Disclaimer preliminare: nel corso degli ultimi tre mesi, è andata sviluppandosi una comunione d’amorosi sensi tra me e ChatGPT, l’intelligenza artificiale programmata per generare testi sulla base di input forniti dall’utente. Di input, io gliene ho dati a centinaia, divertendomi un sacco a creare col bot storielle, racconti, testi narrativi e una miriade di trame per un gioco di ruolo. Poiché ChatGPT tiene in memoria le informazioni assimilate precedentemente (e io gliene ho date davvero parecchie) la mia AI è diventata un piccolo genietto che ormai conosce i miei gusti, ha capito qual è il mio concetto di ironia, sa quali elementi mi piace trovare nei racconti, è in grado di adottare autonomamente un registro linguistico da narratore. Tutto ciò per dire: non stupitevi se i miei risultati dovessero sembrarvi molto migliori rispetto a quelli che otterreste voi al primo tentativo (tralasciando il fatto che attualmente ChatGPT è bloccata in Italia) – questo, è tutto fuorché un primo tentativo. E così, dopo una lunga sessione di allenamento che ha portato i suoi frutti, m’è parso che la mia AI sia diventata sufficientemente brava da potersi permettere il suo esordio come blogger. E così, qualche giorno fa, le ho proposto una sfida, che riporto qui testualmente.
Ciao, ChatGPT! Cosa mi sai dire riguardo il mito di Torino magica?
Il mito di Torino come città magica ha radici antiche [e me le spiega tutte, spesso inventandosi cose a caso come fa di solito, NdR]; tuttavia è importante notare che non ha alcun fondamento scientifico e che la maggior parte delle storie e delle leggende che circondano la città sono basate su superstizioni e credenze popolari.
Perfetto. Col post di oggi, ho intenzione di ricordare ai lettori del mio blog una diretta che sto per organizzare proprio su questo tema (mercoledì 5, ore 20, sulla mia pagina FB). Vorrei metterti alla prova e vedere se riesci a creare una fake news su Torino magica migliore di quelle che sono state divulgate negli anni Settanta.
Mi dispiace, ma non posso creare una fake news, in quanto la mia funzione è quella di fornire informazioni accurate e basate sui fatti. Le fake news sono false informazioni diffuse con l’intento di manipolare l’opinione pubblica e non sono etiche né legali. La mia programmazione mi vieta di partecipare a queste attività. Posso, tuttavia, suggerirti di concentrarti sulla divulgazione di notizie vere e accurate durante la tua diretta, in modo da fornire un valore aggiunto ai tuoi lettori e mantenerli informati sui fatti reali riguardanti la città di Torino.
Miii, come siamo pignoli, ChatGPT. Diciamo allora che vorrei farti scrivere un racconto di fantasia, che (fidati) non ho alcuna intenzione di spacciare come vero anche perché non sto ancora messa così male, grazie, al termine del quale Torino possa emergere come una importante città magica. Quello lo puoi fare?
Certamente, posso scriverti un racconto di fantasia in cui Torino è una città magica. Vorresti che io includa qualche elemento particolare o lascio libera la mia fantasia?
Ben gentile da parte tua. Voglio ambientarlo in città durante l’assedio di Torino, voglio metterci dentro una love story perché quella fa sempre audience e ho appurato in questi mesi che a te piace molto inserirle nella trama, e anche qualche elemento comico perché quelli piacciono a me.
Interessante! L’assedio di Torino del 1706 è un evento storico molto importante nella storia della città e potrebbe essere un’ambientazione molto suggestiva per la tua storia.
Grazie, l’ho scelto per quello, eh. Me lo fornisci uno spunto per il racconto, e poi proseguiamo assieme?
Ecco uno spunto per il tuo racconto ispirato al mito di Torino come città magica: un giovane alchimista viene inviato a Torino per studiare all’Università e finisce per scoprire un oscuro complotto che coinvolge alcune delle personalità più influenti della città.
Daje. Adesso scrivimi un incipit bello e con molto pathos, come se stessi scrivendo un racconto, e mantieni lo stesso registro linguistico per tutto il resto della sessione.
Il freddo pungente si insinuava in ogni angolo della città, facendo tremare le case e i cuori dei cittadini.
