Storia di una salamandra

Ché poi, se per assurdo qualche pazzo dovesse dirmi “d’ora in poi, per qualche tempo, custodirai la Sindone a casa tua”… beh: me la farei sotto dalla fifa.
E non per la responsabilità di custodire la Sacra Sindone e la reliquia del Signore e bla bla bla.
Cioè: non solo.
Io sarei francamente terrorizzata perché la Sindone sembra avere una capacità decisamente anomala, che ha quasi del miracoloso: dovunque vada, prima o poi scoppia un incendio.
Ma sul serio, eh.
Mai visto un reperto archeologico che sia passato attraverso tanti roghi e pire. La Sindone li attira come le mosche il miele. Giuro.

3 dicembre 1532: nella cappella del castello ducale di Chambéry, scoppia un incendio disastroso. Naturalmente, siamo sempre in piena notte, eh: vorrai mica rendere i soccorsi più tempestivi, per una volta
La cappella va distrutta, e le fiamme raggiungono la Sindone (o meglio, la cassetta d’argento in cui era riposta). Le temperature sono così elevate che il metallo fonde, e una goccia di metallo fuso cade sulla Sindone trapassandola da parte a parte. Siccome la Sindone era ripiegata su se stessa, la goccia rovente trapassa giustamente tutti gli strati. I buchi triangolari che si vedono sulla Sindone, tutti simmetrici e ben disposti, sono stati in realtà generati dalla stessa goccia rovente, che ha trapassato ogni strato di tessuto.

Data sconosciuta, senz’altro anteriore: in un altro posto (e, immagino, sempre a notte fonda, giusto per non smentirci), scoppia un altro incendio. La Sindone viene di nuovo danneggiata, tant’è vero che ci sono su di essa altri piccoli segni di bruciacchiature (grazie al Cielo, un po’ meno evidenti). Vi ho detto che siamo in una data “senz’altro anteriore”, perché nel 1516 viene dipinta una copia della Sindone: anche in questa copia sono presenti le stesse bruciacchiature, che dovevano già senz’altro esistere.
E poi c’è un manoscritto che risale a Millecento: mostra il lenzuolo funebre di Gesù, dipinto in un modo curiosamente molto simile alla Sindone di Torino… E ci sono pure degli strani buchi, in esatta corrispondenza delle bruciacchiature di cui vi sto parlando…

Ma comunque, in ogni caso: la Sindone entra ed esce dagli incendi. Apparentemente, non è capace di resistere una cinquecentina d’anni senza andare a ficcarsi in un bel rogo.
Per una persona superstiziosa, la notizia potrebbe essere un po’ inquietante. “Lungi da me, reliquia attira-fiamme!”.
Per una che s’è laureata in Storia Medievale, invece, la notizia è interessantissima. Fa tornare alla memoria delle vecchie simbologie, e poi la mente prende il volo…

Avete presente la salamandra?
La salamandra, a dar retta ai bestiari medievali, è un essere fantastico. Già Plinio il Vecchio (e, dopo di lui, tutta la cultura medievale), riteneva che potesse passare indenne attraverso le fiamme. “È tanto fredda”, spiegava Plinio, “che al contatto con essa il fuoco si estingue, allo stesso modo in cui fa col ghiaccio”. Certo, anche la fenice moriva nel fuoco e poi rinasceva dalle sue stesse ceneri, ma la salamandra era ancor meglio: la salamandra, di per sé, era un animaletto che nasceva normalmente e conduceva normalmente tutta la sua vita, fino alla morte…
Però, se per caso le capitava di ritrovarsi in un incendio, ne usciva estremamente bene.

Dunque, la salamandra era la creatura che – unica fra tutte – era in grado di sopravvivere a quello che per eccellenza è il simbolo della morte: il fuoco di un incendio. Con un po’ di fortuna si può sopravvivere a tante cose, ma al fuoco proprio no.
Dunque, la salamandra era la creatura che sopravviveva al fuoco, dunque alla “morte”; dunque, la salamandra era il simbolo di chi “risorgeva” dalla “morte”…
dunque, era il simbolo di Cristo.

Ed è veramente affascinante, per me, ripensare a questa vecchia simbologia, e farmi scappare un sorrisetto.
Perché l’essenza di Cristo veniva simbolicamente rappresentata così: sotto forma di creaturina che entra ed esce dagli incendi più disastrosi, restandone sempre, miracolosamente, indenne…

… e la Sindone – beh – questa cosa l’ha fatta per davvero. Sul serio, non a livello simbolico. E per ben tre volte.

