Il fund-raising di Natale: dona a Noè un piolo per la sua Arca!

Non so se lo sapete; ma, in America, ci son dei pazz dei cristiani d’Oltreoceano che stanno ricostruendo l’arca di Noè.
No, non in vista della fine del mondo prospettata dalla profezia Maya. Questi simpatici mattacchioni attivisti apologeti stanno ricostruendo l’arca di Noè perché, a detta loro, essa potrebbe efficacemente fungere da monito a tutti coloro che stanno smarrendo la retta vita, in questa società scristianizzata.
“Quando Noè costruì l’arca”, spiega l’ideatore del progetto, “questa si mostrò a tutti come un simbolo di salvezza. Cosa succederebbe, oggi, se qualcuno ricostruisse l’arca?”.
(Ehm… non ne ho idea, amico).
“Immaginate l’impatto che una nuova arca di Noè potrebbe avere sul mondo”, insiste Ken Ham, l’ideatore del progetto. “Immaginate quale fantastica occasione per annunciare al mondo la parola di Dio, e il suo messaggio di salvezza!”.

La mia immaginazione dev’essere carente, ma Ham mi sembra così convinto che gli credo sulla fiducia.
Fondatore del Creation Museum nonché dell’associazione di apologetica cristiana Answers in Genesis, Ken Ham è uno degli esponenti di quel movimento secondo cui la Bibbia dev’essere presa alla lettera.
Parola per parola.
Letteralmente.
Quando nei telefilm americani sentiamo parlare di tanto in tanto delle dispute fra evoluzionisti e creazionisti (che, agli occhi di noi italiani, sembrano abbastanza fuori dal mondo), dobbiamo pensare che negli States esiste davvero un vasto movimento di Cristiani secondo cui la Genesi va presa in senso totalmente letterale: l’evoluzione non c’è mai stata, la teoria darwiniana è del tutto incompatibile col Credo, e chiunque creda all’evoluzionismo sta disconoscendo il testo biblico.

In particolar modo, il nostro Ken sembra essere abbastanza fissato persino per gli standard d’oltreoceano, se è vero che altri cristiani (e persino altri creazionisti!) l’hanno criticato per le sue posizioni troppo rigide. Posizioni troppo rigide che potremmo riassumere in questa maniera: l’universo è stato creato circa 6000 anni fa, e il diluvio universale ha avuto luogo nel 2348 avanti Cristo. I dinosauri hanno convissuto con gli esseri umani per lungo periodo, l’evoluzione non esiste, ma in compenso esistono le leggi di Mendel, che spiegano come abbia fatto un così vasto numero di animali (quelli presenti oggigiorno sulla terra, insomma) a essere contenuto nell’arca di Noè.
L’arca, a detta di Ken Ham, ha ospitato un numero di animali ragionevolmente basso: poi, questi animali, accoppiandosi dopo il diluvio, hanno dato origine a tutta la varietà di razze che possiamo ammirare oggi, passeggiando in un zoo.

E insomma: questo simpatico signore – di confessione battista, per la cronaca – è andato così tanto in fissa con l’arca di Noè, da volerne ricostruire una.
Vera.
A grandezza naturale.
Nel senso che s’è proprio spulciato la Bibbia alla ricerca dei dettagli tecnici sulle dimensioni dell’arca, poi ha contattato degli ingegneri navali esperti nelle tecniche di costruzione del 2348 a.C., e ha deciso gloriosamente di ricostruire l’arca di Noè.
E ha già provveduto a acquistare un appezzamento di terreno da destinare a questo scopo: un territorio di 800 acri a sud di Cincinnati, Ohio.

Lo scopo finale di questo progetto di apostolato (non guardate me: sto citando mister Ham) sarebbe quello di creare una gigantesca arca di legno a metà fra il parco divertimento, il museo, e la sala conferenze parrocchiale. I visitatori, cito testualmente dal sito del progetto, sarebbero messi nelle condizioni di farsi un’idea precisa delle dimensioni dell’arca. Sarebbero inoltre istruiti sulle tecniche di costruzione usate da Noè, e sulla vita quotidiana della gente di quei tempi.
Poi, con un veloce slittamento dalla Storia alla Biologia, si comincerebbe appunto a istruire i visitatori sulle leggi mendeliane in relazione al dettato biblico. Sarebbe spiegato loro, insomma, che dalla coppia di cani “modello zero” sono poi arrivati a noi tutti i vari cani di questo mondo. Inoltre, gabbie alla mano, (l’arca di Noè sarebbe anche uno zoo) (da far inorridire gli animalisti, aggiungerei), la gente si accorgerebbe che, tutto sommato, gli animali di Noè non tenevano mica così tanto spazio.
Anzi: tutto sommato, restava un sacco di spazio libero. E qui, si slitterebbe una seconda volta dalla Biologia all’apostolato – nel senso che i visitatori sarebbero esortati a interrogarsi a cosa caspita servisse tutto quell’inutile spazio extra.

Massì: serviva per mettere in salvo tutti gli uomini di buona volontà che si fossero convertiti, anche all’ultimo momento!
Insomma: siete stati peccatori impenitenti, Dio ha deciso di condannarvi, siete letteralmente con l’acqua alla gola e con un piede nell’Inferno, eppure decidete di mettervi in gioco, una volta e per sempre? Beh, non disperate: lì da qualche parte, c’è un’immensa arca di Noè pronta a mettervi in salvo, per quanto disperata possa sembrarvi la vostra situazione. Basta chiedere aiuto e tendere una mano – per il resto, di spazio ce n’è a iosa.

“Ricostruiamo l’arca di Noè!”, scrive Ham sul suo sito. “Quale fantastico atto di apostolato – non solo per gli Americani, ma per tutta la gente del mondo! Un atto di apostolato che diventerà uno dei moniti più forti dei nostri tempi, per ricordare alla gente che tutti noi abbiamo un disperato bisogno di salire a bordo dell’Arca!”.

E voi che ne dite? Il progetto vi convince?
In caso, sappiate che sul sito ArkEncounter potete contribuire con la vostra offerta, scegliendo se donare al novello Noè un piolo, un’asse di legno, o una trave per la sua arca.

Come dite?
Prima di donare, vorreste conoscere un po’ meglio il progetto intero?
Ma benissimo, miei cari: qui sotto, una immagine di come dovrebbe venire l’Arca, una volta costruita.

9 risposte a "Il fund-raising di Natale: dona a Noè un piolo per la sua Arca!"

    1. Lucyette

      Uh!
      Uhm!
      Il film!
      Mannaggia: mi ricordo la trama, mi pare anche vagamente di averlo visto, eppure ho ricordi così vaghi che potrei anche averne solo letto la recensione da qualche parte… non mi ricordo di più!
      Come si chiamava, chi erano gli attori?

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    1. Lucyette

      Hai ragione, quella è una pecca che ho notato anch’io.
      Però se ti fai un giro sul sito del progetto, vedrai che c’è l’idea di costruire, in un secondo tempo, anche un’area giochi per bambini, con ponti tibetani e pareti da arrampicata ecc.
      Certo l’ottovolante sarebbe meglio, ma…

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