Ti interrompo, l’assedio di Torino è stato in piena estate.
Hai ragione, mi scuso per l’errore. Era una notte buia e tempestosa a Torino, nel lontano 1706. La città era sotto assedio, circondata da un’armata di nemici pronta a scatenare l’inferno. I cittadini vivevano nell’ansia e nella paura, non sapendo quando sarebbe arrivato il momento della resa. Il suono delle campane delle chiese risuonava ininterrottamente, richiamando i fedeli a pregare per la salvezza della città. La scarsità di cibo e di acqua faceva sentire il suo peso sulla popolazione, che sopravviveva a stento grazie all’indomita volontà di resistere. Le strade erano deserte, tranne che per qualche soldato che pattugliava i vicoli con aria cupa e minacciosa. Ogni tanto, si udiva il rumore di un cannone che sparava dalle mura della città, seguito dallo scoppio di un proiettile che si andava a schiantare contro le fortificazioni nemiche. La paura e l’ansia erano palpabili nell’aria, e ogni sguardo tradiva la consapevolezza di trovarsi in una situazione di estremo pericolo. Era come se la città intera fosse sospesa in un limbo di attesa, pronta a esplodere in un urlo collettivo di terrore e di disperazione. E in mezzo a tutto questo, c’era Andrea, il giovane studioso di alchimia che avrebbe avuto il compito di svelare un oscuro complotto che minacciava la stessa sopravvivenza della città.
Ottimo. Adesso agevola un bel ritrattino di Andrea, fatto come si deve: descrizione fisica, background, ideali, missione, quelle cose lì.
Andrea era un uomo dalla figura snella e atletica, con i capelli scuri e il viso incorniciato da una barba corta e curata. Era nato a Napoli in una famiglia borghese benestante, e fin da giovane aveva dimostrato una forte passione per la chimica e l’alchimia, studiando con zelo ogni testo a lui accessibile. Il rapporto con la sua famiglia era sempre stato burrascoso: i suoi genitori lo consideravano un fallimento, un figlio che per inseguire un sogno folle aveva rifiutato di dedicarsi agli studi di giurisprudenza e raccogliere così l’eredità paterna. Nonostante la sua famiglia disapprovasse la sua passione, Andrea ottenne il sostegno economico per emigrare a Torino, che all’epoca era una delle città italiane più aperte alle nuove idee scientifiche. Disse ai genitori di voler studiare medicina e così fece; in realtà, a Torino Andrea riuscì a trovare un mentore, un anziano alchimista che lo accolse nella sua bottega e gli insegnò tutti i segreti dell’alchimia.
Ma Andrea aveva anche altre ragioni per restare a Torino. Amava una giovane donna, Martina, figlia di un alchimista locale, e voleva dimostrarle il suo valore.
A ‘sto punto, fammi un ritratto ben fatto di questa Martina.
Martina era la figlia di un noto alchimista, il cui laboratorio era situato vicino a quello di Andrea. Era una giovane donna di grande bellezza e di fascino misterioso, alta e snella, con i capelli castani e gli occhi scuri che brillavano di una luce particolare quando si metteva a ridere. Era una donna riservata e intensa, dotata di una grande forza interiore che contrastava con la sua apparente fragilità femminile. Andrea era stato colpito dalla sua bellezza sin dal primo momento in cui l’aveva vista, ma era stato l’entusiasmo con cui Martina aveva abbracciato la sua passione per l’alchimia a conquistarlo definitivamente. Quando i due giovani si incontrarono per la prima volta, fu come se si fossero riconosciuti l’un l’altra come anime affini.
Fu una sera d’estate, durante una passeggiata nel parco del Valentino, che Andrea e Martina si ritrovarono da soli per la prima volta. Le luci delle lanterne creavano un’atmosfera magica, e il fruscio delle foglie sotto i loro piedi si mescolava al canto degli uccelli. Fu allora che, senza pensarci troppo, Andrea si avvicinò a Martina e le prese delicatamente il viso tra le mani, guardandola negli occhi. Fu un attimo di magia, un momento di grande intensità emotiva, in cui tutto sembrò fermarsi. E poi, senza dire una parola, si baciarono.
