Al bar

“No, guarda. A me fanno proprio senso”.
“Maddai. Le reliquie?”.
Sì! Mi fanno senso!”.
“Mappoverine…”.
“Cioè: finché sono nel reliquiario e il reliquiario sta lontano, tutto okay. Ma se me lo danno da tenere in mano e devo portarmi appresso un pezzo di corpo non meglio identificato… allora sì. Mi fanno senso”.
Ah beh”, intervengo io. “Se la metti sul ‘non identificato’, allora fa senso anche a me. Io non ho problemi a maneggiare reliquie se mi dicono che roba è quella cosa che sto tenendo in mano: capelli, ossa, brandea…”.
Eh!”.
“Ma una volta in effetti m’è capitato di dover studiare un grumo rosso scuro che non sono riuscita ad identificare né come ossa né come altro, e in effetti mi ha destabilizzata un poco”.
“Sì, vero?”.
“Sì. Cioè. Un conto è vederlo di lontano, nell’altare o comunque durante una liturgia: ma a prenderlo in mano sola soletta, lo vedi meglio da vicino e cominci a farci congetture: non è…”. Esito. “Non è la stessa cosa”.
“A me colpiscono sempre i pezzi grossi, invece”, commenta la terza sorseggiando il suo frappé. “Una volta ho studiato un pezzo che… boh? Era tutto rotondo e bianco, adagiato in mezzo al tulle. Ma grosso, eh! Secondo me era ‘na rotula…”.
“Ecco, sì: io cerco sempre di evitar le ossa”, assente l’altra, con aria colloquiale. “È più forte di me. Mi spiace. A vederle da vicino, mi fa impressione. Non so che farci”.
“Però, se ci pensate, è sorprendente vedere la scioltezza con cui ne parliamo adesso” (e prendo un morso di gelato, con nonchalance). “Non so se era per l’emozione, o per la vista delle ossa, o se è perché erano Santi, o per il mio timore reverenziale… ma la prima volta ero agitatissima, avevo la nausea dall’agitazione”.
“Ah, perché? Io no?”.
“Comunque mi sembra che adesso stiano cambiando, le abitudini. O no? Che dite?”.
“In che senso?”.
“Beh. Ultimamente, mi sembra che si cerchi di conservarli in tutt’uno, i Santi”.
“Mah, ‘nsomma. Pensa all’ampollina di sangue di Wojtyla che si sta girando mezza Europa…”.
(“A proposito! Ma avete visto il reliquiario?? Ma splendido!!”).
“Sì, vabbeh, ma quello è sangue. Però in genere mi sembra che i corpi tendano a lasciarli tutti interi, no?”. E sorseggia il suo frappé.
“Beh. Se stiamo parlando di corpi, forse sì…”.
“Massì, seriamente. Io penso che la modernità ci consegnerà una serie di reliquie tutte intere, tipo il corpo di Padre Pio. Secondo me, è quello che risponde meglio al senso religioso dei nostri giorni. O no?”.
“Mmm…”.
“Certo che – occielo – io ci ho messo un po’ a gestire l’emozione di lavorar con le reliquie in generale; se a un certo punto mi trovo davanti a un corpo santo ricomposto, secondo me parto daccapo…”.
“Eh, appunto. Tu pensa all’emozione che suscita in noi moderni la vista di un corpo tutto intero. Senza dubbio, è…”.
“…ragazze? Avete notato anche voi, che tutta l’altra gente seduta ai tavolini del bar ci sta guardando stranissimo, mentre parliamo?”.
“In effetti sì. Ci stanno guardando tutti”.
“Ma vero?”.
“Chissà perché”.

Prendi tre storiche della Chiesa, portale a prendere un gelato, e invitale a parlare dei loro studi.
Poi, goditi la scena.

19 risposte a "Al bar"

  1. Ilaria

    Ah ah, storiche della chiesa o serial killer? 😉 Comunque anche una delle prof. del mio gruppo della Festa della Storia è specializzata in reliquie… sento certi discorsi!

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    1. Lucyette

      Ma perchè?? Porteremmo così tanti argomenti di conversazione… 😀
      Veh che siamo esperte anche in metodologie di martirio, eh!! La sai quella del Santo che è stato martirizzato previo affogamento nella cloaca massima?!

