Donne velate: la sfida

Lettori: vi lancio una sfida. A voi, la possibilità di far girare in un lungo in largo la vostra fantasia, alla ricerca di una spiegazione valida… o quantomeno, non troppo improbabile.

Quelli che seguono sono veri scatti fotografici (niente affatto photoshoppati, per capirci), che risalgono agli albori della Storia della fotografia.
Nessuna modifica, nessuna falsificazione. Solo, una serie di fotografie digitalizzate e messe online, che testimoniano una moda… ehm… a dir poco originale.
Gli Inglesi le definiscono “creepy”: dicono che questi scatti sono decisamente e profondamente creepy. E a dire il vero…

E insomma, amici: spazio alle ipotesi. Chi o che cosa sono quelle specie di inquietanti Dissennatori incappucciati che si mettono in posa per esser fotografati assieme a quei poveri bambi ostaggi?
(No, dico: guardate l’espressione dell’ultimo bambino! Guardatela!).

Naturalmente, esiste una spiegazione logica a questa inquietante serie di scatti; e naturalmente, provvederò a fornirvela. Ma prima, voglio ascoltare qualcuna delle vostre ipotesi… perché, in fondo in fondo, è proprio fare ipotesi la parte più divertente, e appassionante, della Storia!

(Ovviamente non vale cercare su Google, ça va sans dire)

***

Aggiornamento del 24/09

Ci sono cose che solamente una madre può esser disposta a fare.
Pagare l’ira di Dio per andarsi a fare una fotografia assurdamente cara, e poi nascondersi dietro a una tenda per non comparire nello scatto… beh: questa è una di quelle cose.
Le vostre ipotesi erano una più bella dell’altra, e alcune erano così ingegnose da meritarsi una menzione anche solo per la vostra logica. (Madri prostitute! Figli illegittimi! Balie!).

Ma la Storia, molte volte, è più banale (e assurda) di quanto sembri. Le misteriose donne (non) ritratte nella foto erano proprio, come suggeriva il Cappellaio Matto, le madri dei bambini… che si nascondevano all’obiettivo per il semplice fatto che, beh, loro non dovevano comparire in foto. “Non dovevano” nel senso che non era previsto che comparissero: la foto era stata concepita per esser la foto del bambino; non la foto del bambino con la madre, che magari s’era fatta fotografare per i fatti suoi, ma in quel momento non c’entrava niente.

Come accennava il Cappellaio Matto, fare fotografie a un neonato, all’epoca, non era una impresa facile come lo è ai nostri giorni. Adesso basta prendere la digitale, tak, mezzo secondo e la fotografia è scattata. All’epoca, le macchine fotografiche avevano bisogno di tempi lunghissimi, prima di riuscire a “fissare” l’immagine sulla pellicola. Per farsi fotografare, bisognava restare immobili per un’infinità di tempo… il che andava bene per le nature morte, cominciava a farsi irritante per “fotomodelli” adulti, ma diventava un vero e proprio incubo se dovevi fotografare un bimbo piccolo.
Come glielo spieghi, a un pupetto di sei mesi, che deve restare perfettamente immobile perché sennò la foto vien mossa?

Il pupetto di sei mesi, di conseguenza, veniva seduto in braccio alla sua mamma, che faceva tutto il possibile per tenerlo fermo nella stessa posizione (o quantomeno, per non farlo muover troppo). E siccome la fotografia voleva esser la foto del bimbo, e non la fotografia del bimbo con la mamma… allora, la mamma si nascondeva.

Va anche detto, a onor del vero, che c’erano nascondimenti più o meno ingenui. Questo qui, ad esempio, è un “mimetismo” decisamente più accettabile:

Questo qua va pure bene, se escludiamo quelle inquietanti mani nodose che affiorano dal nulla dallo schienale della sedia:

Certo: questi artifizi dipendevano in gran parte dall’inventiva del fotografo. Se ti capitava il fotografo in gamba che ti faceva accucciare dietro alla sedia, eri a cavallo; se ti capitava il fotografo inesperto che non aveva altre soluzioni se non “mettiti un plaid in testa, e vedrai che non se ne accorgerà nessuno”…

Incredibile ma vero, la tecnica del plaid in testa era decisamente la più gettonata, in età vittoriana. La gente di una volta aveva una mentalità profondamente diversa dalla nostra: ciò che a noi appare grottesco, surreale e assurdo, alla gente dell’Ottocento, evidentemente, andava bene. Le foto che ho pubblicato sul blog non sono solamente i pochi scatti di un qualche folle: se cercate su Google “hidden mothers”, o “ghost mothers” troverete centinaia di esempi diversi.
Davvero!
Provate!