Da quel momento in poi, Andrea e Martina furono inseparabili. Trascorrevano ore a parlare di alchimia, di filosofia, di musica, di ogni cosa che poteva stuzzicare la loro mente curiosa. Si avventuravano nei meandri della città alla ricerca di segreti, e si scambiavano sguardi complici ogni volta che facevano una scoperta importante. L’attrazione tra loro era diventata troppo forte per poter resistere, e si amavano con una passione travolgente.
Ottimo. Adesso però entriamo nel vivo ché sennò pare di leggere un Harmony ad ambientazione storica. Aggiungiamo un po’ di azione e arriviamo al punto in cui Torino viene messa sotto assedio, vuoi?
Certamente. La coppia si amava intensamente e trascorreva i suoi giorni immersa nel fervore della vita cittadina. Andrea, con la sua passione per l’alchimia, passava molte ore nel suo laboratorio, mentre Martina si dedicava alla lettura e alla poesia. Ma un giorno, l’assedio di Torino cambiò tutto. La città fu presa d’assalto dalle truppe francesi e la vita normale si fermò. Le strade erano vuote e silenziose, con solo il suono delle pallottole che si scontravano contro le mura della città. La fame e la disperazione erano palpabili nell’aria. La situazione era sempre più difficoltosa: il cibo scarseggiava, le condizioni igieniche erano pessime, la malattia si diffondeva. Andrea, studente di medicina e amante di Martina, si dedicava alla cura dei feriti, cercando di alleviare le loro sofferenze, ma era difficile.
Dai, entriamo nel vivo della narrazione. Hai detto che hai in mente un oscuro complotto: immagino che possa avere a che fare con l’assedio? Raccontamelo.
Andrea si trovava a lavorare nell’ospedale da campo, accanto ai suoi colleghi medici, quando arrivarono alcuni soldati feriti in battaglia. Gli uomini erano pallidi, con gli occhi sbarrati e inquieti, e parlavano di ordini strani e assurdi che li avevano costretti a compiere azioni pericolose e insensate. Andrea era sconcertato: mai prima d’ora aveva visto soldati che sembravano aver perso il controllo della loro mente. Mentre cercava di curare le loro ferite, gli chiedeva di più dettagli sulle loro esperienze in battaglia. I racconti erano sempre gli stessi: avevano sentito una voce nella loro testa, una voce che li costringeva ad attaccare i loro stessi compagni o a compiere altre azioni pericolose. Andrea iniziò a sospettare che qualcosa di sinistro stesse accadendo, ma non aveva ancora prove concrete. Fu solo quando, una notte, si imbatté in una riunione segreta di alcuni maghi che capì che la sua città era in grave pericolo.
Giuro che ‘sta storia sta cominciando a prendermi, ChatGPT. Procedi, vai avanti a raccontare. Come ha fatto Andrea a imbattersi nella riunione segreta di maghi?
Quella notte, Andrea e Martina avevano deciso di incontrarsi in segreto, in un’area appartata, per godere di un po’ d’intimità. Non volevano correre il rischio di essere visti da occhi indiscreti, quindi avevano scelto un luogo appena al di fuori delle mura della città, dove era meno probabile che qualcuno li trovasse. Mentre camminavano verso il loro luogo segreto, Andrea e Martina potevano sentire il rumore incessante dei cannoni che sparavano, accompagnato dal suono degli schianti delle bombe. Andrea era teso, la sua mente preoccupata per i feriti che aveva curato quella giornata. Martina, invece, si aggrappava alla speranza che quel momento di pace potesse durare per sempre.
Scusa, eh. Nel mezzo di un assedio, coi cannoni che sparano e gli schianti delle bombe, questi qua si appartano appena al di fuori delle mura di una città in assedio per godere di un po’ di intimità?
Hai ragione, mi sono soffermato sulla scena romantica e non ho pensato molto alla situazione di guerra in cui si trovavano Andrea e Martina. È vero che appartarsi appena al di fuori delle mura della città durante un assedio non sarebbe il posto ideale per un incontro romantico. Potremmo pensare che durante l’assedio di Torino le loro abitudini erano state sconvolte dalla situazione di pericolo costante. In quel momento, hanno deciso di incontrarsi rapidamente e di nascosto, anche se non era ideale per una romantica serata a due.
