Veramente il croissant fu inventato per commemorare la vittoria cristiana sui Turchi?

Talvolta, le fake news nascono e si diffondono in modo innocente e privo di secondi fini. Direi che potrebbe essere questo il caso di una fake news a tema storico che probabilmente conoscete bene: negli ultimi tempi, la storiella ha riscosso una certa simpatia nell’Internet cattolico.

Sto parlando della leggenda dietro alla nascita del croissant; quella che la vorrebbe legata a una vittoria cristiana contro i Turchi. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, ecco a voi un sunto della storiella.

Correva l’anno 1683, e i Turchi stavano assediando la città di Vienna. E questo è vero.
Tutto quello che segue, invece, è leggenda. Dice la storiella che gli Ottomani avessero ideato un modo ingegnoso per penetrare le mura della città: assai furbamente, gli assedianti avevano deciso di scavare dei cunicoli sotterranei per sbucare già all’interno della città.
Un piano ingegnoso, che fu però smascherato quando, in piena notte, nel silenzio generale, il rumore delle picconate sotterranee, ormai vicine al livello del suolo, fu avvertito dagli unici Viennesi che erano svegli a quell’ora improbabile: e cioè i panettieri, che si stavano recando al forno per preparare il pane. I fornai diedero l’allarme, l’attacco ottomano fu prontamente respinto e, in ricordo di quel giorno glorioso, i panettieri viennesi cominciarono a produrre dolcetti a forma di mezzaluna, per irridere la mezzaluna araba sconfitta.
In un’altra variante della leggenda, ad accorgersi dell’imminente attacco fu un fornaio solo, al quale – dopo la vittoria – le autorità viennesi diedero il permesso di brevettare e produrre in esclusiva il famoso dolce a mezzaluna, che divenne popolarissimo e permise al giovane di arricchirsi.

Tutto molto suggestivo, ma tutto completamente falso. Non solo non esistono documenti di alcun tipo in grado di confermare gli eventi che ho descritto, ma anzi le fonti in nostro possesso forniscono informazioni contrastanti rispetto a quelle date da questa storia. Se infatti la leggenda ci descrive le mura di Vienna come roccaforti solide e inespugnabili, tali da costringere i Turchi a trasformarsi in talpe umane per aggirarle da sotto, la realtà storica ci racconta di mura che, erose dagli attacchi, erano in procinto di cadere. La popolazione di Vienna si stava già attrezzando per combattere in mezzo alle strade: altro che attacco a sorpresa sventato dai fornai!

Ma soprattutto: il croissant, come lo intendiamo noi moderni, nasce nel 1838 presso la Boulangerie viennoise di Parigi, quando il pasticcere austriaco August Zang ha l’intuizione di ricreare, in pasta lievitata, quel dolcetto ricurvo fatto di pasta frolla che è il Kipferl, amatissimo in Austria.
Se proprio, il “dolcetto a mezzaluna” creato dagli Austriaci avrebbe dovuto essere quest’ultimo. Sennonché – come fa notare Alessandro Marzo Magno nel suo saggio Il genio del gusto – sappiamo per certo che Kipferl a mezzaluna esistevano già da mo’. Fonti del XII secolo testimoniano la presenza di dolcetti ricurvi in tutta l’Austria e la Germania meridionale, e sappiamo pure che nel 1227 i fornai viennesi prepararono Kipferl per l’arciduca Leopoldo, che li gustò con entusiasmo.

Kipferl
Kipferl viennesi a mezzaluna

Insomma: l’associazione tra dolcetti ricurvi e mezzaluna araba è un’invenzione moderna; e – a occhio – mi pare che questa fake news abbia trovato grande impulso negli anni immediatamente successivo agli attacchi terroristici dell’11 settembre (o forse fu semplicemente l’avvento del Web 2.0, in quello stesso periodo storico, a renderla virale con maggior facilità).

