Il funerale in tempo di crisi

Sì, insomma: l’argomento è quel che è, ma tocca pur sempre un tema scottante. Avete idea di quanto possa costare oggigiorno, un funerale?
Temo che sia capitato a tutti, purtroppo, di seppellire un proprio caro; e temo quindi che sarete tutti concordi con me, nel dire che un funerale comporta oggettivamente una spesa non da poco. Fatta esclusione per quelle seducenti offerte tipo “funerale all inclusive a soli 1500 euro”, la spesa per un’onoranza funebre può diventare davvero, davvero alta.
E insomma: di questi tempi (con la crisi, e il precariato, e il datore che ti licenzia, e il mutuo da pagare e i figli da mandare in gita sennò si sentono esclusi eccetera eccetera, aggiungete sciagure a piacere), se io fossi una povera vecchietta che si approssima alla fine sarei anche un po’ dispiaciuta dal dover dare questo ulteriore grattacapo ai miei eredi.

Eppure non si può nemmeno lasciar scritto “a me va anche bene esser sepolta dentro un sacco di patate, non c’è problema”: la cassa da morto serve obbligatoriamente, per legge.
Oh, se solo si potesse trovare una cassa da morto riutilizzabile, che fai fruttare a lungo mentre sei vivo e che poi ti porti nella tomba dopo il trapasso!
Oh, se solo…!

***

Ebbene, amici cari: questa cassa da morto esiste davvero, e arriva dall’Olanda!
Ecco a voi, miei cari lettori, la pittoresca cassa da morto Ibis: graziosa libreria da salotto, finché sei vivo; e ultima dimora delle tue spoglie, una volta morto!

Ibis cassa da morto

L’affascinante prodotto vede la luce nel 1993, quando il suo ideatore – un certo Hans Rademaker – lo presenta, ehm, come progetto di laurea, al termine dei suoi studi alla Scuola d’Arte di Utrecht.
(Un minuto di silenzio al pensiero di questo tale che discute la sua tesi di laurea, presentando alla commissione riunita il progetto avveniristico per la sua propria cassa da morto).
(: per la cronaca, la cassa da morto di laurea del nostro Hans è stata proprio concepita per essere la sua propria cassa da morto: attualmente se la tiene in salotto, in attesa di sdraiarcisi dentro in un giorno auspicabilmente lontano).

E insomma: cos’ha di speciale questa cassa da morto, vi chiedete? Beh, appunto: è una cassa da morto due in uno. In attesa del tuo decesso, può essere graziosamente impiegata come libreria.

Hans Rademaker mentre siede, aehm, nella sua cassa da morto

Hans Rademaker mentre siede, aehm, nella sua cassa da morto

Nel progettare tale meraviglia, il nostro Hans non era mosso da chissà quale spirito di risparmio. Semmai, era mosso da uno spirito di denuncia: la società moderna, dice lui (e dico anch’io) ha sostanzialmente reso un tabù la sola idea anche solo di pensare alla morte. Con la conseguenza che poi, quando inevitabilmente la morte arriva, ci troviamo schiantati dal dolore perché ci pare una cosa così sconvolgente e inconcepibile che, appunto, facciamo fatica a concepirla.
Vedere la cassa da morto di mammà adornata di centrini tutte le volte che vai a trovarla per un tè nel suo salotto buono, dovrebbe essere, secondo Hans, un valido modo per cominciare a venire a patti con l’idea che la morte, prima o poi, arriverà per tutti.

‘nsomma: come funziona nel concreto ‘sta cassa da morto, vi domandate?
Finché il proprietario è in vita, funziona appunto come una banale libreria. Quando il proprietario s’è involato verso i verdi pascoli del Cielo, la libreria viene sganciata dai suoi sostegni, messa su un piano orizzontale, e privata (oltre che ovviamente di tutti i libri), anche dei ripiani interni.
Il caro estinto viene adagiato nel contenitore così venutosi a creare, e i ripiani, affiancati l’uno all’altro, formano il coperchio della cassa da morto.

