Una tazza di tè fumante sul tavolo.
Una cinquecentina illuminata dalle lampade al neon della Biblioteca.
Sulle ginocchia, il canto V dell’Inferno.
Un organo che suona in lontananza.
E la neve che cade a fiocchi bianchi oltre i vetri della finestra.
Le piccole, grandi gioie di tornare a casa.