Le ricchezze di Pavia

La signora mi versa il tè, con garbo. Mi guarda. Mi sorride. “Allora. Si trova bene, qui a Pavia?”.
“Certo che sì”, rispondo allegramente, prendendomi lo zucchero. “È una cittadina deliziosa, niente a confronto con il caos di Torino…”.
“Già”, annuisce. “E l’Università? Tutto bene?”.
Inizio a mescolare il mio tè: “splendidamente. Bravissimi professori, materie interessanti…”.
Lei mi guarda fisso, con aria pensierosa. “Quindi non ha avuto nessun problema, no? Il primo anno?”.
Bevo un sorso di tè, e nel frattempo aggrotto le sopracciglia. “Ehm… no, perché?”, domando ingenuamente.
“Cioè, voglio dire… I ragazzi”. Esita. “Non le hanno mai fatto del male, vero?”.
Inizio a sentirmi un po’ perplessa. “I ragazzi? Ehm… no, direi di no…”.
Lei mi lancia una lunga occhiata di sollievo, e poi decreta: “sa, è tutto merito dei pantaloni”.
Inarco le sopracciglia. “I pantaloni?”.
“Sì, i pantaloni”, insiste: “sono una invenzione geniale; ai miei tempi non c’erano. Non c’erano nemmeno i collant. Solo le gonne”.
Annuisco con aria un po’ incerta: “sì, ehm… E allora?”.
Lei sospira. “No, sa com’è, signorina, la goliardia… All’epoca era proprio tanta, e poi le matricole donne erano poche, davano nell’occhio”. Sospira affranta. “E senza i pantaloni…”.
“…?”.
“Sì, beh. Per goliardia, quando i maschi vedevano una studentessa del primo anno… Sa… Non avevamo i collant, quindi era facile: ci tiravan su la gonna”.
… sta scherzando, vero?”.
“Nonnò. Ci tiravan su la gonna, e poi ci strappavano via le mutande. Così. Per tradizione. E poi le appendevano sulla statua che c’è davanti alla stazione, tutte in fila. Così. Ogni giorno”.

C’è qualcosa di arcano e misterioso, nelle evidenti tare mentali che affliggono la popolazione autoctona di questo posto incivile et barbaro.
Credi di conoscere Pavia. Credi di aver capito tutto di ‘sti matti. Credi di esserti scandalizzata per ogni sordido dettaglio.
E invece, (anche) la piccola Pavia è sempre in grado di sorprenderti.

21 risposte a "Le ricchezze di Pavia"

  1. Lucyette

    Ma il bello è che poi ho chiesto a un paio di ragazze (originarie di Pavia) che conosco… e loro hanno confermato :-SDicono che le loro mamme e nonne glielo raccontano sempre O__o

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  2. Lucyette

    Ma il bello è che poi ho chiesto a un paio di ragazze (originarie di Pavia) che conosco… e loro hanno confermato :-SDicono che le loro mamme e nonne glielo raccontano sempre O__o

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  3. marinz

    Pensavo fosse una tradizione solo da università americana, dove le goliardate ci sono trasmesse anche attraverso i film, Animal House lo consigliere a chi vuole farsi una cultura di frenesia dei college americani.Un sorriso :)PS Layla per la precisione, riprendendo Asterix la sigla giusta è SPQP (Sono Pazzi Questi Pavesi) 😛

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  4. marinz

    Pensavo fosse una tradizione solo da università americana, dove le goliardate ci sono trasmesse anche attraverso i film, Animal House lo consigliere a chi vuole farsi una cultura di frenesia dei college americani.Un sorriso :)PS Layla per la precisione, riprendendo Asterix la sigla giusta è SPQP (Sono Pazzi Questi Pavesi) 😛