Nella logica del nostro amico Hans, questa cassa da morto – libreria ha anche un significato molto profondo: “quando visiti la casa di una persona, la sua libreria ti dice immediatamente quali sono i suoi interessi: il contenuto di una libreria è in qualche modo il riflesso della vita di una persona. Come una libreria è una specie conchiglia che custodisce al suo interno i libri, allo stesso modo il corpo è una specie conchiglia che custodisce al suo interno gli ideali di una persona. Quando morirò, i miei libri rimarranno su questa terra… e così spero anche che facciano le mie idee”.
Tuttavia, per chi preferisse immaginare la sua morte affidandosi a metafore meno “bibliofile”, la ditta di casse da morto fondata dal nostro amico (“Ibis – Innovative Funeral Products!” è il suo incoraggiante slogan) offre anche altre soluzioni, tipo la cassa da morto due in uno che può custodire una salma ma anche fungere da vaso di fiori:

 Cassa da morto fioriera

Sì, insomma: volete portarvi avanti con il lavoro per avere una bara di vostro gusto?
Siete sostenitori del detto “spendi oggi, risparmi domani”?
State per riarredare casa, e le librerie Ikea non vi convincono?
Ordinate oggi una fantastica cassa da morto doppio-uso, compilando questo form!

***

O in alternativa, visto che siamo in tema, potete anche creare una cassa da morto personalizzata usufruendo dei servizi della britannica Creative Coffins. Lo scopo, in questo caso, è permetterti di creare una fantastica cassa da morto interamente personalizzata.
E, diciamocelo: chi di noi non vorrebbe essere sepolto in una cosa di questo genere?

 Cassa da morto popcorn

14 risposte a "Il funerale in tempo di crisi"

  1. Daniele

    Rimane comunque poco economico secondo me 😛 Insomma, la cassa zincata? E il loculo? Oh, sossoldi! XD

    A me inorridisce che uno si tiene una bara in casa comunque o.o alla fine si vede che è una bara

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    1. Lucyette

      Sì, in effetti una cosa del genere potrebbe andar bene solo per quelli che possono farsi inumare direttamente a terra 🙂

      A me più che altro fa inorridire un’altra cosa: il pensiero dei parenti del defunto che devono svuotare la libreria e poi, al ritorno dal funerale, si ritrovano con un vistoso “buco” nella parete di casa. Alla faccia del senso di vuoto che ti lascia la morte di un parente stretto!, se io tornassi a casa dopo aver sepolto un mio caro e mi trovassi con una parete spoglia lì dove fino al giorno prima c’era quella bella libreria che mi piaceva tanto… caspita: sarebbe ancor peggio. Una morte che non solo ti sconvolge la vita ma pure l’arredamento del salotto mi sembra proprio una roba tipo “giriamo il coltello nella piaga”…

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  2. La PiumaLa Piuma

    Io mi farò cremare e spargere le ceneri in mare, niente cassa da morto. Costicchia anche quello un po’ nel trasporto e nella cremazione, ma sempre meno di bare, loculi e affini. Considerando che non voglio manco il funerale penso che i miei cari risparmieranno assai (al massimo cercherò di lasciare qualche risparmiuccio nell’eventualità XD) Niente a che vedere con la bara in decoupage che sognai molti anni fa <.< Ciaoooo

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    1. Lucyette

      Beh, il funerale di per sè (inteso come cerimonia in chiesa) non costa o costa pochissimo, i prezzi veramente assurdi secondo me sono quelli della cassa da morto e del trasporto e del copricassa di fiori (ché poi io dico… ma perché caspita spendere un capitale per dei fiori da mettere sulla cassa da morto? Ma che senso ha? Sarà che a me i fiori non dicono niente in generale, ma giuro che non ho proprio mai capito il senso del copricassa. E’ un ultimo onore al morto, un consolo per i parenti che si dicono “questo è stato il mio ultimo regalo”? Giuro che proprio non ne capisco il senso, ho già detto ai miei genitori che il copricassa di fiori se lo possono anche scordare :-P)