È sorprendente, da un certo punto di vista, pensare a quanto possa sembrarci assurdo ciò che invece, nell’Ottocento, era assolutamente all’ultima moda.
Ma… tant’è!

23 risposte a "Donne velate: la sfida"

  1. giudig

    Sono tenuti in braccio dalle balie, che non dovevano apparire perché non di famiglia.. oppure perché troppo brutte. Un’altra ipotesi forse mamme islamiche che non dovevano essere fotografate a viso aperto. Mi sa che di baggianate ne ho infilate parecchie.. Sono curiosa e aspetto la verità! 😉

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  2. Cappellaio Matto

    Uhuhuh.
    Sono le bizzarrie vittoriane! *_*

    Sono proprio le madri, se non erro.
    Dato che la fotografia vittoriana esigeva da chi osava farsi una foto un tempo interminabile di posa, è molto probabile che i bambini si stancassero prima. Così, se la foto doveva ritrarre il solo bambino, le madri s’incappucciavano (per non apparire) e allo stesso tempo mantenere tranquilli i figli con la loro presenza.

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      1. Lucyette

        Sulle foto vittoriane post-mortem, Marina?
        Hai mai visto il film The Ohers, quello con Nicole Kidman? Lì ce ne sono parecchie, giocano anche un ruolo abbastanza… importante nella trama, diciano 🙂
        Qui, la pagina su Wiki.

        Sugli inquietanti mostri incappucciati, invece, aspetto ancora un po’ a dir la mia: stanno saltando fuori ipotesi interessantissime 😀
        Su Facebook ipotizzavano anche bambini N.N. o figli illeggittimi, la cui madre non poteva apparire in foto 🙂

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  3. Denise Cecilia S.

    Avevo pensato a qualcosa di simile a quanto detto dal Cappellaio, però (nella mia ignoranza delle meccaniche fotografiche) ipotizzando che il celarsi fosse funzionale alla fase di post-produzione, sempre che esistesse all’epoca. Ma sì, certo che esisteva… solo attuata con mezzi diversi dai pc 😉
    Sostituzione di sfondo, robe così. Oppure il nero della velatura sarebbe stato esso stesso lo sfondo. (Ma che menata, però. Non sono più tanto convinta nemmeno io stessa).

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  4. Diego

    Tanto per fare un’ipotesi diversa, non credo proprio migliore.
    Potrebbero essere fotografie di bambini fatte per l’adozione, per cui la madre – o la suora dell’orfanotrofio – non doveva essere riconoscibile…
    ..e per portarli via da un posto così, avranno anche avuto un successone…

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  5. Emilia

    Sono sicuramente degli esseri umani a tenerli in braccio, ma mi domando anch’io il perché delle foto.
    Mi fanno venire in mente, dato che sono fresca di Lourdes, che neppure santa Bernadette amava molto farsi fotografare, tenuto conto che la fotografia era agli albori e i tempi di posa erano parecchio lunghi. Eppure, grazie alle foto sappiamo qual era il suo vero volto!

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  6. Lucyette

    ClaudioLXXXI mi mandava a metà mattina un sms, immagino da pubblicare in questa sede, che recitava:

    Non c’era nessun motivo in sè. Si duffuse questa moda, forse influenzata dal gotico, di donne normali che si coprivano così e facevano fotografare i figli, per attirare l’attenzione su di loro (i figli). That’s the story

    Questo pomeriggio, la soluzione… 😉

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  7. AlphaT

    La mia soluzione, che scrivo adesso senza leggere quella vera, è che si tratta dell’antenato di chroma key e maschere di Photoshop: in assenza della madre, un’altra donna si prestava per fare la foto del bambino, poi si sarebbe fatto un fotomontaggio con quella della madre; e per renderlo più semplice la parte della testa della controfigura andava coperta con qualcosa di scuro e neutro.

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  8. levminskij

    ovviamente la verità è che all’epoca la censura era ferrea, e i canoni estetici anche, insieme all’incrollabile fede nel fatto che l’epoca in questione era la migliore nella quale l’uomo avesse mai vissuto; le povere donne incappucciate sono state – ahiloro – vittima della censura, coperte perché brutte da far spavento, e non ci si poteva permettere di consegnare ai posteri – immortalare, addirittura! – prove così evidenti del fatto che ci fosse del brutto anche nella meravigliosa società inglese, culmine indiscusso dell’età d’oro. la scure dell’oblio s’è perciò abbattuta sulle bruttone. ovviamente poi s’è trovata una scusa plausibile, una spiegazione verosimile per la cosa…. non so chi sia più matto, se il cappellaio o voi che gli credete … tzé 😉

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