Maria Lorenza Longo, la nobildonna che creò un ospedale per sifilitici nella Napoli del Cinquecento

Se sei una gentildonna tardomedievale e vieni avvelenata da una domestica infedele che ti versa nel nel bicchiere una specie di pozione magica che tutto d’un tratto ti fa stramazzare in terra colta da paresi tetraplegica – e se questo avvelenamento degno della strega di Biancaneve inaugura la sfortunata serie di prodigiosi eventi che determineranno un giorno l’aprirsi del tuo processo di canonizzazione… beh, diciamolo pure: sei esattamente quel tipo di persona destinata prima o poi a fare una comparsata tra le pagine del mio blog.

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Bartolomeo e il drago

Una delle più antiche cronache di una lotta tra un santo e un drago? È quella che vede protagonista san Bartolomeo apostolo (spalleggiato da Gesù!), nell’atto di sottomettere il temibile drago Beliar.

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Di come san Giulio sconfisse il drago del lago d’Orta

Da questa antichissima leggenda prende il nome l’Isola di San Giulio, che s’affaccia sul lago d’Orta a circa 400 chilometri dalla costa. All’interno dell’isola, si trovano oggi una basilica, un monastero di clausura… e persino un gigantesco osso vertebrale, che la tradizione locale attribuisce al drago coraggiosamente ucciso dal santo!

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La triste storia del demone che mal pensò di possedere un carpentiere, non riuscì più a uscirne e non ottenne mai di essere esorcizzato

E diciamolo: se sei un demone e persino il Curato d’Ars rifiuta di darti credito e di esorcizzarti, vuol dire che stai davvero facendo male il tuo lavoro.

La strana storia di Antoine Gay e della sua “possessione demoniaca”: che era in realtà una malattia mentale, evidentemente (ma che, nella tragedia, fa morir dal ridere sul serio!)

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La chiesa di santa Dinfna a Geel: là dove i malati mentali vivevano una vita normale – nel pieno Medioevo!

Una storia che sembra impossibile: e no, non sto parlando della vita della santa (che ha sicuramente un carattere leggendario). La parte più inverosimile di questa storia sta proprio nella Storia con la S maiuscola, quella cioè che trova conferma in una molteplicità di fonti archivistiche sparpagliate uniformemente attraverso otto secoli di documentazione. Perché, sì: nella piccola città di Geel, i malati mentali godevano davvero di un’assistenza del tutto fuori dal comune, per l’epoca.

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