La moda in tempo di guerra

Prima che alle donne venisse la fissazione che, salvo freddo intenso, bisogna andare in giro a gambe nude, la santa abitudine di indossare i collant velati era una vera e propria regola di stile, per le signore di buona famiglia.

E poi, la guerra. I razionamenti.
Certo: durante la Seconda Guerra Mondiale, la gente tendeva perlopiù ad angosciarsi per la difficoltà a trovare il pane, la verdura, la benzina, e così via dicendo…
…ma ognuno ch’ha i suoi problemi: e le signore più eleganti erano giustamente disperate, di fronte all’impossibilità di comprarsi un paio di collant nuovi di zecca. Il nylon era severamente razionato: veniva usato in un’infinità di modi a scopi di bellici… e quel poco che restava non poteva certo esser sprecato a confezionar calze alle signore.

E quindi?
Come conciliare i duri diktat della moda, che ordinava “collant sempre e comunque”, con la materiale incapacità di procurarsene un paio nuovo?

Beh… con l’inventiva.

Sempre per la serie “Storia per immagini” (sottotitolo: so’ oberata dal lavoro, e non riesco a far di meglio), ecco a voi due foto autentiche scattate negli Stati Uniti durante gli anni della guerra.

A sinistra: una commessa di Max Factor (così dicono) mostra alle sue clienti come usare l’eyeliner per emulare la cucitura sul nylon dei collant. A destra: una donna americana usa un apposito fondotinta per scurire la sua gamba, e dare quindi l’impressione di star indossando collant velati.

17 risposte a "La moda in tempo di guerra"

  1. filia ecclesiae

    Non lo sapevo….. *stupita*
    L’inventiva femminile non conosce limiti e anch’io soffrirei a dover far a meno di qualche oggetto.
    Ho l’età da “tinta forzati dei capelli” e con i prodotti di oggi e la qualità sarebbe difficile tornare indietro se vogliamo parlare di qualità.
    Ma il sano piacere di farsi belle rimane, forse perfino aumenterebbe per tingere di colore giornate altrimenti grigie.
    Non oso pensare alle due signore sotto la pioggia…

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    1. Lucyette

      Non oso pensare alle due signore sotto la pioggia…

      LOL, non ci avevo proprio pensato… :-DDD

      A parte quello… sì: penso anch’io che io ci terrei ancora di più a farmi bella, in periodi drammatici tipo appunto una guerra in corso. Penso che sarebbe anche un modo per non darla vinta alle disgrazie… come dire: possono succedere anche le peggiori cose, ma io non mi lascio abbattere e vado comunque avanti con la mia vita.
      Sono scemenze, eh; ma son quelle scemenze che ti danno forza…

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    1. Lucyette

      A me stupisce tantissimo, (in positivo!), la capacità di queste donne di arrangiarsi anche nelle piccole cose. Ché, okay, se mi dici che ci si arrangiava a preparare il pane con ingredienti di basso livello, o cose del genere, non stento a crederci. Ma non avrei mai e poi mai pensato di vedere signore che si arrangiavano a truccarsi le gambe in piena guerra… eppure, l’inventiva non ha proprio limiti… 🙂

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  2. Ilaria

    Mi ha colpito il particolare di Max Factor, così sono andata su google e ho scoperto che questa casa cosmetica è nata nel 1909! Non so perché mi faccia così strano pensarlo.
    Per il resto, io ormai in inverno porto solo pantaloni e quindi il collant è un indumento che praticamente non uso… le poche volte che indosso una gonna o un vestito metto il collant in microfibra coprente (non i leggins! Mi picco di non avere neanche un paio di leggins nel mio armadio!). Tuttavia fino a qualche anno fa, ai tempi del liceo per es., indossavo il collant carne e sicuramente lo preferivo rispetto al suo “fratello” velato scuro. Concordo con te sulla finezza e comodità del collant carne, però dai, passi la riga di eyeliner, ma tutta quella spennellata di fondotinta sulle gambe penso che non me lo sarei mai dato!!!

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  3. Daniele

    Quando hai detto “salvo freddo intenso” ho pensato “salvo trovarsi a 8000 m nell’Himalaya”…
    Scoprirsi ora è di moda, meno mistero 😛

    Daniele

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    1. Lucyette

      Ma se scoprirsi è di moda, io posso ancora ancora capire l’accorciare la lunghezza delle gonne (ché poi, già lì… non è che tutte possano permettersi una minigonna. Ma ammettiamo pure).
      Ma che è tutto ‘sto astio verso le calze trasparenti?? Non ti fanno sembrare meno scoperta; ti fanno solo sembrare più carina (modellando la gamba, nascondendo le imperfezioni, ecc)…!

