*Non* dirò che sono tornata

Sto per arrivare a quello stadio della guarigione in cui comincio a sentirmi meglio e ad angosciarmi per il futuro.
Non è che sono scema, oh. È che ho capito l’andazzo.
È all’incirca da due mesi che la mia vita si sviluppa secondo il seguente schema: mi ammalo, sopporto ingenti quantità di dolore fisico, trascorro una convalescenza piuttosto fastidiosa, finalmente comincio a guarire, e poi mi ammalo di nuovo. E non per una ricaduta della stessa malattia, il che sarebbe inquietante ma tutto sommato comprensibile: no, io mi ammalo per una malattia completamente diversa, che non c’entra niente con quella di prima, e che mi assale nel preciso momento esatto in cui oso pensare: “vabbeh, dai. Tutto sommato, adesso sto meglio!”.
Fra anestesie che non funzionano, ferite che non cicatrizzano, pezzi di mobili che decidono di loro propria volontà di cadermi addosso sfidando ogni legge della fisica, mi trascino per la città in evidente stato di prostrazione, suscitando la compassionevole ilarità di (me stessa, e di) chi mi sta attorno. (Sono giunte alle mie orecchie voci di scommesse sul mio conto, con gente che fa delle puntate sulla parte anatomica che mi distruggerò al prossimo giro). (Mi sono anche state rivolte richieste esplicite in materia, tipo: “per favore, se stavolta hai in mente ferite che producono vistosi sanguinamenti, stai a casa, ché a me fa senso il sangue. Nel caso di ossa rotte, emorragie interne o lesioni non visibili, nessun problema”).
Quindi, aehm. Per l’ennesima volta nell’arco di questi mesi, sto per arrivare a quello stadio della guarigione in cui una persona normale, con una vita normale, proverebbe a scrivere un post dicendo “toc toc? C’è ancora qualcuno, in linea? Salve a tutti! Sono tornata!”.
Ma io non lo farò.
Ormai ho capito come vanno le cose, e, no, non dirò che mi sento meglio. Tutt’al più dirò che, senza alcuna speranza di star meglio, tenterò di riesumare questo blog, saltuariamente – così, giusto per tenermi occupata nell’attesa del prossimo malanno, ma senza nessunissima intenzione di riacquistare uno stato di salute tendente al normale, eh! Sia mai! Non ci penso proprio! Anzi: mi fa pure schifo, la buona salute! Nessuno da nessuna parte sta pensando di star intravvedendo la luce in fondo al tunnel: sia chiaro!
Infatti in questo momento sto scrivendo un post, ma voi non vi ci abituate, ché tanto qui abbiamo capito come van le cose. Domani mattina, probabilmente, mi cadrà un vaso in testa. O sarò colpita da un asteroide. O verrò investita da un’astronave aliena guidata da un giovinastro poco sobrio. In nessun caso mi aspetto di guarire una volta per tutte, nossignori!

(Vediamo se questa strategia funziona…).

***

Nel frattempo, ehm, per dare un vago senso a questo post, vi lascio con un video. Che, per la verità, avevo già postato a suo tempo sulla mia pagina su Facebook – ma è sempre bene fare il bis, per chi se lo fosse perso, o per chi sentisse il bisogno impellente di dare un nuovo sguardo a questo capolavoro del grande cinema…
Si tratta di uno spot girato dalla Central Church, una comunità protestante dell’Arizona. Lo scopo del video sarebbe quello di diventare virale su Internet, allo scopo di ricordare al maggior numero possibile di individui che la Pasqua è molto più di un ovetto decorato.

Ecco: io non commento. Vi dico solo: guardatelo, vi prego.
Nel suo genere, è un capolavoro.

Easter at Central 2013 from Central Christian AZ on Vimeo.

11 risposte a "*Non* dirò che sono tornata"

  1. Ilaria

    Non dirò “bentornata” per nessun motivo e mi guardo bene dal sol pensare che qualcuno qui sia guarito 😉 Quel video me lo ricordavo, meno male che ci sono gli americani a rallegrarci in salute e in malattia.

