Un Papa da rotocalco

Confesso: non ho resistito.
Costretta a letto, ancora convalescente (ma in via di guarigione: grazie a tutti!), ho atteso con ansia la domanda di rito: “esco, e passo dall’edicola. Vuoi qualcosa di leggero da leggere?”.
Ed è stato a quel punto che ho pronunciato le ferali parole: “sì, voglio il giornalino sul Papa”.
(…e, a onor del vero, devo anche ammettere che mi aspettavo molto peggio. Ovviamente, i contenuti sono quelli che sono e non c’è da aspettarsi un capolavoro, ma penso che questa rivista potrebbe essere la gioia di tutte quelle vecchiette che leggono TV Sorrisi e Canzoni per passare il tempo, e che non si sentirebbero a loro agio con letture cattoliche più ‘impegnative’ tipo Famiglia Cristiana o il Messaggero di Sant’Antonio. Non l’avrei mai detto, ma… in tutta onestà, ‘sto settimanale non mi è parso così malaccio).

Ad ogni modo, eccoci qui: siamo i cattolici del 2014, che, per tenersi occupati con letture leggere nei pomeriggi uggiosi, possono disporre di un intero rotocalco dedicato solo ed esclusivamente al Papa.
Degenerazioni della “francescomania”?
O tempora, o mores?
Beh… non necessariamente.
Qualcosa di molto simile, in realtà, era già successo alcuni decenni fa, coinvolgendo un Papa che molti di noi, probabilmente, riterrebbero “insospettabile”.
Ve lo immaginereste facilmente, voi, un rotocalco dedicato al gossip pontificale, con il titolo sfolgorante di Il mio Papa Pio XII?
A onor del vero, non si era arrivati fino a quel punto… ma ci si era andati molto, molto vicini…

***

Tutto nasce in quel periodo che gli esperti definiscono “la terza fase” del pontificato di Papa Pacelli – quella in cui, dopo gli orrori della guerra e dopo l’inizio della guerra fredda, Pio XII può finalmente dedicarsi con un po’ più di calma a vicende meno “politiche” e più squisitamente “papali”.
È uno strano periodo, quello in cui Pio XII si trova ad operare. L’Italia si rialza, cresce il benessere economico, i fidanzatini convolano a nozze, il boom demografico produce una moltitudine di nuove famiglie. Cambia anche lo stile di vita: la radio è una presenza stabile nelle case di tutti gli Italiani, la televisione comincia a far timidamente capolino; e quanto ai mass media d’antan, anche loro si danno da fare per presentarsi sotto una nuova luce.
Beh, sì: perché in fin dei conti, se il portafoglio lo permette, è naturale concedersi qualche sfizio in più. Tipo un rotocalco settimanale, per dirne una – robe tipo Oggi, Famiglia Cristiana, La Domenica del Corriere, per capirci. Sì, insomma: quei settimanali leggerini, per famiglie o per signore, che fanno gossip, più che informazione… ma che, pian piano, si diffondono a macchia d’olio. D’altro canto costano poco, le signore si divertono, gli spiccioli per comprarli, grazie a Dio, non mancano… e dunque, “perché no?”.

Pio XII, che stupido non è, si rende immediatamente conto delle straordinarie potenzialità di questi mezzi. E non solo se ne rende conto, ma decide anche di sfruttarli a suo vantaggio: acconsente alla creazione di un docu-film sulla sua vita, trasmette messaggi in diretta grazie alla radio e alla tivvù… e, per quanto ci riguarda, si presta benevolmente a farsi dipingere come una star “da prima pagina”, anche a costo di finire sulle copertine dei giornaletti da signora.
In un vecchio numero (5/2008) della rivista Sanctorum, curata dall’Associazione Italiana per lo Studio della Santità, dei Culti e dell’Agiografia, Tommaso Caliò fa luce su questo aspetto attraverso un articolo titolato «Il miracolo in rotocalco». Il sensazionalismo agiografico nei settimanali illustrati del secondo dopoguerra.

