Se Mr. Potato fa Quaresima

Circa le origini di Mr. Potato, il simpatico personaggio reso celebre da Toy Story, si è già detto splendidamente qui.
Brevemente, Mr. Potato è un giocattolo antichissimo, che esisteva già ben prima di essere commercializzato nelle forme che conosciamo oggi.
In un’epoca in cui non tutti i bambini potevano permettersi un balocco “vero e proprio”, bastava veramente poco crearsi un pupazzetto fatto in casa. Si frugava nella dispensa e si prendeva una patata. O uno zucchino. O una mela. O, insomma, un qualsiasi altro vegetale che si potesse conservare a lungo e si prestasse ad essere “infilzato” con oggetti di vario genere. Con questi oggetti (chiodi, legnetti, aghi, e così via dicendo), si dava un’espressione e una fisionomia alla patata. Potete farvi un’idea andando a curiosare a questa pagina.

Il Mr. Potato “plasticoso” ritratto dalla Pixar arriva molti, molti anni più tardi…
…ma il concetto, in sostanza, è sempre quello.

Ora: io non so se quelli della Pixar siano informati delle abitudini religiose di tutti i membri del loro – ehm – cast. Ma se facessero qualche domanda in giro, scoprirebbero probabilmente che Mr. Potato – proprio quello di Toy Story – è un fervente sostenitore del digiuno quaresimale.
Ebbene sì.

Dovete sapere, cari amici, che Lucia non è l’unica svitata al mondo che si diverte a fare un “calendario dell’Avvento” della Quaresima. Storicamente, molte altre culture hanno elaborato varie forme per fare il conto alla rovescia. E la cultura armena ha elaborato il “calendario della Quaresima” che preferisco in assoluto.
L’Aklatiz.

Dicasi “Aklatiz” il cuginetto armeno del nostro Mr. Potato.
Il concetto è sempre quello: tubero della dispensa infilzato con oggetti di vario genere, fino a farlo diventare un pupazzetto antropomorfo.
Solo che, in Armenia, il nostro piccolo Aklatiz prende parte attiva alle penitenze quaresimali e ai festeggiamenti per la Pasqua.

Di tuberi, in Quaresima, ci si può cibare allegramente.
Mele, zucchine, carote, patate. Sono tutti cibi di magro: sono cibi che possono essere consumati a cuor leggero anche nei momenti di penitenza più rigida. Diciamo pure che, alla lunga, diventano uno degli ingredienti principali del menù quaresimale (anche perché non era così automatico riuscire a portare il pesce in tavola, quando non potevi andare al supermercato a comperare i bastoncini Findus…).
E dunque, il Mr. Potato fatto di patata diventa in qualche modo il simbolo del vitto quaresimale che ti aspetta per quaranta giorni.

‘na noia.

‘na noia così mortale che, a un certo punto, cominci a consultare il calendario per vedere quanto ti manca al giorno in cui potrai finalmente ricominciare a mangiar decentemente.
Ed è a quel punto, amici miei, che il Mr. Potato armeno subisce una trasformazione.

Gli crescono delle gambe in esubero.
Ebbene sì.
Originariamente, il Mr. Potato aveva due gambe, che potevano essere fatte – chessò – con due legnetti.
Ma improvvisamente – proprio nel momento in cui si trasforma in “simbolo” della Quaresima – Mr. Potato vede crescersi delle gambe in più. Arriva a quota sei. Sei, come le sei settimane di Quaresima che ci separan dalla Pasqua.
E le sei gambe, improvvisamente, cambiano anche materiale. Non sono più legnetti, o foglioline, o qualsiasi altro oggetto suggerito dalla fantasia dei bimbi: come unico materiale per le gambe del Mr. Potato, si usano ora delle piume di uccello. A simboleggiare proprio quei cibi – la carne; le uova – che ti saranno vietati per quaranta giorni. Ma alla fine della Quaresima, oh… sarà festa grande!!

Ogni domenica di Quaresima, al ritorno dalla Messa, il piccolo di casa provvederà a strappare via da Mr. Potato una delle sue gambe.
Ouch.
Ma in fondo in fondo, secondo me è contento pure il pupazzetto, oh. A ogni gamba che va via, vuol dire che è passata un’altra settimana – e che la Pasqua, pian pianino, si avvicina un po’ di più.

E alla fine della sesta domenica? Cosa succede al Mr. Potato ormai divenuto monco, all’inizio della Settimana Santa?
Beh, molto facile: lo si smonta. Ormai, la Pasqua è vicina; il Mr. Potato non ha più la sua ragion d’essere.
E allora si smonta il pupazzetto, e si lava coscienziosamente il tubero per ripulirlo dalla polvere.