Una donna medievale ci si sarebbe entusiasmata un sacco, lo sapete?

NB: diamo a Cesare quel che è di Cesare. Il “parallelismo” fra la Sindone e la salamandra non è tutta farina del mio sacco: la prima volta che l’ho letto, è stato su un libro di Baima Bollone, il famoso sindonologo
Mi sono basata sui suoi scritti anche per i post dei giorni scorsi, relativi a incendio e relativa inchiesta.

4 risposte a "Storia di una salamandra"

  1. utente anonimo

    io sono affascinatissima dalla Sindone, l'ho vista due volte e ogni volta è emozionantissimo.

    Anzi, mi passi il titolo di un libro decente – non troppo difficile e non troppo Giacobbo – che è una vita che voglio saperne di più ?

    bacio, Seavessi

    anzi no, ti tocca:

    nanetto:

    l'ultima esposizione che han fatto ti ricordi che o si passava sotto o si passava da una specie di balconata? Ecco io ero sulla balconata, rapitissima dal momento, di fianco a una perfetta sconosciuta. La perfetta sconosciuta dopo un momento di raccoglimento mi fa, con voce mistica: chissà cosa sono quei triangoli scuri…
    Al che un altro tizio risponde_signò, so li bbuchi!!!!
    C'è rimasta malissimo povera!!!

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  2. utente anonimo

    Peripezia su peripezia è giunta fino a noi… e andrà ancora lontano se continua così!
    meno male, così una blogger ha potuto fare un sindoquiz, a cui, miracolo più grande forse, sono arrizato secondo…
    e adesso conservo gelosamente un segnalibro ricordo dell'ostensione nella Bibbia!
    grazie!

    Diego

    "Mi piace"

  3. Lucyette

    Ups… mi ero persa i vostri commenti, lo sapete?
    Beh, meglio tardi che mai…

    Diego, che bello! Hai ancora il segnalibro! 😀
    (Cioè… non pensavo che tu l'avessi buttato via, capiamoci: ma mi fa piacere immaginarmelo lì nella tua Bibbia :-P)

    Seavessi, vogliamo parlare della mia vecchietta che ha scambiato per la Sindone il telo per le diapositive, e ci si è prosternata davanti??
    Altro che buchi! 😀

    Uhm… libri decenti sulla Sindone. Beh: innanzi tutto, hai il dovere morale di far vedere all'Infanta (quando sarà un pochettino più grande… ma forse nemmeno. Boh? Che tipo di cartoni guardano, a quella età?).
    Comunque: hai dovere morale di far vedere all'Infanta i deliziosi DVD di Mistery after Mistery, la serie televisiva creata apposta per raccontare la Sindone ai bimbi piccoli. E' deliziosa: poi ci sono alcuni dettagli che sono godibilissimi per un piemontese (tipo Secondo Pia che saluta con "cerea!", oppure esclama "oh basta, là", in segno di sorpresa, quando vede il volto dell'Uomo della Sindone che appare sulla lastra fotografica… LOL!). Se cerchi su YouTube trovi la prima puntata, così ti fai una idea.

    Per il resto… beh… Baima Bollone ha scritto libri sulla Sindone che in effetti non sono in stile Giacobbo (figuriamoci: lui è uno dei  massimi esperti mondiali!), e sono anche abbastanza divulgativi. Insomma: io li ho letti e li ho capiti senza difficoltà, anche in quei punti in cui trattava di argomenti più scientifici.
    Credo che l'anno scorso, per l'Ostensione, sia uscito un suo nuovo libro: io non l'ho comprato, perché ne avevo già uno che risaliva all'Ostensione del 2000. Qui trovi qualche titolo, con tanto di recensioni.

    In compenso, l'anno scorso io avevo comprato al bookshop dell'Ostensione un libretto delizioso sulla Storia della Sindone: origini della devozione, reliquie "simili", storia del lenzuolo, devozioni popolari in Francia e poi a Torino, istituzione della festa liturgica il 4 maggio, e così via dicendo. Era un libro molto "specializzato", indagava solo l'aspetto storico. A me è piaciuto molto… ma vabbeh, sono un po' di parte: Storia della Chiesa era la mia materia di laurea, d'altro canto 😛
    Però era molto bello, se qualcuno ha questi interessi da storico! Ecco qua la scheda su Anobii.