Ebbene sì. Agli occhi di noi, uomini del 2000, l’idea di una agiografia sbattuta in prima pagina su Chi potrebbe anche sembrare vagamente surreale. Ma la società degli anni ’50 era molto diversa da quella di oggigiorno: l’acquirente-tipo di un rotocalco settimanale era la famigliola piccolo-borghese, quasi certamente cattolica (come la maggior parte degli Italiani, all’epoca) e senz’altro alla ricerca di qualche scoop sensazionale. Che lo scoop riguardasse la Dama Bianca di Fausto Coppi o la Madonnina di Siracusa che piange lacrime di disperazione, non faceva grande differenza agli occhi della casalinga-media: sia in un caso che nell’altro, sarebbe stata una notiziona di grande interesse di cui discuter con le amiche.

epperò, in un modo o nell’altro, la casalinga-media l’aveva saputo, della Madonna di Siracusa. Certo, l’aveva saputo attraverso un articoletto gossipparo; certo, non aveva letto commenti di vaticanisti e grandi esperti… però, meglio di niente. In un modo o nell’altro, la casalinga l’aveva saputo. E magari questa piccola notizia, buttata lì sulla prima pagina di un giornaletto gossipparo, era riuscita a farla riflettere, o ad accrescere la sua devozione. Meglio che niente.
Certo, certo: Oggi non è l’Osservatore Romano e non è neanche Famiglia Cristiana… ma è anche vero che non tutti i cattolici leggono abitualmente l’Osservatore Romano o Famiglia Cristiana.
E insomma: al Vaticano sembrava proprio che questi rotocalchi femminili, così interessati alle “cose di Chiesa”, fossero una risorsa niente male, per avvicinarsi alle proverbiali “casalinghe di Voghera”.
E Pio XII, che stupido non è, decide di non farsi scappare quell’occasione.

Per dare il via a questo esperimento, la Santa Sede decide di proporre un’allettante esclusiva al settimanale Epoca (ignorando, in maniera significativa, la rivista Famiglia Cristiana: il pubblico di Epoca, del resto, era più eterogeneo, non necessariamente composto nella sua interezza da cattolici praticanti – dunque, era un pubblico che andava raggiunto con più urgenza). Grazie alla mediazione del gesuita Rotondi, che in quegli anni godeva di particolare popolarità sia all’interno della Santa Sede sia nel mondo dei mass media, il rotocalco si accaparrava felicemente l’esclusiva di alcune fotografie di papa Pio XII. Appositamente scattate per l’occasione, le immagini ritraevano il pontefice negli aspetti più “normali” della sua vita quotidiana: furono pubblicate con grande rilievo sul numero 47 di Epoca (settembre 1951), accompagnate da un articoletto che descriveva in toni enfatici la quotidianità di papa Pacelli. Nasceva in questo modo un filone ‘giornalistico’ che, negli anni successivi, avrebbe goduto di straordinario successo: la vita quotidiana del Papa.

Da Oggi a Famiglia Cristiana, da Epoca alla Domenica del Corriere, tutti si affannano, di settimana in settimana, a proporre un nuovo scatto, un nuovo articolo, un nuovo scoop o una nuova immagine relativa alla vita di Papa Pacelli – un Papa che, è bene ricordarlo, godeva di una grandissima popolarità, all’epoca; un po’ come il nostro Francesco.

Luglio 1943: la "teatrale" preghiera di Papa Pio XII nel quartiere di San Lorenzo, distrutto da un bombardamento.

Luglio 1943: la “teatrale” preghiera di Papa Pio XII nel quartiere di San Lorenzo, distrutto da un bombardamento.

Pio XII è consapevole di questa “papa-mania”, e lascia fare, convinto di poter sfruttare la situazione a suo vantaggio – e così, sui rotocalchi italiani, si moltiplicano a dismisura le notizie sulla sua persona. I giornaletti dell’epoca ci restituiscono l’immagine di un Papa mite, sportivo, amante della natura e degli animali, che periodicamente si trova circondato di fringuelli festosi e coniglietti paffuti, tipo Biancaneve nel film della Disney. Viene esaltata la figura questo Papa moderno (che usa il telefono!!) (e si rade col rasoio elettrico!!) (e parla in diretta alla TV statunitense!!), ma che al tempo stesso è “altro da noi”: mistico, ascetico, quasi incorporeo – riprendendo in tal modo il topos che era aveva già fatto colpo sui lettori durante gli anni della guerra, in particolar modo dopo la preghiera di Pio XII nei quartieri di Roma appena distrutti da un bombardamento.

E il “pubblico” apprezza: vanno a ruba, quei giornali che promettono un nuovo scoop sulla vita del pontefice; e, quanto al pontefice, il popolino ha l’impressione di conoscerlo sempre meglio; lo considera quasi “un membro della famiglia”.
Vicario di Cristo. Santo in terra. Eppure, uomo come tutti noi – “guarda, mamma, c’è il Papa in accappatoio che si fa la barba prima di andare in ufficio! Proprio come papà!”.

