“Cuorina! Come stai?”.
Alla faccia della lieve sindrome parainfluenzale, la sottoscritta giace a letto da cinque giorni e mezzo.
Prima raffreddore leggero, poi febbriccola, poi febbre forte. Arrivata allo stadio in cui mi soffio il naso con la carta igienica avendo esaurito tutte le scorte di fazzoletti presenti in casa, comincio a dare lievi segni di miglioramento e forti segni di insofferenza.
“Cuorina!”, esclama mia mamma, al telefono. “Come ti senti, oggi?”.
“Annoiata”.
“Come, annoiata?”.
“Annoiata. Coff coff. In televisione non c’è niente da vedere, son stufa di leggere perché dopo un po’ mi brucian gli occhi, mi son già rivista tutti i dvd che avevo in casa, e adesso mi sto annoiando a morte. Coff coff”.
“…”.
“Etciù”.
Mia mamma tace per un attimo: dall’altra parte della cornetta, so con certezza che ha abbassato lo sguardo, dispiaciuta. Non è difficile immaginare il dispiacere di una mamma, nel venire a sapere che la sua bambina è malaticcia a 170 chilometri di distanza… e che, oltre a star male, si annoia pure.
“Aspetta, Lucia! Forse ho un’idea”.
“Coff?”.
E fu così che la sottoscritta, febbricitante a letto, passò tutto il pomeriggio con il computer acceso, sul comodino. Ascoltando la sua mamma che, per tenerle compagnia, le leggeva un libro di fiabe – a voce bassa, da Torino, via Skype.
Le magie di Internet.
poveromabello
Più che internet, è la magia del cuore di una mamma adorabile!
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Lucyette
🙂
E’ vero, quello è il requisito base 😉
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Emilia
Che tenera la tua mamma!
Mi fa ricordare un vecchio spot della Telecom dove un papà, che lavora su di una piattaforma petrolifera, resta in contatto con la sua bambina.
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Lucyette
…è vero! Che ricordi: quello spot mi era sfuggito di mente, ma me lo hai fatto ricordare benissimo 🙂
Forse era uno dei primi spot per promuovere le videochiamate, era già di parecchi anni fa…
Detto ciò: chi, per sua fortuna, non si trova a vivere lontano dalla sua famiglia/dai suoi amici, non ha la più pallida idea di quanto possa essere utile Skype per sopportare la lontananza. Poi non si paga nemmeno, puoi tenerlo acceso tutto il giorno a costo zero: una pacchia!
Io, paradossalmente, se penso alle persone che ho lasciato a Torino, sento la mancanza dei miei amici meno stretti, più che della mia famiglia. I miei genitori li vedo tutti i giorni due volte al giorno su Skype, praticamente è come “averli in casa”; le persone con cui sono meno intima, ovviamente no.
Quindi c’è questo paradosso, per cui le persone che mi mancano di più sono quelle a cui sono meno legata :-DD
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giudig
La mia nonna diceva sempre:” Chi ha la mamma non pianga” ed è vero! Auguri Lucia, guarisci alla svelta! 🙂
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Lucyette
Quant’è vero!!
Non avevo mai sentito questo detto, sai?!
(E… a proposito: quasi guarita, grazie!)
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filia ecclesiae
Se fosse successo prima, Mulino Bianco ti avrebbe dato una sacco di soldi per usare l’articolo come pubblicità. 🙂
Che mamma…! Abbi cura di te e pensa a quanto il riposo giovi alla bellezza. ^__^
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Ilaria
Che meraviglia… la mamma che ti legge le fiabe, bellissimo. E’ vero quello che dici, io con mia sorella prima a Londra ora a Nairobi, così come i genitori di tanti miei amici in giro per il mondo per studio o lavoro, grazie a skype si è sempre in contatto e gratis (ricordo quando da piccola mio padre andava un paio di mesi all’anno a Londra e ci si telefonava una o due volte a settimana – dandosi l’appuntamento al telefono fisso! – perché telefonare costava tantissimo).
Ma “cuorina” è un vezzeggiativo che non ho mai sentito in vita mia! Però mi piace! Ma è torinese o è lessico della tua famiglia?
Buona guarigione…
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Lucyette
Oh cielo, Ilaria.
Mi son detta “andiamo su Google a vedere se c’è qualche altro risultato per cuorina, o se è proprio una cosa che si usa solo nella mia famiglia”… e ho scoperto che “cuorina” è il nome che hanno dato a una linea di intimo, molto intimo.
Mi sento defraudata.
Defraudata e offesa.
Sniff.
😛
Detto ciò… ehm: a quanto pare, no, è puro lessico familiare 😀 Evidentemente deriva da cuore > cuorin > cuorina, visto che giustamente io sono femmina e quindi non posso certo essere un cuoricino al maschile 😛
Io e mia mamma abbiamo tantissimi vezzeggiativi con cui ci chiamiamo… alcuni ce li siamo inventati noi nel corso degli anni; altri invece sono termini torinesi. Ad esempio, un vezzeggiativo torinese che mi è sempre piaciuto tantissimo per il suono è “puciunin” (da leggersi: pùciunìn). Conoscevi?
Questo è proprio tipico di Torino e dintorni, ed è il tipico modo con cui una mamma chiama il suo bambino piccolo 🙂
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Ilaria
No, non conoscevo “puciunin”, anche se mia nonna usava spesso termini piemontesi, venendo da lì! Però “cuorina” è proprio carino (e comunque la linea di intimo sarà venuta dopo, è che tua mamma non ha registrato il copyright) 🙂
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rosenuovomondo
Le mamme sono un portento
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Lucyette
Cì! 🙂
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Denise Cecilia S.
La mia mami invece mi canta le filastrocche (in dialetto)… 😉
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Lucyette
Oh: quello lo faceva mia nonna, con me!
Aveva tutto un repertorio di filastrocche, canzoncine e leggende piemontesi che mi cantava e raccontava sempre, quando eravamo da sole… che bei ricordi, sigh! 🙂
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Denise Cecilia S.
Uh, pappa buona!
Più tardi comincio a leggermele… grasshie!
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Lucyette
Oh… grazie a te! Sono contentissima quando qualcuno legge le fiabe di mia nonna!
Cioè… più che altro, sono convinta che sia contenta lei, quindi di riflesso son contenta anch’io 😉
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