Che Santo è? (Terza parte)

Se fossi una persona intelligente, mi sarei tenuta da parte le presentazioni e le avrei allegate a questo post.
Ma siccome non sono una persona intelligente, vi ho già detto tutto e mi devo limitare all’incipit più temuto della blogosfera (o almeno: temuto da chi, dopo essersi lanciato in commenti appassionati, avrebbe una gran voglia di rimangiarseli perché già pensa al portafoglio).

Un bel giorno, tanto tempo fa, accendo il computer per scaricar la posta…
… e, toh guarda! C’è una e-mail per me, da una casa editrice!

Beh.
Calma.
Punto primo, in effetti non era una e-mail; era un commento qui su Splinder.
Punto secondo, non è il caso di allarmarsi.
Punto terzo: a ben vedere, non mi ha scritto una casa editrice.
Mi ha scritto uno studio grafico.
Questo.

I ragazzi dello Studio EBI son dei simpaticissimi svitati, che hanno deciso di ritrarre i Santi in stile manga.
La sottoscritta è un’antipaticissima svitata, che ha deciso di ritrarre i Santi in stile comico.
Fra svitati ci si capisce, e quindi c’è stata una simpatia reciproca: tempo fa avevo pubblicato sul mio blog una recensione ai loro prodotti; loro l’avevan letta, così per caso, e l’avevano gradita…
… e così – da cosa nasce cosa – mi hanno chiesto se mi potesse far piacere dar loro un piccolo contributo, per la prossima serie di “santini”.
Orpo!
Certo che mi fa piacere!

E così, quando uscirà fra qualche mese la nuova serie dei santini in stile manga – che poi non son santini: sono cartoline postali, per esser più precisi –, potrete trovare anche un pochino di Lucyette, in mezzo a quei Santi “fumettosi”.
Non so disegnare, non sono una storica dell’arte, ci capisco poco di iconografia, ma mi piacciono molto le vite dei Santi. Lo studio EBI, molto saggiamente, allega ad ogni immagine una mini-agiografia, giusto per far capire ai ragazzini che questi tizi non sono i personaggi di un fumetto, ma sono esistiti per davvero, come me e come voi che mi leggete…
… e, nella terza serie dei santini, alcune di queste mini-agiografie saranno scritte da me medesima.
(Non nello stile tipico dei “Ma che sant’uomo!”, per chi se lo stesse domandando: per una volta in tutta la mia vita, ho fatto finta di esser una persona seria).

A me piace, questo progetto. Mi piace un sacco.
E non solo perché ho deciso di dedicarci una piccolissima quantità del mio tempo libero (che, ovviamente, non è nemmeno lontanamente paragonabile all’impegno dei bravissimi disegnatori – quindi, gli eventuali complimenti fateli a loro, non a me, che non c’entro niente!).
Il progetto mi piace, in realtà, proprio per il significato che vuol trasmettere. Rubo le parole a monsignor Luciano Monari, vescovo di Brescia, che scrive (nella prefazione del libro “Che santo è?”, frutto delle prime due serie di cartoline), di come questo progetto sia nato

dalla passione e dal rigore. Gli autori hanno trovato nella vita dei santi uno stimolo e un insegnamento prezioso per la loro vita e hanno pensato che potesse essere utile aiutare anche altri a condividere la loro medesima esperienza. Per questo si sono sottoposti a un lavoro paziente di ricerca per comprendere meglio questi personaggi affascinanti del passato, […] e hanno tentato di raccontare queste persone. Lo hanno fatto con la loro lingua spigliata, moderna, vivace, la lingua dei fumetti, alla quale i giovani d’oggi sono abituati. […]

La novità del linguaggio può stupire e può anche suscitare un rifiuto istintivo: si può descrivere l’esperienze tragica del martirio con un tratto che vive di leggerezza? […] L’interrogativo è lecito e un eventuale rifiuto è del tutto comprensibile. E però forse vale la pena cogliere il messaggio che queste immagini ci trasmettono […]: l’idea che la santità è attuale e giovane, che non appartiene a un’epoca passata, ma veste anche i blue jeans e le top shirts. E di questo messaggio abbiamo un bisogno immenso. A molti la santità appare da trascurare semplicemente perché fuori tempo, estranea al vissuto di chi usa il telefonino e viaggia su Internet.