"Tutte le mattine, quando Pio XII si fa la barba col rasoio elettricl, un uccellino ammaestrato lasciato libero nelle stanze si posa sulla sua mano sinistra e gorgheggia lietamente accompagnando il lieve ronzio dell'apparecchio. Appena terminata la rapida "toilette" del Santo Padre, il cardellino se ne vola via soddisfatto. Illustrazione di Walter Molino per la "Domenica del Corriere" (n. 18/1952); fare click per visualizzare un'immagine più grande.

“Tutte le mattine, quando Pio XII si fa la barba col rasoio elettrico, un uccellino ammaestrato lasciato libero nelle stanze si posa sulla sua mano sinistra e gorgheggia lietamente accompagnando il lieve ronzio dell’apparecchio. Appena terminata la rapida “toilette” del Santo Padre, il cardellino se ne vola via soddisfatto” – Illustrazione di Walter Molino per la “Domenica del Corriere” (n. 18/1952); fare click per visualizzare un’immagine più grande.

… e poi, capita, talvolta, che i rotocalchi facciano riescano a strappare un grande scoop per davvero. Se ve lo dico non ci crederete, ma è l’incredibile verità: avete presente la cristofania di Papa Pacelli? L’episodio in cui il Papa, in fin di vita, è stato beneficiato di un’apparizione di Cristo?
Episodio realmente accaduto e confermato dal Vaticano; quindi, possiamo essere piuttosto tranquilli sulla veridicità di questa informazione. Tuttavia, è oggettivamente un po’ surreale venire a sapere che questa notizia bomba è stata divulgata al mondo… attraverso le pagine di Oggi.
Giuro!
Il 24 novembre 1955, il bel faccione di Pio XII campeggia sulla copertina di Oggi accompagnato dall’eloquente titolo: Durante la malattia, il Papa vide Gesù al capezzale.
Ci si riferiva a una malattia che, circa un anno prima, l’aveva portato quasi in fin di vita: mentre Pacelli era costretto a letto, aveva beneficiato – a detta di Oggi – di un’apparizione di Gesù Cristo, che lo aveva miracolosamente guarito.
Lo scoop – effettivamente non da poco – fa il giro del mondo nell’arco di poche ore; si scatena il dibattito, molti sono scettici, e l’Osservatore Romano è costretto a pubblicare un articolo in cui, a malincuore, conferma la veridicità dei fatti (!!).

Come aveva fatto Oggi a impossessarsi di un simile scoop, passato inosservato persino all’organo di stampa del Vaticano? Si era trattato certamente di una notizia che era filtrata (volutamente? Accidentalmente?) al di fuori del Palazzo Apostolico – probabilmente per bocca di suor Pascalina Lehnert, che doveva aver scambiato qualche parola di troppo con un individuo che riteneva degno di fiducia… e che invece non lo era.

Ancora una volta sulla copertina della "Domenica del Corriere", Pio XII è stupito dal miracolo del sole mentre passeggia nei giardini del Vaticano.

Ancora una volta sulla copertina della “Domenica del Corriere”, Pio XII è stupito dal miracolo del sole mentre passeggia nei giardini del Vaticano.

Forse è proprio in questo momento che il Vaticano comincia a rendersi conto che questo andare a braccetto con le riviste popolari può rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Da un canto, abbiamo i rotocalchi settimanali che raccontano “cose di Chiesa” anche a chi, diversamente, non s’interesserebbe mai di questi fatti. D’altro canto, abbiamo le riviste di gossip che, in fin dei conti, fanno giustamente il loro lavoro, andando alla ricerca dello scoop: ma è giusto ed è sano, che vengano buttati in pasto ai paparazzi il Santo Padre, la Madonna, Nostro Signore, e le verità di fede?
La cristofania di Pio XII, sbattuta sulla prima pagina dei giornali come se si trattasse dello scatto rubato della starlette di turno, non era nemmeno un triste caso isolato. Alla ricerca di notizie sempre più spettacolari, i rotocalchi attingevano a piene mani a tutto ciò che poteva esserci, di spettacolare, nella vita di fede. Prodigi di Santi, apparizioni mariane vere o presunte, sedicenti miracolati, devozioni non ancora approvate dalla Chiesa, agiografie scritte da chissà chi e sfruttando chissà quale tipo di fonti: tutto quanto “faceva buon brodo”, contendendosi la prima pagina con notizie totalmente profane tipo gli ultimi scandali di Casa Savoia, i successi delle star di Hollywood, le liason delle soubrette e i nuovi trattamenti di bellezza.
Era ormai chiaro a tutti che i rotocalchi settimanali avevano trovato, nel “sensazionalismo religioso”, la loro gallina delle uova d’oro, e che la situazione stava decisamente sfuggendo dalle mani della Santa Sede. Questa insolita alleanza avrebbe potuto funzionare fintantoché i giornaletti femminili fossero stati in grado di darsi un limite, cosa che evidentemente non eran più capaci di fare – c’è bisogno di ricordare in questa sede le vicende grottesche relative alla morte del povero Pio XII?

