I genitori lo avrebbero voluto medico, o avvocato.
Lui, Ludovico Aprosio, aveva preferito dedicarsi a Dio. Nel 1623, all’età di sedic’anni, aveva vestito l’abito degli eremitani di Sant’Agostino, andando a studiare a Genova per formarsi come monaco.
Studiò a lungo, il nostro Aprosio: si diede al diritto canonico, e divenne uno stimato Inquisitore. Fu anche intellettuale, letterato: scrisse una notevole quantità di libri, e studiò da appassionato il famoso Adone di Marino. Alla fine della sua vita, possedeva libri in quantità tale da riempire trenta casse – cifra che, a noi moderni, potrebbe forse sembrare irrisoria… ma che, in realtà, era notevolissima per l’epoca.
Il nostro Aprosio – l’abbiamo già detto – era padre agostiniano. Certamente non aveva eredi naturali, questo è ovvio; così come è anche ovvia la sua dichiarata riluttanza all’idea di lasciare tutto il suo patrimonio librario in eredità ai confratelli.
Niente contro i confratelli, per carità del cielo: ma se sei un intellettuale di inizio Seicento, e sei riuscito ad accumulare oltre diecimila manoscritti ed incunaboli provenienti dal tutto il mondo… beh…
Come dire?
A confinare quel tesoro all’interno di un convento, sembra quasi di limitarlo.
Sarebbe stato meglio, pensava Aprosio, dargli maggiore diffusione.
Sarebbe stato meglio, diceva Aprosio, far sì che questo tesoro potesse essere consultato da tutto il mondo, indistintamente.
Sì, insomma: sarebbe stato meglio, sosteneva Aprosio, donare tutti questi libri ad una bella biblioteca.
Disgraziatamente, all’epoca di Aprosio, non esistevano a Ventimiglia delle belle biblioteche.
Fortunatamente, il nostro Aprosio non era scemo e pensò bene di rimboccarsi le maniche… e di fondare lui una biblioteca come quella che sognava.
Correva l’anno 1648, e vedeva la luce, a Ventimiglia, l’attuale Biblioteca civica Aprosiana – la prima biblioteca pubblica ad esser mai stata aperta sul suolo ligure, ed una delle più antiche biblioteche pubbliche di tutta l’Italia in generale.
Perché vi parlo dell’Aprosiana?
Oh beh, per una ragione molto semplice: si trattava di una biblioteca importantissima, ricolma di preziosi libri, e innovativa nel suo genere… che meritava, di conseguenza, di esser adeguatamente tutelata.
Risale al 1653 – dunque, a pochissimi anni di distanza dall’erezione della biblioteca – un breve pontificio di Papa Innocenzo X; Papa che aveva seguito da vicino il lodevole progetto dell’agostiano Aprosio, e che non aveva mancato in alcun modo di fargli arrivare il suo supporto.
Il breve è datato 30 gennaio ’53, ed è destinato alla perpetua memoria di tutti i visitatori della Biblioteca.
Contenuto del testo?
Beh, in buona sostanza, il breve papale diffuda qualsiasi persona, “di qualisiasi grado, ordine, condizione e dignità”, a sottrarre in alcun modo
libri, quinterni, fogli – sia a stampa che manoscritti – nonché pitture, immagini, monete, sculture, quadri, scaffali (!!, nota di Lucyette), e qualsiasi altro oggetto esistente in detta biblioteca
Quanto sopra, sotto pena di scomunica latae sententiae (!!!, nota di Lucyette) dalla quale nessuno, se non in pericolo di morte, potrà essere assolto, se non dal Romano Pontefice.
Riflettete e meditate, tutte le volte che tardate a restituire un libro in biblioteca e contestualmente fate spallucce, perché “massì, che sarà mai?”…
***
Per altre maledizioni rivolte agli utenti delle biblioteche, cliccate qua.
Per altre scomuniche latae sententiae comminate con oculatezza, a testimonianza di un notevole senso pratico da parte dei pontefici… cliccate qua.
