Quando la religione diventa plastica (e giocattolo)

Barbie Madonna di Guadalupe

Barbie Madonna di Guadalupe

Chissà perché, nell’arco di dodici ore mi sono trovata subissata di e-mail da parte di gente che mi chiedeva un parere sull’affaire “Barbie Madonna”.
Avrete avuto notizia della polemica, immagino. Ci sono due artisti argentini, tali Pool & Marianela, che stanno per esporre a Buenos Aires una controversa collezione di Barbie… ispirate alle varie religioni del mondo (Islam escluso).
Nel senso che, andando alla mostra, potreste ammirare un Ken Ascesi Buddista, una Barbie-Madonna-Della-Medaglietta-Miracolosa, una Barbie Santa Lucia con tanto di occhi nel piattino… eccetera eccetera eccetera, per un totale di trentatré pezzi da esposizione.

I due artisti, che si inscrivono nella corrente del surrealismo pop, non sono nuovi a queste trovate: nel corso degli ultimi anni, hanno riservato trattamenti simili anche ai politici argentini o a personaggi storico-contemporanei di varia natura.
Il messaggio che vogliono trasmettere con queste opere? Una ironica protesta verso la società in cui vivono, dichiarano i due artisti sulla loro pagina Facebook: “in un mondo che ci ricompensa per il fatto di pensare, comportarsi e sentirsi tutti allo stesso modo, Marianela e Pool si ribellano riaffermando la loro volontà di essere diversi. Utilizzando la tecnica dello humor, sottolineano la loro distanza da un universo storico, politico, religioso del tutto irrealistico e menzognero, che tiene ancora avvinte a sé le vecchie generazioni”.

Shelly Bambin Gesù

Shelly Bambin Gesù, medico dell’anima, della psiche e del corpo

Dunque, una critica straniante a una società in cui i due artisti non si sentono rappresentati – anche se, ad ascoltare le dichiarazioni di Marianela e Pool, questa specifica esposizione, che “prende di mira” le religioni del mondo, non voleva essere in alcun modo blasfema. “Il nostro intento era quello di parlare delle religioni senza mancare di rispetto ai fedeli”, dichiarano gli artisti. E ammettiamo pure che la loro dichiarazione sia sincera: in ogni caso, non mi sembra che siano riusciti un granché bene, nel loro proposito.

**

Se devo essere sincera, è da circa una settimana che vedo parlare di queste “Barbie Madonna”, online. La prima eco della notizia mi era arrivata da siti cattolici statunitensi… e, a onor del vero, non è che ci sia ‘sto grande clima di sdegno, oltreoceano. Giusto per avere idea dell’aria che si respira, potete dare un’occhiata alle discussioni sviluppatesi qui, oppure qui: c’è gente che si dichiara scandalizzata al solo pensiero, c’è gente che si mantiene su posizioni neutrali, c’è gente che vorrebbe queste Barbie nei negozi e già sogna di poterle regalare alle proprie figlie… insomma: opinioni molto diversificate.

Ken San Rocco

Ken San Rocco

Qui in Italia, si vede perlopiù gente che si strappa i capelli atterrita dall’orrore di cotanta blasfemia, anche a seguito di un comunicato molto duro divulgato martedì mattina dal SIR. Oltre a riportare la notizia in sé e per sé, l’agenzia sembra allargare il discorso anche al di là del singolo casus belli. Domanda infatti a se stessa e ai suoi lettori:

Chi ha diritto e chi no a vendere immagini legate ai culti religiosi? In base a quale discrezione e attenzione la Madonna sì e Maometto no? Che differenza c’è tra provocazione e cattivo gusto? La religione è davvero così di plastica che si può ridurre la devozione a oggettistica?

Ad ogni buon conto, i genitori all’ascolto sono invitati

a lavorarci su fin d’ora, a spiegare ai figli perché una bambola non sempre è un omaggio, per decostruirne il ruolo fittizio e ricostruire la catechesi vera. Prima che si cominci a vendere anche la chiesa apribile completa di accessori o che qualche buontempone si inventi profeta della madonna Barbie.

Sulla falsariga del SIR, anch’io lascio perdere il casus belli dei due artisti argentini con annesse Barbie mariane, e mi ricollego alle domande finali del comunicato. “Chi ha diritto a vendere immagini legate ai culti religiosi? La devozione si può ridurre ad oggettistica?”.
Sono domande non da poco… e, peraltro, mentre leggevo il comunicato del SIR mi veniva da sorridere a mezza bocca, perché (non vorrei causare scompensi ai gentili giornalisti) ma le chiese-giocattolo apribili e accessoriate esistono già, in commercio. Quanto alla sottoscritta, ella ha passato alcuni dei pomeriggi più istruttivi della sua infanzia giocando con un fantastico modellino pop-up del Tempio di Gerusalemme.

Chiesa nuziale Robotime - fare click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Chiesa nuziale Robotime – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Insomma: al di là della mostra provocatoria con le Barbie e bla bla bla, qui si apre il tema controverso della religione ridotta (…o trasposta?) in giocattolo. “Una bambola non sempre è un omaggio”, dice il SIR, e indubbiamente dice il vero: ma qual è il limite fra omaggio e oltraggio?
Ve lo domanda una che tiene in casa un orsacchiotto di peluche vestito da papa Ratzinger… ma ve lo domanda la stessa persona che, dopo aver fatto un post dedicato al suddetto orsacchiotto, ha ricevuto (commenti entusiasti e) commenti scandalizzati, con persone fortemente a disagio di fronte a un peluche vestito da prete, e/o con persone che eran proprio sconvolte di fronte alla mia sordida blasfemia.

