La Guarigione di Tiberio – VIII

(Prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, e settima parte. E qui concludo!)

Due anni dopo

Volusiano si avvicinò allo scrigno intagliato da cui la donna aveva estratto il velo.
Annuì, un po’ bruscamente. “Lo porterò a Roma, al grande Tiberio Cesare. Non credo servirà a guarirlo”, e sospirò, “ma è pur sempre meglio di niente”.
La donna chinò il capo, in segno di assenso. “Non intendo separarmi da questa reliquia”, disse col tono calmo di chi non accetta repliche, “ma sarà un grande onore, per me, portarla a Roma dall’Imperatore Tiberio. Gli parlerò di Gesù di Nazareth. Potrà tenere il velo per tutto il tempo che vuole; e nel frattempo, io pregherò affinché le sue pene cessino”.
Volusiano rimase in silenzio per qualche secondo. Poi annuì ancora, bruscamente. “Mi sembra una giusta richiesta. Potrai portare a Roma il tuo velo e riprendertelo quando ti sarà concesso. È vero quello che dicono nei dintorni?”, aggiunse velocemente. “Che alcune persone, guardando questa immagine, sono state guarite?”.
Berenike si strinse nelle spalle, non sapendo cosa rispondere. “Beh, non dipende dal mio velo, ovviamente”, azzardò piano. “Se davvero è accaduto, è stato merito della loro fede”.
Volusiano aggrottò le sopracciglia. Non era proprio la risposta che avrebbe voluto sentire, ma pazienza: del resto, aveva come l’impressione che ci fosse qualcosa di fondamentale che gli sfuggiva, circa i bizzarri metodi di cura di quel Gesù di Nazareth e dei suoi eredi.
Però funzionavano, eh.
Tutti erano concordi nel dire che funzionavano bene. Ed era quello l’importante.

Volusiano si allontanò di un passo: squadrò con lo sguardo la donnetta che era finalmente riuscito a rintracciare, dopo tante ricerche.
Una giudea come tante: non brutta; non particolarmente bella. Abiti modesti, modesta abitazione; pelle annerita dal sole e dalle fatiche, come per tante donne in quella zona. “Berenike…”, commentò il romano, sovrappensiero. “Nome greco, non è vero?”.
La donna annuì: “sì, era un vecchio nome di famiglia. Pare che la sua traduzione latina, per voi romani, sia quella di Veronica”.
Volusiano annuì, distrattamente. Fissò la Veronica, e poi lanciò un’altra occhiata al suo velo, così gelosamente custodito. E alla fine le pose la domanda che più gli stava a cuore: “dunque, davvero tu sei stata guarita da Gesù di Nazareth?”.
Veronica gli sorrise, di un sorriso splendido. “Oh, . Non dimenticherò mai quel giorno. Il senso di pace che mi ha trasmesso, la consapevolezza di aver dato uno scopo alla mia vita; la bellezza di abbandonarsi, finalmente, nelle braccia del Signore, certa che nulla mi potrà mai mancar…”.
Il messo imperiale scosse il capo, con una smorfia. “Pilato sarà punito per quello che ha fatto. Assassinare – e in modo così barbaro! – una figura del calibro di quell’uomo!”.
Veronica abbassò lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore. Esitò. “Suppongo…”. Si schiarì la voce; parlò pianissimo, come se stesse facendo violenza anche a se stessa. “Suppongo che debba essere perdonato: non sapeva quello che faceva, immagino…”.
Il romano la guardò stranito. “Ha ucciso l’uomo che ti ha salvato la vita!”; ed era incredulo. “L’ha strappato via da questo mondo, e tu vuoi perdonarlo? Pensa a tutto il bene che avrebbe potuto fare questo Gesù, se non fosse morto…”.
La Veronica sgranò gli occhi, con aria stupita. “Oh ma… Gesù non è morto!”, osservò semplicemente, in tono di ovvietà. “Tornerà presto!”.
Il cuore di Volusiano fece un balzo. “Che cosa?”, fargugliò. “Mi avevano detto… Non è stato crocifisso?”.
Veronica s’illuminò di un sorriso radioso, e guardò il romano come una mamma potrebbe guardare il suo bimbo piccolo che ha appena scoperto l’acqua calda. “Ma certo… lui è morto, è stato seppellito. Ma il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture!”.
Ci fu un attimo di silenzio, e prudentemente Volusiano si allontanò di un passo: quella tizia doveva essere pazza o ubriaca, nel miglior dei casi…
Veronica non smise di sorridere: anzi, se possibile divenne ancor più radiosa. “È morto per noi, e poi è risorto… dico davvero, non sto scherzando: tutti quanti l’abbiamo visto! Non riuscivo a crederci neanch’io, eppure è vero!”. E guardò ancora il romano, con occhi splendenti di gioia: “e poi è salito al cielo, nella casa del Padre, e presto tornerà!”. E a quel punto, Veronica si illuminò di un sorriso splendido, raggiante: “e allora” – la sua voce vibrò di emozione – “lui tornerà nella gloria. E il suo regno non avrà mai fine!”.