Un’altra associazione fatta a posteriori, non sorretta da basi storiche e (quasi del tutto) priva di fondamento è quella per cui anche il cappuccino sarebbe nato nello stesso contesto. In particolar modo, sarebbe stato inventato per onorare Marco d’Aviano, il frate cappuccino che, nel corso dei mesi di assedio, fornì sostegno religioso, morale e politico alla popolazione.
Il beato Marco d’Aviano fu sicuramente osannato dai Viennesi, e si disse addirittura che la vittoria contro i Turchi era stata in gran parte “sua”. Però, non esiste alcuna fonte storica che parli di una associazione tra la bevanda e il religioso.

Peraltro, il cappuccino così come lo intendiamo oggi non esisteva, ai tempi; né mai avrebbe potuto esistere, perché all’epoca non era facile rendere schiumoso il latte (e, tutto sommato, nessuno aveva l’aria di sentire la mancanza della cosa).
Esisteva però il Kapuziner, una bevanda effettivamente molto amata in Austria, che consisteva in un caffè con sopra uno sbuffo di panna montata. Che questa bevanda debba il suo nome ai frati cappuccini, è un fatto su cui tutte le fonti concordano: il marrone del caffè e il bianco della panna richiamavano il colore della tonaca e del cordone della loro veste.

L’immagine di un Kapuziner presa in prestito dal sito della Krups, che offre anche la ricetta per ricrearlo in casa

Effettivamente, il Kapuziner nasce a Vienna qualche decennio dopo la sua liberazione dai Turchi, e sarebbe anche molto suggestivo poterlo immaginare come un omaggio al coraggioso frate friulano. Purtroppo, però, non esiste una singola fonte storica che citi, o anche solo ipotizzi, una associazione tra la bevanda e il religioso: tutti concordano nel dire che il Kapuziner si chiamava così perché simile all’abito dei cappuccini… ma dei cappuccini in generale: non di un eroico cappuccino nello specifico.

La storiella che lo descrive come un all’eroismo di Marco d’Aviano è recente, recentissima: recente quanto me. Comincia a circolare – chissà perché – verso la metà degli anni ’80.

Insomma: mi spiace deludervi, ma se oggi al bar avete ordinato cornetto e cappuccino per commemorare la vittoria alla Battaglia di Vienna, sappiate che l’avete fatto un po’ a caso.
In compenso, io mi compiaccio tutte le volte che, al bar, ordino un cappuccino. Non c’entra niente con Marco d’Aviano, ma ehi: è comunque un sorso di Cattolicità!

27 risposte a "Veramente il croissant fu inventato per commemorare la vittoria cristiana sui Turchi?"

  1. Celia

    Post interessante e gustoso 🙂
    Secondo me però, premesso che il fatto specifico è una bufala, non sarebbe così strano creare un “ricordino” di certi eventi che abbia una forma tipica dell’avversario, anziché del vincitore: è un po’ come dire “Oh Turco, fatti in là e non attaccarmi ‘ché se voglio me te magno a colazione” 😉
    Insomma, hai usato il verbo irridere e secondo me è proprio quello giusto. Gli uomini del resto son più propensi a denigrare ciò che odiano che ad esaltare ciò che amano, purtroppo.

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    1. Lucia

      Sì, il senso di irrisione verso il nemico certamente l’ho capito, ma… non so. Riprodurre un simbolo religioso (o comunque un simbolo, fosse anche un biscotto a forma di svastica nazista per dire), mi sembra troppo. Alla fin fine, il simbolo veicola il messaggio, e secondo me nessuno avrebbe voluto voler vedere un’invasione di mezzalune arabe nelle vetrine di Vienna, in quel contesto.
      Qualcosa di più irrisorio (appunto) lo capirei, ma il simbolo in sè, anche se poi te lo magni…

      Tornando all’esempio della svastica, io con la svastica nazista mi ci posso pure pulire il sedere in bagno 😅 ma non per questo mi sembrerebbe normale vedere un rotolo di carta igienica con la svastica sopra – anche se il suo uso sarebbe evidente. Si fa comunque circolare un simbolo, e i simboli dei nemici non credo li abbia mai fatti circolare nessuno dopo la vittoria 🤔 (Se non, al limite, mutilati e vilipesi, ma non sarebbe questo il caso del croissant)

