La Guarigione di Tiberio – VI

(Prima, seconda, terza, quarta e quinta parte)

Lo scorse sulla via che portava al Calvario; e fu allora che si sentì mancare.
La sua guida, il suo maestro, il suo salvatore, la sua vita, il suo tutto, avanzava a testa bassa, carico della croce; sudato, sporco, lacrimante. Il volto tumefatto era imbrattato dal sangue e dal terriccio; sulle sue guance scorrevano lacrime, rivoli di sudore e tracce di sputo. Nel cuore di Berenike, la disperazione si mescolò allo sdgeno e alla vendetta: perché Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo, il Cristo, colui che le aveva dato la vita, la speranza, la salute, e la salvezza… non poteva – semplicemente non poteva – andarsene in quel modo.
Berenike gridò di rabbia, scostandosi improvvisamente dal gruppetto delle altre donne. Balzò in avanti, togliendosi il velo dai capelli, e si gettò contro Gesù. (Un soldato cercò di trattenerla; lei gli diede un calcio ben assestato, e andò avanti).

Maestro…”.
Si inginocchiò di fronte a Gesù, e posò lo sguardo in quello del Salvatore.
Lesse nei suoi occhi lucidi un dolore sordo e una disperata rassegnazione: e allora aprì la bocca per parlare, ma non trovò parole di fronte al sacrificio del Signore. Fissò il suo viso sudato, i lineamenti tumefatti, le tracce di pianto e di sudore che rigavano le sue guance, e gli sputi e la fanghiglia che insudiciavano il volto perfetto di Colui che…
Non disse niente.
Si limitò a sfiorargli il volto col suo velo; piano, delicatamente, per non fargli male.
Lo pulì da quella sozzura, e per un istante ripensò, chiudendo gli occhi, a quel momento di indicibile splendore in cui, tanto tempo prima, le sue dita avevano sfiorato il mantello di lui e avevano scoperto la Sua gloria…

Ma fu solo un attimo.
Poi, i soldati romani la presero per le ascelle, la strattonarono, la portarono via insultandola. Berenike si raggomitolò sotto le loro mani, sotto le loro percosse; per rispetto nei confronti di Gesù, cercò di trattenere il pianto.
E quando finalmente poté rialzare lo sguardo, Lui era già lontano.

4 risposte a "La Guarigione di Tiberio – VI"

  1. utente anonimo

    Però io volevo chiederti due cose:
    – nel Vangelo letto la scorsa domenica si dice che volevano dae a Gesù vino e fiele, ma Lui non lo volle; si trattava forse di un anestetico?
    – successivamente si dice che bagnarono una spugna nell'aceto per farglielo bere, io pensavo che fosse una cattiveria, però non ricordo dove ho setito che l'aceto serviva per togliere la sete.

    Vorrei sapere se queste due cose sono una sorta di atto di clemenza nei confronti dei condannati.

    Grazie ^_^

    Aerie

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  2. utente anonimo

    Però io volevo chiederti due cose:
    – nel Vangelo letto la scorsa domenica si dice che volevano dae a Gesù vino e fiele, ma Lui non lo volle; si trattava forse di un anestetico?
    – successivamente si dice che bagnarono una spugna nell'aceto per farglielo bere, io pensavo che fosse una cattiveria, però non ricordo dove ho setito che l'aceto serviva per togliere la sete.

    Vorrei sapere se queste due cose sono una sorta di atto di clemenza nei confronti dei condannati.

    Grazie ^_^

    Aerie

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  3. Lucyette

    Parrebbe di sì 🙂
    Sono a Torino e quindi non ho a portata di mano le mie Bibbie "ben commentate", che probabilmente si dilungano un po' di più nella spiegazione. Però, la Bibbia di mia  mamma dice in nota, ad esempio, che il vino e fiele era "una bevanda preparata apposta per i condannati al patibolo della croce. Bevendolo, rimanevano intontiti e sentivano meno i dolori. Il Redentore non lo prese, per assaporare fino al fondo l'amarezza della passione".

    Invece, per quanto riguarda l'aceto, avevo letto non so dove che probabilmente non era aceto "nudo e crudo", ma una mistura di aceto e uova (se ben ricordo) che probabilmente avevano con sè i romani, essendo una bevanda abbastanza diffusa all'epoca (spero di ricordar male, sennò… che schifo! 😛 Aceto e uovo??)
    In realtà, secondo alcuni, quando Gesù si lamentava di aver sete (subito prima di ricevere l'aceto), forse non si stava riferendo proprio all'arsura fisica, ma voleva dire qualcos'altro (qui, ad esempio, lo spiega diffusamente). Comunque, sì: che io sappia, erano gesti per alleviare un pochettino le pene dei condannati a morte. Magari, qualcuno che se ne intende di più può aggiungere altro… ma che io sappia, sì, il concetto dovrebbe esser questo!

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  4. Lucyette

    Parrebbe di sì 🙂
    Sono a Torino e quindi non ho a portata di mano le mie Bibbie "ben commentate", che probabilmente si dilungano un po' di più nella spiegazione. Però, la Bibbia di mia  mamma dice in nota, ad esempio, che il vino e fiele era "una bevanda preparata apposta per i condannati al patibolo della croce. Bevendolo, rimanevano intontiti e sentivano meno i dolori. Il Redentore non lo prese, per assaporare fino al fondo l'amarezza della passione".

    Invece, per quanto riguarda l'aceto, avevo letto non so dove che probabilmente non era aceto "nudo e crudo", ma una mistura di aceto e uova (se ben ricordo) che probabilmente avevano con sè i romani, essendo una bevanda abbastanza diffusa all'epoca (spero di ricordar male, sennò… che schifo! 😛 Aceto e uovo??)
    In realtà, secondo alcuni, quando Gesù si lamentava di aver sete (subito prima di ricevere l'aceto), forse non si stava riferendo proprio all'arsura fisica, ma voleva dire qualcos'altro (qui, ad esempio, lo spiega diffusamente). Comunque, sì: che io sappia, erano gesti per alleviare un pochettino le pene dei condannati a morte. Magari, qualcuno che se ne intende di più può aggiungere altro… ma che io sappia, sì, il concetto dovrebbe esser questo!

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