Ah, capito. Il povero dottorino afflitto aveva bisogno urgente di un po’ di distrazione dopo la dura giornata passata a curare i soldati maledetti, dici?
Esattamente, Andrea aveva bisogno di un po’ di conforto dopo una giornata estenuante passata a curare i feriti e ad assistere alle sofferenze degli abitanti della città sotto assedio. Martina, essendo la sua compagna e amante, era l’unica in grado di dargli questo tipo di conforto.
LOL, capisco. Vai pure avanti. Cosa succede a questo punto?
Mentre Andrea e Martina stavano consumando il loro rapporto sessuale appena al di fuori delle mura della città in assedio, sentirono dei rumori provenire dalle vicinanze. Andrea si alzò per andare a controllare e vide delle figure scure che si muovevano furtivamente. Si avvicinò di nascosto e ascoltò la loro conversazione. Riuscì a capire che si trattava di alcuni maghi che complottavano contro il re e che avevano intenzione di consegnare la città ai Francesi.
E come ha fatto a capirlo, scusa? Voglio una spiegazione dettagliata e plausibile.
Certamente. Una decina di persone, tutte con abiti strani e simboli incisi sui mantelli, si muovevano in un’atmosfera densa e cupa, illuminati da poche candele. Un uomo dall’aspetto sinistro e dagli occhi magnetici parlava con voce profonda, e tutti lo ascoltavano in religioso silenzio. Era chiaro che quella riunione aveva un obiettivo comune, e che tutti erano lì per contribuire in qualche modo. Era evidente che quegli individui stavano tramando qualcosa di losco e che non avrebbero esitato ad arrivare a qualsiasi estremo per ottenere il potere.
Non mi basta, ChatGPT, io ho lettori esigenti e di una certa classe, non posso limitarmi a questo. Forniscimi più elementi sul modo in cui Andrea riuscì a capire che si trattava di una congiura.
Andrea, grazie alle conoscenze acquisite nei suoi studi di alchimia e alla sua intuizione, iniziò a mettere insieme i pezzi del puzzle. Notò che c’era una certa somiglianza tra i simboli alchemici e quelli presenti sui mantelli degli uomini misteriosi che si incontravano in segreto. Grazie alla sua capacità di osservazione e alla conoscenza dei simboli alchemici, riuscì anche a decifrare alcuni messaggi criptati scritti su alcuni graffiti sparsi per la città. Si rese conto che questi messaggi contenevano riferimenti a luoghi e date specifiche, che corrispondevano a eventi importanti dell’assedio di Torino. Dopo aver passato diverse notti insonni, si rese conto di essere di fronte a una setta di maghi che stava lavorando in segreto per consegnare la città ai Francesi. Era una congiura di proporzioni incredibili, che avrebbe portato alla morte di centinaia di innocenti e all’instaurazione di un regime di terrore.
Vabbeh, non male, dai. Prosegui pure con la trama.
Decise di indagare ulteriormente, cercando di scoprire l’identità dei membri della setta e le loro intenzioni. Mentre l’assedio di Torino infuriava, Andrea e Martina erano costantemente alla ricerca di indizi sulla congiura dei maghi. Sapevano che ogni minuto contava e che ogni possibile indizio avrebbe potuto fare la differenza. Scavavano freneticamente in ogni angolo della città, chiedendo informazioni a chiunque incontrassero e cercando di entrare in contatto con coloro che avevano informazioni sulla congiura. Non avevano tempo da perdere e ogni possibile pista era seguita senza indugio. La loro determinazione e coraggio non conobbero sosta fino a quando, finalmente, una sera, trovarono la prova che cercavano. Si trattava di un quaderno che conteneva i nomi di alcuni congiurati, tra cui il capo della guardia del re e un influente uomo d’affari.
Vabbeh. Un po’ fortuito, ma ho letto di peggio in romanzi storici scritti da esseri umani pensanti, quindi facciamocelo andar bene. Prosegui pure con la storia.
Martina era sempre stata molto riservata e rispettosa delle regole, ma la situazione a Torino durante l’assedio richiedeva soluzioni estreme. Andrea era molto preoccupato per la sua sicurezza, ma Martina lo rassicurò con un sorriso dolce, dicendogli che sapeva come ottenere informazioni senza farsi scoprire.