      Mode stupide… bah… >.>

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  4. laurie

    dicevano: “una donna senza calze è una donna qualunque”.
    anch’io concordo che è molto più chic mettersi le calze velate color carne che andare in giro a gambe nude (magari tristemente pallide…) in un’occasione elegante.
    mi era stato raccontato che in tempo di guerra a casa mia usavano resti di tè per tingersi le gambe.
    nel libro “I love Tiffany” di Marjorie Hart (Newton Compton Editore, 2012) c’è un simpatico aneddoto riguardante una tintura da gambe che durante un ballo si scioglie sui bianchi pantaloni di due bei marinai della US Military Navy che devono tornare a bordo (impeccabili!!) … ;P

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    1. Lucia Graziano

      🥺
      Anche io concordo ahimè che è molto più elegante, se non altro perché è socialmente percepito come molto più elegante quindi così ci teniamo il galateo, anche se… mannaggia, io in estate non la sopporto proprio ‘sta norma di galateo!! Una delle poche consolazioni dell’essere donne a un evento elegante è che, quando fa caldo, non sei costretta a intabarrarti in cravatte e giacche a maniche lunghe… e poi ti ritrovi a dover mettere ‘sti collant, che o sono minimamente spessi e quindi tengono caldo anche se non si vedono, o sono leggeri e si smagliano appena li guardi. Mai una gioia! 😂

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  5. Claudia

    Io pallida e olivastra da ragazza (senza aver mai letto di questi trucchi delle nonne) avevo (ho) delle gambe bianchicce ed ebbi l’idea di mettere del fondotinta (economico) sulle gambe. Ottimo effetto ma quando ne parlai alla mia amica estetista mi diede della matta…..Il fondotinta sulle gambe ….che idea strana! Oggi vendono creme colorate per gambe in quasi ogni profumeria.

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    1. Lucia Graziano

      Io non le ho mai provate (e francamente non ne sento particolarmente l’esigenza. Ho gambe bianchissime in estate ma non sono mai state un problema per me, tanto son bianca tutta in generale. Non stonano 😂) ma mi sono sempre chiesta se non macchino. Cioè: come fanno a non macchiare? I fondotinta macchiano i vestiti, anche se sono di buona qualità, quindi immagino anche queste creme (o no?). Non si rischia di rovinare il divano di turno del salotto di cui si è ospiti, specie nei giorni in cui fa molto caldo e si suda? ‘ste creme per me sono un grande mistero🤔

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  6. Mariella

    Uhm… se non sbaglio, fino al ’68 o giù di lì non esistevano i collant, tranne le pesanti calzemaglie di lana per lo sci. Tutte le donne usavano calze e reggicalze; io stessa da piccola avevo un reggicalze per le calze invernali di lana (nella bella stagione solo calzettoni), dato che non era ammissibile che una femmina indossasse i pantaloni a scuola, neanche con due metri di neve 🙄

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    1. Lucia Graziano

      Chissà perché nel 2019 mi ero dimenticata di rispondere a questi ultimi commenti… vabbeh, meglio tardi che mai? 😅
      Comunque, come scrivevo sotto in risposta a Carla, sembrerebbe che negli USA i primi collant di nylon (proprio collant come li intendiamo oggi, senza necessità di usare reggicalze etc) fossero stati commercializzati nel maggio 1940. Poi ovviamente la guerra ha messo un freno alla vendita, e penso che in Italia siano stati commercializzati molto più tardi.

      Però mia mamma mi dice che lei ricorda di aver cominciato a usare collant (di nylon e reggicalze) nei primissimi anni ’60. Ricorda di aver cominciato a usarli in concomitanza col suo primo anno alle superiori, abbandonando il reggicalze e le calze colorate di filanca che usava fino a quel momento. Lei è del 1947.

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    1. Lucia Graziano

      Uhm… dici? 🤔
      Mi sono incuriosita e ho fatto una rapida ricerca su Google, anche perché in effetti questo articoletto è del 2012, quando ero studentessa universitaria, quindi ci stava assolutamente che avessi preso uno svarione! Però Google sembrerebbe dirmi insistentemente che il nylon era usato per le calze femminili per davvero, in America, all’epoca della seconda guerra mondiale. Apparentemente era stato inventato da DuPont nel 1938 e i primi collant di nylon erano stati messi in commercio, negli USA, addì 15 maggio 1940, facendo il boom (750.000 paia venduti nell’arco della prima giornata!). Costavano esattamente quanto le calze di seta, ma avevano avuto un successo rapidissimo perché le camole non rischiavano di mangiarle (pensa te!) e perché l’elasticità della fibra permetteva loro di stare su da soli senza la necessità di usare il reggicalze. Non ho verificato altrove se non su Google perché in questo momento non ho tempo, ma insomma trovo molte fonti che dicono la stessa cosa, sembrerebbe vero a prima vista.

      Però in effetti è assolutamente molto plausibile che quanto sto scrivendo valga solo per gli Stati Uniti. Se i collant erano stati commercializzati negli USA per la prima volta nel maggio 1940, ci sta tutto che in Italia siano arrivati molto più tardi. Avevamo problemi più grandi dell’import export di chincaglieria femminile all’epoca 😅

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  7. carla

    Non so la storia, ma l’ho vissuta.
    Io ero ragazzina nel ’50, avevo quindici anni e ho messo le calze “da grandi” per la prima volta, erano di nylon, molto spesse,(tanto che si rimagliavano con un uncinetto elettrico, esistevano ancora le rammendatrici), e si reggevano con il reggicalze -indumento che odiavo- e appena sono stati in commercio i collant li ho subito adottati, credo intorno al ’55. Un’altra cosa, si parla di fondo tinta, in Italia è stato in commercio dagli anni ’50, mia mamma usava ancora la cipria e il fard
    Ho scoperto il tuo blog di recente, l’ho letto tutto (e imparato moltissimo) ti ringrazio di occupare parte del tuo tempo per divulgare “un po’ di tutto”
    sia di storie di santi, storia seria e leggera, moda, leggende.
    Mi dà una gran gioia, dato che devo passare il tempo in poltrona e leggere sia sul kindel che cartaceo è una grande risorsa, quindi ancora grazie e un bacione virtuale
    Carla

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