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      1. Celia

        Discorso interessante, e probabilmente non c’è modo di dirimere la questione se non indagandola caso per caso… peccato non poter fare un salto nell’immediato “dopoguerra” viennese!
        Così del tutto random, mi hai fatto venire in mente i manifesti dei centri sociali appesi al contrario nel bagno (appunto) della sede di CasaPound.
        Poi – che belle immagini 😀 – la carta igienica con la svastica nazista non la userei, perché anche se è un simbolo specifico mi ricorda troppo da vicino lo swastika “normale”, e dunque no. Ma se avesse ad esempio disegnato il logo del Pd… arrr, no, niente, mi darebbe fastidio lo stesso, è una vigliaccata inutile.
        Bando alla carta igienica, un fagottino al cioccolato con su il logo del Pd barrato da una bella linea rossa, quello sì.

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        1. Lucia

          😂

          Eh, però vedi: lo dici anche tu, bisogna barrarlo con una riga rossa, il logo. Sennò ti stai solo mangiando un fagottino con sopra il logo del PD che sembra pure ‘na roba elogiativa volendo, un tributo.

          Un dolce a forma di mezzaluna spezzata in due, o qualcosa del genere, sicuramente “me lo sarei visto bene”. Però il simbolo del nemico va sempre annientato o sbeffeggiato, sennò gli resta un valore simbolico troppo grande.

          Sarebbe interessante studiare il fenomeno caso per caso, sì. Però, in linea di massima, secondo me è così 😐

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          1. Celia

            Possiamo studiare la faccenda al tavolino di un bar. Anzi, ad un tavolo lungo, così ci piazziamo sopra manuali, cuscini e c’è spazio per tanto tanto cibo.
            Come si dice, Cristo o Maometto purché se magna… ah, non era così? 😉

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          2. Elisabetta

            Interessante perché il simbolo rimanda sempre a quello che simboleggia. Quindi nella comunicazione analogica il simbolo rimanda a quella cosa lì. Secondo me hai ragione. Una mezzaluna per sbeffeggiare i Turchi non ha senso. La mezzaluna avrebbe rimandato all’Islam comunque. Sarebbe stato più adeguato appunto un dolce con la croce..del genere In hoc signo vinces.
            Barrare il simbolo è comunque rimandare in prima istanza al simbolo stesso. Per esempio se barri una sigaretta tu in prima istanza pensi al fumo e poi al fatto che non devi fumare. In effetti se sei tabagista vedere tutte queste sigarette sui muri potrebbe anche farti venire voglia di fumare. Similmente, se io ti dico:”Non pensare agli elefanti rosa!” Tu probabilmente te li sei visualizzata nella mente anche se ho detto “non” prima.

            Tecnicamente il cornetto diventa triangolare perchè quando lo arrotoli ( e devi arrotolarlo perché così
            fai strati su strati) assume quella forma 😛 e poi per fargli occupare meno spazio e renderlo meno fragile lo ovalizzano e diventa una mezzaluna…
            Però la leggenda sulla sua origine mi piace molto.

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      2. mikahel369

        Un giorno, cara Lucia, capirai che l’Islam non è il nemico, ma casomai un amico che restaura ciò che è andato perso.
        Se hai mai studiato l’Islam, in modo opportuno, non potrai non concordare che i valori sono gli stessi dei primi Cristiani, non così le usanze.
        I nemici dei cattolici, ma ancor prima dei Cristiani, sono coloro che non credono in nulla.

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        1. Lucia

          Ma mica nemico per me 😅 “nemico” per i Viennesi dell’epoca che ci stavano letteralmente facendo la guerra.