    In compenso, io mi sentirei di sconsigliare tutti quei libri che propongono le teorie più strane (tipo: per la prima Comunione – che è stata nel '98, anno dell'Ostensione – mia zia mi aveva regalato il libro di una pazza secondo cui l'immagine della Sindone si era formata per effetto degli olii profumati spalmati sul corpo del defunto… ma ti sembra realistico?? >__>). Poi ci sono quelli che propongono ipotesi realistiche ma… del tutto ipotetiche: come quella storica dell'Archivio Vaticano che l'anno scorso ha scritto un libro in cui diceva che la Sindone era stata custodita dai Templari.
    Boh.
    Cioè: può essere, non metto in dubbio, per carità; questa qui è anche una brava storica, voglio dire. Però, secondo me, sono letture che dovrebbero essere fatte dopo, quando uno ha già una buona infarinatura generale e può approfondire gli aspetti che lo interessano di più. Altrimenti, uno rischia di far confusione e di non distinguere le ipotesi dalla realtà provata!

    Tutto 'sto sproloquio per dire: Baima Bollone secondo me è una garanzia. Ecco.

    "Mi piace"

  4. Lucyette

    Ups… mi ero persa i vostri commenti, lo sapete?
    Beh, meglio tardi che mai…

    Diego, che bello! Hai ancora il segnalibro! 😀
    (Cioè… non pensavo che tu l'avessi buttato via, capiamoci: ma mi fa piacere immaginarmelo lì nella tua Bibbia :-P)

    Seavessi, vogliamo parlare della mia vecchietta che ha scambiato per la Sindone il telo per le diapositive, e ci si è prosternata davanti??
    Altro che buchi! 😀

    Uhm… libri decenti sulla Sindone. Beh: innanzi tutto, hai il dovere morale di far vedere all'Infanta (quando sarà un pochettino più grande… ma forse nemmeno. Boh? Che tipo di cartoni guardano, a quella età?).
    Comunque: hai dovere morale di far vedere all'Infanta i deliziosi DVD di Mistery after Mistery, la serie televisiva creata apposta per raccontare la Sindone ai bimbi piccoli. E' deliziosa: poi ci sono alcuni dettagli che sono godibilissimi per un piemontese (tipo Secondo Pia che saluta con "cerea!", oppure esclama "oh basta, là", in segno di sorpresa, quando vede il volto dell'Uomo della Sindone che appare sulla lastra fotografica… LOL!). Se cerchi su YouTube trovi la prima puntata, così ti fai una idea.

    Per il resto… beh… Baima Bollone ha scritto libri sulla Sindone che in effetti non sono in stile Giacobbo (figuriamoci: lui è uno dei  massimi esperti mondiali!), e sono anche abbastanza divulgativi. Insomma: io li ho letti e li ho capiti senza difficoltà, anche in quei punti in cui trattava di argomenti più scientifici.
    Credo che l'anno scorso, per l'Ostensione, sia uscito un suo nuovo libro: io non l'ho comprato, perché ne avevo già uno che risaliva all'Ostensione del 2000. Qui trovi qualche titolo, con tanto di recensioni.

    In compenso, l'anno scorso io avevo comprato al bookshop dell'Ostensione un libretto delizioso sulla Storia della Sindone: origini della devozione, reliquie "simili", storia del lenzuolo, devozioni popolari in Francia e poi a Torino, istituzione della festa liturgica il 4 maggio, e così via dicendo. Era un libro molto "specializzato", indagava solo l'aspetto storico. A me è piaciuto molto… ma vabbeh, sono un po' di parte: Storia della Chiesa era la mia materia di laurea, d'altro canto 😛
    Però era molto bello, se qualcuno ha questi interessi da storico! Ecco qua la scheda su Anobii.

    In compenso, io mi sentirei di sconsigliare tutti quei libri che propongono le teorie più strane (tipo: per la prima Comunione – che è stata nel '98, anno dell'Ostensione – mia zia mi aveva regalato il libro di una pazza secondo cui l'immagine della Sindone si era formata per effetto degli olii profumati spalmati sul corpo del defunto… ma ti sembra realistico?? >__>). Poi ci sono quelli che propongono ipotesi realistiche ma… del tutto ipotetiche: come quella storica dell'Archivio Vaticano che l'anno scorso ha scritto un libro in cui diceva che la Sindone era stata custodita dai Templari.
    Boh.
    Cioè: può essere, non metto in dubbio, per carità; questa qui è anche una brava storica, voglio dire. Però, secondo me, sono letture che dovrebbero essere fatte dopo, quando uno ha già una buona infarinatura generale e può approfondire gli aspetti che lo interessano di più. Altrimenti, uno rischia di far confusione e di non distinguere le ipotesi dalla realtà provata!

    Tutto 'sto sproloquio per dire: Baima Bollone secondo me è una garanzia. Ecco.

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