E quindi: parliamone. Approfittiamo dell’occasione data dal fatto di cronaca, e parliamone. Le domande del SIR sono in effetti interessanti: chi ha diritto di commercializzare oggetti legati a culti religiosi? È lecito ridurre la fede a oggettistica? Qual è il limite tra “omaggio devoto” e “sfruttamento blasfemo”?
Io non ho una risposta, eh.
Posso solo fare alcuni esempi, per alimentare la discussione.

***

Giocattolo sonoro "Now I Lay Me Down to Sleep" - click sull'immagine per andare alla pagina prodotto

Giocattolo sonoro “Now I Lay Me Down to Sleep” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Un giocattolo di questo tipo metterà d’accordo tutti quanti (credo): trattasi di un peluche sonoro idealmente pensato per essere “l’orsetto della buona notte”. Se gli schiacci il pancino, il peluche si mette a recitare una preghiera della sera fatta apposta per i bambini – e fin lì siamo tutti d’accordo, credo: è un’idea simpatica e scherzosa che aiuta i bimbi piccoli a ricordarsi della preghiera serale e a viverla come un momento di distensione e di relax.
E fin qui, okay.

Ma che dire di questo Gesù “morbido e coccoloso”, come si premura di sottolineare la confezione?

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“My Loving Jesus Doll” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Trattasi di un bambolotto a forma di Nostro Signore, concepito per essere coccolato nottetempo. Gesù Cristo arriva nelle mani dei bambini portando con sé una “lettera di presentazione”, dai contenuti devo dire neanche troppo banali.
Ma in questo caso: ci piace o no, ‘sto bambolotto? È bello, vedere il dolce e innocente fantolo che dorme abbracciato a un’effige di Nostro Signore, oppure è disgustoso che Nostro Signore venga degradato a bambola di pezza, col rischio di finire di lì a due giorni nel cesto dei giochi vecchi che non piacciono più?

È anche una questione di rispetto dell’immagine sacra, probabilmente.
So di avere fra i miei lettori un consistente stock di persone appartenenti all’Opus Dei, quindi sparo la mia cartuccia: questo Escrivà molto kawai ridotto a portachiavi… vi piace o vi irrita?

"Escrivà Tiny Saint" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

“Escrivà Tiny Saint” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

A tutti i devoti più sfegatati di Padre Pio o di Giovanni Paolo II: che ne pensate delle bambole di pezza “Piuccio e Lolek”, che vorrebbero rappresentare i due santi da bambini?

Bambole "Piuccio e Lolek" - click sull'immagine per accedere al sito del progetto, con numerose risorse educative scaricabili gratuitamente

Bambole “Piuccio e Lolek” – click sull’immagine per accedere al sito del progetto, con numerose risorse educative scaricabili gratuitamente

(By the way: casomai ne pensaste bene, sono bambole italianissime. Le reperite con estrema facilità).

O ancora: il “Lego” dell’Ultima Cena (prodotto da una ditta indipendente, in realtà, non dalla Lego vera e propria): è carino, o è blasfemo?

"The Last Supper Block Set" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

“The Last Supper Block Set” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

E si potrebbe andare avanti ancora a lungo. Ad esempio: al di là dell’intento provocatorio dei due artisti argentini e bla bla bla, qual è la differenza sostanziale fra le loro Barbie vestite da Madonna, e queste bambole cattoliche, vestite da Madonna?

Bambole parlanti Gesù e Maria, per la serie "Messenger of Faith" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Bambole parlanti Gesù e Maria, per la serie “Messenger of Faith” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Bambola "Nostra Signora di Lourdes" per la serie Santly Sisters - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Bambola “Nostra Signora di Lourdes” per la serie Santly Sisters – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

La taglia di reggiseno, e il contegno generale, okay: ma a parte questo?
Al di là dello spirito polemico con cui sono state create le Barbie argentine e dello spirito devoto con cui sono state create le bambole-Madonna che ho linkato: un giocattolo del genere, ci piace sì o no?
Ci fa sorridere, il pensiero di una bambina che recita il rosario assieme alla sua bambola-Maria, o ci fa orrore il pensiero di una bambina che prende la bambola-Maria e gioca a farla baciare con Ken Surfista Hawaiano?

E dirò di più. Se le nostre bambine possono disporre di “Barbie infermiera”, “Barbie pellerossa”, “Barbie al supermercato”, “Barbie pasticcera”… è o non è giusto, che possano disporre anche di una “Barbie marcatamente cattolica”?
Lasciamo perdere “Barbie Madonna” ché si va già sul delicato: “Barbie suora di clausura” ci piace, oppure no?

Bambola domenicana per la serie "Saintly Sisters" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Bambola domenicana per la serie “Saintly Sisters” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Orsacchiotto suora per la serie "Holy Bears" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Orsacchiotto suora per la serie “Holy Bears” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

E spostandoci verso il magico mondo dei maschietti: i bambini possono fare battaglie di cowboy, cavalieri in armatura, creature spaziale, mostri bitorzoluti. Le action figures di Davide e Golia: sono divertenti, o sono blasfeme? Una battaglia domestica “Sansone vs. Filistei” è un modo divertente per studiare la Bibbia giocando, o la Bibbia è una cosa così sacra che non bisogna mai e poi mai giocarci sopra?

