Come ormai sapranno anche i sassi, questo blog s’interessa di moda, di tanto in tanto. Moda “modesta” (sul calco della modest fashion degli anglosassoni, AKA: non andare in giro mezza nuda solo perché è il trend del momento) e moda etica (AKA: non alimentare la schiavitù del nuovo millennio, indossando vestiti confezionati in condizioni di lavoro sotto il limite della decenza).
Certo: questo blog s’è messo questi paletti in fatto di moda perché la sua proprietaria è una masochista – non è facile trovare capi d’abbigliamento che rispondano a entrambe i requisiti. Soprattutto quando l’estate s’avvicina; soprattutto quando è il momento di scoprirsi per definizione: soprattutto quando c’è da andare in spiaggia, insomma.
Se nel mio scorso post avevo indicato alcune aziende di costumi da bagno 100% etiche (o quasi), a grande richiesta vengo incontro alle vostre domande proponendovi un elenco di brand, magari non proprio etici al 100%… ma che ‘nsomma sono un po’ meno peggio di altri quando si tratta di acquistare consapevolmente.
Buona lettura!
Esprit, il brand tedesco che io trovo quasi sempre da Coin o alla Rinascente, non è uno stinco di santo ma dimostra un certo interesse verso la questione sociale. Sul versante ambientale, si impegna entro il 2020 a ridurre al minimo gli scarti di produzione e ad assicurarsi che le eccedenze di tessuto vengano riciclate per produrre nuovi capi. Sul versante di tutela dei lavoratori, Esprit delocalizza sì la sua produzione nel Terzo Mondo; tuttavia, impone ai suoi fornitori esteri un codice di condotta teoricamente molto rigido, a tutela dei lavoratori impiegati. In teoria, infrazioni a questo codice di condotta comportano conseguenze pesanti per il fornitore inadempiente, ivi comprese penali da pagare. Speriamo che non siano poi parole che rimangono solo sulla carta.
- Costume da bagno monospalla, € 69,99
- Costume da bagno con stampa, € 69,99
- Costume da bagno con volant, € 69,99
Oysho è un marchio del gruppo Inditex (quello che possiede anche Zara, per capirci), il quale… aehm, come dire?, non brilla particolarmente per le condizioni di lavoro dei poveretti che confezionano i suoi capi nel Terzo Mondo.
Eppure, Inditex, come tutti i colossi della moda, ogni tanto butta lì, a mo’ di specchietto per le allodole, una collezione (una su cinquantamila…) ispirata ai criteri della sostenibilità.
Solo specchietti per le allodole, appunto, e quindi da boicottare sdegnatamente? Oppure, un ammirevole primo passo verso modelli di produzione più etici?
Mah, io personalmente propendo per la seconda – se non altro perché, vedendo che la collezione speciale effettivamente vende, questi colossi possano essere incoraggiati a procedere in tal senso. Dunque, è con un certo piacere che segnalo la linea “Join Life” di Oysho, interamente creata con materiali riciclati e trattati in modo tale da non produrre emissioni nocive (per l’ambiente e per i lavoratori). Personalmente avrei gradito un focus un po’ più alto sulla sostenibilità umana… ma meglio che niente, dai!
- Costume a fascia in tinta unita, € 39,99
- Costume in tinta unita con volant, € 45,99
- Costume a fascia con fiori sullo scollo, € 49,99
Tra i big della grande distruzione, GAP è uno di quelli che, più di tutti, da anni si distingue per il suo approccio ai temi etici e sociali. Nei contratti siglati con le ditte a cui viene subappaltata la produzione dei capi, GAP include un codice di condotta molto vincolante. Inoltre, a differenza di quanto fanno altri grandi marchi, GAP diffonde senza problemi l’elenco dei suoi fornitori e rende noti i loro dati di audit, permettendo così di verificare la correttezza delle procedure adottate.
Insomma, niente male.
- Stripe One-Piece Swimsuit, € 60,00
- High Leg One-Piece Suit, € 60,00
- Strappy Low-Back Swimsuit, € 60,00
Di Banana Republic, io ignoravo completamente due cose.
La prima: che fosse pressoché sconosciuta nel resto d’Italia. Ha un negozio a Torino, ha un negozio a Roma, io pensavo che ci fosse più o meno in tutte le grandi città… e invece no: c’è solo in quelle da cui transito io, apparentemente. Vabbeh: capitolini, sabaudi, siate avvisati.
La seconda cosa che assolutamente non conoscevo: che la proprietà del brand fosse sempre di GAP. Ergo: valgono per Banana Republic tutte le belle cose elencate sopra.
Avviso per i cuori deboli: costa un occhio della testa, eh. Spesso la si trova in offerta su siti come Privalia o SaldiPrivati, e lì, con un po’ di fortuna, si riescono a fare dei buoni affari. Io intanto ve la segnalo.
- Costume Mayfair, € 229,95
- Costume Kelly, € 167,00
- Costume Zaha, € 221,00
Petit Bateau nasce nel 1893 in Francia… e lì rimane, insistentemente. In questo senso: il brand, rivolto alla produzione di vestiti per bambini, sì, ma con un occhio anche alle mamme, gestisce in prima persona buona parte della sua produzione, in fabbriche francesi e nel Maghreb (ma sempre di sua diretta proprietà – il che è ovviamente garanzia di condizioni di lavoro decenti, se non altro per questioni di immagine). Solo il 20% della produzione è delocalizzato in aziende fornitrici terze, le quali dovrebbero essere in ogni caso vincolate da un codice di condotta sottoscritto in sede di stipula del contratto.
Diciamo che a me rincuora, più che altro, l’80% non delocalizzato, ecco.
- Costume da bagno millerighe, € 59,00
- Costume intero a righe, € 75,00
- Costume da bagno stampato bianco, € 85,00
Segnalazione Bonus: H&M… ma con alcuni “ma”.
Il primo, è che H&M ha ancora molta strada da fare.
Un po’ come quanto accade per Oysho/Inditex, l’azienda svedese ha arricchito la sua offerta con una collezione improntata ai criteri di sostenibilità: sto parlando della linea Conscious, riconoscibile a colpo d’occhio nei negozi perché il cartellino col prezzo è di colore verde.
In teoria, i capi di questa collezione dovrebbero essere prodotti con energie rinnovabile, senza rilasciare nell’ambiente scarti di lavorazioni eccessivamente tossiche, e in condizioni di lavoro decenti. All’atto pratico, pare che non tutto sia così rose e fiori, nemmeno per quanto riguarda la ristretta cerchia dei prodotti “coscienziosi”: non ho ancora visto, ma vi segnalo sulla fiducia, questo documentario che analizza la questione. Però, come dicevo sopra per Oysho: è quantomeno un inizio, anche se altamente perfettibile.
Il secondo “ma”: qui fino ad adesso abbiamo parlato di costumi da bagno; ad oggi, non ne vedo nessuno all’interno della linea Conscious. In ogni caso ve la linko lo stesso, anche perché ci sono alcune cose molto sfiziose perfette per essere usate come prendisole!
- Abito a spalle scoperte, € 9,99
- Abito in lyocell, € 34,99
- Abito smanicato, € 14,99