          L’Islam lo conosco poco, meno di quanto vorrei, penso sicuramente di aver afferrato che è una realtà estremamente complessa, con scuole di pensiero anche molto diverse al suo interno. Ovvio che sarebbe auspicabile una realtà in cui nessuna delle religioni definisce “nemica” le altre e anzi magari ci instaura pure dei rapporti di buon vicinato (senza per questo venir meno alla dottrina ovviamente).
          Certo è che ultimamente viviamo in un’epoca in cui le guerre di religione hanno ripreso vigore manco fossimo i protagonisti di un libro di Storia… 😐

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          1. mikahel369

            Non ci sono guerre di religione o tra religioni, ma guerra alle religioni. Ed i nemici sono subdoli ed infingardi, volgono il loro dito dove vogliono farci guardare e ci mettono l’uno contro l’altro. Mai sentito parlare di Bella Dodd?
            Buono studio Lucia.

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          2. Lucia

            Bella Dodd la conosco bene e concordo senz’altro sul fatto che molti poteri hanno interesse a mandare in crisi le religioni. Però, ad esempio, nel caso eclatante dell’ISIS, tu dici che tutti i combattenti e simpatizzanti dello Stato Islamico sono in realtà infiltrati mandati lì a tavolino?

            Perché sennò, se tu pigli e inizi a fare attentati in giro nel nome della religione X, o ti unisci a quelli che hanno fatto attentati perché tutto sommato te pareva una buona idea, è chiaro che un problema religioso c’è. Ammettiamo pure che tu sia eretico e stia dando una interpretazione erronea della dottrina: resta il fatto che anche quello è un problema, eventualmente con l’aggiunta dello strazio dei tuoi “correligionari” che assistono impotenti.

            (Adesso stacco ma poi ritorno eh :D)

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          3. mikahel369

            Conosci Bella Dodd? Allora non ne hai accettato la storia, altrimenti come potresti parlare di nemici nell’Islam e di Isis (sei anche convinta che il 11/9 sia opera di quattro scemi con i coltellini spuntati? ) Possibile una persona che segue la religione come te non riesca a vedere il disegno in modo chiaro?
            Ti faccio la stessa domanda che feci a mio padre (militante cattolico), credi in Satana?

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        2. Elisabetta

          Gli atei non sono nostri nemici ma nostri fratelli così come i musulmani i buddisti ecc.
          Gesù è morto per tutti anche per i pagani, gli ebrei ecc.
          Trovo molto pericoloso dividere il mondo fra chi crede e chi no perché implica che all’interno del credere tutte le persone abbiano la stessa idea di Dio…e che all’interno dell’ateismo tutti siano ugualmente laici con le stesse idee, senza dubbi e sfumature.
          Te lo dico perché a volte ci sono atei che non hanno compreso il messaggio del Vangelo o non ne sono venuti in contatto per scelte familiari che nella vita di tutti i giorni di fatto amano gli altri come se stessi (pensa ai volontari laici di emergency, pensa a oscar schibdler, un cristiano poco praticante e donnaiolo e cosa ha fatto per persone di altre religione) e magari musulmani che professano di credere in Dio e poi sono delinquenti (non sto dicendo che i musulmani lo siano tutti! Dico che la delinquenza non diepende dalla religione). Idem ci sono anche cattolici che vanno solo a messa e hanno ricchezze di diverso tipo che non condividono con nessuno e dà loro fastidio persino chi chiede l’elemosina……Dio opera per strade misteriose e usa anche chi non crede in lui!!!
          Credo che il discorso di Lucia vada appunto contestualizzato a come potesse vedere l’islam un europeo dell’epoca e non si riferisse all’oggi i cui appunto certe categorizzazioni sono superate.

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          1. mikahel369

            Elisabetta, su quel che dici riguardo ai miscredenti sono sommariamente d’accordo, ne ho anche scritto un articolo di recente, ma io intendevo coloro che perseguitano i credenti (coloro che non credono in nulla, nemmeno nell’uguaglianza tra le persone), non coloro che quando pensano a Dio hanno in mente una concetto di Dio esteriore che non cozza con la loro idea di Dio interiore. Se si puntualizzasse sul concetto di credo, ti assicuro che ne troveremmo ben pochi di veri credenti in giro per il mondo.