      Ma adesso si può farsi cremare e poi far disperdere le ceneri? Non mi ricordo mai se è vietato disperderle in luogo pubblico o conservarle in casa propria (immagino la seconda, a ‘sto punto)…

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      1. La Piumaa Piuma

        Sì, adesso si può. Non è più vietato 🙂 Per i fiori sono d’accordo! Quasi tutti poi finiscono buttati dopo il funerale, è assurdo. Gli unici felici sono i fiorai, al morto che gliene dovrebbe fregare? Io pure non ne voglio… che poi nessuno me li regala da viva i fiori e sai quanto rosico se me li regalano da morta? XD

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      2. Lucyette

        Quand’è morta mia nonna, la casa di mia zia (che viveva con mia nonna) era stata invasa da mazzi di fiori: era tutta gente del paese che veniva a dare l’ultimo saluto al morto e portava un mazzo di fiori ai parenti, “da mettere vicino alla bara”.
        Onestamente non so che fine abbiano fatto ‘ste tonnellate di fiori (sul momento non ci ho fatto caso), ma visto che non ho notato grandi assembramenti floreali al cimitero presumo che mia zia se li sia tenuti in casa e li abbia lasciati in salotto finché non sono appassiti 😛

        Sì, guarda, ‘sta cosa dei fiori non la capirò mai, credo: già non ne capisco il senso a un matrimonio, figuriamoci su una cassa da morto…

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  3. Denise Cecilia S.

    L’idea mi piace da pazzi, grazie per avercela girata!
    Ho letto di questa bara-libreria in un articolo sulle bare ecologiche (e creative), pensate come scriveva La Piuma perché vengano poi cremate: http://marraiafura.com/bare-ecologiche-e-sepolture-sostenibili-eco-funerali-per-uno-stile-di-vita-e-di-morte-eco-compatibile

    Credo anch’io che la proibizione sia per tenere le ceneri in casa, ma dovrei verificare.
    E davveroi, l’assenza della libreria sarebbe un colpo al cuore, ma si può sempre pensare di utilizzarla per una stanza dove non faccia tutto questo effetto…
    … di sicuro c’è che il vasto mondo delle onoranze funebri di opportunità ne offre, ed è un peccato secondo me rimanere inchiodati per sola abitudine alla cassa classica, corredo di fiori completo (tra parentesi, io capisco bene il valore di una corona in più sul feretro, nulla di strano o eccessivo, ma ne posso fare a meno), e opzione cimiteriale secondo tradizione di famiglia (o quello che la famiglia ritiene essere più adatto / vantaggioso).

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    1. Lucyette

      Sai cosa? Io, in campo di “funerali ecc.” sono sempre molto molto restia a infrangere la tradizione di famiglia, perché fondamentalmente il funerale (e tutto il contorno di cimitero ecc.) è una cosa che al morto non serve a un fico secco, ma è molto significativa per chi resta.
      Io non sono assolutamente un tipo cimiteriale e nessuno nella mia famiglia ha mai sviluppato l’abitudine di andare a trovare i propri morti al cimitero (preghiamo molto per loro, ma “a distanza”, ché è pure più comodo sul piano logistico)… ma se – poniamo caso – mia mamma si facesse venire in mente vuole essere cremata e che vuole che le sue ceneri siano disperse in cima ai monti, io come figlia potrei magari restarci male. Nel mio caso specifico non mi farebbe né caldo né freddo, ma magari un’altra figlia ne farebbe un dramma, perché invece desidera avere una tomba da visitare e una lapide su cui portare i fiori.
      Questione tradizioni familiari: io ci terrei moltissimo ad essere sepolta nella tomba di famiglia della mia famiglia materna, dove riposa la mia adorata nonna e dove un giorno verrà piazzata anche mia mamma. Ci terrei veramente tanto ad essere sepolta lì assieme a loro. Quando la mia zia paterna l’ha saputo, ci è rimasta (davvero!) malissimo, perché lei mi considera anche e soprattutto un membro della mia famiglia paterna (“è la famiglia di cui porti il cognome!”), e ritiene che dovrei essere sepolta nella tomba di famiglia del paesello natale di mio padre.
      Ora: quando verrà la mia ora, presumibilmente mia zia sarà già morta e quindi non si pone il problema; ma se un discorso del genere me lo facesse mio marito, o mio figlio, o un mio ipotetico fratello, insomma tutta gente che potrebbe trovarsi a sopravvivermi, io prenderei seriamente in considerazione l’idea di cambiare idea, al solo e unico scopo di far contenta la mia famiglia.
      In fin dei conti il funerale e tutto l’ambaradan connesso è una cosa che serve alla famiglia, mica al morto; da questo punto di vista, io lascerei alla famiglia la massima libertà d’azione. In fin dei conti non è nemmeno (più) la tua vita, è la vita di chi rimane; sul funerale io sarei proprio per il lasciare carta bianca, anche se questo dovesse andare completamente contro a tutto quello che io avevo sempre sperato e chiesto per me. Non so se son riuscita a far capire la logica 🙂

