Sorvoliamo pietosamente sul fatto che mi sono di nuovo ammalata (dopodiché ho gettato la spugna e ho deciso di passare Settimana Santa e vacanze di Pasqua lontana da Internet).
Sorvoliamo pietosamente su tutto ciò, dicevo, e soffermiamoci sul fatto che sta per iniziare il mese di maggio e io ho cominciato a star male all’Epifania, e maggio è il mese della Madonna!!
Avete già deciso come viverlo al meglio?
Se siete in cerca di consigli siete capitati nel posto giusto, perché… beh… io, qualche idea ce l’avrei…
La scorsa estate eravate rimasti così entusiasti di quelle “direttive per le vacanze” che avevo pubblicato su queste pagine: vi ricordate?
Si trattava di un piccolo opuscoletto risalente al 1942, che veniva distribuito, a fine anno scolastico, a tutti gli studenti iscritti alle scuole e ai collegi cattolici. All’interno dell’opuscoletto, si trovavano alcuni “consigli” sul modo più fruttuoso di impiegare le vacanze estive: venivano ricordate ai ragazzini le feste religiose a cui prender parte, venivano suggerite alcune buone azioni per tenersi occupati durante l’estate… e, come se non bastasse, veniva fornito un vero e proprio “registro delle buone azioni” in cui appuntare, di volta in volta, tutti i fioretti effettivamente compiuti.
Ché, talvolta, veder scritti “nero su bianco” tutti i tuoi meriti e i tuoi difetti aiuta (anche proprio a colpo d’occhio!) a fare un esame di coscienza ancor più obiettivo.
Ecco. Le “direttive per le vacanze”, la scorsa estate, avevano riscosso un grande successo. E in effetti, sono deliziose: così retrò e così innocenti, ricordo di un tempo lontano che sembra esser scomparso.
E insomma: queste “direttive per le vacanze” eran piaciute così tanto che mi sembrava valesse la pena di pubblicare qui anche il loro omologo mariano… ovverosia, un “piano di vita” per quelle fanciulle intenzionate ad onorare la Vergine nel mese a Lei dedicato.
Siamo a Varese, nel 1949. La Tipografia Arcivescovile dell’Addolorata pubblica questo opuscoletto, che, negli ultimi giorni del mese d’aprile, viene capillarmente distribuito in tutte le scuole femminili, in tutti i collegi di suore, in tutti i centri ricreativi cattolici. Il destinatario-tipo sono le adolescenti, e lo scopo dell’opuscoletto è presto chiarito: fornire a queste ragazze una “traccia” su come vivere santamente il mese di maggio.
In una sorta di “calendario dell’Avvento” in salsa mariana, l’opuscoletto propone trentun fioretti da offrire a Maria – uno al giorno, per trentun giorni, fino alla fine del mese mariano. Ed anche in questo caso non manca il “registro delle buone azioni” – di giorno in giorno, le ragazze avrebbero potuto appuntare quali e quante devozioni avevano effettivamente offerto a Maria: Comunione, giaculatorie, fioretti, recita del rosario…
In tutta sincerità: adoro questo opuscoletto.
Lo adoro soprattutto perché trovo che proponga fioretti e devozioni tutto sommato “molto soft”, così soft da risultare effettivamente fattibili persino agli occhi dei più svogliati. Non si tratta di diktat tipo “rosario quotidiano, Angelus tre volte al giorno, Comunione tutte le mattine”, e così via dicendo: no, l’opuscoletto si limita a richiedere piccoli e modesti fioretti quotidiani. Niente di impossibile, robe da poco: è un piano di vita così fattibile che… “quasi quasi, ci provo davvero!”.
Anzi: in effetti, quasi quasi ci provo anch’io!
E se, a questo punto, foste curiosi di saperne di più… ecco a voi una foto (orrenda) di questo “piano di vita” per il mese mariano.

Fare click sull’immagine per visualizzarla in formato ingrandito. Quanto alla fotografa, ella desidera scusarsi per la qualità pietosa di questo scatto: credetele, se vi dice che è stato effettuato in condizioni veramente PRECARIE.
1° Domanderò alla Madonna la pratica che desidera da me durante questo mese, e gliene offrirò generoso proposito
2° Mi esaminerò come ho incominciato l’adempimento della promessa fatta ieri, e, rinnovandola, dirò tante “Ave Maria” quante furono le mie mancanze.
