine bisogna stare attenti se c’è zucchero, lo mettono dappertutto persino nel ketchup ormai, mica fa tanto bene specie se… sei diabetico!
    Ecco in che senso molti prodotti non fanno male in modo diretto, ma (specie sul lungo periodo) non sono paragonabili agli alimenti non pronti, tradizionali (anche se pure questi sono lavorati!).
    Del sale nei prodotti pronti sapevo, dello zucchero no. Thanks for the info. Immagino comunque che nessun nutrizionista consiglierebbe, nemmeno alla nonnina, di cibarsi solo o prevalentemente di roba pronta. Bisogna vedere quali sono i “certi casi” di Lucy, che non dubito abbiano la loro ragion d’essere.
    Poi, appunto, per un diabetico come per altro ogni caso è a sè. A volte occorre valutare il male minore. A tua mamma però consiglierei di misurarsela, la glicemia, anche se non è grave. Non dico tutti i giorni prima di ogni pasto, ma se non controlla l’andamento (e che la pastiglia continui a bastarle) che sicurezza ha si stare curandosi al meglio?

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    1. vogliadichiacchiere

      In tempi neanche troppo antichi (se lo ricordava mia mamma che era del ’30), in certe “vigilie” venivano rispettati i precetti di astenersi dalla carne (magro), mia Suocera, che era del ’14, rispettava tutte le Vigilie, una di queste, di cui ricordo, mi aveva parlato, era quella di Santa Lucia, un’altra quella di Natale . . . da qui l’abitudine del cenone di Natale a base di pesce (capitone a Roma), o verdure e pesce (7 tipi di verdure fritte e baccalà inumido nelle basse Marche), questo è il poco che so io! 🙂
      Solo che questa “astensione” dalla carne, ha portato a cenoni luculliani a base di pesce o crostacei . . . con spese spesso pazzesche, e spesso tanti avanzi (almeno a casa di mia suocera, il cui motto era “se non è avanzato, non è bastuto” . 😉

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    2. Lucyette

      Beh, no: la vigilia andrebbe (cioè: va) rispettata anche adesso; non è che il precetto sia decaduto. La Vigilia di Natale, in quanto vigilia, è ancora considerata giorno di magro, e quindi bisognerebbe evitare la carne “e i cibi che, a un prudente giudizio del fedele, sono da considerarsi troppo ricercati e costosi”.
      Teoricamente, la carne andrebbe evitata anche durante tutti i venerdì dell’anno (io ad esempio lo faccio), anche se recentemente è stata data dispensa di mangiare carne nei venerdì “normali” (non di Quaresima) a patto di “riparare” con una qualche piccola penitenza “in proprio” o mediante un’opera di misericordia.
      Invece, i venerdì di Quaresima, quelli sì, sono giorni rigorosamente d’astinenza senza possibilità di scampo 😉

      Secondo me è un gran peccato che stia perdendo questa cosa: al di là delle motivazioni religiose, io trovo bellissimo astenersi dalle carni in un certo periodo dell’anno, anche solo per una questione identitaria, culturale… A me piace un sacco pensare che, mentre io cucino di magro perché è venerdì, centinaia di migliaia di altri cattolici sparsi per il mondo stanno facendo esattamente la stessa cosa. E’ bello!
      Purtroppo questa abitudine si sta perdendo, e mi sembra un peccato sotto svariati punti di vista! 🙂

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      1. vogliadichiacchiere

        Io intendevo, che mia Suocera rispettava oltre alle Vigilie di Pasqua e Natale anche un sacco di altre “vigilie” di santi e feste particolari, che mia madre, più giovane, diceva essere decadute come “vigilie”.

        E comunque è un fatto che, mentre qui al Centro, famiglia del marito si va esagerando col pesce (baccalà, brodetto, pesce fritto e pesce arrosto, pasta con sugo di pesce . . . insomma, non mi sembra un po’ troppo per definire “astinenza”) nella tradizione di casa mia, ci si limitava a una pasta al tonno, una frittata, verdura e via! 🙂

        Anche a me va bene il venerdì di magro. Ho letto che in America hanno introdotto un laicissimo “lunedì senza carne” http://www.corriere.it/salute/nutrizione/11_giugno_30/no-carne-usa-meli_582b0814-a308-11e0-9bbf-ebc35d9cc61e.shtml
        evidentemente certe buone abitudini, vengono cacciate (religiose) dalla porta, ma rientrano (laiche) dalla finestra! 😉

        Ciao, Fior

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  15. Andrea

    per il mellito di tua mamma hai avuto tanti e giustificati consigli tranne uno, falla camminare.
    Una passeggiata di un doppio paio di km a passo sotenuto (non corsa, sostenuto) fa meglio che qualsiasi dieta!
    Per camminata non si intende andare a vedere le vetrine dei negozi dove ci si ferma ogni 5 secondi ma ininterrotta, dalla partenza all’arrivo senza soste intermedie!

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