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  5. Lucyette

    Layla: pazzi furiosi… Marinz, toh guarda: Animal House. Non l'ho mai visto, ma me l'hanno citato giusto qualche giorno fa, perché pare abbia ispirato questa fantastica moda dei "toga party".I "toga party" (lo dico per chi non lo sapesse; io non lo sapevo fino allo scorso week-end), sono dei party in cui devi andare vestito con una toga. Pare sia divertente.Ma siccome tipicamente la gente del 2000 non tiene delle toghe nell'armadio, si arrangia con una toga artigianale fatta di lenzuola, federe, tovaglie, asciugamani…Dicono sia un grande spasso.Dicono.Fatto sta che lo scorso fine-settimana c'è stato un grandioso toga party ai Murazzi, a Torino… e io adesso ho Facebook invaso delle fotografie dei miei compagni di liceo che sono andati a festeggiare con le loro toghe improvvisate.Dopo aver visto un MASCHIO completamente IGNUDO a parte che per una TOVAGLIA, con i RICAMI SOPRA, che gli penzolava giù dai fianchi… ho deciso che il mondo poteva sopravvivere anche senza toga party.E invece pare siano diventati popolari proprio grazie a questo Animal House, a quanto mi hanno detto…In compenso, Layla non ha sbagliato citazione, cioè, citava me e non Asterix… da quando sono qui a Pavia, i miei post in materia sono caratterizzati da un crescendo di disperazione: Sono Pazzi Questi Pavesi, Decisamente Pazzi Questi Pavesi, TUTTI Pazzi Questi Pavesi… ;-PChiara: eh…

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  6. Lucyette

    Layla: pazzi furiosi… Marinz, toh guarda: Animal House. Non l'ho mai visto, ma me l'hanno citato giusto qualche giorno fa, perché pare abbia ispirato questa fantastica moda dei "toga party".I "toga party" (lo dico per chi non lo sapesse; io non lo sapevo fino allo scorso week-end), sono dei party in cui devi andare vestito con una toga. Pare sia divertente.Ma siccome tipicamente la gente del 2000 non tiene delle toghe nell'armadio, si arrangia con una toga artigianale fatta di lenzuola, federe, tovaglie, asciugamani…Dicono sia un grande spasso.Dicono.Fatto sta che lo scorso fine-settimana c'è stato un grandioso toga party ai Murazzi, a Torino… e io adesso ho Facebook invaso delle fotografie dei miei compagni di liceo che sono andati a festeggiare con le loro toghe improvvisate.Dopo aver visto un MASCHIO completamente IGNUDO a parte che per una TOVAGLIA, con i RICAMI SOPRA, che gli penzolava giù dai fianchi… ho deciso che il mondo poteva sopravvivere anche senza toga party.E invece pare siano diventati popolari proprio grazie a questo Animal House, a quanto mi hanno detto…In compenso, Layla non ha sbagliato citazione, cioè, citava me e non Asterix… da quando sono qui a Pavia, i miei post in materia sono caratterizzati da un crescendo di disperazione: Sono Pazzi Questi Pavesi, Decisamente Pazzi Questi Pavesi, TUTTI Pazzi Questi Pavesi… ;-PChiara: eh…

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  7. suibhne

    non è che sono pazzi… è un orribile caso di misoginia, un esempio di reazione tipo quello che facevano i bianchi ai neri, nelle università della Virginia… cali per sempre la vergogna sulla zanzarosa città di Pavia!

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  8. suibhne

    non è che sono pazzi… è un orribile caso di misoginia, un esempio di reazione tipo quello che facevano i bianchi ai neri, nelle università della Virginia… cali per sempre la vergogna sulla zanzarosa città di Pavia!

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  9. Lucyette

    Suibhne: fosse solo per questo episodio, ti darei ragione… ma vista l'esperienza coi Pavesi che ho accumulato in questi ultimi tre anni, propendo per l'ipotesi della pazzia completa e generalizzata :-PSecondo me è una questione genetica :-PStella, e dire che a me non piacciono nemmeno, i pantaloni… fosse per me, mi metterei sempre le gonne! Poi ovviamente ci sono un sacco di ragioni pratiche per cui è molto più comodo un paio di pantaloni, quindi li porto quasi sempre anch'io (tranne che d'estate. D'estate, praticamente solo vestiti, che son più freschi!). Ma in linea teorica, a me i pantaloni non piacciono nemmeno… :-P(Diciamo che li ho rivalutati dopo questa scoperta, ecco!)