Sansone, per la serie "Action Figures Spirit Warriors" - click sull'immagine per accedere alla pagina prodotto

Sansone, per la serie “Action Figures Spirit Warriors” – click sull’immagine per accedere alla pagina prodotto

Io non ho una risposta precisa, eh.
Forse, una risposta precisa neanche esiste.

Se leggi le dichiarazioni d’intenti delle compagnie che producono questi giocattoli, loro ti dicono che si tratta di un modo come un altro per far sì che la religione sia un tema ben presente anche nella vita dei bambini più piccoli. Ti dicono che recitare un’Ave Maria a pappagallo prima di infilarsi nel lettino può essere vissuta come un’incombenza noiosa, come un compito fastidioso – se l’Ave Maria, però, te la scandisce l’orso di peluche, o se la reciti tenendo in braccio la tua bambolina a forma di Madonna, allora è più facile che tu la percepisca come una cosa bella, affettuosa, e da ripetere con gioia.
D’altro canto, è pur vero che il gioco, per i bambini, è una cosa tremendamente seria. La “chiesa apribile completa di accessori” che faceva inorridire i giornalisti del SIR, potrebbe essere invece un giocattolo amatissimo e prezioso per un bambino di pochi anni.
Del resto, Georg Ratzinger racconta nella sua autobiografia come lui e suo fratello Joseph avessero ricevuto in dono un piccolo set-giocattolo per giocare a dire Messa. I due fratelli si contendevano sempre il ruolo di celebrante, e a distanza di anni don Ratzinger ricorda quegli istanti come dei normalissimi momenti di gioco fra bambini, manifestando quasi una certa nostalgia al pensiero di quei tempi felici in cui era normale vedere un costume da prete in un negozio di giocattoli.

Eppure, siamo pur sempre di fronte a due bambini che giocano a consacrare un’ostia. Indipendentemente dal fatto che uno di ‘sti bambini è poi diventato Papa: che fare, di fronte a un bimbo di pochi anni che gioca alla transustanziazione? Lo incoraggi, lo filmi e carichi il video su YouTube, gongolante di orgoglio paterno? Lo prendi da parte e gli spieghi che il corpo di Cristo è una cosa seria, troppo seria per essere ridotta a gioco fra bambini?

Tante domande, e pareri completamente diversi: credo che la sensibilità individuale conti moltissimo, in questo campo. Certo è che noi giovani (e soprattutto noi giovanissimi, che saremo alle prese con questi problemi fra un tot. di anni) dovremmo probabilmente cominciare a interrogarci su questo tema, perché le leggi del mercato sono quelle che sono, e, pian piano, stanno apparendo anche qui in Italia oggetti, giocattoli e paccottiglia di varia natura, ispirati alla religione. Prima che nostro figlio si impianti di fronte alla vetrina delle Paoline urlando “mamma, mamma, voglio il peluche Wojtyla: me lo compri??”, sarebbe quantomeno utile sapere in partenza se la nostra risposta propende più verso il “sì” o il verso “no”.

Io, personalmente, propendo verso il “sì”.
Ma il Lego dell’Ultima Cena, ad esempio, non lo comprerei.
La “Barbie suora” assolutamente sì, senza problemi.
La Madonna la farei entrare in casa solo sottoforma di statuetta, più che altro per non ritrovarmela in déshabillé mentre si infila la minigonna di Barbie, per prepararsi al suo appuntamento galante con Ken.

Ma, appunto, sono opinioni mie. E voi, cosa ne pensate?
Se vostro figlio additasse uno a caso fra i giocattoli che ho mostrato in questo post, e vi dicesse “papà, mamma: me lo prendi?”… voi cosa fareste?
Glielo prendereste, oppure no?

16 risposte a "Quando la religione diventa plastica (e giocattolo)"

  1. marinz

    E’ difficile dare una risposta… secondo me i bambini sono “innocenti” e quindi se giocano con un “giocattolo” gli si può spiegare quello che è consono fare e quello no… per esempio con un bambolotto di Padre Pio non lo metto a combattere contro i Gormiti.
    Sicuramente ci vuole educazione anche nei genitori per spiegare, può essere anche un bene, e per iniziare a parlare della Fede.

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    1. Lucia

      I bambini sono innocenti? Urgh! Io non ho esperienza quotidiana con i bambini, ma quella che ho mi porta a dire che, sissì, innocenti finché vuoi, ma a volte i bambini (anche quelli più ben educati) possono essere molto più cattivi e irresponsabili di un adulto. Per il semplice fatto che sono ancora piccoli, e può capitarsi che sfugga loro la vera portata di determinate azioni.