***

Aehm.
Ovviamente, i racconti che ci hanno accompagnati in questa Settimana Santa sono tutti inventati. Io, però, non ho inventato proprio un bel niente.
Semmai, ho attinto a piene mani dai vangeli apocrifi e dalle tradizioni leggendarie… che sono veramente molto abbondanti, per quanto riguarda la figura della Veronica!

La Veronica, intesa come proprietaria del Velo della Veronica descritto dalla Via Crucis, non è citata nei Vangeli. In questo senso, la Veronica è un personaggio che appartiene a una tradizione molto molto tarda (bassomedievale), e di stampo popolare.
Molto molto antica, e senz’altro non leggendaria, è invece la donna emorroissa, citata nei Vangeli. I Vangeli canonici si limitano a raccontare la sua storia, senza fare nomi: questa donna tocca un lembo della veste di Gesù e guarisce dal suo male, miracolosamente.

Il Vangelo apocrifo di Nicodemo (II secolo circa), si diverte invece a organizzare nel palazzo di Pilato una rimpatriata fra miracolati: tutti lì a Gerusalemme, per testimoniare a favore di Gesù. Aehm: massima veromiglianza… E in ogni caso, fra questi miracolati c’è anche l’emorroissa, a cui stavolta viene dato un nome: Berenike nella versione greca; Veronica, in quella latina.
Detto fatto, tutti quanti hanno cominciato a chiamare “Veronica” la donna emorroissa. E quando, nel Basso Medioevo, si è consolidato il rito della Via Crucis, allora l’associazione è stata duplice: se l’emorroissa si chiamava Veronica, dunque è stata l’emorroissa, ad aver asciugato il volto di Cristo nel tragitto verso il Calvario.

Ma prima di comparire fra le stazioni della Via Crucis, il Velo della Veronica era già conosciuto in tutta Europa. Si diceva fosse custodito a Roma, e le folle raggiungevano in massa la Città Santa, per venerarlo.
E dunque, forse nel VI secolo, nascono alcuni Vangeli apocrifi che cercano di giustificare la presenza, in Roma, di questo prezioso telo, che di per sé sarebbe originario della Galilea.
Nasce così uno dei Vangeli apocrifi più bizzarri che io abbia mai letto, e che mi fa ridere ogni volta che ci penso: l’imperatore Tiberio, ammalato, a Capri, viene a sapere che c’è un certo Gesù di Nazareth che fa miracoli in Giudea… e allora manda il fido Volusiano a convocarlo, affinché questo bravo dottore guarisca pure lui.
Disgraziatamente, Volusiano arriva troppo tardi, e Gesù perde questa straordinaria opportunità di farsi una vacanza sulla costiera amalfitana. Volusiano, sconvolto dopo aver scoperto che Pilato ha fatto crocifiggere quella sorte di dottor House, si reca a casa di Veronica e porta in dono a Tiberio il suo prezioso Velo. Alla morte di Tiberio, il Velo passa al Papa… e così, veniva giustificata la presenza in Roma di questa reliquia famosissima.

Sul serio, eh.
È tutto scritto nella Guarigione di Tiberio, e in altri apocrifi più tardi.

E io?
Io ho cercato di riunire le varie fonti: l’episodio dell’emorroissa, la tradizione della Via Crucis, la leggenda di Tiberio, e così via dicendo.
Ah, c’è pure un’altra leggenda che vi cito: secondo i Francesi, Veronica ha lasciato il velo a Roma e poi è andata a evangelizzar la Francia (un po’ come la Maddalena, insomma). Lei s’è portata dietro pure il marito: Zaccheo, quello del sicomoro. Al seguito di Gesù, pare che ci si innamorasse un sacco.

