Perché si regalano le mimose all’8 marzo?
La risposta è così banale da essere demitizzante; ma, nel suo piccolo, è comunque capace di dare un po’ di spessore al mazzolino profumato che state per regalare, o per ricevere.
Read More…Storia e Folklore
La risposta è così banale da essere demitizzante; ma, nel suo piccolo, è comunque capace di dare un po’ di spessore al mazzolino profumato che state per regalare, o per ricevere.
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Perché quello di Santo Stefano, a quanto pare, è il giorno propizio per sottoporre a salasso i propri animali. Sapevatelo.
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Fino all’anno 274 d.C., il Sol Invictus era un dio siriano semisconosciuto che viveva dentro un sasso (e anche dopo non è che abbia avuto chissà quale grande successo di popolo). E non sappiamo nemmeno se la sua nascita fosse festeggiata davvero il 25 dicembre: insomma, ‘sta teoria sul Natale che soppianta artatamente la festa pagana proprio non regge.
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Una moda relativamente antica, che nasce nella tarda età vittoriana, e che fu duramente contestata dalla comunità accademica dell’epoca. Dando origine a un dibattito che è sorprendentemente attuale ai nostri occhi.
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Letteralmente, eh. San Viano è davvero noto per aver miracolosamente generato un cavolo: il Cavolo di San Viano, per l’appunto.
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Di norma, trasportare a passo di corsa sul cucuzzolo di una montagna dei tronchi mastodontici dal peso di 4 quintali non è esattamente quel tipo di passatempo cui la gente ama dedicarsi in un giorno di festa. E allora, da dove caspita nasce la tradizionale corsa dei ceri di Gubbio?
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In origine, fu la versione fascista della Festa dei Lavoratori, troppo legata al PSI per poter essere tollerata nell’Italia del Ventennio. Gradualmente, si trasformò nel giorno in cui il Fascismo celebrava le glorie di Roma Antica: una Roma Antica mitizzata al punto tale da trasformarsi in un qualcosa… di assai bizzarro.
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In cui si narra di un miracolo operato da santa Edvige; che però, paradossalmente, non è la parte più interessante di questa storia.
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Non vi sembri blasfema l’immagine di copertina: a Napoli, c’è per davvero una Madonna con le scarpe rotte.
Avete mai sentito parlare della Madonna delle Scarpette Consumate?
Nel IV secolo, si chiamava “Hypapante”, e non era di per sé una festa strettamente mariana; lo divenne però nella Francia del VIII secolo (e, per qualche tempo, questo fece sì che la ricorrenza del 2 febbraio fosse vissuta come una sorta della festa della mamma ante litteram). Vi ho incuriositi?
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