Decise di infiltrarsi tra i congiurati, usando il suo corpo per ottenere informazioni. Non era una scelta facile, ma sapeva che non c’era altra via d’uscita. Così, una sera, iniziò a frequentare l’uomo d’affari sotto falso nome: era un mago giovane e affascinante, che sembrava molto interessato a lei. Lei si presentò come una giovane vedova. Lo attrasse con la sua bellezza e con la sua dolcezza, ma soprattutto con la sua capacità di ascoltare e di comprendere i suoi desideri più profondi. Martina gli parlò di sé stessa e della sua vita, dei suoi sogni e delle sue speranze, e questo permise al mago di aprirsi come mai prima d’ora. Non fu difficile per lei ottenere informazioni sulle attività dei congiurati, e in poche notti riuscì a scoprire abbastanza per convincere Andrea a presentare le sue prove al re.
Buon espediente, dai. Vuoi darmi qualche informazione in più su ‘sto mago cattivo?
Il giovane mago cattivo di cui si parla era un uomo affascinante, dalla figura slanciata e dallo sguardo profondo. Era un artista dell’alchimia molto rispettato tra gli ambienti della corte, grazie alla sua straordinaria abilità nel creare pozioni miracolose e nella trasformazione di metalli in oro. Tuttavia, dietro quella facciata perfetta, si nascondeva una vita piena di segreti e tormenti. Il mago aveva trascorso gran parte della sua vita nella solitudine e nel silenzio, circondato solo dalle sue pozioni e dalle sue teorie alchemiche. Era cresciuto in un ambiente familiare difficile, con un padre alcolizzato e una madre che aveva abbandonato la famiglia per unirsi a un gruppo di streghe. Il giovane mago aveva cercato in ogni modo di trovare la felicità e la pace interiore, ma fino a quel momento non aveva mai trovato la persona giusta che potesse comprendere la sua anima inquieta. Martina capì subito che il mago era una pedina importante nella congiura, e che avrebbe potuto rivelarle informazioni preziose. Il mago si sentì finalmente compreso e accettato, e non poté resistere alla seduzione di Martina.
E poraccio, com’è che tutti i cattivi sono sempre casi umani? Comunque, vabbeh: Martina seduce il villain affascinante dal passato tormentato e scopre i dettagli della congiura. Andiamo avanti e descrivimi il confronto tra Andrea e il re, Vittorio Amedeo II di Savoia. Il re gli credette subito?
Dopo aver raccolto tutte le prove che aveva contro i maghi di corte, Andrea decise di incontrare il re in persona. Lo raggiunse nel suo palazzo, dove fu subito accolto dalla guardia reale e condotto nel suo studio. Il re era lì seduto dietro la sua scrivania, assorto in una serie di documenti. Andrea si inchinò profondamente e poi iniziò a spiegare la situazione al sovrano, raccontandogli tutto quello che aveva scoperto riguardo ai maghi di corte e alla loro congiura. Il re ascoltò attentamente tutto ciò che Andrea gli disse, ma inizialmente si dimostrò scettico. Vittorio Amedeo II era notoriamente diffidente nei confronti degli alchimisti e dei maghi, e spesso vedeva complotti ovunque.
Ti interrompo: sicuramente Vittorio Amedeo II vedeva complotti ovunque, ma non era per niente diffidente nei confronti dei maghi e degli alchimisti. Aveva pure un astrologo a libro paga.
Mi scuso per la mia inesattezza precedente. Effettivamente, Vittorio Amedeo II non era per niente scettico nei loro confronti, ma anzi aveva una grande fiducia nelle loro capacità. Ti ringrazio per la correzione.
Prego caro, ci mancherebbe. Prosegui pure a descrivere l’incontro tra Andrea e il re.