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      1. Denise Cecilia S.

        Certamente, si comprende (e la comprendo) bene.
        Anche se personalmente darei la priorità:
        a) alle eventuali disposizioni e preferenze del morto, che certo non è lì a controllare ed ha ormai un altro ordine di pensiero ma, tuttavia, è giusto rispettare nelle sue richieste;
        b) nel caso non vi fossero questioni particolari, ai familiari più stretti.
        Vale a dire: giusto permettere che la famiglia in senso esteso abbia la possibilità di seguire un… “modus operandi” abituale e sfogare adeguatamente il dolore, ma alcuni dettagli importanti (come la cassa) e le disposizioni successive al funerale attengono molto di più a chi resta del nucleo familiare.
        Sicuramente io ho prospettive meno generose delle tue in tal senso (e questo non vuol dire che non le apprezzo, al contrario!). Sarà anche che, essendo ora sola ed avendo sia rapporti non idilliaci con i parenti di Brescia sia prefenze e prospettive molto diverse dalle loro; mi viene naturale immaginare di dover, in futuro, fare delle scelte impopolari. E di pensare però che, dopotutto, per quanto concerne i miei familiari pur non essendo l’unica interessata alle loro “sorti” sono l’unica ad aver davvero voce in capitolo.

        In generale mi sta molto a cuore che ci ha dato delle indicazioni precise sulla propria sepoltura e simili non venga disatteso, ergo mi sa che su questo abbiamo idee quasi opposte… ma tanto non siamo parenti 😉

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      2. Lucyette

        😛

        No, beh, ‘spetta, però: precisiamo. Se il defunto ha dato istruzioni precise sulla sua sepoltura, o se i parenti più stretti vogliono fare così mentre io invece (parente più lontana) vorrei fare cosà, allora è ovvio che la volontà del defunto o della famiglia deve essere rispettata, ci mancherebbe altro: disattendere alle ultime volontà del morto mi sembrerebbe un atto di rara maleducazione e crudeltà, non potrei mai.
        Diciamo che io mi metto dal punto di vista del defunto 😛 : per quanto riguarda le mie ultime volontà, io cercherei di fare tutto il possibile per venire incontro ai bisogni o alle richieste dei miei cari. E’ un sacrificio che mi peserebbe molto, ma è un sacrificio che ritengono in qualche modo “necessario” per venire incontro ai miei parenti stretti (del resto, se ne devono fare tanti per quieto vivere: uno in più o uno in meno…)