Gli “scatti rubati” di Pacelli agonizzante, prontamente ripubblicati dalle riviste di mezzo mondo, sono il segno che la misura è decisamente colma. “Basta così”, si decide in Vaticano: appoggiarsi alla stampa popolare porta sicuramente molti benefici… ma anche un’infinità di rischi.
Per concludere con le parole di Caliò, autore dell’articolo da cui è tratto questo post, lo scandalo del medico corrotto che vende ai giornali le fotografie del Papa morente

era anche la triste conclusione di un’illusione e la constatazione di un fallimento: a partire dal 1959, una volta terminati i fragori del conclave, nei settimanali familiari si registra una drastica inflessione del prodigioso cristiano e più in generale di temi religiosi, segno di un mutamento dei gusti del pubblico, ma anche di una presa di distanza da parte delle gerarchie ecclesiastiche da un medium di cui avevano sperimentato ambiguità e slealtà.

Ancora sulla copertina della "Domenica del Corriere", anche da morto.

Ancora sulla copertina della “Domenica del Corriere”, anche da morto.

Insomma: la Chiesa aveva tentato questa inedita alleanza, consapevole dei rischi ma anche dei benefici (che comunque c’erano: è un dato di fatto). Non era stata probabilmente la migliore idea che si fosse mai avuta Oltretevere… ma era stato un tentativo, comunque. Con un pizzico di responsabilità in più da parte dei direttori di giornaletti, avrebbe potuto essere un’accoppiata in grado di portare buoni frutti.

Ovviamente il giornaletto del 2014 è una cosa completamente diversa, e immagino, nella mia ignoranza, che il Vaticano non abbia avuto il minimo ruolo in questa storia… però, il Papa “corteggiato” dai mass media popolari non è senz’altro una novità dei nostri giorni.
Vero che sono buffi, certi corsi e ricorsi della Storia?

7 risposte a "Un Papa da rotocalco"

  1. mercuriade

    Questo è un aspetto che non si ricorda quasi mai di Pio XII, la sua abilità di comunicatore e nello sfruttare i mass media, anche prima: molti “ragazzi del ’43” (compresa mia nonna) ricordano ancora i suoi discorsi alla radio, come questo:

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    1. Lucia

      Davvero!
      Io ho scoperto questo aspetto di Pio XII… ehm… attraverso YouTube, in prima battuta 😛
      E in prima battuta mi son quasi stupita… insomma: se pensiamo al modo in cui viene dipinto Pio XII, oggi, dai mass media “mainstream”, questa sua indole da “trascinatore di folle” sembra quasi in contrasto… 😉

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      1. mercuriade

        Se pensiamo alla sua “irruzione” nel quartiere romano di San Lorenzo il 19 luglio del 1943, quella della prima foto, con una semplice Fiat Topolino, senza scorta e tutto il resto…
        Ho letto alcune testimonianze di presenti a quella scena: Pio XII rientrò con le vesti sporche, perfino di sangue, perché la gente gli si aggrappava letteralmente addosso.

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  2. senm_webmrs

    «Vedendo sulla prima pagina della ‘Domenica’ il Papa che si sta facendo la barba nel gabinetto, in vestaglia da camera, ho provato un senso di acutissimo disagio. Non ho mai pensato che fosse un angelo a radere la barba al Papa, e mai ho pensato che in Vaticano non esistessero camerini da bagno. Però qualcosa mi ha sempre impedito di pensare il Santo Padre in atto di farsi la barba nel camerino del bagno. (…) In seguito ho fatto in modo che quel disegno cadesse sotto gli occhi di molte persone per osservare le reazioni. E poiché mi sono accorto che la quasi totalità dei soggetti ha trovato la cosa quanto mai normale, ho concluso, ancora una volta di più, che io sono un sorpassato. (…) Siamo dei superati (…) e la prima pagina della ‘Domenica’ col Papa in borghese che si fa la barba nel gabinetto, ci sembra addirittura qualcosa di sacrilego. Siamo dei sorpassati. Non fatecene una colpa: è soltanto una disgrazia. O una fortuna» (Guareschi via http://www.ilfoglio.it/soloqui/20912)

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