            Per il, resto, se posso darti un suggerimento ma senza alcuna pressione, quando ti rivolgi ad un non Cattolico, non te ne uscire con la frase perché sarebbe morto Gesù, perché inneschi una inutile discussione religiosa che per chat è alquanto noiosa e logorante da fare. Faccio finta che non lo hai scritto e non ti rispondo a ciò.

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          2. Lucia

            Elisabetta, ovviamente non è mai possibile fare di tutta l’erba un fascio, in particolar modo quando si parla dell’enorme e sfaccettato universo dei non credenti. Però capisco in che senso Mikahel369 parli di atei a cui farebbe comodo distruggere le religioni, perché indubbiamente movimenti di pensiero come questi esistono e senz’altro sono esistiti in passato.
            E sarebbe molto bello se le varie confessioni religiose riuscissero a fare fronte comune in questo senso, tipo le belle scene di protestanti e cattolici che in America collaborano a difesa della causa pro life per dire. Detto ciò, sì, io ovviamente mi riferivo al contesto dell’epoca, in cui l’Islam era un nemico a tutti gli effetti ma proprio nel senso di nemico militare… stava assediando una città, voglio dire… 😀

            Mikahel369, ehm, sì: sono una storica e un’archivista; per me, la verità storica su un fatto è quella comunemente accettata dalla comunità internazionale, fintantoché non spuntano fuori fonti incontestabili, possibilmente a carattere documentario, in grado di dimostrare il contrario. Cosa che non di frequente accade (beh, ogni tanto sì). Visto il lavoro che faccio, se non ragionassi così starei messa male ma male male 😛

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          3. mikahel369

            Mi pare di averti mostrato una fonte, quella di Putin citata su un giornale israeliano per giunta. Ma se per fonti parli di quelle “ufficiali” non le avrai mai, mia cara. Bella Dodd, oltre a svelare l’arcano disegno che ha portato al comunismo di WS, parla della perversione del tuo cattolicesimo, cosa simile a quella perpetrata nell’islam tramite il Wahabismo, che non è certo un moto spontaneo.
            La comunità internazionale è quella che ti stipendia?
            Non aggiungo altro, perché rischierei di irritarti, però devo dire il tuo atteggiamento un pochino irrita me…Ma io me lo faccio passare facilmente.
            Sei una credente, anzi sei una timorata? Non credere che una ragazzina (per complimento in questo caso) non possa contribuire in modo sostanziale ad un rinnovò della fede aprendo gli occhi alla gente, molla questo mondo putrido e temporale… Come diceva San Wojtila? … ah si “abbiate coraggio”!

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  2. mikahel369

    Ceedo di averla propagata.
    Però su Marco è vero che ci fu lui e che gli fu intitolata la vittoria, ma la vittoria e di Dio o Allah che dir si voglia, non del frate.
    Gli Ottomani avevano sino ad allora l’uso di portare con loro un Servo di Dio/Allah che poteva sostenerli e suggerirli, quella volta non lo fecere, divennero esuberanti ed arroganti e così persero Venezia e quindi Roma (Vienna era una tappa).
    Ma timsbagli, il Cappuccino io lo faccio senza macchinetta elettrica, viene altrettanto bene, basta scaldare bene il latte e agitarlo con un apposito pistoncino, nulla di più semplice.
    Anche se non fú inventato per quel motivo il Cappuccino, credo però che l’abbinamento Cornetto o Mezzaluna più Cappuccino lo ricordi e si fa bene ricordarlo all’Islam.
    Però, permettimi di dire che il cattolicesimo, proprio non c’entra nulla, casomai il Cristianesimo.