      Comunque: sicuramente sì, è ovvio che certi giocattoli diventano anche uno strumento educativo prezioso… se finiscono nelle mani di genitori attenti che sanno come usarli a questo scopo.
      Però ad esempio io ho un po’ di dubbi sulla tua posizione “Padre Pio non fa la guerra coi gormiti”. In fin dei conti si tratta pur sempre di un bambolotto. Se il bambino vuol giocare che Padre Pio ha la caghetta, e io glielo impedisco per rispetto a Padre Pio, il bambino secondo me non capisce la logica e/o fa venir la caghetta a un altro bambolotto smettendo di giocare con Padre Pio.
      Cioè, è pur sempre una bambola.
      Io più che altro censurerei i giochi “out of character”, credo. Padre Pio con caghetta o Padre Pio cowboy, va bene; Padre Pio che si veste tutto elegante per andare all’appuntamento galante con Barbie, no. A quel punto prenderei da parte il bambino e, col sorriso sulle labbra, gli spiegherei che i preti non vanno agli appuntamenti galanti con le signore!!, mi sa che Padre Pio voleva andare da qualche altra parte e sei tu che hai capito drammaticamente male. Idem per Padre Pio che spara alla gente senza ragioni, o altre cose del genere, ovviamente.
      Sì: nel dubbio, penso che farei così. Anche se poi ovviamente non è affatto detto che un bambino nel pieno del gioco riesca o voglia seguire il tuo ragionamento mentale 😉

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  2. Emilia

    Ma quando ti ho scritto in privato non mi aspettavo un’analisi di questo genere!
    Ciò detto, personalmente oscillo tra due reazioni: la prima, più istintiva, “Livogliolivogliolivoglio”; la seconda, più a mente fredda, “Ma non sei un po’ troppo cresciuta?”. Se la Mattel effettivamente producesse delle Barbie da collezione a tema sacro, un pensierino lo farei, giusto per arricchire la mia raccolta di bambole e di gadgettame religioso.
    Una sola puntualizzazione: il Santo Niño Doctor non mi sembra realizzato sulla base di una bambola Shelly (o Kelly, per gli americani), bensì su uno dei bambini della Famiglia Cuore: ha il viso tondo e le gambe cicciotte. Ma vabbè, sei perdonata perché so che alle bambole da svestire preferivi gli orsacchiotti! 😀

    Finalmente hai messo “Piuccio & Lolek”! Mi pareva di avertene parlato un paio d’annetti fa. Pensa che, nel frattempo, li ho visti commercializzati nelle librerie che frequento, tanto da aver regalato Lolek a una mia amica, molto devota appunto a san Giovanni Paolo II, nonché collezionista di peluches (se vedesse l’orsetto-Benedetto impazzirebbe, anche se ora è in fissa per Doraemon).

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    1. Lucia

      😀

      Dunque, il Gesù Bambino ha dato parecchio da pensare, in giro per il web, perché in effetti c’è scritto “Barbie” sulla scatola, ma non si capiva bene a partire da quale personaggio di Barbie fosse stato modellato. Su Internet, alcune signore americane ci vedevano una somiglianza con un certo Tommy, personaggio a me del tutto ignoto che però, a quanto pare, era stato commercializzato per qualche anno come il fratello piccolo di Ken.
      Eccolo qui:

      Mai sentito nominare?
      Io nella discascalia ho parlato genericamente di “Shelly” per far capire il concetto, anche perché credo che questo Tommy non sia mai arrivato qui in Italia, ma magari mi sbaglio… vabbeh, comunque ci siam capiti 😛

      (Peraltro… attimo di shock: mentre cercavo informazioni su questo Tommy, sono finita su un sito che elencava tutti i vari personaggi di Barbie, e… a quanto pare, Shelly non esiste più!! :-O Pare che abbiano smesso di produrla nel 2009, per rimpiazzarla con un’altra sorellina (un po’ più grande) di nome Chelsea.
      Nuuuuu!
      Le Shelly a mia mamma piacevano: boicottava Barbie, ma le Shelly me le comprava… e mi piacevano tanto, ne ho ancora quattro conservate come cosa cara!)

      ***

      Detto questo: sì, in effetti (al di là dell’intento provocatorio, dissacratorio e bla bla bla), queste Barbie Madonna non sono mica male, rispettano l’iconografia in maniera accuratissima 😉
      Io non mi pongo minimamente il problema di essere troppo cresciuta (vivo nella consapevolezza di avere il Q.I. di una bambina di quattro anni, e ben che sto 😛 ), e… come si nota, non ho difficoltà ad accaparrarmi giocattoli a tema sacro 😉
      Oltre all’orso Papa, ho anche un orso angelo della serie “Holy Bears” e poi, beh, qualche soprammobile spiritoso tipo i due Bobble-Head Pope che mi ha regalato il mio ragazzo (non si tratta strettamente di giocattoli). La quotidiana presenza di un Papa e di un angelo nella mia casa ha finito con l’evangelizzare anche i miei orsi “neutri”, e ad esempio ogni tanto mi capita di ficcare un librettino di preghiere nelle zampe del malcapitato orso di turno, divertendomi poi a contemplare l’orso che “prega”.
      😛
      (Q.I. di una bambina di quattro anni, l’ho già detto, sì?).

      Devo dire che però mi piacciono questi pupazzi che rappresentano figure religiose tutto sommato “neutre”. Un’orsacchiotta Madonna non so se la vorrei; preferirei di gran lunga un’orsacchiotta suora.
      La bambola-Madonna potrebbe piacermi molto come oggetto da collezione e basta, ma come si vede io collezioni giocattoli in maniera strana e spesso mi diverto proprio a giocarci assieme, anche se sono grande. Non mi basta, avere una bambola da collezione messa lì nella vetrinetta e trattata come se fosse un vaso cinese o un francobollo prezioso.
      Quindi, mh, no: pupazzi ispirati all’ambiente religioso (suore, preti, chierichetti, ecc.) mi piacciono tantissimo; pupazzi ispirati a Dio e alla Madonna, probabilmente no.
      Anche mettendomi nell’ottica di un genitore che vuole far sì che suo figlio piccolo familiarizzi con la figura di Maria, meglio una statuetta, magari di quelle con tratti infantili fatte apposta per piacere ai bambini; una bambola da gioco, no. Secondo me.

