Il Capitano

La leggenda metropolitana vuole che il Capitano sia originario del paese.
L’avrebbe lasciato con la morte nel cuore, a diciott’anni, costretto ad allontanarsi per lavoro: per far carriera. Nel frattempo, col passare degli anni, tutte le persone che ancora lo tenevano legato al paese (la mamma, il padre, i nonni…) sono venuti a mancare, ineluttabilmente. E infine, ogni legame con il borgo ligure è stato reciso; per sempre.
Ma quando la rotta della sua nave lo porta vicino al suo paese, il Capitano sale sul ponte. E allora, sente una morsa di nostalgia che gli stringe il cuore.

Secondo un’altra versione, si tratterebbe di un pegno d’amore.
“Non ti dimenticherò mai”, le aveva promesso un giorno, stringendola a sé sulla battigia. E non l’ha mai dimenticata, infatti.
Il suo lavoro l’ha portato lontano, gli ha dato tanti soldi, gli ha fatto girare il mondo. Ma quando la rotta della sua nave lo porta vicino al suo paese (vicino al posto in cui l’ha incontrata per la prima volta, l’ha baciata per la prima volta, l’ha stretta per la prima volta), il Capitano sale sul ponte.
E guardando la costa, in lontananza, sente una morsa di malinconia che gli stringe il cuore.

Sono leggende metropolitane, chiaramente. Ma è abbastanza significativo che siano nate, queste congetture.
La realtà, molto probabilmente, è assai più semplice. Il paesello ligure è bellissimo, e si erge su una roccia alta: ci sono costruzioni sufficientemente grandi per esser viste anche da chi è a bordo; e lo spettacolo – io immagino – è altamente suggestivo.
Sol per quello, è suggestivo anche per la gente del paese: per tutti i villeggianti che si affacciano al balcone – ohibò! – e si trovano davanti questo gigante immenso.

La nave!! La nave!!!”.
Non è proprio facilissimo vederla – perché il passaggio non è pubblicizzato, e perché non ho mai capito bene (è da ventitré anni che ci provo) la cadenza precisa con cui la nave ci costeggia.
Eppoi passa in un orario che non è proprio villeggiante-friendly: passa attorno alle sette e mezza, otto meno un quarto. Quando tipicamente la gente è già tornata a casa, e non è più in spiaggia.

Fortunatamente, noi ceniamo molto presto; e, dopo cena, io non ho l’abitudine di rimanere in sala a guardar la televisione. Quando sono al mare, mi metto sul balcone e comincio a leggere qualche pagina del libro che sto affrontando. E di tanto in tanto alzo lo sguardo e mi godo i gabbiani sugli scogli, o la risacca delle onde che rompe il silenzio della sera.

È bello.

Ed è molto bello, in questi casi, vederla arrivare all’orizzonte.
Di primo acchito, ti sembra una enorme macchia grigia, soprattutto in quelle giornate in cui è umido, ed il cielo non è terso.
Ma poi la vedi, che pian piano si avvicina: di minuto in minuto si fa sempre più grande, sempre più nitida. Cominci a distinguere molto bene la sua forma, il suo colore bianco: vedi i camini, vedi i ponti; se prendi il binocolo, vedi anche qualche cosa in più…
…e allora, di casa in casa, chi era sul balcone e ha intravvisto lo spettacolo torna immediatamente dentro ad avvisare i suoi parenti. “La nave!! C’è la nave!!”.

Forse è un’impressione; ma sembra addirittura che rallenti.
Ci mette un bel po’, ad attraversare il golfo; ci mette volutamente un bel po’, oserei dire. I crocieristi a bordo scattano fotografie del litorale, immagino; i villeggianti a terra fanno in tempo ad accorgersi della sua presenza, a correre sul balcone, e a godersi lo spettacolo.

E poi, quando è ragionevolmente certa che tutti quanti da terra si siano accorti del suo passaggio, la nave ci saluta.
Un fischio di sirena, prolungato; un secondo, e poi un terzo.