ANDREA
quanta ferocia e cattiveria, spero che la maledizione non funzioni per chi non restituisce un libro per cause di forze maggiori; ne ho uno e son tre mesi che avrei dovuto restituirlo ma per il terremoto che ci ha colpito la biblioteca è chiusa. Ora stanno allestendo un bus, appena sarà operativo sarà mia premura andare e restituire il libro, non vorrei mai che la maledizione mi fosse vicina e pronta per colpirmi!
"Mi piace""Mi piace"
Lucyette
Uhm…
In effetti suppongo, e ripeto suppongo, che in caso di gravi catastrofi naturali la scomunica non sia più in vigore… u__u
Scherzi a parte… io ci scherzo sopra, ma proprio in queste settimane pensavo a voi (Emiliani in generale), e mi domandavo come andassero le cose (nelle tendopoli, col caldo…). E poi pensavo proprio anche a te, perché mi ricordavo che mi avevi detto di essere in uno dei paesini più vicini all’epicentro…
Come vanno le cose, lì, a distanza di mesi?
Tanta solidarietà 😦
"Mi piace""Mi piace"
renata
Che bei post particolari! molto pittoreschi!
La maledizione del libraio, sembra il titolo di un romanzo di Simenon 😉
Complimenti!
"Mi piace""Mi piace"
Lucyette
Peraltro, pare che in questi anni le maledizion librarie funzionino molto, in libreria: è tutto un avvicendarsi di vustodi di libri proibiti, biblioteche delle anime, misteri dei libri scomparsi… wow… 😀
"Mi piace""Mi piace"
alegenoa
“scomunica latae sententiae (!!!, nota di Lucyette)”
LOL
Ma giri tutta la Liguria? Da Tellaro a XXMiglia!
"Mi piace""Mi piace"
Lucyette
😀
No, in realtà sono rimasta ferma, come tutti gli anni, nella zona dell’Imperiese: Ventimiglia la conosco un pochino perché non è poi lontanissima… invece a Tellaro non ci son mai stata in vita mia, sennonché avevo letto quella leggenda l’anno scorso in una raccolta di leggende liguri; ma quella in effetti era una cartolina… a tradimento 😛
"Mi piace""Mi piace"
puddleglum
Salve a tutti
Mi sento in dovere di intervenire: forse questo può interessarti; sta scritto su un ingiallito foglio appeso in una biblioteca universitaria di fisica (!!!):
“PERPETUM OMEN
Si quid tollere hinc audebis Cristum Iesum non videbis sed ibis in infernum societate diabolorum per saecula saeculorum amen amen amen
PERPETUM DECRETUM
Si quis librum partemue aliquam abstulerit extraxerit clepserit rapserit concerpserit corrisperit volo malo illico maledictus perpetuo esecrabilis semper detestabilis esto maneto”
Anche qui non si scherza
"Mi piace""Mi piace"
Lucyette
Però!!
In quale biblioteca, per curiosità? 🙂
A parte gli scherzi: sì, a quanto pare le scomuniche/maledizioni rivolte a quelli che danneggiavano/rubavano il posseduto delle biblioteche, erano piuttosto diffusa nel Medio Evo e nella prima età moderna (quando i libri costavano molto, erano “merce” che attirava i ladri, e le biblioteche erano un bene così prezioso da dover essere tutelate a tutti i costi; e anche il Papa ci metteva il suo).
Di queste formule, mi piacciono particolarmente gli inquietanti elenchi di tutti i modi in cui si può danneggiare un libro… 😀
"Mi piace""Mi piace"
puddleglum
è la biblioteca di fisica della statale di milano…decisamente poco antica in realtà. Non so dove abbiano recuperato il simpatico foglietto
"Mi piace""Mi piace"
Lucyette
Uhm… strano!
Pensavo che magari l’avessero recuperato dai locali della precedente biblioteca universitaria, ma che io sappia la statale di Milano è stata fondata piuttosto tardi proprio come università…
😐
Non è che per caso, da qualche parte sul foglietto, c’è scritto anche il nome della biblioteca cui si riferiva? Boh!
Sennò vuol dire che la minaccia è recente e grava ancora sugli utilizzatori della biblioteca, LOL 😀
"Mi piace""Mi piace"