Intervista alla me medesima diciassettenne, in un sogno di una notte di mezza estate

È il 28 giugno 2022: la data in cui la signora potrà dire ufficialmente di aver trascorso la maggior parte della sua vita a fare la blogger. Aveva diciassette anni e quarantasette giorni, quando ha pubblicato il primo post su questi schermi, e da quel giorno lontano sono trascorsi diciassette anni e quarantotto giorni esatti. Ché qui abbiamo fatto i conti con precisione, se non si fosse capito.

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La memoria delle vittime

Marco, chiamiamolo così, andava a prostitute. Che non è una bella cosa da fare, anche se qualcuno avrebbe probabilmente detto che pagare una professionista è pur sempre il male minore, se l’alternativa è sedurre le ragazze del borgo con false promesse e poi abbandonarle, svergognate e magari incinte, non appena ti trasferiscono in un’altra caserma.
Sarà.
Fatto sta che Marco andava a prostitute, anche se “era un bravo ragazzo, salutava sempre!”, come ebbero poi a dire i suoi conoscenti all’ufficiale medico che indagava sulla vicenda.

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La Seconda Guerra Mondiale e la polinesificazione delle nostre estati

Cocco, sabbia dorata, palmizi ombrosi, surfisti che solcano le onde e, magari, anche qualche bella camicia Hawaiana.
Scommetto che è più o meno questa, la vostra idea mentale di estate.

Vi siete mai chiesti come mai sia così, per gente che vive in un posto in cui le palme da cocco non esistono e, spesso, la sabbia dorata bisogna comprarla a caro prezzo per mascherare coste sassose?

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Il Coso del Mistero, 9

Quest’anno, direi che la barca di San Pietro ha problemi grossi, ma grossi grossi.

Non è un commento sullo stato della Chiesa ma bensì una considerazione spontanea sul modo in cui è apparsa ai miei occhi, stamattina, la mia tradizionale “barca di San Pietro” creata con la chiara d’uovo.

C’ha uno squarcio enorme in mezzo alle vele, e io adesso mi immagino San Pietro che pagaia come un pazzo, remi in mano, per riuscire a tornare a riva.

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Alla scoperta degli Acquariani, i paleocristiani astemi che si rifiutavano di consacrare il vino

Ma non solo: c’è stato anche chi consacrava pane e formaggio, chi distribuiva pane e sale, chi riempiva il calice con olio, latte o miele. Persino San Tommaso apostolo, se dovessimo dar retta ai suoi “Atti” apocrifici, doveva essersi distratto un po’ durante l’Ultima Cena, visto che, al momento di celebrare l’eucaresia consacrava – a detta degli Atti – pane indiano e verdurine miste.

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