Detto così non riesco a descrivere bene l’emozione che provavo – soprattutto da bambina – nel vedere questo gigante immenso che si avvicinava a noi, sostava davanti alla mia casa, e poi ci salutava tutti. Mi piaceva immaginare che questo capitano si fosse avvicinato a costa proprio per salutare me: e sventolavo la manina, e aspettavo il terzo fischio per urlargli “BUONASERA!!”, di risposta.
E ancora adesso, che sono grande, mi emoziono sempre un pochettino, quando intravvedo in lontananza la macchia scura della nave, e so che di lì a poco il saluto si ripeterà, di nuovo.

Chissà se questa estate il saluto si ripeterà, di nuovo.
Avrei potuto concludere il post con questa “testimonianza”, e grazie tante: è da ieri che leggo su Internet di gente sconcertata che si stranisce per come una nave possa avvicinarsi a costa per salutare il paese, come se fosse chissà quale cosa assurda. Su Twitter c’è chi ipotizza cose losche (tangenti, collusioni criminali, “figuriamoci se un capitano si avvicina a costa solamente per un saluto idiota”)… ma ragazzi: vi garantisco che è una cosa di prassi, invece!!
Magari, non si dovrebbe fare; magari, il golfo del mio paesello è meno roccioso rispetto all’isola del Giglio: non ho ovviamente nessuna competenza nautica, e non ci penso manco morta ad entrar nel merito. Però – davvero, e senza polemiche – non c’è niente di straordinario in una nave da crociera che si avvicina a costa per salutar la gente: dalle mie parti lo fanno sempre, giuro. SEMPRE.

Avrei potuto concludere il post con questa considerazione, dicevo; e grazie tante.
Eppure continuo a ripensare allo spettacolo che mi ha affascinata tanto, da ventitré anni a questa parte, e continuo a domandarmi: chissà se lo rivedrò ancora.

Per quanto ne so io, la nave affondata potrebbe essere la stessa identica nave da crociera che vedevo ogni estate al mare.
Per esser della Costa, era della Costa.
E sabato sera, davanti al telegiornale, c’era un palpabile sconcerto fra me e i miei genitori, mentre ripensavamo un po’ straniti a quelle gigantesche navi che ci hanno fatti tanto emozionare, nei mesi delle vacanze.

Fa impressione, per chi le ha viste da vicino, pensare che un gigante di questa stazza possa afflosciarsi su se stesso, ed affondare.
Fa impressione sentir dire che potrebbe essere affondata, forse, a causa di un saluto: uno di quei banalissimi saluti che hanno accompagnato tutte le mie vacanze, per anni ed anni, e che mai avrei potuto immaginare come causa di naufragio.
Fa impressione pensare che al posto dell’isola del Giglio, ipoteticamente, avrebbe potuto esserci casa mia – cioè: fa impressione pensare a tutti quei crocieristi che si sentono tranquilli, sono al sicuro, stanno navigando a poca distanza dalla costa, nel Mediterraneo, di fronte alla civilissima Liguria, su una nave mastodontica ad altissima tecnologia… che vuoi che ti succeda, insomma?!

Fa un po’ impressione.

Quand’ero una bambina, passavo ore a fantasticare su questo vecchio capitano, in stile Capitan Findus, che ogni volta modificava la rotta per costeggiare il suo paese, salutare con un fischio di sirena la sua vecchia casa, la sua famiglia; la terra che aveva tanto amato.
A casa, ho un pupazzetto di un vecchio marinaio. L’avevo comprato al mare, da piccina, e avevo deciso che era senz’altro lui: il Capitano-della-nave-grossa-che-ci-saluta-sempre.

E fa un po’ impressione, quando accendi il telegiornale e ti senti dire che il tuo pupazzetto potrebbe aver spezzato delle vite umane. Forse perché voleva salutare, all’isola del Giglio, un’altra bimba come te.