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    1. Lucia

      “Cattolicesimo” era riferito solo alla genesi del cappuccino, che deve il nome all’abito religioso dei frati. Una bevanda che deve il suo nome alla somiglianza visiva con un gruppo di religiosi dà proprio la misura di come la Chiesa (ovviamente cattolica, in questo caso) fosse presente nella quotidianità 🙂

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  3. Luca

    Molto interessante, grazie Lucia! Non conoscevo neanche io queste correlazioni tra cornetto/cappuccino e l’antichità! Ho trovato interesante la storia sull’origine del cappuccino: anche io ho sempre pensato che dovesse avere un qualche fondamento religioso, e come te mi piace pensare che in fondo ci sia un fondo di Cattolicità; per quanto riguarda il cornetto, invece… beh, mica si può avere sempre tutto, no? 😉 Non ne faccio un drdamma, e mi adeguo… Buon pomeriggio! 🙂

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  4. blogdibarbara

    Sulla “battaglia di Vienna” – fra virgolette perché in realtà non è esattamente così che andarono le cose – a chi fosse interessato suggerisco l’ottimo “Il Nemico alle porte” di Andrew Wheatcroft, Mondadori.
    Quanto al cappuccino, il nome non potrebbe derivare, molto più semplicemente, dal fatto che sopra il caffè si mette un cappuccio di latte?

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    1. Lucia

      In teoria sì, però pare che già la gente del Settecento facesse l’associazione tra il cappuccino e la veste del frate. Quindi, comunque sia nato il nome, l’associazione mentale è di vecchia data!

      Il nemico alle porte lo conoscevo di nome, non l’ho mai letto, ma me l’hanno consigliato anche su Facebook, quindi ormai lo prendo come un segno e corro in biblioteca! 😉 Grazie!

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  5. zimisce

    Una piccola precisazione di tipo tattico.
    La storia del tunnel scoperto dal panettiere può essere una leggenda, ma non è affatto in contraddizione con il fatto delle mura ridotte ormai a un colabrodo.
    In quel momento storico le mura delle città erano ormai studiate per resistere anche ad assedi portati avanti da eserciti dotati di artiglieria. Vari tipi di pianta a stella (del tipo della fortezza di Palmanova), permettevano di non offrire ai cannoni una superficie da colpire perpendicolarmente. I muri erano spesso doppi, con l’intercapedine riempita di terra, che frenava facilmente le palle che riuscivano ad arrivare a segno.
    Quindi, il modo più efficiente (be’, il meno inefficiente) per prendere una fortezza era quello di scavare lunghi tunnel sotterranei, al riparo dalle cannonate e dalle granate dei difensori, che arrivassero proprio sotto le mura, per poi farli saltare con una carica. Così interi blocchi di mura sprofondavano nelle voragini.

    A Vienna in quei mesi avvenne una vera guerra sotterranea, con tutti i cittadini impegnati ad osservare la più piccola vibrazione per individuare dove i Turchi stavano scavando, e con i difensori che cercavano di intercettarli, spesso scavando dei ‘contro-tunnel’ per far saltare la galleria nemica prima che arrivasse sotto le mura. Credo fu quanto di più vicino ad una guerra di logoramento che l’Europa abbia mai sperimentato prima del 1914. Ci sono storie terribili, come quelle cui due gruppi di scavatori avversi si incontrano sottoterra e cominciano ad ammazzarsi a picconate.

    Dopo mesi in queste condizioni i Turchi erano però effettivamente rusciti a far crollare gran parte delle mura di Vienna e stavano preparando l’assalto finale, che fu scongiurato solo dall’arrivo di un esercito di coalizione che attaccò l’esercito ottomano già stanco per l’assedio. Essenziale fu la famosa carica dei cavalieri polacchi (il che non impedì all’Austria di partecipare alla spartizione del loro regno qualche decennio dopo).

    Quindi ecco, la storia del panettiere può essere romanzata, ma l’ambientazione è credibile.

    P.S. Se qualcuno vuole approfondire la storia di quell’assedio consiglio questo video, prodotto da un canale Youtube che racconta la storia a cartoni animati (disegni molto grossolani ma ricostruzione rigorosa).

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