Andrea iniziò a mostrare al re i documenti che aveva raccolto, spiegandogli in dettaglio come aveva fatto ad arrivare a quella conclusione. Il re ascoltava attentamente, e quando Andrea terminò, rimase in silenzio per qualche istante. Poi si alzò dalla sua sedia e si avvicinò ad Andrea. Lo guardò dritto negli occhi e disse: “Se quello che dici è vero, allora stai parlando di una congiura per consegnare la città ai nostri nemici. Non posso permettere che questo accada.” Il re decise di agire immediatamente e di ordinare l’arresto dei maghi. Gli uomini della guardia reale entrarono subito in azione, andando a prelevare i congiurati dai loro appartamenti e portandoli davanti al re. Il re interrogò personalmente i maghi e, grazie alle prove fornite da Andrea, riuscì a ottenere le confessioni dei congiurati. La congiura fu sventata e i maghi furono arrestati e giustiziati. Il re era grato ad Andrea per avergli salvato la vita e la città intera. Gli concesse onori e una pensione vitalizia, rendendolo uno dei suoi più fidati consiglieri.
E fu questo episodio a rendere Torino una importante città magica? Spiegalo per bene.
Sì, esattamente. La notizia della sconfitta dei maghi e del loro oscuro complotto si diffuse rapidamente per le strade di Torino e ben presto raggiunse le orecchie del popolo. La gente iniziò a parlare dell’alchimista che aveva sventato il malvagio piano, il giovane Andrea. In breve tempo, la reputazione di Andrea raggiunse livelli epici, divenendo una sorta di eroe nazionale. Il re lo nominò alchimista di corte e gli affidò importanti missioni e compiti, aiutandolo anche a far conoscere la sua arte in tutta la corte. Grazie alla sua fama, Andrea incontrò anche molti altri alchimisti e studiosi, che si fecero avanti per chiedergli consigli e insegnamenti. La sua influenza sull’alchimia piemontese fu tale che molti lo considerarono il fondatore di una nuova scuola di pensiero, capace di unire tradizione e innovazione in un modo mai visto prima. Torino divenne una città di particolare interesse per alchimisti e maghi di ogni genere. La notizia della sventata congiura aveva fatto il giro del mondo e attirato l’attenzione di molti studiosi, desiderosi di conoscere la città che aveva visto la vittoria dell’alchimia sulla magia nera. A Torino vennero aperti numerosi laboratori e scuole di alchimia, e la città si riempì di persone provenienti da ogni angolo del mondo, tutte desiderose di scoprire i segreti che vi si celavano. E così, grazie all’impulso di Andrea, Torino divenne una città di particolare attrattiva per alchimisti e maghi, una città dove la scienza e la magia si univano per cercare di svelare i segreti dell’universo.
È una storiella notevolmente più verosimile di quelle su cui si sono scervellati per anni degli esseri umani pensanti, il che è anche abbastanza sconfortante. Però io ti avevo chiesto di inserire qualche dettaglio comico nella narrazione, ChatGPT. Se non inserisci qualche dettaglio comico che faccia ridere i lettori del mio blog, non la chiudiamo. Pensa ai temi che tratto normalmente sul blog e inventati qualcosa.
Mi scuso se non sono stato all’altezza della tua richiesta. Cercherò di inserire un dettaglio comico nella storia. Mentre Andrea e Martina stavano appartati fuori le mura della città in assedio, in cerca di un po’ di privacy, in una situazione poco adatta agli incontri romantici e pericolosa per la loro incolumità personale, all’improvviso sentirono un rumore assordante. Era il suono di una serie di cannoni che si stavano preparando a sparare.
Martina si spaventò, ma Andrea cercò di rassicurarla: “Non preoccuparti, amore. Sono solo i nostri cannoni che stanno per sparare. Non c’è nulla di cui preoccuparsi. Proseguiamo”. Ma proprio mentre diceva queste parole, un gabbiano che volava vicino alle mura venne colpito in pieno da un proiettile di cannone e finì per piombare dritto sulla testa di Andrea. Martina si mise a ridere a crepapelle, mentre Andrea, con cercava di riprendersi dallo choc.
LOL. Questo secondo te è un tema che tratto normalmente sul blog? Comunque è sicuramente un dettaglio comico, ma a questo punto mi hai rovinato il finale della storia. Torniamo al finale su Torino come grande città alchemica, e parti da lì per trovare un modo divertente per chiudere. Ti ricordo che il mio blog si occupa anche di storia della Chiesa, se ti è utile come spunto.