24 risposte a "Il Capitano"

  1. Anonimo

    Non me ne parlare…

    Io sono cresciuta, esattamente come te, lì al paesello, aspettando la sirena della nave grande; Grazie a lei in prima elementare ero l’unica della classe che sapeva scrivere correttamente crociera. (Perchè ovviamente, con una mamma prof di lettere, dopo la leggenda arrivava la precisazione ortografica!).

    Sono andata in crociera in viaggio di nozze, e abbiamo scelto una meta nel Mediterraneo Occidentale proprio per passare davanti al paesello. E l’ho visto, o almeno credo, per qualche minuto…perchè quelle navi vanno davvero veloci.

    Prego per le vittime, per le loro famiglie, e per tutti quelli che affrontano il mare per lavoro o per disperazione.

    Sorella dell’amica ritrovata.

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    1. Lucyette

      Sorella dell’amica ritrovata 🙂

      Ma sai che è da stamattina che penso a come risponderti e non so che cosa dire?
      Io sono veramente colpita, ma sul serio.
      Sono colpita proprio per le modalità in cui è successo, perché davvero continuo a pensare che al posto del Giglio avrebbe potuto esserci il nostro paesello. E penso soprattutto a quelle persone che vanno a fare una vacanza, peraltro nel Mediterraneo, peraltro vicino alla costa (nemmeno fossero stati in un oceano sperduto, voglio dire!), e tutto si immaginerebbero tranne che di poter finire così…
      Gente morta con il giubbotto salvagente addosso!, come se fosse stata a due-trecento metri dalle nostre case…

      Davvero continuo a ripensarci, (e mi unisco alle tue preghiere).

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  2. Ilaria

    Anch’io so che questo tipo di saluto è abbastanza di prassi, anche se per sentito dire; sui miei lidi – quelli riccionesi – non passano crociere, tutt’al più passa la “Marinella”, una di quelle navi piccole che portano in un pomeriggio o in una giornata intera i turisti da un porticciolo all’altro tra Riccione e Cattolica. E quella effettivamente “saluta”.
    E d’altronde finora nessun saluto all’isola del Giglio si è rivelato mortale. Si vede che stavolta si sarà avvicinato troppo, boh. Quel che è certo è che questo comandante è ben diverso dal capitano romantico che descrivi tu. Un comandante che abbandona la nave mettendosi in salvo prima dei passeggeri e continuando a mentire… per me è assolutamente inqualificabile. Spero che lo chiudano in carcere e non respiri più l’aria libera del mare. Capitan Findus non farebbe mai una cosa del genere! 😉

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    1. Lucyette

      Il vecchio Capitan Findus, quello con barba e sorriso bonario, non l’avrebbe fatto di certo.
      Quel tizio insopportabile tutto muscoli e niente cervello, e quell’ibrido senza età che l’hanno poi sostituito, invece, mi danno già molta meno sicurezza… 😉

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      1. Lucyette

        😉

        Ma che poi, comunque, scherzi a parte, io sono abbastanza stranita da tutto quello che sto sentendo circa questo capitano.
        E’ talmente assurdo che mi vien da pensare che ci sia qualcosa sotto che non conosciamo ancora, perché altrimenti mi sembra proprio inverosimile O__o

        Dunque: questo tizio arriva praticamente a due passi dalla costa mandando la nave a sfracellarsi contro uno scoglio grosso come una casa e visibile ad occhio nudo (…e passi).
        Abbandona la nave quando i passeggeri sono ancora a bordo, presumibilmente con la consapevolezza che così facendo si gioca la carriera e finisce in carcere (…ce la facciamo passare? Vabbeh: diciamo che era nel panico…).
        Su ordine pressante della guardia costiera, RIFIUTA di tornare a bordo (e va bene il panico, ma qui comincio a non capire: la nave è ancora lì adesso, ce l’ha messa lui in quella posizione: che gli costava, ritornar sul ponte per far scena? Non dico aiutar la gente, ma tornare nel posto più alto possibile giusto solo per evitare il carcere. Aveva realisticamente paura di finir sotto al mare?).
        Ma soprattutto, rifiuta di mandare l’SOS per più di un’ora, e quando la nave ha già imbarcato così tanta acqua che si è INCLINATA (!!!!), in contatto radio con la capitaneria di porto continua a dire che va tutto bene e che non c’è nessun problema.
        Ma cosa sperava: che la nave si aggiustasse da sola e che nessuno se ne accorgesse?? O___o