      Piuccio e Lolek sono bellissimi! °__°
      Li ho visti anch’io una volta alle Paoline di Pavia: peraltro sono anche proprio belli i bambolotti in sè, come fattura. E neanche troppo costosi…
      Peraltro, al di là della bellezza dei bambolotti in sè che li fa piacere anche agli adulti, la trovo un’idea piuttosto potente proprio dal punto di vista educativo, per un bambino: fa capire che i grandi santi della Storia sono stati bambini come loro… è una bella idea, davvero valida! Se io avessi dei bambini piccoli, penso che ne approfitterei davvero (comprando non solo la bambola in sè, ma anche i libri e gli opuscoli di accompagnamento).
      Ho aspettato così tanto a parlarne perché volevo farci un post dedicato, poi fra una cosa e l’altra non l’ho mai fatto… ma in questo contesto non si poteva non citarli 😀

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      1. Emilia

        Certo che conosco Tommy fratellino di Ken; il corpo era quello di una Shelly, con la testina ovviamente maschile. Era stato commercializzato anche in Italia, eccome! Ce ne sono perfino delle versioni natalizie (Tommy Omino di Pandizenzero, per dire).

        Anche a me mia madre concedeva di continuare a comprare le Shelly e amiche perché erano più piccole delle Barbie e occupavano meno spazio in casa. Quando però hanno cambiato il modello, rendendole da piccole e carine a cosi con la testa ovale e le braccine lunghe, ho smesso di farmele regalare. Per fortuna le versioni da collezione hanno mantenuto il vecchio stampo!

        Mi piacerebbe tantissimo commercializzare i Tiny Saints, ma sarebbe la mia ennesima attività in perdita… 😦
        Ci vedo troppo il ciondolino di Santa Gianna in vendita al Santuario della Famiglia a Mesero! 😀

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  3. Emilia

    Per riprendere la tua domanda finale, mi piacerebbe eccome regalare un giocattolo del genere a mio figlio o mia figlia, ma ci sarebbe il rischio prospettato da Marinz (padre Pio VS Gormiti… LOL!) o, se fosse una femminuccia, di cadere nell’effetto Monaca di Monza, ovvero inculcare a forza un ideale che dovrebbe poi essere scelto in libertà. Parlo della scelta dello stato di vita, non dell’adesione alla fede!

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    1. Lucia

      …io, invece, il rischio “monaca di Monza” non ce lo vedo più di tanto.
      E’ ovvio che a noi Italiani viene spontaneo pensare alla povera Geltrude tutte le volte che vediamo una bambola a forma di suora, ma onestamente a me non sembra che una bambola vestita da suora, in sè e per sè, abbia il potere di inculcare a forza chissà quale vocazione coatta.
      E’ un po’ la vexata quaestio che si legge su tanti mommyblog, tipo “ma se faccio giocare mia figlia con Barbie pasticcera o con il Bimby giocattolo, poi mi diventa una casalinga frustrata invece di puntare a una carriera alla NASA?”.
      Mah.
      Secondo me, proprio no.
      Per non capirci niente, io non credo affatto che basti un singolo giocattolo a influenzare così tanto le aspirazioni di una bambina. Secondo me, una “Barbie suora” può affiancarsi senza il minimo problema a una “Barbie moglie e madre”, a una “Barbie veterinaria”, a una “Barbie candidata alla Casa Bianca” e chi più ne ha più ne metta. E’ un personaggio come tanti, che peraltro rappresenta una “figura professionale” con cui, probabilmente, il bambino cattolico è già venuto in contatto molte altre volte.
      Del resto, anche io da piccola giocavo con le suore (fingendo addirittura di essere io una suora), ma non per questo mi son sentita costretta a prendere il velo una volta diventata grande… è un gioco come un altro, secondo me 😉

      A me, questo rischio non preoccupa affatto; mi preoccuperebbe già di più “Padre Pio vs. Gormiti” o “Barbie Cistercense si fa bella per il suo Ken”.
      Penso che mi sentirei già più tranquilla se Barbie Cistercense e Padre Pio avessero i vestiti cuciti addosso, che non si possono togliere. Non perché mi faccia senso vedere Padre Pio nudo nel cestone dei giocattoli 😀 😀 ma perché, se il vestito religioso rimane addosso, forse è più chiaro al bambino il fatto che quella bambola lì rappresenta una suora, un prete. E quindi, anche nel gioco, la bambola prete si comporterà da prete: per giocare al cowboy o al marito di Barbie, usi un qualsiasi Ken ma non Padre Pio.

      Potrebbe essere un compromesso?

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      1. Emilia

        Ho letto dei tuoi trascorsi a giocare a far la suora!

        OT ma non troppo: dato che ti piacciono anche i santi popolari, che ne diresti se sotto Natale parlassi dei Bambinelli messicani strani tipo il “dottore” di cui sopra?

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      2. Lucia

        Ehi, mi hai dato una bella idea! Giusto venerdì pensavo con una certa dose di inquietudine 😉 che non ho ancora idee su cosa scrivere sotto Natale: avrei una mezza idea per una serie… a tema Halloween, ma per Natale no.
        Sei arrivata in mio soccorso! 😀

        Sui niños messicani in sè ho troppo poco materiale per poter pensare a una intera serie di post; ma una serie di post sui vari Gesù Bambino del mondo… uhm…!
        Mumble muble!