E poi lo si affetta, e lo si butta in pentola.

Perché il pupazzetto che ha vissuto nella nostra casa per tutta la Quaresima, verrà cucinato con ogni gloria e sarà servito come condimento del piatto principale, la domenica di Pasqua.
E allora sarà gioia e festa grande, riempiendosi la bocca, finalmente, di quel cibo che avevi desiderato per quaranta, lunghi, giorni.

8 risposte a "Se Mr. Potato fa Quaresima"

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    1. Lucyette

      Invece da noi non si faceva: avevo chiesto mia a mia mamma sia a mio padre, ma nessuno di loro si ricordava di aver mai giocato con “Mr. Potato” o con bamboline di pannocchie. Boh?
      In compenso si preparavano le bambole con gli stracci di casa, e mia mamma, da piccolina, si divertiva un sacco a modellare a forma di pupazzo la cera fusa ancora tiepida che colava giù dalla candela, in quei pochi secondi prima che si solidificasse.

      Mille modi per divertirsi… 🙂

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  2. Cappellaio Matto

    Non lo conoscevo proprio questo cugino del mitico Mr. Potato, eh.
    Mr. Aklatiz, dunque. Fantastico e divertente.

    Il Mr. Potato Head è sì arrivato in Italia nel dopoguerra, ma, in effetti, non ha mai avuto gran successo, no. Almeno nella sua forma commerciale.

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    1. Lucyette

      Ma infatti, per me è stata una discreta sorpresa scoprire, quand’ero già grandicella, che i giocattoli di Toy Story erano giocattoli veri, realmente esistenti negli Stati Uniti. Mi sembra che gli sceneggiatori abbiano scelto dei giocattoli che, all’estero, non hanno mai avuto grande diffusione (o almeno: per quanto mi riguarda, l’unico giocattolo di Toy Story che ho avuto anch’io è stato il telefono bianco della FisherPrice che compare nel terzo film. Poi vabbeh, Barbie e Ken ovviamente sono conosciutissimi). Però, per il resto, mi sembra che la Pixar abbia veramente scelto dei giocattoli che sono poco conosciuti, al di fuori dell’America…
      …da un certo punto di vista è anche stato tirarsi una zappa sui piedi: voglio dire, immagino l’entusiasmo dei bambini americani che vedevano sul grande schermo le avventure dei loro giocattoli… questo aspetto è mancato in Europa, o almeno è mancato a me 🙂

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  3. Filia Ecclesiae

    Anch’io non ne sapevo nulla, interessante!
    Senti, permettimi di farti un grande complimento per la tua “penna” direi quasi geniale.
    Sei bravissima e mi viene una certa invidia. 😉
    Vabbeh, in tedesco me la cavo meglio di certo, ma…. E mi fermo al “ma…”

    🙂

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  4. Daniele

    Uhm ho i miei dubbi che al giorno d’oggi una patata possa durare oltre quaranta giorni 😛 ghh chissà…
    A parte gli scherzi, tutto molto interessante!

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    1. Lucyette

      Nonnò: ti assicuro che dura bene.
      Mio papà in campagna ha questo piccolo appezzamento di terreno in cui coltiva patate, fra le altre cose: ovviamente le raccoglie tutte non appena inizia la stagione della raccolta e poi ce le porta a casa, in grandi quantità. Questo succede attorno a fine agosto, se non ricordo male (non vorrei dire castronerie, eh: vado a memoria, ma mi pare che prime patate ci arrivino in casa verso settembre. Potrei forse sbagliare il mese, ma comunque non sbaglio di molto).
      Bene: siccome queste patate ci arrivano letteralmente a chili (decine di chili), ovviamente non le mangiamo tutte nell’arco di poche settimane. Io stessa, ancora oggi, ho in frigorifero un bel po’ di patate assolutamente ancora buone – quest’anno non hanno nemmeno fatto le solite fioriture di quando iniziano a invecchiare – e penso che mi siano arrivate in casa a inizio autunno, o giù di lì.
      Ti assicuro che son buonissime, ne ho mangiato un piatto giusto qualche giorno fa!

      Peraltro d’inverno le conservo sul balcone o in cantina, approfittando del fatto che fa freddo: non si può nemmeno dire “eh beh, ma tu hai il frigo e quelli di una volta non ce l’avevano!”.
      Si conservano, si conservano… :-))

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