3° Nessun peccato veniale: avvertito!
4° Oggi mortificherò la gola: nulla fuori di pasto, né cibo né bevanda
5° Mai una bugia: la verità oggi e sempre!
6° Sacrificherò a Maria le piccole vanità dei discorsi, degli atti, della persona
7° Adempirò ogni dovere con esattezza e rettitudine d’intenzione
8° Passando davanti all’immagine della Vergine, La inchinerò con amore dicendo: “Ti saluto, o Maria! Saluta il tuo Gesù da parte mia!”
9° Mi renderò abituale la recita intelligente e riflessiva dell’Angelus Domini: alle tre salutazioni farò corrispondere tre propositi di purezza, di obbedienza e di mortificazione e li metterò in pratica
10° Vincerò la prigrizia che è il corrosivo di ogni energia: sempre la prima al dovere
11° Mi guarderò dalla vana gioia e dal riso smoderato
12° Eserciterò in ogni occasione l’apostolato del buon esempio
13° Per amore di Maria non perderò neppure un minuto di tempo
14° Qual è la cosa che alimenta di più il mio amor proprio? La estirperò coraggiosamente per onorare Maria
15° Ubbidirò con gioia ed agilità per imitare la Madonna
16° Uscirò una gentilezza speciale a quella persona che mi ha offeso e verso la quale sento antipatia e rancore
17° Tacerò e cederò con amabile naturalezza
18° Per imitare Maria, metterò in ogni atto della vita un grande amore per Gesù!
19° Pazienza e calma, sempre!
20° Oggi mi chiederò ad ogni ora: “Che farebbe la Madonna al mio posto?”, e seguirò le sue orme luminose.
21° Al tocco delle ore reciterò l’Ave Maria e mi getterò nelle braccia della Madonna affidandole il mio giglio!
22° Non parlerò di me né in bene né in male: non mi giustificherò, anche se accusata a torto
23° Lascerò cadere con semplicità e naturalezza una parola buona nel cuore di tutti coloro che oggi avvicinerò
24° Oggi reciterò il Rosario con gran divozione e, affinché le mie labbra siano meno indegne di parlare a Maria, schiverò le parole oziose e non conformi alla carità
25° Eviterò gli sguardi inutili, specialmente durante la preghiera
26° Offrirò alla Madonna i fiori delle mie piccole pene quotidiane, senza che altri li abbia fiutati
27° Onorerò le cinque lettere del nome di Maria offrendole una mortificazione per ogni senso
28° Bacierò la mia Croce ripetendo il Fiat di Gesù e l’Ecce Ancilla di Maria.
29° Non dirò mai di “no” alle delicate ispirazioni della Madonna.
30° Buon viso anche a cattiva sorte: mai un lamento, mai uno scatto, per imitare la soavità della Madre mia.
31° Per frutto del Mese di Maggio, presenterò alla Madonna il proposito di non scoraggiarmi mai e di cominciare ogni giorno da capo, sempre tenace nel proposito di diventare buona e di farmi santa.
Casomai qualcuno fosse intenzionato a seguire queste direttive prendendo il “pacchetto completo”, l’opuscoletto era arricchito da tre preghiere speciali da rivolgere a Maria, in vari momenti della giornata:
Supplica mattutina alla Vergine
O Maria, siimi propizia in ogn’istante di questo giorno che io voglio passare sotto il tuo purissimo sguardo: siimi propizia nella mia vita di collegio, che io voglio trascorrere nella castità del cuore e dei sensi, sotto l’impulso delle sante verità che mi vengono insegnate; siimi propizia nel combattimento quotidiano per migliorar me stessa, affinché ogni sera possa rposare sul tuo Cuore lieta delle vittorie riportate. Così sia.
Il saluto della sera alla Vergine
Prima d’andarmi a riposare, a Te rivolgo il mio saluto e la mia preghiera, o Madre mia immacolata. Tu sei, è vero, la stella del mattino, ma sei pur anche il sussidio di chi t’invoca a vegliare sui propri sonni e sui propri riposi. Deh! vieni, o Madre mia Immacolata, diffondi le tue grazie sul mio letto, spargi i tuoi fiori castissimi intorno a me, fa che i miei sogni siano d’innocenza e di virtù, affinché svegliandomi di nulla debba arrossire, ma possa coi primi palpiti del cuore salutare piena di confidenza Te e l’Eucaristico mio Gesù. Così sia.