        Grazie 😀

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      3. Aerie

        Anche a me è venuta in mente la Monaca di Monza quando ho visto il bambolotto ^_^
        I pupazzi stile orsacchiottti suora e Gesù tenerone non mi piacciono proprio, anche la Barbie o bambola Madonna non mi piace, ti dirò, non mi piace nessuno di questi pupazzi, perchè non vedo che c’entra il gioco con la religione.
        Sono sempre la solita “credente-non-praticante”, ma non lo dico per una questione di plagio del bambino, ma per un fatto di rispetto nei confronti del sentimento religioso, non li butterei, ma non incontrano i miei gusti.
        Riguardo al pupazzo che dice le preghiere, è un poco triste perchè la preghiera non è una semplice filastrocca, andrebbe detta insieme alla mamma o al papà

        A proposito, a che età si può iniziare ad insegnare le preghiere?
        E a parlare di Gesù?
        Tu che sei catechista mi aiuti un pochino?
        Grazie cara!

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      4. Lucia

        Aiuto, domanda da cento milioni di dollari 😀
        Provo a rispondere per quello che “sento” io, poi magari linko la tua domanda sulla mia pagina Facebook, così magari ricevi pure consigli da parte di gente che è genitore per davvero, non da parte di “sbarbatelle” che parlano così per sentito dire 😛

        Dunque: a che età cominciare a parlare di Gesù e a proporre le preghiere.
        Mi verrebbe da dire “fin da subito”, nel senso che – anche rifacendomi alla mia esperienza di bambina – io non ricordo un momento a partire da quale mia mamma abbia detto “ok, siediti ché dobbiamo fare una discussione su Gesù”. Diciamo che la fede è sempre stata una presenza del tutto naturale nella mia vita: si parlava di Gesù con le stesse modalità in cui si parlava del lavoro di papà, del nonno che non ho mai conosciuto perché era morto, di cosa faceva la mia mamma quando io ero all’asilo… insomma, molto naturalmente. Gesù è sempre stato parte della mia quotidianità al pari di tanti altri argomenti di conversazione, ho imparato a conoscerlo in maniera del tutto graduale; molto banalmente, in famiglia se ne parlava ed io ero lì piccolina che immagazzinavo le informazioni.
        Certo, questa cosa viene meglio se Gesù è effettivamente un argomento di conversazione ricorrente in famiglia, o quantomeno ricorrente sulla bocca di una figura di riferimento (se non per la famiglia al completo).
        Se questa situazione non si verifica o non si verifica abbastanza spesso (e quindi siamo proprio davanti alla scenetta “bambini sedetevi ché devo raccontarvi chi è Gesù), io penso che potrebbe essere una buona idea farsi aiutare da qualche sussidio ad hoc. Mi vengo in mente tanti libri bellissimi, con illustrazioni favolose, fatti apposta per bambini, che presentano ai più piccoli alcuni episodi-chiave della vita di Gesù, della Bibbia, della fede cristiana, ecc. Non pensare solo alla classica “Bibbia dei piccoli” (…che pure è preziosissima: ce ne sono di veramente belle!). Esistono anche dei veri e propri libretti per bambini, diciamo nel classico formato del “libro della buonanotte”, che invece di parlare di pirati e principesse parlano di Gesù, di Maria, dei Santi. Ce ne sono veramente tantissimi, di tante case editrici (In Dialogo, Ancora; io personalmente adoro quelli editi dalle Edizioni Paoline); se vai in una qualsiasi libreria cattolica, ne trovi a bizzeffe.
        Ecco: in mancanza di un approccio graduale e naturale iniziato “fin dalla culla”, io penso che questo potrebbe essere un buon modo per cominciare a parlare ai bambini della figura di Gesù.
        Consiglio un (buon) libro (fatto bene) anche perché ti toglie dall’imbarazzo di “oh cielo, e adesso come racconto al pupo questo particolare complicato, questo dettaglio che non sono molto sicura di come rendere?”. In caso di incertezze (naturalissime e comprensibili!) il libro fornisce un valido aiuto e una valida traccia da cui partire.
        Chiaramente, prima di leggere il libro, è opportuno specificare ben bene che la storia raccontata in quel libro non è una storia di fantasia, è una storia vera… cioè: okay il libro, ma bisogna rendere molto chiaro che quella storia lì non è un’invenzione, non è un romanzo.

        Un’operazione del genere io me la vedo particolarmente bene, come primo approccio, in momenti “forti” dell’anno, tipo a Natale o a Pasqua. A Natale si può cominciare a spiegare ai bambini che si festeggia la nascita di Gesù, una persona molto speciale che… [bla bla bla, e via col racconto di Gesù Bambino e di Maria]; a Pasqua si può cominciare a raccontare che il giorno di Pasqua è la festa di Gesù, un uomo molto speciale che… [bla bla bla, e via con qualche racconto evangelico di Gesù adulto].
        Ma non che gli altri momenti dell’anno non vadano bene per cominciare, ovviamente 😉

        Comunque direi che sicuramente è importantissimo che il bambino cominci a conoscere Gesù molto prima di cominciare catechismo. Non è pensabile secondo me che un catechista si trovi davanti a sè dei bambini di sette anni che non hanno la più pallida idea di chi è Gesù; il fatto che il bambino cominci a frequentare il catechismo a una certa età, non vuol assolutamente dire che la sua formazione religiosa in toto deve cominciare a quell’età. Con modalità e con livelli di approfondimento diversi a seconda dell’età, è bene che il bambino cominci a conoscere Gesù già fin da piccolo nel suo ambiente familiare. Ma già proprio da piccolissimo, eh – ovviamente soffermandosi su storie semplici e su concetti elementari, ma… secondo me, non si è mai troppo piccoli. Davvero.
        Se il bambino è abbastanza grande per ascoltare una filastrocca sulle apine o per seguire una puntata di Peppa Pig, allora è abbastanza grande anche per ascoltare la mamma mentre gli racconta qualche episodio del Vangelo. Proprio così, con la massima naturalezza e semplicità.