Berlic scrive, genialmente, che i Vangeli apocrifi sono come delle fan-fiction venute male, e in effetti mi sento di sottoscrivere…
… ma insomma: io mi son divertita comunque, a sguazzarci dentro!

E detto ciò… a tutti voi, e a tutti i vostri cari, i miei più sinceri auguri per una

BUONA, FELICE
E SANTA PASQUA!

16 risposte a "La Guarigione di Tiberio – VIII"

  1. filippociak

    Finalmente mi sono rimesso in pari con la lettura… e si può proprio dire che questi ultimi post mi abbiano introdotto alla Pasqua, dal momento che è Pasqua da poco più di un'ora! Quest'ultima serie è stata piacevolissima. Scrivi veramente bene. Vorrei ringraziarti anch'io per questo percorso quaresimale quotidiano d'eccezione, e porgere a te, a i tuoi lettori, ai tuoi cari… i milgiori auguri di Buona Pasqua!!!

    p.s. Che bello il template primaverile! Pollice in su per lo sfondo chiaro orbo-friendly 🙂

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  2. Lucyette

    Buona Pasqua a tutti voi, e ai vostri cari!!

    Diggiu, che bella immagine… tu sì che trovi "biglietti d'auguri" belli: altro che quelli che avevo pubblicato io qualche giorno fa… 😉 😉
    Auguri a te, alla famiglia, e soprattutto al figlio che porta il nome del mio papà! 😀

    Filippo… sai che dopo questo "percorso quaresimale quotidiano d'eccezione" ho un vago senso di smarrimento? Ommiseria, adesso posso/devo ricominciare a scrivere post che non c'entrano niente con la Quaresima? AGH! Non mi sembra vero!
    Mi ricorderò ancora come si fa?

    Come opera di mortificazione personale, però, ha funzionato benissimo: meglio di un cilicio… ;-P ;-P

    Scherzi a parte… grazie, troppo gentile! E… buona, Santa e felice Pasqua a te e a tutti i tuoi cari! 😀

    Poveromabello: buona Pasqua a te, e… benvenuto!! 😀

    Cindy, grazie! Tanti tanti tanti auguri a te e alla tua famiglia… buona Pasqua!

    Retiarius, buona Pasqua a te e famiglia, e tanti auguri!

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  3. flalia

    Aiuto… son rimasta indietro e leggerò i post quaresimali a Pasqua ormai avvenuta! Quanto hai scritto?? Come fai?! Questo template mi piace tantisssssimo!!! Molto più dell'altro! Bello!
    BUONA PASQUA!

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  4. utente anonimo

    Auguri ^^

    Sto leggendo e rivedendo la storia che ci hai raccontato questa settimana. Bellissima, come sempre sai fare.

    Sbaglio o abbiamo parlato già di volti santi in qualche occasione? Mi ricordo che ce ne sono a bizzeffe in giro per il mondo, oltre a qualcuno particolarmente famoso in Italia… non dico altro XD

    Daniele

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  5. Lucyette

    Ago, buona Pasqua a te! Grazie! (Manca ancora mezz'ora, oh: sono ancora in tempo per gli auguri! :-D)
    Sì, ehm, tutti questi post quaresimali sono ottimi come espiazione, ecco. Hanno funzionato così bene che (malata mentale) sto meditando di fare il bis l'anno prossimo (ARGH).

    Flalia… circa la quantità dei post, vedi sopra 😉
    Circa il template… grazie: sono contenta che vi piaccia! Ero indecisa se usarlo o no, perché avevo paura che fosse un po' troppo roseo e femminile… ma voi lettori maschi non ne siete disgustati, vero?

    Buona Pasqua a te!!

    Daniele, auguri!
    Se non sbaglio, tempo fa avevi accennato qualcosa circa il Volto Santo di Manoppello, vero? 😉
    In effetti, conosco pochissimo sulla sua storia… dovrei approfondire, uhm. Leggevo che in molti sono propensi ad indentificarlo proprio con il velo della Veronica, come non succede invece per altri volti santi.
    Per curiosità: ma è esposto ai fedeli quotidianamente? Nel senso: niente ostensioni?

