
Che io abbia faticato a lungo, prima di imparare le più basilari nozioni tecniche, non c’è nemmeno bisogno di dirlo.
Però c’era una cosa, proprio una sola cosa, che ci raccomandava sempre la nostra insegnante, e che nessuna di noi riusciva a fare.
Sorridere.
“La tecnica non serve a niente, senza un minimo grazia innata!”, brontolava lei tutte le lezioni, pestando le punte nella cassetta quadrata della pece. “Non è un arabesque di novanta gradi perfetti, o una serie di quindici pirouettes consecutive, a rendere grande una ballerina. Il nostro scopo è commuovere, trasmettere emozioni: e allora, ragazze, perché non sorridete?”.
Al che, ubbidientemente, noi si sorrideva.
Puntualmente, l’insegnante storceva il naso e alzava gli occhi al cielo.
“Cos’è questa smorfia da paresi spastica?”, ringhiava sfilandosi lo scaldacuore, e incrociando le braccia al petto con risentimento. “Cos’è, non sapete più fare un sorriso? Si vede lontano un miglio che questo è un sorriso di scena, quel sorriso ebete che facciamo quando siamo in posa per una fotografia: io voglio vedervi sorridere davvero, sorridere perché lo sentite, sorridere dal cuore”.
“Ma come facciamo a sorridere dal cuore, se ci sanguinano i piedi, è mezz’ora che saltelliamo su una gamba sola, l’unica cosa che vorremmo è un bagno caldo, e invece ci toccano altre due ore di prove?”, qualche voce protestava puntualmente.
“Non so come fate: problemi vostri”, rispondeva l’insegnante, molto obiettiva: “quello che mi interessa, è che ci dovete riuscire. Non voglio un sorriso di cortesia o da fotografo, voglio un sorriso sentito e sincero.
“Ve lo dico per la danza, ma vale anche per la vita: volete essere belle, affascinanti, apprezzate? Non vi servirà a niente ballare in prima fila centrale, o sfoggiare gli strass sul vestito, o farvi fare il trucco dalla mano migliore della scuola. Imparate una volta per sempre, ragazze, che niente rende più bella una donna, se non un sorriso sincero, nato dal cuore. Come forma d’amore per sé, e verso il prossimo”.Un ricordo come tanti, pescato a caso dalla mia “cassetta delle memorie”. Per donare anche a voi un sorriso, e per partecipare, soprattutto, a questa iniziativa.
Minimikkio
hai perfettamente ragione… strappare è un parolone..
voltare è + corretto.
“Ve lo dico per la danza, ma vale anche per la vita: volete essere belle, affascinanti, apprezzate? Non vi servirà a niente ballare in prima fila centrale, o sfoggiare gli strass sul vestito, o farvi fare il trucco dalla mano migliore della Scuola. Imparate una volta per sempre, ragazze, che niente rende più bella una donna, se non un sorriso sincero, nato dal cuore, come forma d’amore per sé, e verso il prossimo”.
PAROLE SANTE
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Stardust781
ecco…sorridereeeeeee
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Lucyette
Star… ma io, infatti, per sorridere, sorrido!
E’ ridere, la cosa che non faccio, ma sorridere sì… e che diamine! 😛
Minimikkio… sì 🙂 Una insegnante antipatica e nemmeno troppo delicata nelle critiche e nell’atteggiamento in generale, a ben vedere, ma… di cose vere ne diceva 🙂
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kcMao
[img]http://loststbernardpets.org/cat-smile.jpg[/img]
Spero basti a rendere l’idea 🙂
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Lucyette
A pro’ degli altri lettori, ché con il tag giusto viene meglio 😛
Sì… rende l’idea benissimo!
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Lucyette
>.>
Io il tag giusto l’avevo anche messo, ma il sito deve essere protetto contro l’hotlinking…
Va beh: se volete vedere l’immagine, andate qui 😛
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