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      5. Lucia

        Questione preghiere. Lì secondo me il “buon esempio” di mamma e papà è ancora più importante. Io credo sia utilissimo far sì che il bambino veda effettivamente pregare la mamma e il papà, apertamente, anche senza essere inizialmente coinvolto nella preghiera (se è ancora troppo piccolo): l’importante secondo me è che il bambino capisca che la preghiera è un momento normale della giornata, un po’ come farsi le coccole a letto, guardare i cartoni in TV, eccetera. Prima o poi gli verrà per forza la curiosità di chiedere a mamma e papà cosa stanno facendo, e se può unirsi a loro… ma anche solo per puro spirito di emulazione!

        Su come proporre la preghiera ai bimbi piccoli, ci sono tantissimi modi diversi e secondo me dipende molto dal carattere del singolo bambino (del resto, anche gli adulti hanno sensibilità diverse!).
        O gli si insegnano quelle due-tre preghiere chiave della cristianità: Padre Nostro, Ave Maria, angelo di Dio.
        O si va su Google e si cerca qualcosa tipo “preghiere per bambini”. Escono fuori tante preghiere pensate apposta per i bambini, con contenuti forse più comprensibili per un bambino piccolo, e con una musicalità più spiccata, a mo’ di filastrocca. Non penso che la Madonna se ne avrà a male, se un piccino di pochi anni comincia a pregarla recitando una filastrocca, al posto dell’Ave Maria 😉
        Oppure si lascia il bambino libero di parlare apertamente con Dio; tipo, il momento di preghiera è quello in cui ringrazi Gesù per le cose belle che ti ha donato in quella giornata, gli chiedi scusa per quando sei stato cattivo, e gli domandi di proteggere la tua famiglia. Ma senza un testo predefinito, “parlando a braccio”.
        Per ultimo, se il bambino è particolarmente canterino potrebbe anche essere bellissimo invitarlo a pregare cantando; tipo, “adesso cantiamo tutti assieme una canzone per Maria, la mamma di Gesù”, e parti col Salve Regina. Anche quello è un modo di pregare, col bonus che è un modo piuttosto divertente.

        In qualsiasi modo si decida di procedere, secondo me è importante che il momento della preghiera sia per l’appunto divertente, piacevole, o comunque non noioso: non deve mai essere vissuto come un’imposizione. Se il bambino proprio si scoccia a star lì a pregare, credo sia inutile insistere allo sfinimento (semmai provi a riproporglielo il giorno dopo, la settimana dopo); intanto, continuino a pregare i genitori. (Ma anche proprio platealmente, tipo “oh, oggi non hai voglia di dire la preghiera all’angelo custode prima di andare a domire? (Ok, e se provassimo a pregare assieme cantandogli una canzoncina? Avresti più voglia? No, non hai voglia comunque. Allora che ne dici di sfogliare quel libretto sulla vita di Gesù?) Ok, no, oggi proprio non sei in vena. Va bene, allora recitiamo le preghierine solo io e papà; se poi cambi idea e vuoi unirti a noi, ovviamente sei il benvenuto. Angelo di Dio, che sei il mio custode…”).

        In base alla mia esperienza di bambina, credo che sia anche importante collocare temporalmente il “momento della preghiera” in un momento della giornata che ci risulta adatto… e che n$on necessariamente è la buonanotte.
        Io ad esempio odiavo la preghiera della buonanotte (ma io non voglio andare a dormire! Argh! Dopo la preghiera la mamma spegne la luce! ARGH! E non potevamo saltare la preghiera e leggere il libro per cinque minuti in più? ARGH!)… e anche adesso devo dire che non mi trovo tanto bene a pregare subito prima di spegnere la luce: è un momento in cui sono stanca, assonnata, mi va via la concentrazione…
        Dipende un po’ da persona a persona e dai vari ritmi familiari, credo.
        Ad esempio io proverei a vedere cosa succede a pregare dopo il bagnetto ma prima della fiaba della buonanotte, oppure prima di cena quando la giornata volge al termine… insomma, è anche questione di trovare il momento adatto in cui il bambino è più ricettivo, direi.

