Il 21 gennaio 1277, a Desio, ebbe luogo una battaglia. L’esercito di Ottone Visconti ebbe la meglio sulle armate di Napo della Torre, che per circa quindic’anni gli aveva conteso il controllo di Milano.
Con la vittoria riportata a Desio, iniziò ufficialmente la signoria viscontea, nonché il dominio della famiglia su gran parte della Lombardia.
Pare che, in quel frangente, sia stato determinante, ai fini della vittoria, l’appoggio che la popolazione di Desio offrì, generosamente, alle truppe viscontee.
Ottone Visconti – consapevole che, senza l’appoggio dei Desiani, non avrebbe forse avuto un tal successo – ritenne doveroso premiare la popolazione locale con una concessione straordinaria.
Un premio inusitato.
Un privilegio da far girar la testa; una concessione che i Desiani avevano solo osato sognare, negli anni precedenti.
E non sto scherzando, ahò. Riportano le cronache che la gente di Desio fu seriamente entusiasta di un tale premio, ringraziando con tutto il cuore il generosissimo regnante.
Ma che cosa aveva fatto, Ottone Visconti, per ingraziarsi così tanto le simpatie di Desio?
Aveva forse assegnato un vitalizio a tutti i cittadini, in segno di riconoscenza?
Aveva per caso esentato dalle tasse l’intero centro, in saecula saeculorum amen?
Aveva forse investito parte del suo capitale in opere di interesse pubblico, per dotare Desio di un ospedale all’avanguardia o magari di un canale artificiale d’acqua, per innaffiare meglio i campi?
Macché.
Ottone Visconti aveva preso carta e penna, e aveva generosamente concesso ai cittadini di Desio la possibilità… [rullo di tamburi] di tornare ad indossare gli zoccoli di legno!!!
YEAH!!
Ce li avete presente, gli zoccoli di legno?
Belli, eh.
Freschi, comodi, graziosi: sono praticamente un must della moda estiva, assieme alle infradito, per chi va al mare.
Sono scarpe comode, semplici, economiche. Sì, insomma: sono soprattutto economiche – il che non è una cosa da poco, se sei un contadino medievale che fa fatica a sbarcare il lunario.
Epperò, gli zoccoli di legno hanno anche – come dire – un difetto intrinseco. Fanno un rumore dell’accidenti, a differenza di altri tipi di calzature… e Desio, in quel periodo, sorgeva accanto a un bosco.
Nel bosco, c’era della cacciagione.
La cacciagione, periodicamente, era cacciata dai signori nobili.
I signori nobili, ostinatamente, sostenevano che il rumore prodotto dagli zoccoli disturbasse la loro caccia. Gli animali – si sa – hanno l’orecchio fino: spaventati da quel fracasso micidiale prodotto dai Desiani e dalle loro stramaledette scarpe, decidevano di cambiare aria e scappavano dal bosco, migrando verso altri lidi.
Indi, gli zoccoli di legno erano stati banditi dalla città di Desio.
Secondo quanto riportano alcune antiche carte, vigeva un’ammenda di cinque terzuoli per chi era scoperto a calzare delle scarpe in legno. Addirittura, nel caso di recidività, erano prescritte delle pene corporali: “cinque tratti di corda se uomo, o la pubblica fustigazione se femmina” (!).
Fu solo Ottone Visconti, nel 1277, ad abolire generosamente questa legge (che – ripeto – comportava dei problemi oggettivi e gravi, per il popolino affranto).
Riportano le cronache che, quando il Visconti volle visitare la città di Desio, fu accolto da una folla di contadini in festa, che lo accolsero facendo sbatacchiare fra di loro le suole in legno delle loro amate e rumorose scarpe: per mostrare tangibilmente, (oserei dire: uditivamente), l’affetto e l’amore provato nei suoi confronti.
È incredibile, ma vero.
utente anonimo
Vedete, i governanti di allora permettevano gli zoccoli
Quelli di oggi permettono oltre che il Paese vada allo sfascio, le zocc… ahmmmm… ci siamo capiti si?
Corsi e ricorsi storici…
Daniele
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Lucyette
Sapevo che qualcuno avrebbe fatto il gioco di parole!
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