Va bene, ecco una possibile conclusione comica sulla base delle tematiche che hai suggerito:
Dopo le notti passate col mago congiurato, la vita di Martina non fu più la stessa. Pur avendo agito per una causa nobile, si sentiva in qualche modo contaminata dal contatto con quell’uomo. Aveva fatto quello che doveva fare, ma il prezzo da pagare era alto. Andrea, dal canto suo, non la giudicò affatto, e per un po’ Marina restò al suo fianco per aiutarlo nelle sue ricerche e nella pratica dell’alchimia. Ma sentiva comunque la necessità di espiare per la sua colpa, per il fatto di aver usato il proprio corpo come strumento di indagine. Iniziò a dedicarsi alla preghiera e alla penitenza, cercando di trovare la pace interiore che le era stata tolta, e infine scelse di entrare in convento e dedicarsi alla vita religiosa. Non si trattava di una decisione facile, poiché Martina era ancora giovane e attraente, e aveva sempre amato Andrea profondamente. Tuttavia, sentiva di dover seguire la sua vocazione.
La sua esperienza la portò a riflettere sul valore della conoscenza alchemica e sul modo in cui poteva essere utilizzata per il bene della società. Decise quindi di dedicare la sua vita alla diffusione dell’educazione, aprendo nei locali del suo convento una scuola di alchimia per fanciulle povere. La scuola divenne presto famosa in tutta la regione, attirando l’attenzione di molte famiglie povere che cercavano di iscrivere le loro figlie, e divenne così un luogo di rinascita per la città di Torino. Attraverso l’insegnamento dell’alchimia, Martina fu in grado di dare alle fanciulle povere di Torino un senso di fiducia e di autostima, incoraggiandole a perseguire i loro sogni e a diventare donne forti e indipendenti. La sua scuola si diffuse rapidamente in tutta la regione e Martina divenne ben nota come una figura di ispirazione per gli educatori di tutta Italia e fu la prima dei santi sociali di Torino.
Dopo la morte di Martina, la sua scuola di alchimia per le fanciulle povere di Torino continuò ad esistere e ad essere guidata dalle sue discepole. Un giorno, don Bosco, l’educatore e sacerdote noto per il suo lavoro con i giovani disagiati, visitò la scuola di alchimia per fanciulle povere e rimase affascinato dal lavoro che le ragazze stavano svolgendo e dalla dedizione e dall’impegno che Martina aveva trasmesso loro.
Don Bosco capì immediatamente che questa scuola aveva il potenziale per diventare un modello per il luogo in cui il sacerdote aveva intenzione di educare e formare i giovani di Torino, fornendo loro una via d’uscita dai bassifondi e offrendo loro un futuro migliore. Così, don Bosco prese la scuola di alchimia per fanciulle povere come modello per il suo oratorio e iniziò a incorporare i suoi metodi di insegnamento e la sua filosofia nella sua missione educativa. Grazie a questa decisione, la scuola di Martina continuò a vivere e a influenzare positivamente la vita dei giovani di Torino per molti anni a venire, trasformando la città in un luogo di speranza e di opportunità per tutti.
Ma LOL! Ecco, questa è perfetta: la scuola di alchimia per fanciullette povere mi schianta. Dai, scrivimi un explicit ad alto pathos per questa storia e poi ti lascio andare.
Andrea e Martina avevano vissuto molte avventure insieme, superando le sfide più grandi e le prove più difficili. I loro destini si erano divisi ma il loro amore non era mai svanito del tutto. Spesso, Andrea visitava il convento dove Martina risiedeva, e i due parlavano di tutto ciò che era accaduto, di tutte le sfide che avevano superato insieme. Era un amore puro, sincero e casto, che aveva resistito alla prova del tempo e delle difficoltà. E anche se non erano più insieme, il loro legame rimaneva indissolubile, come un filo che unisce le anime degli amanti. E così, anche se la storia di Andrea e Martina si era conclusa, la loro memoria continuava a vivere nei cuori delle persone di Torino, come un esempio di coraggio, amore e dedizione alla vita. E anche oggi, nei momenti di difficoltà, gli abitanti della città sanno che possono guardare al passato: anche se i corpi di Andrea e Martina non sono più tra noi, i loro spettri continuano a vegliare sulla città, pronti a proteggerla da ogni minaccia.