      😛

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      1. levminskij

        ok, ok. allora se capita invito anche Lorenzo. lui porterà la graticola, dice che va matto per il barbecue. potremmo anche giocare a “indovina il martire dal martirio”. vinceresti, ma non in scioltezza. :p

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  2. dabogirl

    Sì che l’ho visto il reliquiario di JPII.
    L’ha scoperto Mustela Pandala, voleva a tutti i costi entrare in una certa chiesa che vediamo nel tragitto asilo – casa… chiesa scomodissima, ci sono delle scale ripide e manco uno scivolo per carrozzine…
    niente, ci voleva andare a tutti i costi. E Lui era là

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    1. Lucyette

      … 🙂

      Però ‘spetta: tu forse hai visto il reliquiario che è stato portato in giro per l’Italia (quello tutto d’argento a forma di… albero? Non so cosa volesse rappresentare. Quello della cerimonia di beatificazione, insomma). Quello che piace a me e alle mie amiche, invece, è un reliquiario bellissimo (e anche criticatissimo, perché molto innovativo nelle forme; però a me piace) che dovrebbe essere in Nord Europa, adesso. Ha la forma di Messale aperto, e in una delle pagine è incastonata la reliquia.
      (Ci sono due reliquie diverse che girano: non ce n’è solo una).
      A me quello piace molto: è particolare, ma… bello! Moderno, ma non esagerato.

      Mi sa che a Roma invece avete visto quello d’argento, vero?

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      1. Lucyette

        *___*
        Era quello che piace a me!!!
        Ho postato le fotografie qui sotto proprio mentre commentavi 😀

        Uh, ma che buffo: quando l’avete visto, a Roma? Che io sappia, è da un bel po’ di tempo che quel reliquiario lì è fisso a Cracovia. Pensavo che portassero in giro l’altro, anche per una questione di dimensioni e (immagino) di peso.

        Ma in effetti non sono una grande esperta di reliquie di Giovanni Paolo II, eh… 😉

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    2. Lucyette

      Per capirci: ecco quello che piace a me:

      Ed ecco quello che non mi piace per niente: non capisco il senso del dargli quella forma strana:

      Mentre cercavo le immagini, ho anche scoperto che c’è questa terza opzione (che non so se sia una terza reliquia a parte, o la seconda reliquia tirata fuori dal reliquiario a forma d’albero) molto più in linea con la tradizione:

      Solo che… non vedo la reliquia O.o
      Cos’è, quel pezzettino di garza in mezzo al fiore? Ma non vedo il sangue!

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  3. Emilia

    Proprio ieri ho venerato, nella Basilica dei SS. Apostoli e Nazaro Maggiore a Milano, le reliquie dei Beati Luigi e Zelia Martin, genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. Beninteso, non è che sono sempre lì, ma vi sono state portate in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie.
    Ho acquistato un agile libretto che spiegava la simbologia degli ornamenti dell’urna che le contiene, dove ho trovato citata quest’interessante considerazione di papa Benedetto XVI, durante la Festa di Accoglienza alla GMG di Colonia, il 18 agosto 2005:
    «Le reliquie ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti che, con la forza della sua grazia, concede ad esseri fragili il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei martiri e dei santi, la Chiesa non dimentica che, in definitiva, si tratta sì di povere ossa umane, ma di ossa che appartenevano a persone visitate dalla potenza viva di Dio. Le reliquie dei santi sono tracce di quella presenza invisibile ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il Regno dei cieli che è dentro di noi. Esse gridano con noi e per noi: “Maranatha!” – “Vieni Signore Gesù!”».

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      1. ago86

        E’ una cosa un po’ complessa: la priora della mia fraternita è solita aiutare i frati nelle pulizie del convento, e tempo fa le vennero regalati degli oggetti, tra cui questo ostensorio con dentro la reliquia. Lei la tenne in casa, quando le feci visita rimasi colpito da quell’oggetto e lei me lo diede. Capii subito che era una reliquia, in quanto scoprii che dietro aveva anche un sigillo di ceralacca. La tenni in casa per qualche settimana, poi lo scorso 6 gennaio decisi di ridonarla al convento, dal quale era evidentemente partita perché chi l’aveva in custodia non sapeva di che si trattasse. Non immagini quanto mi sia dispiaciuto separarmi da tale reliquia. Ed era di Pio IX.

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  4. ago86

    Il frate cui l’ho consegnata era alquanto stupito. Alla priora non ho detto nulla. Certo che aver avuto in casa una cosa del genere fa un certo effetto.

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