Storia e Folklore
C’è stato un tempo in cui, nella notte del 31 ottobre, non erano le zucche a dominare i mercati, bensì le mele. Rosse, lucenti, piene di simbolismo: se venivano vendute il 31 ottobre, prendevano il nome di Allan apples.
E, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, erano ovviamente mele magiche!
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Nel 2003 il Brasile ha provato a sostituire Halloween con il “Dia do Saci”, festa patriottica dedicata a un folletto dispettoso del folklore locale. Il risultato, prevedibilmente, è stato un fiasco tragicomico.
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Ben prima che le zucche si imponessero, Halloween sapeva di burro e spezie. Sono questi gli ingredienti principali delle “soul cakes”, i tradizionali dolcetti che, nella notte di Halloween, venivano offerti ai questuanti in cambio di preghiere per i morti della propria famiglia.
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Si dice in Russia che, di notte, la foresta respiri come un unico corpo vivo, e che dietro quel respiro si nasconda lui: il re del bosco, il Lešij. A volte guida i lupi, a volte rapisce fanciulle, altre volte si diverte a far smarrire i viandanti con risate che possono uccidere. È un demone, un nume tutelare, o l’eco dei fuggiaschi che si nascondevano nei boschi per sfuggire alla giustizia? Forse, è tutte queste cose insieme.
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Dietro ogni giorno rosso del calendario c’è una storia di potere, devozione e compromessi tra Stato e Chiesa. Dall’editto di Amedeo VIII di Savoia nel 1430 alle festività soppresse dal governo Andreotti, una (non poi così) breve storia delle feste religiose con effetti civili, in Italia
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Dal nome antico di settembre – Haligmonað – al canto della fenice che rinasce come la natura quando si riscuote dal torpore dell’inverno: gli Angli e i Sassoni vedevano nel mese del raccolto una soglia sacra, sospesa tra abbondanza e inverno.
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Un uomo, una montagna proibita e un voto da sciogliere. Di come, nel 1358, Bonifacio Roero scalò il Rocciamelone (3.538 metri inesplorati di ghiaccio e roccia) diventando, senza saperlo, il primo alpinista della storia.
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Quant’è bella e romantica ed emozionante, la leggenda millenaria del cielo che ogni anno, nella notte del 10 agosto, piange le sue lacrime sottoforma di stelle cadenti per ricordare il martirio di san Lorenzo: non è vero?
Ecco, il problema è proprio questo, cioè che tecnicamente non è vero. La più antica associazione tra lo sciame meteorico delle Perseidi e il santo del 10 agosto data al 1827.
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Amatissima dai Messicani, la Madonna di Ocotlán trova negli antropologi dei fan inaspettati. Perché tra la Vergine di Ocotlán e la divinità pagana di Xochiquetzalli vi sono somiglianze così evidenti da balzare agli occhi persino ai frati dei secoli passati, che commentarono senza mezzi termini quest’analogia. Davvero la Madonna era stata sagace, e buona, nello scegliere di manifestarsi agli indios in forme e modi che loro avrebbero immediatamente saputo riconoscere!
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Come spiegare a dei genitori titubanti che le scuole sono un gran bel posto in cui mandare i propri figli?
Nell’Ottocento, anche così.
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Una penna spuntata 