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  6. utente anonimo

    Bello il nuovo template, rende molto più facile la lettura!!

    Belli questi post pasquali, i vangeli apocrifi saranno anche ff venute male, però mi piace questa versione "romanzata".
    Forse, basta solo ricordarsi che sono cose fantasiose.

    Aerie

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  7. utente anonimo

    Auguri di Buona PASQUA. lo so che suona tanto di ritardo, ma… per tutta la settimana non è sempre lo stesso giorno di Pasqua?
    Complimenti per tutti i post di Quaresima… forse a te no, ma a noi mancheranno!

    Diego

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  8. Lucyette

    Onestamente… no, non credo che mi mancheranno 😛 😛
    Grazie mille, Diego! Auguri a te… e certo che siamo ancora in tempo! 😀

    Aerie, in effetti gli apocrifi piacciono molto anche a me (beh, s'è visto, direi…). Mi piacciono soprattutto quelli dedicati alla Madonna… perché in fin dei conti, è curioso fantasticare su cosa facesse da piccola, su come abbia conosciuto Giuseppe, e così via dicendo. Certo: bisogna tenere bene a mente che sono solo cose fantasiose, storielle gradevoli da leggere come passatempo, ma niente più.
    In genere, ho il terrore di parlare degli apocrifi perché adesso c'è sta mania di volerci trovare dentro chissà quale verità rivelata… argh!

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  9. utente anonimo

    A parte che non avevo premuto prima di oggi su "continua a leggere" e infatti mi sembrava strano che ci avevi liquidato senza commenti… comunque anche Dante cita un qualche cosa che porta le sembianze di Cristo, nel Paradiso.

    Secondo la versione più accreditata, il velo è rimasto a Roma per secoli, e ogni tanto, come facciamo noi moderni con la Sindone, c'erano delle ostensioni in cui era possibile richiedere l'indulgenza plenaria. Tracce letterarie ce ne sono tante ma non si sa bene se si sia mossa da lì, qualcuno pensa che sia ancora a San Pietro, dove c'è un'immagine, molto scolorita e rovinata, quasi senza più alcun valore essendo praticamente inguardabile, esposta periodicamente durante la Quaresima. Secondo altri, il velo è stato rubato ed è finito a Manoppello, dove rimase in un convento per tanto tempo, prima forse venerato, poi dimenticato. Nel tempo però fu recuperato, fu edificata una chiesa, ed oggi è lì che osserva i fedeli, perchè non ci sono ostensioni periodiche come per la Sindone, il velo è lì, sempre, in una postazione rialzata su un'altare, in una bella cornice. Non sono mai stato alla Chiesa del Volto Santo di Manoppello, pur essendo vicinissima, ma sono stato a San Bernardino all'Aquila (chiesa per inciso molto danneggiata, ma dicono sarà la prima a riaprire completamente restaurata fra 2-3 anni), una bella Chiesa barocca che ospita le spoglie del santo senese. Girando per la Chiesa dopo un sacco di tempo che mi guardavo intorno, vedo che il velo era lì, grosso, enorme, che mi guardava! Mi ha colto di sorpresa quindi l'emozione che precede l'incontro con una reliquia così importante… non c'è stata, ma è stato bello vederlo lì. C'erano anche dei volantini con la storia, era un'esposizione che terminava di lì a pochi giorni. La particolarità è che osservata dai due lati l'immagine è identica (non lo dico io ma gli studiosi perchè non vi si può girare intorno), inoltre è stata confrontata con il volto sulla sindone e i particolari combaciano bene, infine secondo alcuni al microscopio non si vedono segni di pigmentazione (secondo altri però si). A me è sembrata un faccione, un po'grande a dire il vero, ma sofferente e molto comunicativo, un simbolo comunque non banale. Qualcuno sostiene anche che sia proprio questo il mandylion di Costantinopoli, però da come ho capito è ritenuta più valida l'idea che prima ho esposto. Benedetto XVI ha visitato Manoppello anni fa. Infine ricordo che è considerata un'immagina acheropita, non proveniente da lavorazioni umane.

    Volevo ricordare che esiste anche la costellazione Chioma di Berenice, che però si riferisce a tutt'altro.

    Daniele

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