        L’esempio della zia che mi vorrebbe sepolta in una certa tomba è un po’ estremo (perché, giustamente, l’ultima parola dovrebbero avercela i miei genitori, che son parenti più stretti); ma se, poniamo caso, un domani dovessero essere i miei figli a chiedermi di esser sepolta nel tal posto, perché “io ho bisogno di vederti nella tomba affianco a quella di papà” o anche solo “perché non c’ho voglia di dover andare fino al paesello per venire a portare un fiore sulla tomba; è molto più comodo il Cimitero Generale”, allora ingoierei il boccone amaro e cercherei di venire incontro alle loro richieste, ché in fin dei conti non è una grande fatica essere arrendevoli una volta cadavere 😛
        Però è una decisione che dovrei prendere io, “prima”, discutendone con largo anticipo con i parenti; non è che ‘sti zotici, dal nulla, possono permettersi di disattendere le mie ultime volontà solo perché c’avevano voglia 😀
        Ed è un po’ lo stesso atteggiamento che avrei nei confronti dei miei parenti che muoiono: ad esempio io so perfettamente quali sono le volontà di mio padre e di mia madre circa la loro sepoltura, e assolutamente intendo rispettarle. Se i miei si fossero inventati qualche strana estrosità che proprio non mi andava giù, ne avremmo discusso e avremmo cercato di venire a patti, forse avrei chiesto loro di considerare un’altra opzione per venirmi incontro… ma prima della morte, ci mancherebbe!
        Non è che adesso tu muori dopo aver dato disposizioni “voglio una bara così e cosà e poi voglio farmi cremare e voglio che le mie ceneri siano sparse sulle cime di quelle montagne in cui ho imparato a camminare da bambina e bla bla bla”, e io ti piglio ti sbatto nella prima cassa da morto che capita e ti ficco in un loculo al cimitero generale… ci mancherebbe altro! 😛

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  4. rosenuovomondo

    Allora… per esperienza di parenti stretti anche per farsi cremare è obbligatoria la bara… per cui… ci vuole!
    A me la filosofia alla base di questo discorso piace. Abbiamo escluso dalla nostra vita l’unica cosa che sicuramente ci sarà: la morte.
    Perchè pensiamo di essere tutto e superiori a tutto mentr la morte ci riconduce all’essenza.
    Per lavoro anni fa una persona che sapeva di dover morire ha “sistemato” con me tutte le sue cose in previsione della sua scomparsa. Passato lo sgomento mio iniziale l’ho trovata una cosa molto civile e responsabile.
    Perchè non farsi trovare preparati con la libreria – cassa?

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    1. Lucyette

      Sissì, certo, anche per farsi cremare serve la bara (anche perché sennò… e che vuoi fare, buttare il defunto nel forno crematorio spingendolo per i piedi? :-PPP), però credo che non serva la bara con rivestimento interno in zinco. E anche per farsi seppellire nella terra e non in un loculo, mi pare che si usi una normale bara in legno, senza zinco.
      Però in effetti sarebbe interessante capire se nel caso di sepoltura in terra (o ancor meglio di cremazione) è legalmente possibile scegliere bare meno elaborate, meno rifinite… A rigor di logica, (ed estremizzando), per un morto che deve essere incerenito nel tempio crematorio potrebbero andar bene anche quattro pezzi di legno inchiodati assieme, cioè, non penso che ci siano vere ragioni di salute pubblica che costringono ad usare una bara spessa più di un tot. con rivestimento così e cosà (nel caso di una cremazione, ripeto).
      Certo, chi invece deve farsi seppellire in loculo ha ovviamente meno scelta… 😉

      Oh: quanto al fatto che la morte è ormai diventata un (assurdo e pericolosissimo) tabù, sono assolutamente d’accordo con te! Ma io infatti della mia morte parlo anche con molta serenità, ad esempio ho già detto più e più volte ai miei genitori cosa fare della mia eredità in caso di mia morte prematura, gli ho detto cosa vorrei e cosa NON vorrei al mio funerale, ho indicato (appunto) la tomba in cui vorrei essere sepolta… ci mancherebbe, mi sembra il minimo!
      Però l’idea di tenersi la cassa da morto in salotto mi sembra di gran lunga “propagandistica”: cioè, va bene fare testamento e dare indicazioni sulle tue ultime volontà, ma la cassa da morto in salotto è proprio… eccessiva ;-P

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