Preghiera quotidiana per mantenermi pura
Maria, giglio prodigioso di candore, fa gustare alla povera anima mia la tua celestiale attrattiva, innamorami della tua illibata purezza e serbami intemerata come gli angeli del Cielo.
Allontana dalla mia immaginazione qualunque incanto diabolico, governa il mio cuore, sostieni la mia volontà, non permettere giammai che nell’abito, nel linguaggio, nelle letture, nel tratto e nei divertimenti io ceda alle lusinghe del piacere. Poni a custodia della mia purezza la mortificazione dei sensi, rendimene facile la pratica con la S. Comunione quotidiana e con la divozione al tuo Rosario, fa che io sia sempre e dovunque la piccola apostola della bella virtù, onde possa conquidere le anime ai casti ideali cristiani nel completo dominio della volontà sulla legge bruta dei sensi.
Benedici, o Maria Immacolata, questa mia aspirazione angelica, portala in cielo e fa che sia per te e per Gesù gioconda ed eterna consolazione. Così sia.
Altri tempi, sì. Decisamente, erano altri tempi.
Ma studiare la Storia mi piace proprio per questo: per scoprire queste chicche… e per farle scoprire agli altri!
Emilia
Anch’io vado matta per queste curiosità!
Mi sorge solo un dubbio: non è che oggi queste idee possono essere viste come qualcosa di contabilistico, esattamente come il “bouquet spirituale” (offrire per una determinata iniziativa o persona TOT Rosari, TOT ore di adorazione ecc.)?
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Lucia
Uhm… dici che si corre il rischio, oggi?
Nel senso: anche io sono sempre un po’ perplessa di fronte a iniziative come quelle che dici tu, proprio perché mi sembra che possano indurre la gente a concepire la preghiera come una specie di registro contabile a partita doppia, con tot. entrate e tot. uscite. Però… dici che è un pericolo concreto, ai nostri giorni?
Personalmente, devozioni come quelle che dici tu io non ne ho mai viste (di messe in pratica), se non, alcune volte, in ambienti per così dire “tradizionalisti”, e tradizionalisti hard-core, ai limiti del sedevacantismo per capirci (o direttamente già oltre i limiti). Ma per il resto, se penso al cattolico-praticante-medio del 2014, onestamente non me lo vedo, a correre questo rischio… non so: mi sembra che questa mania di “contabilizzare” preghiera e misericordia sia davvero molto lontana dal modo in cui vengono vissute, oggi, la fede e la preghiera. O quantomeno: se penso ai miei conoscenti cattolici, non riesco a vedermene nessuno che corre questo rischio oggigiorno.
Tu invece dici che è ancora diffusa questa sensibilità? :-O
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Emilia
No; o almeno, ce l’avevo io.
Girovagando per la Rete, avevo trovato schemi per il bouquet spirituale e ne avevo visto uno analogo sul libro per il cinquantesimo di sacerdozio di un anziano sacerdote. Mi sembrava un’idea carina ed economica (dopotutto, la preghiera è gratis), così ne ho preparati alcuni per dei miei amici che stavano per essere ordinati sacerdoti.
Poi ho letto che il Papa, pur non parlando ex cathedra, ha mostrato di non gradire, e mi sono venuti un sacco di sensi di colpa!
(Beninteso, per i miei amici preti non mi sono limitata al quantitativo indicato sul foglietto! 😉 )
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Lucia
Davvero, Papa Francesco ha parlato dei bouquet spirituali? :-O
Per curiosità: dove, quando? Ho provato a cercare online, ma l’unica cosa che ho trovato sono critiche dei suoi detrattori in cui si sostiene che il Papa avrebbe deriso pubblicamente quelli che dicono il rosario (O_o), ma chissà perché ho l’impressione che le cose non siano andate proprio così… 😀
Sì, devo dire: i bouquet spirituali a me sembrano una cosa geniale se li intendi come vanno intesi, cioè, se decidi di offrire un tot. di preghiere per la determinata intenzione, e se il bouquet ti dà lo sprone per rimanere costante nel tuo proposito perché “beh, devo arrivare a finire il bouquet!”.
Se inteso così, è una cosa geniale (e utilissima, soprattutto).
