IL S. GESU STA ARRIVANDO

Quando sono uscita da quella porta, non sapevo se mettermi a piangere dalla frustrazione o prendere a insulti qualcuno, così, per sfogarmi.

Per carità: ci sono indubbiamente tragedie peggiori, nella vita.
Ma nella aurea situazione in cui di tragedie peggiori non ne hai, e in compenso hai passato gli ultimi mesi della tua vita convinta che, dopo la laurea, le cose sarebbero andate così e cosà.
E poi, di punto in bianco, scopri che i tuoi progetti sono tutti stati sconvolti: il Piano A è improvvisamente diventato un Piano B, e nessuno aveva pensato ad avvisarti con anticipo.
E nell’arco di mezz’ora ti trovi improvvisamente catapultata in uno scenario tutto diverso, in cui i tuoi vecchi propositi vanno a farsi benedire e viene meno la possibilità di dividersi ancora fra due città.
E quindi scopri di dover fare una scelta, possibilmente entro quarantott’ore: dire “no grazie” oppure “sì”; e col sì, accettare di traslocare a Torino. (E inscatolare sei anni della tua vita, salutare una città che ami e tutta la gente che ci hai conosciuto, venire meno a certi impegni presi; prepararsi, nell’arco di due giorni, a un “addio” improvviso che non volevi).

Beh: quando capita tutto questo… è indubbio che ci sian tragedie peggiori nell’esistenza umana.
Però, nel tuo piccolo, quando esci da quella porta, ti senti come se ti fosse appena caduta una tegolata in testa.

***

E quindi, quel pomeriggio ero in effetti parecchio sconvolta.
Oscillavo fra la rabbia, la disperazione, la sensazione di presa in giro e l’incertezza. E i sensi di colpa se accetto, e poi magari me ne pento; e i sensi di colpa se non accetto, e poi magari me ne pento. ‘Non vedrò più i miei più cari amici’, ‘ma sarò vicina ai miei genitori’, ‘non guarderò più, nemmeno una volta, le luci di Natale in Strada Nuova’, ‘ma d’altro canto, a Pavia ci ero andata per laurearmi: una volta laureata, si sapeva già che sarei tornata a casa’.
E faceva caldo e avevo mal di testa, mi sentivo gli occhi lucidi e ci mancava solo che mi colasse il trucco; c’era una manifestazione dei No Tav che urlavano come pazzi dal megafono e ogni urlo era una sfitta in testa, ‘e a Pavia non ho nemmeno finito di inventariare l’archivio che mi hanno affidato: con che faccia torno lì, e gli dico che sparisco dall’oggi al domani?’. E il pullman era sporco, in ritardo mostruoso, pieno di gente sudata e si moriva dal caldo ‘e io non lo so che cos’è meglio scegliere’; e c’era questo bambino vicino a me che strillava una canzone a diecimila decibel senza che sua mamma provasse nemmeno a farlo star zitto, ‘e non ho nessun diritto di esser scontenta’, e stavo fisicamente male per il mal di testa ed ero così esasperata da ‘sto gagno urlante che avrei voluto buttarlo giù dal finestrino con sua mamma al seguito, ‘e proprio non so che cosa devo fare’, e faceva un caldo da morire e mi veniva anche da rimettere.
E giustamente il pullman si rompe e un centinaio di persone pressate come sardine si riversano sul marciapiede e vengono infilate a suon di spintoni su un pullman sostitutivo che era ancor più pieno del primo, ‘è la volta buona che vomito in testa a qualcuno, sto malissimo e mi manca l’aria’, e scappo verso il fondo del pullman per prender le distanze dal bambino urlante e quasi quasi mi vien da piangere e ‘che razza di giornata di schifo‘; vengo schiacciata contro il muro per far passare un poveraccio che deve scendere, e in questo pullman non si respira, e hai presente quando sei così spiazzato che non sai che pesci prendere e ti manca la terra da sotto ai piedi? E c’è una vecchietta che deve scendere e io mi schiaccio ancor più contro la parete, e con la coda dell’occhio mi rendo conto che la parete è pure tutta imbrattata, sarà una di quelle classiche scritte oscene: appena recupero un minimo spazio vitale provo a vedere cosa c’è scritto, così magari faccio qualcosa di diverso dal piagnucolare sul mio immenso dramma… ed appunto così, che leggo il messaggio.