        Passi tutto, ma io non riesco a credere che un capitano possa essere così imbecille: o era completamente nel panico e non capiva più niente di cosa faceva, oppure non so darmi spiegazione O__o’

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  3. Daniele

    Il saluto… può essere bellissimo quanto vi pare, ma ci sono regole precise che vietano a navi di queste dimensioni di avvicinarsi troppo alla costa, e queste regole sono state (presumibilmente) disattese più volte mettendo a rischio centinaia di persone. Non credo che il gioco valga la candela. 😛

    Per me… valutando i rischi (che possono essere innumerevoli, certo non solo gli scogli), non c’è giustificazione che tenga.

    Costa Crociere ha praticamente scaricato le colpe sul capitano fifone che ha abbandonato la nave molte ore prima degli ultimi passeggeri. Una società seria non si comporta così, e nemmeno un capitano serio si comporta così, assolutamente. Mi sono immaginato la scena… il capitano si sarà cammuffato da comune cittadino, una giacca qualsiasi e via il cappello, e si sarà infilato in una scialuppa. Vi ricordo che è un reato. per un capitano. abbandonare la propria nave prima degli altri.

    E comunque rivoglio il vecchio Capitan Findus !

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  4. Lucyette

    Mi sono immaginato la scena… il capitano si sarà cammuffato da comune cittadino, una giacca qualsiasi e via il cappello, e si sarà infilato in una scialuppa
    Ma veramente, dalla ricostruzione dei fatti che avevo letto io, io capitano era sceso IN DIVISA, tant’è vero che è stato riconosciuto dagli altri naufraghi proprio perché in divisa, e una volta a terra si era IDENTIFICATO come capitano chiedendo a un tassista di portarlo il più lontano possibile. Il tassista l’ha portato a casa sua (in mancanza di alberghi aperti) e gli ha fatto un caffè, e intanto il capitano litigava per telefono con la capitaneria di porto dicendo che no, lui non ci tornava sulla nave.
    E’ una cosa così surreale che sembra quasi impossibile: ma vi sarebbe parso possibile uno scenario simile, fino a quattro-cinque giorni fa? O__o

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    1. Daniele

      Okok 😛 La mia era un’idea che passava per la testa ovviamente, non contesto la ricostruzione “ufficiale” solo che diciamo… sarebbe stato plausibile a questo punto. Certo che vedere il capitano che abbandona la nave deve fare un certo effetto, piuttosto brutto direi… mi chiedo, ma le persone che lo hanno visto fuggire non lo hanno come minimo linciato (almeno nei pensieri)? Forse erano solo troppo impegnati a mettere in salvo la pelle in effetti.

      Comunque pare strana anche a me tutta st’imbecillità. o.o
      Forse c’è da chiedersi se la preparazione che ricevono sulle emergenze sia sufficiente.

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      1. Lucyette

        No, ma infatti: se almeno fosse scappato “in borghese”, ancora ancora l’avrei capita (‘nsomma…), ma il dettaglio che fosse in divisa me lo fa sembrare ancora più delirante O.o’

        O era completamente incapace di intendere e di volere, oppure… O_o’

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  5. Pepita80

    volevo commentare il post ma poi ho letto i commenti….e sono rimasta basita da tutto quello che leggo sul capitano di questa nave (avevo sentito solo la metà delle cose scritte qui)….ma qualcuno, oltre a rinchiuderlo per un bel po’ di anni in carcere, dovrebbe dargli il premio come imbecille dell’anno!!!!

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  6. Stella

    Come dice Daniele, se ci sono regole precise, vanno rispettate.
    Se delle regole ci sono, un motivo c’è.
    E il motivo, al momento, mi pare ben chiaro.

    Penso che una nave del genere possa salutare anche a 300m dalla costa.
    Per far felici passeggeri e villeggianti.