Purtroppo (forse perché si tratta di una devozione un po’ vecchiotta che adesso non è più tanto conosciuta) io l’ho vista praticare pochissime volte, e quasi mai con lo spirito che ho descritto prima (e che poi era il tuo, direi). Purtroppo, tutte le volte che ho visto un bouquet spirituale “in corso d’opera”, l’ho visto fare in ambienti un po’ particolari già di loro* (ai limiti del sedevacantismo o direttamente già dentro, come dicevo)… e in quei casi, mi sembrava che i bouquet fossero spesso intesi dai fedeli in un senso eccessivamente “contabilistico”. Proprio come in una specie di bancomat spirituale in cui tu inserisci tot. preghiere e automaticamente ti viene erogata la grazia corrispondente.
La stessa cosa l’ho anche vista con devozioni tipo “questa preghiera, recitata X volte ogni Venerdì dell’anno, libera X anime del Purgatorio; se recitata il Venerdì Santo ne libera addirittura il doppio”. Lodevolissimo, dire tante preghiere per le anime del Purgatorio (mi sembra persino ridicolo fare la precisazione :P), ma anche in quel caso ho avuto l’impressione che si rischi, per eccesso, di concepire la preghiera come un’operazione di ragioneria, con un “dare” e “avere”.
Chiaramente questa “deformazione” non ha niente a che fare con la pratica dei bouquet in sè, però in effetti è un rischio che vedo anch’io.
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* Direte: com’è che ho tanta dimestichezza con sedevacantisti & co.?
Non ne ho molta, in realtà; però, per una serie di fortuiti casi della vita, mi è capitato di venire talvolta in contatto con sedevacantisti, sedeprivazionisti, & co. Lunga storia e lunga concatenzazione di eventi che mi han portata a fare alcune visite di cortesia a questi signori. Ma era per precisare: si trattava appunto di visite di cortesia, non ho mai frequentato questi ambienti perché ne condividessi le idee 🙂
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Emilia
Ecco la citazione:
Bergoglio ha poi condiviso con i religiosi [della CLAR, Confederazione Latinoamericana dei Religiosi], secondo la trascrizione del colloquio, due «preoccupazioni». Una è la «corrente pelagiana che c’è nella Chiesa in questo momento». Un riferimento ad alcuni «gruppi restauratori». «Ne conosco alcuni, mi è capitato di riceverli a Buenos Aires. Uno ha l’impressione di tornare indietro di 60 anni! Prima del Concilio…». Il Papa avrebbe quindi riferito questo episodio: «Quando mi hanno eletto, ho ricevuto una lettera da uno di questi gruppi e mi dicevano: “Santità, le offriamo questo tesoro spirituale, 3.525 rosari”. Non dicono preghiamo per lei, chiediamo… ma questo tenere una contabilità…».
(fonte: http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/gay-gay-gay-francesco-francis-francisco-25578//pag/1/)
Ovviamente il Papa si riferiva ai gruppettini da te menzionati, ma io non ci tengo affatto a farmi passare per una di loro solo perché ho deciso di ricordarmi in maniera speciale di un amico sacerdote!
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Lucia
Oh, grazie! Doveva essermi completamente sfuggita, questa notizia!
In effetti, devo dire, capisco molto bene quello che voleva dire il Papa, e lo condivido molto. Anche io ho avuto la stessa esperienza – calcolando anche che io ho (in generale, in tante cose della vita) un’indole abbastanza “conservatrice”, all’antica, quando penso al passato parto subito con un pregiudizio positivo… cioè, non si può proprio dire che io sia una di quelle che vogliono a tutti i costi una Chiesa gggiovane e al passo dei tempi.
Però, sì: alcuni di questi “gruppi restauratori”, come il definisce il Papa, esagerano davvero. Confermo. E se Bergoglio aveva avuto l’impressione di tornare indietro di sessant’anni, gli è pure andata bene, nel senso che a volte a me è sembrato di tornare indietro a prima del Concilio di Trento (e non esagero mica tanto, eh… :-P).
E purtroppo, anch’io ho avuto l’impressione che i bouquet spirituali oggigiorno “fioriscano” soprattutto in questi ambienti… che a volte rischiano di deformarli… :-\
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senm_webmrs
Però (e tanto per l’et-et), siccome credo che il primo a inventarsi l’idea sia stato san Francesco di Sales, non buttiamo via il mazzolino con l’acqua sporca 😉
http://books.google.it/books?id=sRNI_ZPaQIIC&pg=PT147&lpg=PT147&dq=mazzolino+spirituale&source=bl&ots=vc_713xebq&sig=8D0N8CVBniti7Lti02YDmG7vSOI&hl=it&sa=X&ei=NkdrU-LLCKqS0AWRyoH4Dw&redir_esc=y#v=onepage&q=mazzolino%20spirituale&f=false
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Lucia
No, anzi!!