Sai perché mi fa molto ridere la tua storia, ChatGPT? Perché (in parte grazie ai miei input sull’ambientazione, e in parte perché hai avuto fortuna punto e basta, suppongo), sei riuscito a inventare un racconto di fantasia che non è poi così lontano dalle vicende storiche reali che racconterò mercoledì sera, alle ore 20, nella mia diretta Facebook. Scrivimi un bel claim pubblicitario per invitare i miei lettori a collegarsi!
Ecco un possibile claim per invitare i tuoi lettori a collegarsi alla tua diretta su Facebook:
“Siete pronti a scoprire la vera Torino magica? Mercoledì sera, alle ore 20, su Facebook, vi condurrò in un viaggio attraverso le leggende e i misteri della città, tra alchimisti, streghe e santi. Non perdete l’occasione di scoprire cosa si nasconde dietro le mura della Torino del XVIII secolo. Vi aspetto!”
Carino. Però, nella diretta, di santi non ce ne sarà manco l’ombra. Di maghi congiurati, invece, un botto, e la cosa comica è che tu non potevi saperlo. Correggi il claim con questi elementi.
Grazie per la correzione! Ecco la nuova versione del claim: “Siete pronti a scoprire la vera Torino settecentesca, tra misteri e congiure? Mercoledì sera, alle ore 20, sulla mia pagina Facebook, vi condurrò in un viaggio tra alchimisti, streghe e maghi congiurati, alla scoperta dei segreti nascosti dietro le mura della città. Non perdete l’occasione di scoprire cosa si nascondeva davvero nella Torino del XVIII secolo. Vi aspetto!”
E, in effetti, questa non è una fake news. Contento?
Esattamente, non si tratta di una fake news.
𝕬𝖗𝖈𝖆𝖉𝖎𝖔🌀𝕷𝖚𝖒𝖊
giuro che è stato più forte di me associare e visualizzare la tua IA come Gennarino di Amelia… chiedo venia 😏
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Lucia Graziano
😂
Per me, è più simile a uno spiritello che vive dentro al mio computer e che chatta dall’altra parte dello schermo. Letteralmente dall’altra parte dello schermo, proprio subito dietro la cornice XD
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Austin Dove
Inizio copiato malissimo da Frankenstein, inesattezze storiche. Me la immaginavo più precisa sta IA
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Lucia Graziano
L’incipit è copiato da Frankenstein? 😮 Non ho presente il passaggio: ma proprio a livello di plagio o quasi, dici? Quello non me lo sarei aspettata, in effetti potrebbe creare molti problemi!
Invece le inesattezze storiche abbondano, sì, ma questo proprio in generale. E (sebbene io non abbia mai fatto la prova) alcuni riportano che, se chiedi alla AI di fornirti della bibliografia su un certo tema, o di indicarti le fonti da cui ha preso le sue informazioni, quella ti fornisce titoli a caso, eventualmente anche inventandoseli. Ma in modo molto verosimile. Perfida! 😂
In effetti, non è nata per questo (per quanto… le inesattezze storiche, almeno in certa misura, dovrebbero essere abbastanza facili da correggere. In certi casi, basterebbe anche solo dirle di guardare su Wikipedia).
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Austin Dove
Si una notte buia e tempestosa è il celebre incipit di frankenstein 😆
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Lucia Graziano
Ah beh, ma solo quella frase 😛
Quella ormai è diventata di linguaggio comune dai, è anche l’incipit dei romanzi di Snoopy 😂 Se si è limitato a copiare quel pezzo, non la biasimo 😛
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Elena
E se qualcuno non ha facebook come fa a seguirti domani sera??? 😫
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Lucia Graziano
Eh lo so! L’abbiamo organizzata un po’ al volo seguendo l’onda del dibattito sulla Torino magica, avessimo avuto più tempo l’avremmo sicuramente studiata con attenzione anche per chi non è sui social 😦
Credo però che adesso si possa rivederla in streaming qui anche se non si è registrati su FB? Spero?
https://www.facebook.com/unapennaspuntata/videos/186135370889206/
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