Cinque “safe place” in cui mangiare sereni, se vai al fast food ma è un venerdì di Quaresima

Mettiamo caso che siate cattolici e che sia un venerdì di Quaresima.
Oppure: mettiamo caso che Google vi abbia indirizzato su questa pagina perché è un motore di ricerca molto propositivo, ma voi siate semplicemente vegetariani e/o appartenenti ad altre religioni che vietano il consumo di carne, o di certi tipi di carne.
In ogni caso, amici che mi leggete, condividiamo un grattacapo ecumenico: abbiamo un menù necessariamente limitato rispetto alla media, e non è sempre facilissimo individuare un locale in cui sai che puoi andare “a colpo sicuro”, per uno spuntino al volo.

Non so voi, ma io, in certi frangenti, ho trovato difficoltà.
Il mio problema più grosso erano, nei miei anni da studentessa, i pasti fuori nei canonici quarantacinque minuti di pausa tra una lezione e l’altra – peggio ancora, se volevo mangiare assieme a compagni di università.
Troppo poco tempo per andarsi a sedere in pizzeria, ma decisamente troppo tempo per un trancio di pizza dal panettiere da mangiare al volo.
E poi, sai com’è. Magari hai bisogno di usare i servizi.
Magari sei stanco e vorresti allungare le gambe sotto a un tavolo, e financo scambiare due parole con gli amici.

È la classica situazione in cui la gente normale sceglie i fast food… ma, ahimè, non tutti i fast food offrono grandi alternative a chi non può o non vuole ordinare un hamburger. Ok, McDonald’s ha le insalatone e si è inventato il Filet-O-Fish pensando espressamente ai cattolici in Quaresimaperò

Ecco invece cinque locali in cui in Quaresima entro a cuor leggero, consapevole di andare “a colpo sicuro” perché mi vedrò presentare un menù ricco di alternative.
Bonus numero uno: questi locali sono presenti in quasi tutte le grandi città.
Bonus numero due: non credo che siano così popolari. Ci sta che oggi scopriate qualche posto nuovo che ignoravate!
Bonus numero tre: parliamo di posti in cui piatti meatless non sono un’opzione per estrosi confinata al fondo del menù. C’è davvero tanta ampia scelta!
Bonus numero quattro: potete proporli alla comitiva senza passare per l’originale che condanna tutti gli altri a mangiare sbobbe improbabili. Sono locali normalissimi e alla moda, dove c’è cibo per tutti i gusti… compreso il vostro.

EXKI

EXKI

Questa catena di fast food nasce in Belgio nel 1999. Verso il 2004-2005 era già arrivata a Torino, aprendo un locale non distante dal liceo che frequentavo. Con ciò, Ekxi è diventata per anni LA mia meta d’elezione tutte le volte che in Quaresima mi capitava di mangiar fuori: sì, perché questo fast food eco-bio ha un menù veramente strapieno di proposte basate sulla verdura (e sulla frutta) (di stagione).
Potete ordinare un panino al volo o potete scegliere un pasto completo (con la massima libertà, perché il servizio è a self service). Quanto al menù, io ho l’impressione che nei primi tempi Ekxi ne adottasse uno quasi esclusivamente vegetariano; recentemente, hanno fatto capolino molti piatti di carne (o con affettati), il che riduce un po’ la scelta per chi si impone un menù di magro.
Comunque, è una bella catena che amo frequentare, anche per alcune sue piccole attenzioni in campo etico: il caffè proviene dalla filiera fairtrade; il cibo invenduto a fine giornata viene dato in beneficenza.

Mister Fruit & Juice Bar

MrFruit

Quando ne ha aperto uno vicino a casa mia, la prima reazione è stata: “boh?”.
Apparentemente, sembrava un enorme locale, con tavolini e sedie e seggioloni per bambini, interamente dedicato alla vendita di frullati (??).
Non mi capacitavo di come un locale del genere potesse, non dico esistere, ma anche solo esser stato pensato. Poi, mi sono resa conto che i Juice Bar non vendono solo succhi di frutta: al contrario, propongono dei menù interamente composti da frutta (e verdura), con portate che spaziano dai frullati alle zuppe calde. Insomma: vanno benissimo per una merenda nutriente, ma, volendo, ci si fa un pasto completo.
Pare che stiano riscuotendo un crescente successo e che stiano aprendo in varie località d’Italia, perlopiù sotto il marchio “Mister Fruit” o “Juice Bar”. Ho serii dubbi che sarà una moda duratura, ma finché esiste… si può sempre approfittarne.

Veggy Days

Veggy Days

C’è poco da dire: per quanto possa fare strano ritrovarsi in locali popolati da rasta no global che raccolgono firme per l’abolizione della caccia (storia di vita vissuta) (…ma non a Veggy Days), se non vuoi mangiare carne, un bar vegano è evidentemente la scelta migliore.
Ce ne sono tantissimi, qui mi limito a elencare un franchising che ha già alcuni locali (soprattutto nel Centro Italia). Ma sicuramente esisteranno bar vegani anche nella vostra città (Torino è letteralmente piena)… e potete star certi che il menù sarà tutto dalla vostra!