Rileggendomi mi son resa conto che potevo essere malinterpretata: il mio dramma personale è che io adoro delle devozioni come questa (forse non sono tantissimo nelle mie corde nel senso che, personalmente, mi trovo meglio a pregare in altri modi, ma le adoro)… il problema è che appunto le vedo spessissimo fraintese, e utilizzate in ambienti un po’… fuori dal normale. Ma mi spiace tantissimo vedere questo… perché in realtà i bouquet spirituali, di per sé, sono bellissimi e fruttuosi!
Sapete cosa? Io dico la mia, poi ditemi se vi sembra un’ipotesi condivisibile: secondo me, devozioni tipo il bouquet spirituale sono nate, in passato, per rispondere a un bisogno del laicato dell’epoca, e cioè il disperato desiderio di poter fare qualcosa di utile nel concreto. Penso che, in passato, le donnine della parrocchia si esaltassero tantissimo al pensiero che, dicendo 100 Ave Marie, potevano dare un contributo tangibile e concreto a una causa importante. Questo aspetto per così dire “contabilistico” aveva proprio una funzione di “traguardo raggiunto”: mi prefiggo questo obiettivo, lo raggiungo, e gioisco, perché ho la certezza di aver fatto, nel mio piccolo, qualcosa di concretamente utile a vantaggio della Chiesa.
Secondo me, lo straordinario successo di queste devozioni (come anche delle “crociate spirituali” contro bestemmie, malcostumi ecc., per capirci) si spiega proprio con la soddisfazione provata dai fedeli alla fine di un bouquet: “ho fatto qualcosa di grande!”. Poi la sensibilità è cambiata, i laici hanno cominciato a sentirsi sempre più parte viva e attiva e importante della Chiesa anche senza dover necessariamente contare i Pater Noster “perché è una delle poche cose che posso fare concretamente per dare un contributo alla causa”… insomma: secondo me, devozioni come il bouquet stanno perdendo di popolarità proprio perché i laici, oggigiorno, non hanno più (necessariamente) bisogno di attività tipo questa, per sentirsi utili nel concreto.
E continuano ad essere praticate solo in ambienti molto “conservatori”, per così dire, che giustamente vedono quanto c’è di bello in queste devozioni passate e tentano di tenerle in vita… però, spesso, questi ambienti hanno anche idee un po’ bislacche… e quindi il resto è storia nota.
…o magari no e mi sono fatta tutto un film mentale basato sul nulla, eh 😛
Voi che ne dite?
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senm_webmrs
Penso che tutto stia nell’habitus mentale di ciascuno. C’è chi – per bun senso o sensibilità personale e/o per formazione culturale/accademica – è abituato a considerare le cose nel loro contesto storico, umano etc., a tener presente che ci sono diversi piani di lettura e che bisogna “esaminare tutto e tenere ciò che è buono”. . E poi c’è chi per varie ragioni è meno flessibile e allora può rischiare di sbilanciarsi o verso l’acquiescenza cieco-meccanica-superstiziosa oppure verso lo scetticismo integralista a priori. Io spero di stare nel primo branco 😉
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Romualdo
Buongiorno, nonostante sia la prima volta che scrivo qui, ti seguo da quando eri su splinder. Complimenti per il blog, sia per il taglio che gli dai, sia perchè è una miniera di notizie.
Per quanto riguarda la tua domanda non hai tutti i torti, se leggi questo documento scritto da un teologo, sembra essere proprio così.
Fai clic per accedere a 26%20Lectio%20Divina%20-%20una%20breve%20introduzione.pdf
Mi permetto a questo punto una domanda. Penso da un lato l’aspetto devozionale prevalga sulla pratica della lectio divina. E’ una mia impressione, forse tu e qualcuno dei frequentatori del blog condividete questa idea?