    Però capisci che se per mezz’ora di spettacolo deve succedere una roba simile, bè, qualcosa che non torna c’è.
    Siamo nel 2012, ci sono attrezzature sofisticatissime, gli scogli sono segnati sulle carte.

    E ti pare possibile che, con tutta ‘sta tecnologia, dobbiamo trovarci davanti a un titanic?

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    1. Lucyette

      Beh, ma penso che in condizioni normali le navi si tengano oltre i 300 metri, anche solo per il fatto che a 300 metri ci arrivi a nuoto in pochi minuti e non c’è nemmeno bisogno di mettere la boa di segnalazione o quel che l’è (o quantomeno: quando ero piccola, mia mamma si raccomandava di non superare mai i 300 metri, con la scusa che da lì in poi passavano le navi e serviva una boa di segnalazione per farsi vedere da lontano. Poi magari era una scusa, eh :-P)

      Sennò c’è veramente il rischio di ammazzare i bagnanti: in condizioni normali penso proprio che si tengano almeno a 300 metri, manco per una questione di fondali ma proprio di gente che fa il bagno 😀

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  7. Daniele

    I giornali esteri riportano che durante la collisione nel ristorante della nave era trasmessa “My heart will go on”, la celebre canzone di Celine Dion colonna sonora del film Titanic. Ma sulla stampa nazionale non ho trovato riscontro o.o invenzione giornalistica?

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    1. Lucyette

      Ecco: pure la colonna sonora di Titanic, ora :-S
      Sol per quello, avevo letto gente che decantava le straordinarie somiglianze (?) fra la Rose del Titanic e una certa signora di nome Rose che era a bordo della nave e che poi è stata fatta sfollare.
      o.o
      Beh, sì: mi sembra sconvolgente venire a sapere che, su 4200 persone a bordo, ce n’era una che si chiamava Rose o.o

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      1. Daniele

        Avevo sentito anche io ma figurati 😛 Io vorrei sapere anzitutto chi si inventa sti parallelismi sciocchi, e seconda cosa… se sono veri (Rose potrebbe essere vero cioè, ci sarà pure una Rose su 4000 e passa persone, ma la canzone mi puzza di bufala d’oltralpe)

        I due disastri non sono paragonabili, non capisco cosa abbiano in comune… certo, quest’anno è il centenario dell’affondamento del Titanic, il regista Cameron sta preparando la versione in 3D e ormai nell’immaginario collettivo qualsiasi disastro navale viene associato al Titanic… ma cosa dovrebbero avere di preciso in comune i due eventi? o.o uhm…

        Detto questo, per me il film sul Titanic è stato folgorante, per quante volto l’ho rivisto ho praticamente disintegrato la cassetta video. Mi sono anche tanto documentato, ho cercato dei giornali d’epoca… Certo, a 9 anni appassionarsi di una nave che giace sul fondo dell’oceano è bizzarro in effetti o.o

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  8. Ilaria

    Ma le avete sentite le telefonate tra Schettino e il Capitano De Falco della Capitaneria di porto? O_0 Sono sconvolta… non ci sono parole per quello Schettino! Poi sembra che un mese fa abbia portato fuori la nave durante una tempesta… avrà un germe di follia incipiente, non so… La fuga in divisa è il massimo, per fortuna per lui i passeggeri in quel momento avevano altro da fare che fermarsi a linciarlo…

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  9. Daniele

    Secondo le ultime indiscrezioni, il capitano indossava una giacca che non fa parte della divisa fornita dall’armatore per i capitani di bordo… Andiamo bene 😛

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    1. Lucyette

      (Per chi se lo stava domandando: , sono capace anche di fare fotografie un po’ peno penose, sol per quello 😛 Avevo fatto questa che era buia e mossa, poi ne ho fatte altre meglio esposte…
      …ma poi, vedendola grossa sul computer, non mi è sembrata così male: tutta buia, tutta cupa, un po’ mossa… ho trovato che avesse un suo fascino, a suo modo…)

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