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  2. Naco

    Oddio mio, e poi dicono a me che sono cinica, ma ‘sta gente non è normale. O_O Io leggendo ho solo pensato: cosa?! Ma hai fatto delle analisi (lo so, è una domanda scema, presumo che sia la prima cosa che hai fatto, ma io te la pongo comunque!)? I medici che dicono?
    Neanche io ti dico bentornata per scaramanzia, ma mi fermo a un semplice: Ciao!

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    1. Lucia

      Mannò, dai, le persone che fanno queste battute scherzano… cioè: vedono che sono io la prima a fare auto-ironia sui miei acciacchi, e si accodano per strapparmi un sorriso… ma sempre con garbo e senza oltrepassare il limite 😉

      Quanto alle analisi… ehm, ma a dire il vero son tutti malanni che non c’entrano niente l’uno con l’altro (per fortuna, sotto un certo punto di vista: vuol dire che, a parte la mia jella, non c’è niente che non va!). Ma voglio dire: se sono convalescente da una malattia e poi mi cade addosso un cassetto pesantissimo, di spigolo, andando a fracassarmi un piede, non è che i medici possano dire un granché, a parte cercare di non mettersi a ridermi in faccia 😛
      In compenso, una signora che conosco mi ha consigliato, serissima, di andare a farmi vedere “da qualcuno che ne sa”, perché secondo lei mi hanno fatto il malocchio >__>

      Siccome tu non mi hai detto “bentornata”, io non ti dico “grazie” e mi accomiato con cordiali saluti u__u

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  3. filia ecclesiae

    Oh…ma non ti si può perdere di vista un’attimo che ti trasformi in perfetta tedesca. o.O
    In Deutschland, per scongiurare i guai o anche come augurio di star bene si usa dire: “Hals- und Beinbruch!”, cioè il contrario. Tradotto: che tu ti possa rompere la gamba e l’osso del collo.
    Beh, sembra che in Germania funzioni. *_* Vediamo se va bene anche per l’Italia.

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  4. Emilia

    Non ti facevo così scaramantica…
    Seriamente, sono felice che tu sia tornata a scrivere: io al momento sono in pausa quaresimale, ma dopo Pasqua tornerò alla grande.

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    1. Lucia

      Non ero scaramatica, fino a due mesi fa.
      Poi ho cominciato a capire come vanno le cose.
      E secondo me non è scaramanzia nemmeno adesso, è pura osservazione di un dato di fatto: appena dico “sto meglio”, tempo dodici ore al massimo, mi becco qualcos’altro.
      La scienza non conosce ancora la causa di questo fenomeno, ma tant’è: a questo punto mi pare evidente che trattasi di fenomeno vero e proprio, osservabile in natura, e che io ho sperimentato più e più volte su (e dentro) (e con squarci su) la mia pelle.
      u___u

      😉 😉 😉 😉

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  5. AlphaT

    Il video sembra scelto apposta per farti dire: “Ma tu stai male!”
    🙂

    Per i malanni, sembra tu ti stia preparando per essere ricordata nella agiografie, secondo uno dei topos più noti. “Santa Lucia da Torino visse nei tormenti, continuamente piagata ad un piede, preda delle malattie ed infermità più varie, che sopportava con cristiana pazienza, ecc.ecc.”

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    1. Lucia

      LOL! Non sei il primo che me lo fa notare 😀

      Al che, in genere, io rispondo: okay, ultimamente abbiamo esperito questa cosa della santificazione personale attraverso la sofferenza, che peraltro secondo me non funziona nel mio caso – io non mi sento minimamente più santa, semmai mi sento più esasperata. Quindi, dopo aver lungamente percorso questa strada, non si potrebbe fare un cambiamento di rotta e provare… chessò… un po’ di estasi mistiche? Magari è un topos agiografico che mi è più congeniale e produce più frutti: varrebbe la pena di provare!

      Ma ahimè, a quanto pare la strategia non funziona 😦

      😉

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  6. Lucia

    Giusto per la cronaca, due giorni dopo aver scritto questo post ho cominciato ad aver mal di gola, e adesso ho l’influenza -___-
    Qualcuno mi ha fatto il malocchio, a questo punto non vedo altre possibili spiegazioni 😛

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