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senm_webmrs
E per rispondere più precisamente alla domanda, penso che tu abbia ragione. Sarebbe interessante capire quante di queste pratiche sono pre-tridentine e quante post. La Chiesa uscita dal Concilio di Trento era fortemente clericalizzata (questa non è mia, forse l’ho letta sul Timone…), di certo molto più di quanto non lo fosse nel Medioevo. Quindi è del tutto ragionevole che si cercasse di dare spazio ai laici incoraggiando pratiche di devozione ad hoc per varie categorie, età e posizioni sociali. E considerato che tra gli “inventori” c’era gente del calibro di s. Francesco di Sales, s. Filippo Neri, s. Alfonso de’ Liguori etc. bisogna ammettere che non era roba da poco.
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Lucia
senm: beh, certo, il modo in cui viene recepita una certa pratica di fede dipende tantissimo dai tracsorsi e dal contesto, ovviamente 🙂 Fra l’altro è proprio bello vedere gente che mostra di apprezzare queste devozioni in modo “sano”, per così dire… perché in effetti anche io, finora, con queste devozioni “old style” avevo sempre avuto delle esperienze un po’… così. Di quelle che ti fanno drizzare le antenne, insomma. Come forse è successo anche al Papa… 😛
Romualdo, buongiorno e ben…venuto? Palesato? Beh: comunque, lietissima di leggerti 😀
Uhm… la pratica devozionale che prevale sulla lectio divina. Ma in generale o nel mio/nostro (dei miei lettori) caso specifico, dici?
Per me, in realtà, (e nonostante quello che potrebbe forse sembrare leggendo i miei post), è vero l’opposto. Apprezzo moltissimo le varie pratiche devozionali e mi incuriosisce tantissimo la loro storia, ma, per quanto mi riguarda trovo molto più fruttuosa per me la lectio divina (e/o, comunque, la lettura di testi di spiritualità). Non perché snobbi le pratiche devozionali in sè (anzi!)… ma mi rendo conto che, personalmente, “ingrano” meglio con un libro davanti su cui meditare. La Chiesa è bella perché è varia 😀
Tant’è, nel mio caso. Però in effetti conosco persone per cui è vero l’esatto opposto… non saprei dire, però, qual è l’atteggiamento prevalente, globalmente!
Voi (lettori) che ne dite?
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Romualdo
Per senm
Circa riguarda il rosario l’origine sembra essere pre-tridentina:
http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/forum/FORUM%20-%20ROSARIO.html
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Lucia
Scusate il ritardo 😀
Urgh… circa il rosario, diceva cose interessantissime Ottavia Niccoli in La vita religiosa nell’Italia moderna, libro gustosissimo che peraltro consiglio a chiunque fosse interessato perché è molto scorrevole e leggibile, ma al tempo stesso molto documentato (era nella bibliografia di un mio esame universitario, per dire). Era interessantissimo anche perché analizzava il passaggio da una religiosità tardo-medievale ad una post-tridentina: molto bello.
Ecco… circa il rosario, Ottavia Niccoli diceva cose interessantissime che però ricordo in maniera molto nebulosa, essendo passati anni dall’ultima volta che ho letto quelle pagine. E, per disgrazia, il libro non sarà nella mia disponibiltà per alcune settimane 😛
Mi riprometto assolutamente di controllare e approfondire, ma, da quanto mi ricordo, l’origine del rosario è senz’altro medievale… però, la diffusione a macchia d’olio del rosario come preghiera tipica dei cristiani, è più tarda, e risale proprio all’epoca della Controriforma. Se non ricordo male, i riformatori cattolici avevano incentivato moltissimo la pratica del rosario proprio perché la vedevano come un buon modo per far pregare il popolino, e, oltretutto, la trovavano una preghiera “a prova di idiota”. Nel senso che a ripetere 50/150 Ave Marie* non ci va un gran genio, obiettivamente… però, ovviamente, si tratta di una pratica di tutto rispetto che ti porta a pregare un sacco e fa un gran bene alla tua anima. Quindi, il rosario sembrava una devozione perfetta da propagandare anche presso il popolino più incolto (quello che difficilmente sarebbe stato in grado di pregare per un’ora di fila, se non con modalità tipo queste), con la certezza che si trattava di una devozione “a prova di vecchietta ignorante”… che però faceva un gran bene.
E questo, se non ricordo male, è successo proprio negli anni della Controriforma. Prima, il rosario sicuramente esisteva, ma non era così diffuso in maniera così capillare.
Ma appena recupero il libro, controllo e approfondisco 😀
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* Dico “150 Ave Marie” perché in origine il rosario si recitava spesso “per intero”, nel senso che si contemplavano tutti e quanti i quindici misteri indipendentemente dal giorno della settimana.
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