The King of Salad

King of Salad

Mi direte: abbella, non è che hai scoperto l’acqua calda – pure da MacDonald’s ti vendono l’insalatona.
Indubbiamente: però, a me, certa insalata fa abbastanza schifo.
La rucola mi piace, con la lattuga mi sembra di essere una mucca al pascolo; condimenti come tonno e olive sono graditi, ma i semi di mais e le noci te le tiro dietro con disgusto. Per me non è facilissimo entrare in un locale e trovare un’insalata che può piacermi. Anzi: nella maggior parte dei casi, non ci riesco proprio (…e se un’insalata non è di mio gusto, fatico davvero a buttarla giù).
Ecco perché mi trovo bene con King of Salad, che:
a)     è interamente dedicato alle insalate (con qualche incursione di altri piatti vegetali) quindi ha un menù molto più vasto rispetto alla media;
b)    ti offre la possibilità di personalizzare la tua insalata, selezionando di persona gli ingredienti che deve avere. Il top!

Subway

subway

Wikipedia ti dice che “alla fine del 2010 è diventata la più grande catena di ristorazione monomarca del mondo per numero di ristoranti, superando McDonald’s”, poi esci dal lavoro e ti trovi un Subway dietro l’angolo…e cosa pensi? Che Subway sia molto diffuso anche in Italia, no?
E invece no: mentre controllavo il sito della catena prima di scrivere questo post, ho scoperto con un certo stupore che Subway è sì diffuso in tutta Italia… ma la maggior parte dei locali sono all’interno delle basi militari NATO (ce ne sono parecchie sulla penisola, per chi non lo sapesse).
Va beh: i pochi civili che hanno la possibilità di accedere a un Subway, vadano comunque a darci un’occhiata. La formula è sostanzialmente quella del McDonald’s, con la differenza che: Subway è più buono; vende baguettes farcite, non hamburger; ha una scelta maggiore se parliamo di panini vegetariani… e ti offre la possibilità di personalizzare al 100% il tuo panino. Il che, ad esempio, può anche voler dire togliere il salame da quel panino lì, che se non fosse per quel dettaglio ti ispirerebbe proprio tanto, sostituendolo – che so – con ampie dosi di formaggio fuso.
E anche questo non è poco!

11 risposte a "Cinque “safe place” in cui mangiare sereni, se vai al fast food ma è un venerdì di Quaresima"

  1. Laura Zaccaro

    “Conoscevo” solo Subway, che però non avevo mai visto! Nella città dove frequento l’università c’è un “juice bar” che però è brandizzato Chiquita. Devo dire che mi ispira molto, ma se so già che a pochi passi ho il corner Algida con il gelato personalizzabile e quello con i prodotti tipici abruzzesi… non è una facile scelta! 😀

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    1. Lucia

      Exki invece è ottimo (a mio gusto, almeno), e lo dico io che non mi sento particolarmente ispirata da nessuna di queste alternative quaresimali ma più che altro me le faccio andar bene di necessità virtù 😉
      Capitasse di essere in giro e di vedere un Exki in lontananza mentre non si sa dove andare a mangiare, beh, a mio gusto si mangia bene (e il mio gusto è molto tradizionale e poco eco-bio, diciamo così).

      Questione “safe places”. Ehm. Posto che non ci avevo assolutamente pensato e non avrei problemi ad ammettere e correggere l’errore, ma adesso che ci mi ci fai pensare… in effetti, è un errore?
      Alle elementari avevo studiato che i termini stranieri non si usano mai al plurale in Italiano, cosicché è sbagliato scrivere smartphones o computers.
      Quindi in teoria dovrebbe essere safe place?
      Però se metto il termine tra virgolette, forse la regola è che va scritto correttamente al plurale?
      Però le mie virgolette non avevano lo scopo di indicare una citazione letterale: volevano essere un modo per mettere appunto tra virgolette un termine usato in modo scherzoso, un po’ come avrei potuto scrivere Cinque “porti sicuri” in cui mangiare etc.

      😐

      Quindi in sostanza come si dovrebbe scrivere?

      A ‘sto punto son curiosa davvero 😛

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  2. alegenoa

    Beh, non sono un Accademico della Crusca né un qualche tipo di arbiter…
    Dato che l’espressione non l’ho mai sentita usare in Italiano, mi pare strano assimilarla alla nostra lingua e alle sue regole. A orecchio mi stona. Capisco più l’usarla con la s plurale, come citazione “a caldo” di un termine in voga nel mondo anglosassone, quasi sconosciuto qui. Ma ormai quello che hai scritto hai scritto…

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    1. senm_webmrs

      Entrando nel merito di una eventuale traduzione (che dovrebbe essere “a senso”) penso che in origine il concetto di “safe place” avesse a che fare col diritto di asilo e con le “Liberties” distretti esenti dall’autorità regia https://en.wikipedia.org/wiki/Liberty_(division)
      Penso però che “cinque asili sicuri” farebbe venire in mente al lettore medio odierno solo la scuola cosiddetta dell’infanzia. Volendo proprio attenersi all’italiano “porti sicuri” sarebbe senz’altro una soluzione più efficace. Scusate l’intromissione, è giusto per non pensare alle tristizie del giorno corrente 🙂

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