 IL S. GESU STA ARRIVANDO
PER CAMBIARE LA TUA VITA E LA TUA FAMILIA

Ebbene sì.
Ecco la mia tragedia tingersi di una vena di umorismo – perché, da qualche tempo a questa parte, Torino è subissata di scritte misteriose di tal genere. Anonimi writer sconosciuti imbrattano ogni tipo di bene pubblico annunciando alla cittadinanza che IL S. GESU STA ARRIVANDO, intenzionato a fare le cose più disparate.
Non sappiamo chi siano questi graffitari escatologici: non sappiamo da dove vengano, cosa vogliano, come si organizzino, perché lo facciano. In città corrono svariate leggende metropolitane: sono gli zingari che usano un linguaggio in codice per indicare ai compagni dove rubare; è un linguaggio segreto di spacciatori per indicare dove si vende cosa; è la Chiesa nigeriana che vuole catechizzare questa infelice città di agnostici; sono nigeriani non particolarmente devoti che gestiscono un racket di prostituzione: i propositi di Gesù una volta tornato in Terra indicano in realtà vari tipi di marchetta. I giornali locali hanno indagato, ma senza risultato alcuno; sono stati interpellati professoroni universitari esperti in sociologia o religioni comparate: neanche uno straccio di idea.

Apparentemente, ci sono sconosciuti che si aggirano per la città annunciando a mezzo graffiti l’imminente ritorno di Nostro Signore. Non si sa come, quando, chi, e soprattutto perché… ma questo è quanto. E sta di fatto che quel pomeriggio io ero lì, piagnucolosa su quel pullman, mentre mi auto-commiseravo per le miserie della mia vita e ohimè, ohimè, cos’ho fatto di male per meritare tutto questo, avevo progetti diversi per il futuro e come si permette questa vita mia di non andare nel modo esatto in cui vorrei. Ed ero lì, spiaccicata su quell’autobus, tutta trista per quel cambio di rotta che non avevo cercato e che non volevo; e alzo lo sguardo in mezzo alla calca, e vedo questo graffito sgrammaticato sulla parete lurida dell’autobus.

IL S. GESU STA ARRIVANDO
PER CAMBIARE LA TUA VITA E LA TUA FAMILIA

Gente: prendetemi per scema, ma mi son messa a sorridere con le lacrime agli occhi.

***

È già passato un bel po’ di tempo, da quel giorno.
Il trasloco è già a buon punto, nuovi impegni sono cominciati; l’esistenza torinese, pian piano, sta diventando normalità, e, se vivessi in romanzo, aggiungerei pure che “è iniziato un nuovo capitolo”.
La mia vita è indubbiamente cambiata, con uno scossone di quelli memorabili. La mia familia, è cambiata parecchio pure lei, considerato che i miei genitori si son ritrovati con una figlia che è tornata a vivere con loro.
Ma oserei dire che è tutto sotto controllo e che sono cullata da ottime mani.
In fin dei conti, lo dice pure il mio graffitaro di autobus lerci: IL S. GESU STA ARRIVANDO… e si presume che abbia ben chiaro cosa fare di me e della mia vita.

"il s.gesu sta arrivando": fotografia di Daniele Bernardi (www.danielebernardi.it)

“il s.gesu sta arrivando”: fotografia di Daniele Bernardi (www.danielebernardi.it)

(E una lunga, grassa risata echeggiò improvvisa da qualche parte di Torino. Era un magnaccia nigeriano capitato per caso su questo blog, che rideva con le lacrime agli occhi leggendo il delirio di ‘sta pazza. Ah, se solo questa verginella idiota avesse saputo il significato vero di quella scritta…!).

23 risposte a "IL S. GESU STA ARRIVANDO"

  1. marinz

    ma i gufi? Li hai traslocati?
    A parte gli scherzi certi cambiamenti improvvisi non lasciano il tempo di una scelta più ragionata.
    Non mi resta che augurarti che questo “avvento” ti porti le risposte che stai cercando per donarti un po’ di serenità in più

    Un sorriso

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    1. Lucia

      I gufi per il momento sono rimasti nella casa di Pavia (che sarà a mia disposizione ancora per un po’), ma naturalmente mi seguiranno anche loro. Devo solo trovare loro uno spazio degno di cotanti ospiti… u__u

      Grazie di cuore per gli auguri!
      Beh… in realtà è già passato un po’ di tempo da questa tegolata in testa, pian piano lo shock si sta riassorbendo… 😉

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  2. Ilaria

    Aspettavo questo giorno perché avevi detto che saresti tornata 🙂 Intanto auguri di buon onomastico. Poi, in bocca al lupo per la svolta di vita che si è avviata (be’, capisco bene i momenti che hai raccontato). Ma soprattutto mi fa ridere che tra tutte le ipotesi fatte a proposito di quelle scritte non ce ne sia una positiva, a dispetto del contenuto delle scritte stesse! 😉 Nessuno è profeta in patria!

