“Duos et bene pendentes”. Di quando il conclave (non) si concludeva con un Papa nudo

“Ciao Lucy”, mi scriveva ieri Ilaria: “un mio amico mi ha posto un quesito, e magari tu lo sai. Tu sai se è mai successo che, dopo l’elezione di un papa, l’eletto, prima di esser proclamato, venisse spogliato per appurare che fosse veramente un maschio? A me sembra un po’ strano”, aggiungeva la ragazza, “ma quando leggo il tuo blog ho visto che di stranezze, nella Storia della Chiesa, ce ne sono state un bel po’…”.

Beh, oh cielo. È vero che siamo stati strani, ma per fortuna non così tanto.
Eppure la leggenda (esilarante e gustosissima) del “test di virilità” imposto al Papa prima della sua elezione al soglio pontificio ha origini lontanissime… e, per un bel po’ di tempo, è stata ritenuta legittimamente vera. Nel senso: non si tratta di una leggenda nera messa in giro da qualche libello anticlericale della Riforma Protestante o dell’Età dei Lumi; la diceria ha una storia molto più complessa e affascinante… che, secondo me, meritava in effetti un post.

A detta della leggenda, la bizzarra tradizione sarebbe nata in questo modo. Dopo che i cardinali riuniti in conclave avevano commesso quell’erroraccio imperdonabile di eleggere a vicario di Cristo una donna travestita da uomo (la famosa papessa Giovanna, in realtà mai esistita), avevano deciso di correre ai ripari per le elezioni successive. Allo scopo di saggiare che il “candidato Papa” fosse in effetti un maschio, lo costringevano a sedersi su una specie di sedia di comodo. Una sedia con un buco nel sedile, insomma.
A quel punto, un giovane cardinale si infilava sotto la sedia e si metteva a ravanare nelle pudenda del Papa eletto, allo scopo di appurare che fosse effettivamente un maschio. Se l’ispezione, uhm, dava esito positivo, il giovanotto riemergeva gaudente da sotto la sedia annunciando con entusiasmo “habet testicolos duos, et bene pendentes!”. E a quel punto, fra gli applausi dei cardinali e le congratulazioni dei presenti, il conclave eleggeva ufficialmente il Papa… e annunciava la buona novella con la classica fumata bianca.
(Facendo una ricerca su Google, ho scoperto che su YouTube potete vedere lo spezzone di un film su Alessandro Borgia in cui la grottesca scenetta è descritta molto bene; e non in maniera volgare, si può guardare tranquillamente).

Ehm.
Tutto molto comico ed esilarante, ma evidentemente una cosa del genere non è mai successa.

O meglio.
Beh.
Evidentemente una cosa del genere non è mai successa; però – incredibile ma vero – in questa leggenda c’è un (pesante) fondo di verità…

Sedia stercorariaSe andate al Louvre, o a Roma al Museo Pio Clementino, una sedia del genere la trovate per davvero. Era, come vedete affianco, una sedia con un buco in centro (quella ritratta in foto dovrebbe essere quella del museo romano); ed era, effettivamente, una sedia utilizzata dal Papa. Il pover’uomo, appena eletto in Laterano, era davvero tenuto a sedersi su questa seggiola… non per farsi tastare i testicoli, evidentemente, ma per compiere davanti al conclave riunito un gesto dall’alta valenza simbolica.

Su quale fosse questa simbologia, non c’è ancora un accordo pieno.
Secondo alcuni studiosi, la sedia bucata su cui si accomodava il Papa era, originariamente, una sedia per partorienti (e qui si torna alla famosa storia che le donne dell’antichità partorivano accovacciate su uno sgabello per farsi aiutare dalla forza di gravità, e bla bla bla, e adesso invece ci fanno partorire sdraiate su un lettino di ospedale ed è tutto molto più innaturale e medicalizzato, e sempre più donne pretendono di avere un parto “verde” e naturale… ‘nsomma: le avrete sentite anche voi, queste lamentele, no?).
Comunque: che le donne, nell’antichità, partorissero accovacciate su appositi sgabelli con un buco al centro, è cosa acclarata. Che la sedia del Papa potesse essere stata, anticamente, una di queste sedie ostetriche… è un’ipotesi più che plausibile. Il Papa che si accomoda su una sedia per partorienti avrebbe avuto la funzione di simboleggiare visivamente il concetto di Ecclesia Mater: il Papa neo-eletto, salendo al soglio pontificio, rappresenta la Chiesa… e quindi diventa in qualche modo la “madre” di tutta la Cristianità.
Oppure ancora: la Chiesa, rappresentata dal vicario di Cristo, è colei che “genera” i suoi fedeli alla vita eterna… insomma: in un modo o nell’altro, la tesi potrebbe avere senso.

La teoria numero due punta tutto, invece, sulla dichiarazione di modestia.
Secondo gli storici che sostengono questa tesi, quella sedia lì non era affatto una sedia ostetrica: era proprio una sedia di comodo, con il buco centrale che ti permette di “andare in bagno” anche quando non riesci a alzarti. Da questo punto di vista, il gesto del Papa poteva essere considerato come un promemoria per il pontefice stesso. Insomma: essere incoronati sopra a un cesso per disabili è una di quelle cose che – come dire – ti aiutano a non montarti la testa.