        Quanto al “a partire da che età”, mi verrebbe da dire: a partire da quando il bambino si mostra interessato alla preghiera di mamma e papà (se i genitori sono effettivamente abituati a pregare durante il corso della giornata), o comunque a partire dal momento in cui presenti al bambino la figura di Gesù e Maria.
        Sempre con molta naturalezza, senza pressioni e senza insistere, magari iniziando con preghiere “spontanee” e/o “a misura di bambino”. E’ ovvio che se un bambino piccolo si incuriosisce a vedere mamma e papà che pregano, non per questo è una buona idea propogli di unirsi alla preghiera dei genitori recitando con loro il rosario o la liturgia delle ore… al 99%, sarebbe decisamente troppo per un bambino piccolo.
        A me piacciono abbastanza anche le preghiere per bambini “a mo’ di filastrocca” (altri invece le odiano): può darsi che per un bambino piccolo le preghiere “standard” tipo Ave Maria e Padre Nostro siano un po’ ostiche, sia nel linguaggio che nei concetti espressi. Ci sono invece delle preghierine per bambini che sono sicuramente molto più immediate sia a livello contenutistico che a livello di linguaggio: io non le schiferei a prescindere, proverei a vedere cosa è meglio per il bambino, cosa lui gradisce di più.

        Però, in linea di massima, mi verrebbe da dire che l’età giusta per cominciare a pregare è “decisamente, quanto prima”… ovviamente con modalità diverse a seconda delle età 😉
        Anche perché se mia mamma un bel dì se ne fosse uscita dal nulla dicendo “okay, da oggi devi cominciare a pregare Gesù e la Madonna”, io probabilmente l’avrei presa per scema e/o avrei vissuto la cosa come una imposizione: ma che è ‘sta cosa?, perché devo perdere tempo a pregare ‘sti due?, chi c’ha voglia?, non mi piace, è noioso, mi stufo!
        Anche qui secondo me è importantissima una gradualità, che deve cominciare il prima possibile: si comincia (chessò) dalla preghierina serale all’angelo custode, poi si impara a farsi il segno della croce prima dei pasti, poi si aggiunge gradualmente qualche preghiera in più al momento della buonanotte (o comunque nel momento deputato alla preghiera), e così via. Ma sempre molto gradualmente, sempre con molta naturalezza.
        Giusto qualche ora fa chiedevo a mia mamma (per rispondere alla tua domanda) “a partire da che età hai cominciato a insegnarmi le preghiere?”. E lei è un po’ cascata dalle nuvole “mah, non saprei… io ho sempre pregato ad alta voce prima di metterti a letto e tu eri lì che ascoltavi in silenzio; a un certo punto hai imparato a memoria le preghiere e hai cominciato a recitarle con me”.
        Insomma: massima naturalezza ripeto, non c’è mai stata un’ora X a partire da cui.

        Ti lascio un paio di link ad alcune risorse che mi piacciono molto e che sono molto più illuminanti del mio commento, scritte da una pluri-mamma che, come noterai, ha molto a cuore la formazione religiosa dei suoi bambini… 🙂

        http://perfectioconversationis.wordpress.com/pregare-con-i-bambini/

        http://perfectioconversationis.wordpress.com/2010/11/11/un-programma-per-il-catechismo/

        🙂

        P.S. Ehm… in realtà io non sono una catechista 😀
        Lo sono stata per qualche tempo molti anni fa, in effetti: adesso che ci penso, sì, a suo tempo l’avevo scritto sul blog 🙂
        In realtà è durata poco, poi ho cominciato a collaborare in parrocchia, ma in altre modalità. Giusto per non spacciarmi per catechista quando non lo sono (più) 😉

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  4. Dile

    Devo dire che, per quanto la collezione di intento più o meno provocatorio non mi provochi, per l’appunto, più di tanto (nel mondo dell'”arte” ho visto cose molto più volgari, offensive o addirittura scandalizzanti per un credente; inoltre qui l’escludere l’Islam, secondo la buona regola di ogni Grande Sovversivo Ma Prudente, toglie molto della credibilità contestataria al tutto)… i vari giocattoli che hai scovato, per quanto chiaramente innocui, non mi piacciono granchè dal punto di vista estetico. Li trovo quasi tutti un po’ grotteschi, bruttini o addirittura ridicoli (come il Gesù Morbido e Coccoloso). Se però avessi figli e loro me li chiedessero disperatamente, non credo che mi opporrei a regalarglieli. A quel punto, però, sarei anche moderatamente sicura che presto perderebbero la loro “caratteristica religiosa”, diventando giocattoli come tanti altri – e non ci vedo nulla di particolarmente scandaloso. Gioco con i bambini da una vita, e sono abbastanza giovane da ricordare come giocavo io, per non parlare del fatto che sono stata una grandissima appassionata di Shelly e ne avevo decine (anche qualche Tommy, ovviamente!): la personalità che una bambolina ha in origine, diciamo per volontà di chi la progetta o la mette in commercio. viene presto sommersa da quella che il bambino vi sovrappone, giocandoci e inserendola nel suo personale universo narrativo. In poche parole, non mi stupirei se una bambina che giocasse con, chessò, Shelly Monaca Agostiniana, dopo un po’ le cambiasse il vestito con un paio di brachette perchè lei e le altre quindici Shelly progettano di andare a scalare il Monte Bianco. In una Barbie Madonna che viene svestita e rivestita per andare all’appuntamento con Ken non ci vedo nulla di male, è chiaro che per il bambino a quel punto non è più la Madonna, ma una delle sue Barbie. Se non fosse chiaro, magari è l’occasione per ri-raccontargli chi e come era Maria.
    Invece il san Josemaria Escrivà “ciondolino da cellulare” mi è piaciuto moltissimo: ma più che da bambini, mi sembra un prodotto adatto a giovani e adulti, ed io una Santa Teresa d’Avila così la comprerei! E la sfoggerei anche! 😉

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