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    1. Lucia

      Beh, dai: l’opzione “Chiesa nigeriana che vuole evangelizzare la città” trova molti sostenitori, a dire il vero… 😛

      Grazie mille! Per gli auguri, per l’attesa del giorno X 😛 e per… l’in bocca al lupo 😉

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  3. nihilalieno

    A me, se posso dirlo, non piace quella S.; per me S. si legge “santo” o “san” e benchè Gesù sia sicuramente santo, anche tre volte che io sappia, San Gesù mi suona malissimo all’orecchio. Poi ho pensato che probabilmente vuol dire “Signore” Gesù, però non mi piace lo stesso. Se non hai spazio perchè la panchina è corta, chiamalo Gesù, e basta. Tanto non è uno che ci tenga più di tanto, alle formalità…

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    1. Lucia

      Ma infatti io non ho ancora capito per cosa stia, questa S!!
      Tutto subito, leggevo “il Santo Gesù sta arrivando”, e la cosa mi faceva ancor più ridere, perché… ‘nsomma, “Santo Gesù” fa proprio strano.
      Solo dopo parecchio tempo m’è venuto in mente che forse la S poteva stare per “signore”… ma in questo caso, non capisco neanch’io la necessità di abbreviarlo. Tantopiù che spesso e volentieri lo scrivono sui muri, non sulle panchine, quindi non hanno problemi di spazio…

      Boh? E’ un ulteriore mistero nel mistero. Più che spiacermi, quella esse puntata mi incuriosisce incredibilmente.

      (E comunque.. veh che non è il santo/signore Gesù: è il S. GESU, tassativamente senza accento. Immagino si legga Gèsu, a rigor di logica… :-PP)

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  4. Berlicche

    Auguri!
    E bentornata (anche se Torino, in quest’istante, non è esattamente accogliente)
    Forse sei troppo giovane per ricordarlo, ma una trentina di anni fa la città si era ricoperta di scritte “Zeus ti vede”, con un rozzo triangolo occhiuto disegnato.
    Grandi giornalisti e filologi e storici delle religioni a discettare e cadere dal pero.
    Mistero.
    Nessuno che avesse controllato come si chiamava un certo Pontifex del Supremus Ordo Taurini Cornus dei goliardi dell’epoca…

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    1. Lucia

      Sulla scarsa accoglienza di Torino in questi giorni, dirò solo che ho ricevuto ben più di una mail/telefonata, da parte di amici che vivono in altre zone d’Italia, per sapere come vanno le cose qui, in mezzo alla guerriglia.
      O_o

      Zeus ti vede!! Sì!! Me lo ricordo!! Ho un vago ricordo di queste scritte, e soprattutto ricordo bene che ce n’era una proprio sul muro davanti alla mia scuola di danza, quand’ero piccina. La trovavo sommamente divertente.
      Ma quindi non è vero che era l’anagramma di un massone che andava in giro per la città rubando le chiavi delle chiese per fare danni agli oggetti sacri? Oh basta, là! A me avevano raccontato questa versione della storia… :-O

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  5. Emilia

    In compenso, in giro per le metropolitane di Milano si leggevano scritte a pennarello con ingiurie dirette in parti uguali a Lucifero, Baal e… Padre Pio. O_O
    Mi unisco al bentornato!

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    1. Lucia

      °_____°
      Grazie per il bentornato, ma soprattutto… ma questa cosa è favolosa!
      Cioè: mi spiace per Padre Pio, porello, ma messa così… °__°

      Ho cercato su Google perché mi ero incuriosita e volevo saperne di più, e ho trovato questo articolo che mi ha fatta sghignazzare a voce alta.
      LOL!
      “Lucifero clochard”… 😀

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    1. Lucia

      Eh, l’ho notato… @___@
      Casualmente, ero a Pavia proprio questo week-end: con un po’ di contorsionismi ero riuscita a passare lì un week-end lungo.
      E, ehm… diciamo il viaggio di ritorno per Torino è stato quantomeno peculiare. Prendi la nebbia che non si vedeva a un metro dal proprio naso, aggiungi i vari blocchi dei forconi ad autostrade e tangenziali; come ciliegina sulla torta, immagina di tornare a casa tutto sereno trovandoti improvvisamente catapultato in uno scenario di vera guerriglia urbana…

      @__@

      Grazie per gli auguri! 😉

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  6. Daniele

    Che bello sei tornata *_*
    Bentornata sul blog e in bocca al lupo per questa nuova “avventura”
    Tanti complimenti anche per la laurea ^_*

    Per te che soffri i viaggi (se ben ricordo) dev’essere stata piuttosto di conforto quella scritta 🙂

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    1. Lucia

      Soffro i viaggi e ancor di più le separazioni da cose/persone/ambienti che sono stati parte della mia quotidianità per tanto tempo. Quindi… sì, ehm, ero un po’ sconvolta 😛

      Grazie, per tutto quanto 😉

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