Quale che fosse il significato di questo rito, sta di fatto che è stato portato avanti per molti secoli (mi dicono, fino al pontificato di Leone X, eletto Papa nel 1513).
Unico problema: mentre il rito continuava a ripetersi, immutato, di Papa in Papa e di secolo in secolo, era decisamente mutata la sensibilità del popolino, e la forma mentis in generale. Quella simbologia che, inizialmente, doveva apparire molto chiara a tutti i fedeli, cominciava gradualmente a farsi più nebulosa e indecifrabile. Il popolino romano sapeva benissimo che il Papa, durante la sua incoronazione, aveva l’abitudine di sedersi su una sedia con buco al centro (era notizia risaputa e nota): ma non riusciva più a capire il perché di questo gesto.
Il Papa doveva andare di corpo durante la sua incoronazione?
Il Papa doveva far prendere aria alle pudenda attraverso il buco della sedia?
Non so cosa pensereste voi se vedeste un Papa appena eletto che si siede in mondovisione su una sedia comodo, ma la spiegazione circa il “test di virilità” sembrava essere molto plausibile. La più plausibile fra tutte quelle che mi potrebbero venire in mente non conoscendo la simbologia del gesto, quantomeno. In fin dei conti, voglio dire: è risaputo che possono diventare preti solo i maschi… magari, in via prudenziale, un controllino al “prete più prete di tutti” poteva anche starci. O no?

Beh, insomma: non sapendo darsi spiegazioni migliori, il popolino romano ha cominciato a convincersi di questa storia.
E da lì (in maniera sorprendentemente “innocente” e “rispettosa”, se ci pensate!) la leggenda del Papa ignudo è passata alla Storia, quella con la “S” maiuscola.

E la leggenda della papessa Giovanna?
È stata la leggenda di una donna eletta al soglio pontificio, a rendere ancora più credibile il “test di virilità” del Papa, o è stato il misunderstanding circa il rito di elezione che ha indotto la gente a far due più due (“se fanno questo test, si vede che hanno avuto problemi in precedenza”)?
Sì, insomma: è venuto prima l’uovo, o la gallina?

Su questo punto, non saprei che dire (anche se è giudicata più credibile la prima ipotesi: la leggenda della papessa esisteva già, ed ha aiutato a suffragare la leggenda del test di virilità a cui il Papa era costretto a sottoporsi). Ma questo, eventualmente, potrebbe essere argomento per un altro post…

4 risposte a "“Duos et bene pendentes”. Di quando il conclave (non) si concludeva con un Papa nudo"

  1. ago86

    Il gesto simbolico potrebbe essere “sono sul trono più alto, ma sono sempre seduto sul mio sedere”.

    Oppure semplicemente non avevano i soldi per comprare un’altra seggiola migliore 😀

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  2. AlphaT

    Ma signorina, che argomenti scabrosi! 😛

    Potrebbe semplicemente darsi che ci fosse in uso di sedersi sulla sedia del predecessore, e che ad un certo punto un neoeletto (visto che il predecessore evidentemente tanto bene non stava poco prima di morire), dovette sedersi sulla sedia col buco, perchè quella era. Forse avrebbe potuto farne a meno e ne fece un gesto simbolico, oppure colse l’occasione di rimarcare questo memento con una predica appropriata; oppure qualcun altro lo fece… e così l’usanza rimase anche per il futuro.
    Mi sembra plausibile, perchè “sedersi al posto di” è naturale per il successore, così come è normale fosse siffatta la sedia di un moribondo… invece di essersela inventata di sana pianta, questa cosa sarebbe partita dalle circostanze.
    In seguito l’idea della partoriente, che mi sembra stiracchiatissima, avrebbe potuto contribuire a montare l’equivoco sul papa-donna, semplicemente dall’osservazione del sedile da parte di chi non ne conosceva lo scopo.

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    1. Lorenzo

      In realta’ il controllo che gli attributi maschili fossero presenti, deriva dal concilio di Nicea, che intendeva combattere l’eresia dei Valesii, che praticavano la castrazione come antidoto alle tentazioni del corpo.

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      1. ago86

        In realtà l’unico canone di Nicea che parla di mutilazione è il seguente:

        I. Di quelli che si mutilano o permettono questo da parte di altri su se stessi.

        Se qualcuno, malato, ha subito dai medici un’operazione chirurgica, o è stato mutilato dai barbari, può far parte ancora del clero. Ma se qualcuno, pur essendo sano, si è castrato da sé, costui, appartenendo al clero, sia sospeso, e in seguito nessuno che si trovi in tali condizioni sia promosso allo stato ecclesiastico. E’ evidente, che quello che è stato detto riguarda coloro che deliberatamente compiono una cosa simile e osano mutilare se stessi ma se qualcuno, fosse stato castrato dai barbari o dai propri padroni, ma fosse degno sotto ogni aspetto, i canoni lo ammettono nel clero.

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