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  10. Lucyette

    Suibhne: fosse solo per questo episodio, ti darei ragione… ma vista l'esperienza coi Pavesi che ho accumulato in questi ultimi tre anni, propendo per l'ipotesi della pazzia completa e generalizzata :-PSecondo me è una questione genetica :-PStella, e dire che a me non piacciono nemmeno, i pantaloni… fosse per me, mi metterei sempre le gonne! Poi ovviamente ci sono un sacco di ragioni pratiche per cui è molto più comodo un paio di pantaloni, quindi li porto quasi sempre anch'io (tranne che d'estate. D'estate, praticamente solo vestiti, che son più freschi!). Ma in linea teorica, a me i pantaloni non piacciono nemmeno… :-P(Diciamo che li ho rivalutati dopo questa scoperta, ecco!)

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  11. utente anonimo

    Eppure hai intitolato il post "ricchezze di Pavia"… come per Torino…ommamma… non vorrei indagare sulle povertà…paese che vai devianza che trovi?Diego

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  12. utente anonimo

    Eppure hai intitolato il post "ricchezze di Pavia"… come per Torino…ommamma… non vorrei indagare sulle povertà…paese che vai devianza che trovi?Diego

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  13. IlParra

    Chiedo venia per il ritardo… ma ho scoperto questo post soltanto oggi (e l'intero Blog da pochissimo)!

    Cara Lucyette, da parte mio caro vecchio papà, laureato a Pavia appena prima che la tempesta sessantottina spazzasse via il grosso della goliardia, ho appreso un giorno che Pavia aveva una grande tradizione goliardica. E in quel frangente egli mi fece una carrellata degli “scherzi” più classici (nel corso del mio recente dottorato a Pavia mi è giunta voce, non so quanto affidabile, che alcuni di questi siano ancora diffusamente praticati nei collegi sulla pelle delle matricole).

    –          Carciofatio (alle fanciulle). E’ una variante dello “scherzo” ricordato nel tuo post. Si trattava di obbligare la malcapitata matricola di sesso femminile a farsi un po’ di giri per i chiostri dell’università con la gonna arricciata, in modo che  rimanesse sollevata (e avesse la forma di “carciofo”) fino al cavallo (!)
    –          Lustratio (a entrambi i sessi, ma preferibilmente su fanciulle). Si immobilizzava la malcapitata matricola e le si “lustravano” le chiappe col lucido da scarpe.
    –          Lustratio Rubra. Variante della “lustratio” ma con il temibilissimo lucido di colore rosso! Atrocemente difficile da mandar via.
    –          Mattonatio (solo ai maschietti). Prova di fiducia, in auge nei collegi, che i matricoli dovevano (devono) mostrare nei confronti dei loro beneamati (!) compagni più anziani. Preferisco raccontarla in un secondo momento, se no mi brucio la reputazione di persona per bene al primo post!
    –          Il motore (maschi&femmine). Un certo numero di matricole, preferibilmente 4, venivano messe in fila affiancate ai lati di uno dei chiostri. Allora venivano obbligate a muoversi alternati in sincronia, come i pistoni di un motore, con un "vecchio" seduto affianco che alzava o abbassava il piede a mo' di acceleratore. Ogni tanto sopra una piston-matricola venire piazzato un libro in modo che nel risalire questa vi urtasse e l'"aguzzino" commentasse con "capo, il motore batte in testa!"
    –          Obbligo a mangiare SOTTO il tavolo imposto alle povere matricole (di entrami i sessi) nei primi mesi della loro permanenza pavese (in auge nei collegi, tipicamente fino a Natale del primo anno).

    Ci sono parecchi altri scherzi nella tradizione pavese, alcuni dei quali sono rimasti famosi (a fine anni ’50 un gruppo murò nottetempo la porta della casa di un pittore, con lui dentro naturalmente; a metà anni ’60 rimase famosissimo l’episodio in cui i pavesi si svegliarono una mattina e trovarono la statua della Minerva… che indossava un enorme reggiseno… ecc.), altri persistono (dai un’occhiata al cavallo della statua del Regisole in Piazza del Duomo), per cui… trovo che tu sia stata ancora piuttosto fortunata 😉

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