E… beh: a me piace un sacco, questo lavoro.
E peraltro mi piace un sacco anche che i santi manga siano riusciti a incuriosire pure voi, che avete provato a riconoscerli.
Lo Studio EBI (che qui ha il suo profilo su FaceBook, per chi volesse esser aggiornato) ha avuto un’idea bellissima, per come la vedo io.
E son contenta, nel mio piccolo, di poterci dare il mio modesto contributo.

 


12 risposte a "Che Santo è? (Terza parte)"

  1. Lucyette

    Giusto per precisare: siccome fra le disegnatrici dello Studio c'è una ragazza che si chiama Lucia…… ecco, precisiamo subito a scanso di equivoci: Lucia Botta è lei, non sono io 😉

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  2. utente anonimo

    Io quel commento sul tuo blog me lo ricordo benissimo :PBene bene, mi fa piacere, è una bella idea un po'pazza, ma siccome tutte le idee geniali sono pazze, allora è un'idea geniale (bello il silogismo?) :PComplimenti allo Studio Ebi ma pure a te dai :PDaniele

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  3. utente anonimo

    I sette arcangeli erano (sono?boh) in mostra a Venezia!Cavolo, sono gli stessi? E io che pensavo fossero delle appassionate di yaoi mistico/religioso…Lo stile di disegno manga che usano è in realtà ciò che viene percepito come manga qui, non molti autori giapponesi disegnano ancora in questo modo, è da inizio anni '90, ed i colori sono molto "occidentali", ma la qualità è alta :)Chiara (bis)ps: yaoi per chi non lo sapesse è un genere di storie con al centro una relazione amorosa tra due bei ragazzi un po' androgini…gli arcangeli ritratti rientrano clamorosamente nel canone!

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  4. Lucyette

    Ummamma, il yaoi fra arcangeli? AIUUUUTO, che Iddio ci perdoniii! :-DD(Cioè. Perdoni loro, più che altro, ché con le serie già realizzate non c'entro manco di striscio) (Non è per prendere le distanze dal yaoi, eh: è per evitare di prendermi meriti che non sono miei nemmeno da lontano ;-D)Comunque, sì, erano proprio loro: erano in mostra al Museo Diocesano di Venezia. Leggo anche che domenica 20 giugno, alle 10:15, verrà inaugurata una nuova tappa della mostra nel patronato parrocchiale di S. Pietro in Volta (via Laguna 319/A), Isola di Pellestrina.Forse queste cose dovrei lasciarle dire all'ideatore, ma visto che l'ho letto poco fa su FaceBook… :-)Aerie, Stella, grazie! Rigiro i complimenti ai disegnatori ;-)Daniele, in effetti anche io ho una memoria enorme per certe cose, ma tu resti comunque un po' inquietante ;-D

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  5. flalia

    Be', io sono un'appassionata di manga, l'idea non può che piacermi, e complimenti a te 🙂 Mi sa che non resisto e qualche santo e arcangelo lo acquisterò… (sai che non sapevo del doppio martirio del povero Sebastiano? Pensavo che le frecce fossero bastate e avanzate… 'sta cosa mi ha un po' impressionata! Ehm, però capisco perché sia passato alla storia per le frecce più che per la Cloaca, con rispetto parlando!)

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  6. Lucyette

    Maddai, che bello… allora questo post è servito a qualcosa! :-DSe vuoi, qui c'è un elenco di tutti i punti vendita (sei fortunata: ce n'è uno dalle tue parti!). Comunque, io dico per esperienza che alla Feltrinelli il libro c'è (o comunque, presumibilmente arriva) (quanto alle cartoline, onestamente non so e non posso garantire). Il libro, però, l'avevo trovato tempo fa, per puro caso, alla Feltrinelli di Pavia (e, voglio dire, Pavia… Non c'era mai nemmeno stata una mostra nei paraggi…).Ma sai che ho fatto una ricerchina su Google, e pare che ci sia qualcuno che ha dipinto Sebastiano nella Cloaca Massima (poraccio)?Questo è San Sebastiano che viene gettato nella fogna, in un affresco quattrocentesco a Busca:E qui, peggio ancora, trovi un dipinto di Alejandro Ferrant y Fischermans, custodito al Prado: San Sebastiano recuperato dalla cloaca massima.Sono comunque molto lieta che lo Studio EBI si sia concentrato sulle frecce

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  7. flalia

    Sì, son fortunata, ho sia Feltrinelli che Dehoniana vicino, chiedo all'una o all'altra…Grazie per avere scovato l'affresco e il dipinto! C'è chi si è preso la briga di raffigurare il povero S. Sebastiano in quelle condizioni… anche questa è devozione 😉

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